Oggi parliamo del nucleare in Europa

Oggi parliamo del nucleare in Europa

Avvocato Atomico

Post originale su FB: https://www.facebook.com/AvvocatoAtomico/posts/182712136728318

Noi Italiani siamo un popolo abbastanza egocentrico e di conseguenza, dal momento che non abbiamo centrali nucleari sul nostro territorio, tendiamo a pensare che nessuno in generale le abbia. Se a questo si aggiunge che anche la Germania, che ai nostri occhi è il Paese leader d'Europa, ha deciso di uscire dal nucleare, l'impressione che questa tecnologia nel nostro continente sia morta e sepolta prende sempre più forza. Ma le cose stanno davvero così? Ovviamente no.

Guardiamo i numeri, partendo dall’Unione Europea:

Fanno parte dell'UE 27 Paesi, 13 dei quali utilizzano il nucleare, che in totale producono oltre il 25% dell’energia elettrica dell’intera Unione Europea. I paesi che non utilizzano il nucleare sono Italia, Estonia, Lituania, Lettonia, Malta, Cipro, Croazia, Lussemburgo, Portogallo, Austria, Danimarca, Irlanda, Grecia e Polonia. Se escludiamo il nostro paese, l'unico altro che ha consumi energetici rilevanti è la Polonia, che infatti è intenzionata a costruire dai sei ai nove reattori nel prossimo decennio. Gli altri dodici paesi “denuclearizzati” hanno dei consumi di energia elettrica che messi tutti insieme fanno la metà di quelli francesi.

Quindi, l’Italia è effettivamente l’unico grande Paese Europeo che negli ultimi 30 anni non ha fatto uso di energia nucleare.

Ora, qualcuno potrebbe obiettare che la Germania sta uscendo dal nucleare e il Belgio sta pensando di fare lo stesso, quindi la percentuale di questa fonte nel mix energetico dell'UE calerà: falso! O meglio, è vero che nell’immediato futuro ci sarà un calo, dal momento che la Germania vuole chiudere tutto entro il 2022, ma negli anni successivi il numero di reattori tornerà a crescere, dal momento che la Polonia andrà a compensare i 6 reattori tedeschi, i 4 reattori attualmente in costruzione (2 in Slovacchia, 1 in Francia e 1 in Finlandia) copriranno l’eventuale uscita del Belgio e la costruzione di nuovi reattori in Romania, Ungheria e Slovenia porterà il numero di reattori più in alto di quanto non sia mai stato – e non stiamo nemmeno considerando i piani di espansione nucleare di Cechia e Olanda, per il momento ancora da confermare.

Pertanto, nell’arco dei prossimi 10 anni, l’energia prodotta dal nucleare nell'UE rimarrà sostanzialmente invariata nel caso peggiore, e vedrà un leggero aumento nel caso migliore.

Cosa succede se allarghiamo lo sguardo a tutta l’Europa?

Dei 13 Paesi Europei che non appartengono alla UE, ben 8 non hanno centrali nucleari: si tratta però di nuovo di nazioni piccole e con consumi ridotti, ovvero Islanda, Serbia, Montenegro, Bosnia, Macedonia, Moldavia, Albania e Norvegia. I consumi elettrici di tutti questi paesi messi insieme sono inferiori all'energia elettrica prodotta dalle centrali nucleari della Russia europea, e per metà sono attribuibili alla Norvegia, che gode di una situazione privilegiata e genera quasi il 100% della sua energia con l’idroelettrico. Oltre alla Russia, anche Svizzera, UK e Ucraina hanno centrali e solo la Svizzera prevede di uscire dal nucleare in futuro, ma i suoi 3 GW scarsi di potenza installata che andranno persi saranno ampiamente compensati dai circa 13 GW di potenza nucleare che sono già in costruzione in questo momento negli altri tre Paesi. Ad essi va aggiunta la Bielorussia, che ha avviato proprio in queste settimane la sua prima centrale nucleare.

Se guardiamo allo stato del continente, dunque, vediamo che il nucleare fornisce circa il 23% dell’energia elettrica totale e con i reattori che sono già in costruzione si andrà a compensare l'uscita dal nucleare della Germania, della Svizzera, e eventualmente del Belgio. Tutto questo senza considerare l’apporto della Polonia, grazie al quale la percentuale aumenterà.

Quindi, quando qualcuno in futuro vi dirà che il nucleare in Europa è morto e viene fatto solo in Cina e India, voi fategli vedere questi numeri e ricordategli che il nostro continente va analizzato tutto insieme come un’entità unica e non bisogna guardare alle singole nazioni (anche dal punto di vista elettrico siamo tutti uniti in un’unica rete).

Ma soprattutto bisogna guardare ai consumi energetici! Non ha senso confrontare la Cina con la Spagna, esattamente come non ha senso confrontare la Francia con il Lussemburgo. Invece ha senso paragonare tutta l’Europa con gli Stati Uniti: l’Europa è formata da quasi 50 Stati, esattamente come gli Stati Uniti, consuma 4726 TWh all’anno di energia elettrica contro i 4118 Statunitensi e ha delle emissioni di CO2 annue pari a 5139 milioni di tonnellate, rispetto ai 4921 milioni di tonnellate degli USA.

L’Europa ha la bellezza di 180 reattori nucleari in esercizio, contro i 95 americani e ne sta costruendo 13, contro i due in costruzione negli USA.

La Cina poi, anche se sta investendo moltissimo nel nucleare, al momento ha 49 reattori in esercizio, che coprono il 5% del fabbisogno nazionale, e l’India fa ancora peggio con i suoi 22 reattori che coprono il 3% dei consumi elettrici.

Nonostante sia contro-intuitivo rispetto a quanto si legge ogni giorno sui giornali, l'Europa è la vera superpotenza nel settore del nucleare, e lo resterà ancora per molti anni; quando tutti i finti ambientalisti parlano di raggiungere il 100% rinnovabile in Europa entro il 2050 forse dovrebbero prima ricordarsi che il nucleare nel nostro continente è ancora vivo e vegeto.

-Fulvio Buzzi

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