V2Y1 | Classroom Of The Elite

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Capitolo 1 - Introduzione
TL: asdnathan | Editor: Krammeth


Il tempismo non avrebbe potuto essere peggiore.

Durante la ricerca di un luogo in cui fare un buon selfie, ero incappata in qualcosa. Persino il famoso piccolo detective* avrebbe trattenuto il respiro davanti a una situazione così tesa.

(*NdT: riferendosi a Detective Conan)

L'intera vicenda era iniziata una decina di secondi prima. Qualcuno aveva fatto un banale commento, il quale aveva offeso un'altra persona. Ciò aveva portato a una catena di insulti che si erano trasformati in una rissa. No, "rissa" non era il termine giusto per esprimere quel che era successo. Gli altri tre studenti giacevano sul pavimento, contorcendosi dal dolore, mentre un ragazzo dai capelli rossi stava sopra di loro, guardandoli dall'alto verso il basso in segno di vittoria. Era stata una prova di forza del tutto unilaterale.

Il suo pugno destro era coperto del sangue degli studenti che aveva preso a pugni. Questa fu la prima rissa a cui abbia mai assistito. Alle elementari avevo visto dei ragazzi litigare tra loro, tirandosi i vestiti e pizzicandosi le braccia. Questo però era diverso. Potevo percepire la tensione nell'aria.

Sebbene fossi terrorizzata, avevo iniziato a fotografare la scena con la mia macchina fotografica. L'otturatore non emise alcun suono. Dopo aver scattato le foto, mi chiesi cosa stessi facendo. Non riuscivo a pensare lucidamente nel mio stato di panico. Cercai di andarmene via. Tuttavia, il mio cervello non sembrava più funzionare correttamente. Le mie gambe non obbedivano ai miei comandi, come paralizzate.

''Credi davvero che questa sia la fine, Sudō?"

Nonostante fosse a malapena in grado di muoversi, uno degli studenti maschi a terra cercò di schernire Sudō.

''Vuoi farmi ridere? Sei nello stato più miserabile possibile. Vuoi fare un altro giro, eh? La prossima volta non mi tratterrò."

Sudō-kun afferrò il colletto del ragazzo picchiato e gli si avvicinò. Adesso erano faccia a faccia, distanti solo pochi centimetri. Sembrava che Sudō stesse per uccidere per poi divorare il suo avversario, il che era così travolgente che il ragazzo sconfitto distolse lo sguardo.

"Sei spaventato? Pensavi davvero che mi avresti battuto se avessi avuto più persone con te?"

Sudō-kun sbuffò, lasciò cadere lo studente, prese la sua borsa, infine si voltò e si allontanò come se i tre sconfitti non lo interessassero per niente. Il mio battito cardiaco salì alle stelle.

Beh, era naturale.

Sudou-kun era diretto verso il mio nascondiglio. Le mie potenziali vie di fuga da questo edificio erano limitate.

Ebbi l'idea di ridiscendere le scale da cui ero solita venire qui. Tuttavia, non riuscivo ancora a muovermi e la mia scelta di opportunità si stava riducendo. Ho sentito che quando si è in crisi il corpo si paralizza, esattamente come stava succedendo ora.

"Che spreco di tempo. Tutto ciò mi stanca dopo l'allenamento. Datemi una tregua." disse Sudō-kun.

La distanza tra noi si stava riducendo. Era a soli pochi metri da me.

"Sei tu quello che se ne pentirà più tardi, Sudō."

Le parole del ragazzo fermarono Sudō-kun di colpo.

"Niente è più patetico di un perdente che non sa perdere. Non importa quante volte vieni da me, non vincerai."

Non stava bluffando. Aveva chiaramente la sicurezza di sostenere ciò che diceva. Dopo tutto, Sudō-kun era uscito vittorioso e illeso da un combattimento tre contro uno.

Domani sarebbe stato il primo luglio, ma considerando quanto sudavo, sembrava che l'estate fosse già arrivata. Rimasi completamente immobile nel mio nascondiglio. Il sudore mi colava lungo la nuca. Decisi di andarmene con calma, in silenzio e senza farmi prendere dal panico. Non volevo che qualcuno mi individuasse e mi coinvolgesse in questo casino. Se ciò fosse accaduto, getterebbe una nuvola nera sulla mia vita scolastica altrimenti pacifica.

Lasciai la scena velocemente e con prudenza.

"C'è qualcuno?"

Sudō-kun, percependo il mio movimento, guardò dove mi ero fermata ad assistere pochi istanti prima. Tuttavia, ero riuscita ad andarmene via per un soffio. Se fossi rimasta indietro per soli due secondi, probabilmente mi avrebbe visto.


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