Il post definitivo sul nucleare nel mondo

Il post definitivo sul nucleare nel mondo

Avvocato Atomico

Post originale su FB: https://www.facebook.com/AvvocatoAtomico/posts/316823336650530

WARNING: post lungo.

In questo post, che sarà allegato alle FAQ, facciamo finalmente chiarezza sui paesi che stanno costruendo reattori nucleari nel mondo, quelli che stanno abbandonando il nucleare e quelli che sono indecisi.

Ai fini di questo post, il termine "pianificato", riferito ad un reattore nucleare, significa che il progetto è già stato approvato e sono già stati stanziati i soldi per finanziare la costruzione; il termine "proposto" significa invece che il progetto è in via di approvazione, ma mancano ancora diversi step, tra cui il finanziamento.

EUROPA:

L'Europa vede una netta contrapposizione tra un blocco di paesi decisamente pro-nucleari e un blocco di paesi ostili a questa tecnologia.

Il primo blocco è guidato ovviamente dalla Francia, con i suoi 56 reattori installati, a cui si aggiunge l'EPR dell'unità 3 di Flamanville, che sta venendo ultimato. In Francia l'energia nucleare genera circa il 71-72% del fabbisogno elettrico nazionale, a cui si aggiunge l'export verso altri sei paesi (Italia, Svizzera, Belgio, Spagna, Regno Unito e Germania), che rende la Francia il primo net-exporter di elettricità al mondo.

Gli altri paesi europei con piani di espansione nucleare sono i seguenti (tra parentesi la percentuale del fabbisogno elettrico coperta dall'atomo).

  • Slovenia: 1 reattore operativo, 1 pianificato (36%);
  • Slovacchia: 4 reattori operativi, 2 in costruzione (55%);
  • Repubblica Ceca: 6 reattori operativi, 2 pianificati (33%);
  • Ungheria: 2 reattori operativi, 2 pianificati (49%);
  • Romania: 2 reattori operativi, 2 pianificati, 4 proposti (18%);
  • Finlandia: 4 reattori operativi, 1 in fase di avvio, 1 in costruzione (60%);
  • Bulgaria: 2 reattori operativi, SMR proposti (38%);
  • Bielorussia: 1 reattore operativo, 1 in fase di avvio (% TBD);
  • Ucraina: 15 reattori operativi, 2 proposti (54%);
  • Armenia: 1 reattore operativo, 1 proposto (28%);
  • Russia: 38 reattori operativi, 11 pianificati, 34 proposti (20%).

La Russia è al momento il paese leader al mondo nella tecnologia nucleare, sia per quanto riguarda il mercato (l'azienda di stato Rosatom è il principale fornitore di tecnologia nucleare ai paesi in via di sviluppo), sia per quanto riguarda la ricerca (un reattore autofertilizzante operativo, uno in costruzione e tre pianificati).

Diversi altri paesi europei al momento non hanno reattori operativi, ma ne hanno di pianificati e/o in costruzione, mentre altri hanno reattori operativi e intendono mantenerli, ma senza costruirne di nuovi. Alla prima categoria appartengono l'Estonia (che punta principalmente agli SMR), la Polonia (6 reattori pianificati entro il 2033), la Lituania (2 reattori proposti) e la Turchia (4 reattori in costruzione, il primo sarà operativo nel 2023).

Nel secondo elenco troviamo invece la Svezia (6 reattori operativi, 40%) e la Spagna (7 reattori operativi, 21%).

La situazione del Regno Unito è più complessa: in UK sono infatti attivi 15 reattori, che generano circa il 16% dell'elettricità del paese.

Molti di questi, tuttavia, sono datati (alcuni risalgono agli anni '60) e dovranno entrare in fase di decommissioning nell'arco dei prossimi 8 anni. L'Inghilterra ha proposto la costruzione di altri 14,5 GW di potenza elettronucleare entro il 2035: al momento la centrale di Hinckley Point C è in costruzione (2 EPR per 3,3 GW di potenza netta) e quella di Sizewell C (altri 2 EPR) è già stata approvata.

Un'altra situazione complicata è quella dell'Olanda: al momento il paese ha un solo reattore operativo, che genera il 3% del suo fabbisogno elettrico. L'attuale coalizione di governo è favorevole ad espandere la capacità di generazione nucleare in ottica di contrasto ai cambiamenti climatici, ma la popolazione resta divisa: secondo un recente sondaggio il 25% della popolazione è estremamente favorevole, un altro 25% è fortemente contrario e il rimanente 50% si divide tra i moderatamente favorevoli/contrari e gli incerti. Il governo olandese ha avviato un giro di consultazioni con le maggiori realtà imprenditoriali per capire chi sarebbe interessato ad investire in progetti di espansione nucleare: un fattore determinante potrebbe essere l'inclusione del nucleare nella Tassonomia Europea della Finanza Sostenibile - la Commissione Europea prenderà la decisione entro l'estate.

L'ultimo caso particolare è quello della Svizzera: la Confederazione Elvetica al momento ha 4 reattori operativi che generano il 24% dell'energia del paese, ma ha pianificato di dismetterli entro il 2035, al termine della loro vita operativa. La decisione però è provvisoria, e soggetta al vincolo di trovare alternative a basso impatto ambientale. Una consultazione referendaria ha confermato l'intenzione degli svizzeri di allontanarsi dal nucleare, ma non con percentuali plebiscitarie (e in Svizzera hanno già fatto quattro referendum su questo tema, è probabile che ne faranno almeno un quinto da qui al 2035).

Il fronte anti-nucleare in Europa si divide in due gruppi: da un lato c'è chi si limita a non avere piani di sviluppo atomico (Norvegia, Bosnia, Serbia, Kosovo, Albania, Macedonia del Nord, Grecia, Islanda), dall'altro ci sono i paesi attivamente coinvolti nell'ostacolare i piani di sviluppo nucleare degli altri. Quest'ultimo gruppo comprende Irlanda, Portogallo, Austria, Danimarca, Italia, Belgio e Germania.

Ovviamente i casi più emblematici in questo senso sono gli ultimi due: il Belgio infatti ha sette reattori attivi, che generano il 48% del suo fabbisogno elettrico, e pianifica di chiuderli tutti entro il 2025; la Germania invece ha sei reattori ancora operativi, che generano il 12,5% dell'elettricità del paese, e intende chiuderli tutti entro la fine del 2022. Entrambi i paesi, a causa di questa decisione, hanno visto aumentare drammaticamente la loro dipendenza dai combustibili fossili.

Per quanto riguarda il consenso popolare, i due paesi più nuclear-friendly in Europa sono la Finlandia e la Repubblica Ceca (oltre il 60% di cittadini apertamente favorevoli), mentre quelli dove il sentimento popolare è maggiormente ostile all'atomo sono l'Austria e la Germania.

NORD AMERICA

La situazione nord-americana è più breve da analizzare.

Negli USA sono operativi 93 reattori nucleari, che coprono il 19% del fabbisogno elettrico nazionale. Si prevede che molti chiuderanno entro i prossimi dieci anni, o per sopraggiunti limiti di età, o per motivi economici, dal momento che il bassissimo prezzo del gas da fracking (o shale gas) ha reso l'industria fossile iper-competitiva. La presidenza Biden ha però approvato un piano di finanziamenti alle fonti di energia low-carbon che include il nucleare, il che potrebbe invertire, o quantomeno rallentare, il trend. Al momento negli USA sono in costruzione due reattori di terza generazione (AP1000), ma negli ultimi cinque anni si è ricominciato ad investire in ricerca nucleare, ed è stata approvata e finanziata la costruzione di due prototipi di quarta generazione. Sempre negli USA sono stati licenziati i primi due modelli di SMR (il Power Module di NuScale e il BWRX-300 di GE-Hitachi), che entreranno in produzione nei prossimi 5-6 anni.

In Canada sono operativi 19 reattori nucleari, che generano il 15% dell'elettricità del paese. I reattori canadesi sono stati sottoposti a lavori di ammodernamento di recente per estenderne la vita operativa di 30-35 anni; al momento il Canada non ha in programma la costruzione di altre unità di grande potenza, ma è fortemente coinvolto nello sviluppo degli SMR, con almeno quattro province (Ontario, Alberta, Saskatchewan e New Brunswick) decise ad investire sul nucleare di piccola taglia.

Il Messico possiede due reattori nucleari operativi, che forniscono circa il 4% dell'elettricità. Al momento non ci sono piani di aumentare la capacità installata.

CENTRO E SUD AMERICA

Sebbene siano solo due i paesi ad avere reattori attualmente operativi, molti altri stanno mostrando interesse nel settore.

Il Brasile ha due reattori in funzione, che generano il 3% dell'elettricità del paese. La costruzione di un terzo reattore è stata sospesa in seguito ad uno scandalo politico. Sono state proposte altre due centrali, per un totale di 8 ulteriori reattori.

L'Argentina ha tre reattori operativi, che generano il 6% della sua elettricità. Dovrebbe inoltre essere completato un prototipo di SMR da 30 MWe entro quest'anno, ed è già pianificato un quarto reattore di grossa taglia, che verrà costruito dalla Cina.

Tra i paesi sudamericani che hanno avviato gli step preliminari per lo sviluppo di tecnologia nucleare ci sono poi il Cile, l'Ecuador, la Bolivia, Cuba (quest'ultima sta già sviluppando un centro di ricerca all'avanguardia sulla medicina nucleare) e il Paraguay; Venezuela e Perù puntano invece ad entrare nel mercato dell'estrazione dell'Uranio.

ASIA

In Asia la corsa al nucleare è guidata ovviamente dalla Cina, ma vi sono piani di sviluppo nucleare anche in Corea, Giappone, India e anche in diversi paesi del Medio Oriente.

Repubblica Popolare Cinese: la Cina è attualmente il paese nel mondo con il maggior numero di reattori pianificati e in costruzione. Attualmente i reattori operativi sono 50, e generano il 5% dell'energia elettrica cinese; 18 reattori sono in fase avanzata di costruzione, 38 sono nella fase iniziale, altri 90 sono già stati pianificati e altri 138 sono stati proposti.

L'obiettivo di Pechino è di arrivare a 160 GWe di potenza installata entro il 2030 e 240 GWe entro il 2040 - attualmente sono a 48 GWe, ma dovrebbero arrivare a 76 già entro la fine del 2022.

Per realizzare questi obiettivi, la Cina ha acquistato ogni tipo di tecnologia che il resto del mondo aveva da offrire (in Cina sono presenti reattori Canadesi, Statunitensi, Francesi, Russi e Coreani), ma ha anche sviluppato anche il suo modello, lo Hualong One, che ha poi iniziato ad esportare con successo all'estero. La Cina è oggi il paese che costruisce reattori più rapidamente (tutti gli ultimi progetti sono stati ultimati con tempi inferiori ai cinque anni) e sta anche investendo nella ricerca sui reattori veloci per la chiusura del ciclo combustibile.

India: in India i reattori operativi sono 23 (3% del mix elettrico) e altri 6 sono in costruzione. Lo sviluppo dell'energia nucleare in India è stato estremamente rallentato dalla non-aderenza del paese ai trattati internazionali di non-proliferazione, cosa che ha provocato un sostanziale embargo di tecnologie e materiali nucleari durato alcuni decenni. Oltre ai reattori operativi e in costruzione, l'India ha attualmente pianificato altre 14 unità, e ulteriori 28 sono state approvate, ma senza tempistiche precise. Le decisioni procedono lentamente anche a causa della complessità della macchina burocratica indiana. L'India è al momento uno dei paesi leader al mondo nella ricerca sui reattori al Torio, ma non prevede di utilizzarli per la produzione di energia elettrica almeno fino agli anni '30.

Giappone: la situazione del Giappone è piuttosto complessa. Prima del 2011 il Giappone aveva 54 reattori operativi, che generavano il 30% del suo fabbisogno di elettricità. In seguito all'incidente di Fukushima sono stati spenti tutti. Negli anni successivi, il ridimensionamento del bilancio dell'incidente nucleare e l'aumento del costo dell'energia e delle morti legate all'inquinamento hanno portato il governo giapponese a ritornare sui suoi passi e a riavviare parte dei suoi reattori. Attualmente i reattori operativi sono 9, altri 16 stanno portando a termine i lavori di ammodernamento per essere riavviati e due ulteriori unità sono in costruzione. Entro il 2030, il Giappone prevede di tornare ad avere almeno 33 reattori operativi, pari al 20% del mix energetico nazionale. La strategia oltre quel punto non è stata ancora definita.

Corea del Sud: attualmente la Corea è uno dei paesi leader, sia nella produzione di energia nucleare, sia nell'export di tecnologia nucleare. Nel paese sono operativi 24 reattori (26% del mix elettrico nazionale) e altre 4 unità sono in costruzione. Nel 2017 il governo ha annunciato che avrebbe iniziato un programma di dismissione dei reattori nucleari, ma proprio la chiusura anticipata di un reattore nucleare (dovuta a motivazioni economiche rivelatesi frutto di dati falsificati) ha portato ad uno scandalo e all'incriminazione dell'ex-ministro per l'Energia, l'Industria e il Commercio. Un sondaggio del 2017 ha visto i coreani favorevoli per oltre il 60% alla costruzione di nuovi reattori nucleari.

Taiwan: 4 reattori operativi (10% del mix elettrico nazionale). Al momento non vi sono piani di espansione nucleare. Il governo eletto nel 2016 aveva annunciato l'intenzione di dismettere le centrali nucleari, ma è tornato sui suoi passi dopo che un sondaggio del 2018 ha mostrato che il 59% dei cittadini è favorevole all'energia atomica.

Pakistan: il Pakistan ha attualmente 6 reattori nucleari operativi, tra cui il primo Hualong One costruito fuori dalla Cina, e un settimo in costruzione. Un ottavo reattore è già stato pianificato, e alcuni altri sono stati proposti. Il Pakistan non aderisce ai trattati di non-proliferazione nucleare, ma ha accettato un elevato livello di sorveglianza del suo programma civile da parte degli ispettori della IAEA.

UAE: gli Emirati hanno di recente avviato la loro prima centrale nucleare. Uno dei quattro reattori è già pienamente operativo e connesso alla rete, il secondo è in fase di hot-testing dopo il carico del combustibile e gli ultimi due sono in fase di completamento e saranno operativi nel 2022 e nel 2023, rispettivamente.

Iran: 1 reattore operativo, ulteriori piani di sviluppo nucleare attualmente fermi a causa delle tensioni relative alla possibile proliferazione militare.

Diversi altri paesi asiatici hanno reattori in costruzione o pianificati, ma non ancora operativi.

Bangladesh: 2 reattori VVER-1200 in costruzione (avvio previsto nel 2023).

Yemen: piani di sviluppo nucleare basati sugli SMR.

Giordania: piani di sviluppo nucleare basati sugli SMR.

Uzbekistan: 2 reattori VVER-1200 pianificati, lavori di costruzione originariamente previsti per il 2020, ma ritardati causa CoVid.

Diversi paesi del sud-est asiatico hanno inoltre piani di sviluppo nucleare, senza però date certe per la costruzione di reattori. In questo elenco troviamo le Filippine, il Vietnam, l'Indonesia, il Laos, la Malesia, e la Thailandia.

Anche l'Arabia Saudita, il Kazakistan e l'Azerbaigian hanno piani di sviluppo in fase embrionale, e di recente anche l'Iraq ha annunciato di voler costruire otto reattori nell'arco dei prossimi due decenni.

È probabile che molti di questi paesi inizieranno a costruire reattori negli anni '30.

OCEANIA

Attualmente non vi sono né centrali nucleari, né piani di sviluppo nucleare in Oceania, anche se di recente in Australia la proposta di riaprire al nucleare sta trovando sempre più consenso politico.

AFRICA

In Africa la situazione è più movimentata, con moltissimi paesi interessati allo sviluppo di un programma nucleare civile.

Sud Africa: attualmente il Sud Africa è l'unico paese che ha centrali nucleari operative (2 reattori, 7% del mix elettrico nazionale). L'espansione della capacità di generazione nucleare è già stata approvata dal Parlamento, ma per la scelta della tecnologia il paese sembra intenzionato ad aspettare che gli SMR siano sul mercato.

Egitto: sono iniziati i lavori preliminari per la costruzione della centrale di El Dabaa (4 reattori VVER-1200). Si prevede che possa essere ultimata nel 2027-2028. La centrale sarà una delle prime ad operare in congiunzione con quattro grandi impianti di dissalazione dell'acqua marina per l'irrigazione.

L'elenco dei paesi che stanno conducendo gli step preliminari per lo sviluppo di un programma nucleare in Africa è molto nutrito: Tunisia, Algeria, Marocco, Nigeria, Ghana, Uganda, Zambia, Rwanda, Kenya. Diversi di questi paesi si sono già dotati di reattori di ricerca (Algeria, Nigeria, Uganda, Marocco, Uganda, Zambia) e alcuni sono già molto avanti nella creazione delle infrastrutture necessarie a sviluppare un programma nucleare.

In particolare lo Zambia sta investendo nella produzione di radio-isotopi a scopo medico, con l'obiettivo di diventare il principale supplier dell'Africa.

Un altro paese molto promettente è il Kenya, che ha ricevuto proprio la settimana scorsa il plauso dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica per i progressi fatti nei passaggi preliminari allo sviluppo di un programma nucleare. Il Kenya punta ad avere i primi reattori in funzione già entro il 2028, con Cina, Russia e Corea che si sono già proposte come potenziali fornitori.

L'uso dell'energia nucleare in Africa sarà particolarmente importante nei prossimi decenni, sia per coprire il previsto aumento dei consumi, sia per risolvere l'emergenza idrica in diverse aree del continente (attraverso la desalinizzazione dell'acqua di mare).

Se escludiamo la Germania, il Belgio, la Svizzera (forse) e l'Italia, nessun altro paese dotato di un programma nucleare civile ha dichiarato la sua intenzione di abbandonarlo.

Quando vi dicono che il nucleare nel mondo non lo vuole più nessuno, sappiate che la realtà è un pochino diversa: al momento i paesi dove l'energia nucleare è espressamente vietata dalla legge sono quattro - Italia, Danimarca, Austria e Uruguay. Quelli che hanno deciso di dismettere le centrali nucleari sono due - Germania e Belgio (più la Svizzera che è in forse).

La potenza nucleare installata nel mondo resterà costante ancora per 3-4 anni - la dismissione dei reattori tedeschi e belgi compenserà l'avvio dei nuovi reattori in Cina e nel resto del mondo, poi è prevista in salita da tutti i modelli economici.

Non vi sentite un po' soli, guardando questa cartina?

-Luca

Nucleare in Europa

📎 FONTI

🏠 HOME

F.A.Q.


Report Page