Chernobyl, la serie

Chernobyl, la serie

Avvocato Atomico

Post originale su FB: https://www.facebook.com/AvvocatoAtomico/posts/143199687346230

Luca ha commentato la serie sul canale YouTube GimmiLy: https://youtube.com/playlist?list=PLwvUwsJu15TU0j6QVYMR6m8mA4ONZn_r1

Sembra che la messa in onda della serie TV Chernobyl su La7 abbia dato un forte impulso alla discussione sia sui media generalisti sia su questa pagina (il mio post di ieri con l'analisi tecnica dell'incidente è tra i più commentati e condivisi di sempre).

Sappiate che per scelta non ho intenzione di commentare la spazzatura ideologica che è andata in onda successivamente, dove prima si sono utilizzati, parlando delle conseguenze dell'incidente, i numeri forniti da Greenpeace, e poi si è chiesto ad uno storico di parlare di energia nucleare.

Voglio invece commentare una delle poche grosse castronerie che vengono dette nella serie TV, che per il resto è molto accurata sotto il profilo storico e abbastanza anche sotto quello scientifico. Nel secondo episodio, si mostrano le azioni eroiche di un gruppo di operatori che scendono nelle fondamenta della centrale per aprire delle condutture e svuotare le taniche del sistema di raffreddamento prima che il Corium fuso (che sta scendendo verso le fondamenta fondendo i pavimenti dei piani superiori) entri in contatto con l'acqua, il che provocherebbe una violentissima esplosione.

Ora, nello show uno dei personaggi afferma che la potenza liberata da questa esplosione sarebbe dell'ordine di alcuni Megatoni, e che il susseguente fallout avrebbe potuto rendere inabitabile un'area estesa fino a Kiev.

Nonostante le premesse siano corrette, i numeri sono assolutamente campati per aria. Stando ai report dell'incidente le taniche contenevano 7000 tonnellate d'acqua, e il Corium aveva una temperatura di circa 3000 gradi.

La massima energia rilasciata dall'esplosione di vapore è data dalla quantità di energia termica del Corium che l'acqua può convertire in lavoro trasformandosi in vapore.

Possiamo quindi calcolare il limite superiore dell'energia liberata facendo una serie di supposizioni molto generose: ipotizziamo dunque che l'energia termica del Corium sia talmente alta da portare l'acqua alla temperatura di 3000 gradi (invece che ad una temperatura intermedia di equilibrio), che il Corium sia un fluido incomprimibile dalla densità costante e che la trasformazione avvenga in maniera reversibile (sappiamo dal secondo principio della termodinamica che tutte le trasformazioni reali hanno una resa energetica inferiore ad una trasformazione reversibile che avviene tra le stesse temperature).

Fatte queste ipotesi, conoscendo il calore specifico del Corium (supposto per comodità equivalente a quello del suo costituente principale, il diossido di Uranio), si può calcolare l'energia liberata dall'esplosione, e il risultato che si ottiene sono alcune centinaia di miliardi di Joule, equivalenti ad alcune centinaia di tonnellate di tritolo.
Diecimila volte inferiore ai megatoni di cui si parla nella serie.

Trovate il calcolo completo qui: https://physics.stackexchange.com/…/how-large-would-the-ste…

Nell'eventualità di una simile esplosione, vi sarebbe stata una forte contaminazione radioattiva? Con ogni probabilità, no.

I prodotti leggeri di fissione in grado di venire dispersi dalla nube radioattiva erano già finiti in atmosfera nella fase precedente dell'incidente, durante l'incendio del reattore. Il calore residuo del nucleo fuso era dovuto non più a reazioni di fissione, ma ai decadimenti degli isotopi di transizione, molto più pesanti e meno volatili, e pertanto molto meno soggetti ad essere dispersi per via aerea.

Da dove derivano dunque i numeri tirati fuori nella serie? Con ogni probabilità, da un calcolo assurdo fatto da alcuni catastrofisti secondo cui l'acqua delle taniche, agendo da moderatore, avrebbe potuto far ripartire le fissioni nucleari, causando una reazione a catena incontrollata. Data la massa del Corium e il grado di arricchimento, una fissione istantanea di tutto l'Uranio 235 presente avrebbe causato in effetti una detonazione di alcune decine di chilotoni - sempre 100 volte inferiore ai numeri di cui si parla nel telefilm (e d'altra parte solo le bombe a fusione raggiungono potenze dell'ordine dei megatoni), ma sufficiente a causare un secondo fallout.

Si tratta però di uno scenario fisicamente impossibile: persino nel caso di una ripresa delle reazioni di fissione favorita dall'acqua il grado di arricchimento del combustibile (2%) non avrebbe potuto in alcun caso portare ad una reazione a catena incontrollata. Quest'ultima, all'interno degli ordigni atomici, viene raggiunta tramite due cariche esplosive tradizionali perfettamente sincronizzate che causano un'onda d'urto sferica che comprime il combustibile, il quale ha un grado di arricchimento superiore al 95% ed è circondato da materiale ad altissima riflessività neutronica, tutte condizioni lontanissime da quelle del Corium nel momento in cui stava colando verso le fondamenta della centrale di Chernobyl.

Il deflusso dell'acqua era necessario per evitare un'esplosione di vapore che avrebbe potuto causare ulteriori crolli e ulteriori vittime, ma in nessun caso questa avrebbe potuto sprigionare la potenza di un ordigno atomico (men che meno di una bomba H) o causare un ulteriore fallout in grado di rendere inabitabile un'area più estesa di quella già contaminata dalla nube radioattiva.

-Luca

Altri articoli su Chernobyl:

Cos'è successo: https://telegra.ph/Chernobyl-darwinite-03-24

Morti legate all'incidente:

Chernobyl è inabitabile?: https://telegra.ph/Chernobyl-inabitabile-03-24


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