Mostriamoci ragionevoli (Col. 3:18-20)

Mostriamoci ragionevoli (Col. 3:18-20)

Leonard Myers

🔙 INDICE 🎬 VIDEO

Leonard Myers, Giugno 2020

Colossesi 3:18-20

Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come è appropriato nel Signore. Mariti, continuate ad amare le vostre mogli e non siate aspramente adirati con loro. Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori in ogni cosa, perché questo è gradito al Signore.


Il commento della scrittura di oggi, parlando dei mariti, dice questo: “Anche se non può sempre accontentare la moglie, spesso un marito giunge a una decisione più equilibrata consultandosi con lei”. E noi mariti sappiamo bene quanto siano vere queste parole. Sicuramente questa frase ci fa pensare a diverse qualità, e una di queste qualità è la qualità della ragionevolezza. Questa è una qualità che tutti dobbiamo mostrare. Come definireste una persona ragionevole? Che esempi di ragionevolezza ci danno Geova e Gesù? E cosa impariamo dal loro esempio? Partiamo prima dalla definizione. Le nostre pubblicazioni indicano che la persona ragionevole è paziente, gentile e premurosa nei confronti di sé stessa e degli altri. Tiene conto dei limiti degli altri e delle loro circostanze. Chi ha la reputazione di essere ragionevole è disposto ad adattarsi quando le circostanze cambiano. Proprio come dicevamo riguardo al marito, quando è ragionevole e si consulta con la moglie, è pronto ad ascoltarla e, quando possibile, è felice di accontentarla. Leggiamo insieme Filippesi 4:5, dove troviamo il consiglio ispirato riguardo alla ragionevolezza. Prendiamo Filippesi capitolo 4, e notate cosa dice la prima parte del versetto 5. Dice: “La vostra ragionevolezza sia nota a tutti”. Quindi gli altri dovrebbero vedere in noi questa qualità. Un’altra traduzione di questo versetto è: “Abbiate la reputazione di essere ragionevoli”. Quindi il punto non è come ci vediamo noi, se noi pensiamo di essere ragionevoli, ma piuttosto come ci vedono gli altri, se è noto, se abbiamo la reputazione, di essere ragionevoli. Riflettendoci, chi è ragionevole attrae gli altri, mentre chi è irragionevole allontana gli altri. Con questa definizione in mente, che esempi di ragionevolezza ci danno Geova e Gesù? Consideriamo prima l’esempio di Geova. Prendiamo Levitico capitolo 5, e notate la ragionevolezza che mostrò con la nazione d’Israele. Levitico 5, e per cominciare leggiamo il versetto 5. Dice: “Se si rende colpevole rispetto a una di queste cose [si riferisce a chi ha commesso un peccato], deve confessare in che modo ha peccato”. Versetto 6: “Inoltre porterà a Geova la sua offerta per la colpa per il peccato commesso, cioè una femmina del gregge — agnello o capretto — come offerta per il peccato”. Era chiaro. Ma notate la ragionevolezza di Geova. Versetto 7: “Se però non può permettersi un animale del gregge, deve portare a Geova come sua offerta per la colpa per il peccato commesso due tortore o due piccoli di piccione”. Questo era ragionevole da parte di Geova. Ma Geova andò oltre. Versetto 11: “Se non può permettersi due tortore o due piccoli di piccione, deve portare come offerta per il proprio peccato un decimo di efa di fior di farina come offerta per il peccato”. Vedete, Geova aveva delle aspettative ragionevoli che tenevano conto della situazione economica di ogni israelita. Al versetto 11 vi sarete chiesti: “Quant’è un decimo di efa?” La nota in calce ci viene in aiuto: “Un decimo di efa corrispondeva a 2,2 l”. Guardate questa donna israelita. 

È molto povera e porge, probabilmente al sacerdote, un decimo di efa di fior di farina come offerta per il peccato. Non è molto vero? È come se, qui in Levitico, Geova stesse dicendo: “Se non puoi permetterti un agnello o un capretto, non importa. Se non puoi permetterti due uccellini, non ti preoccupare. Portami soltanto un decimo di efa di farina come sacrificio”. Immaginate quanto doveva essere felice un israelita povero come questa donna, sapendo che Geova considerava preziosa la sua piccola offerta quanto il sacrificio costoso di un israelita più ricco! Ma c’è un dettaglio interessante sulla farina qui al versetto 11. Quella che un israelita povero offriva non era una farina qualunque, avete notato? Doveva essere fior di farina, come quella usata per preparare un pasto per un ospite d’onore. Anche se un israelita povero poteva offrire poco, quel poco che offriva a Geova doveva essere il suo meglio. Era come se Geova stesse dicendo: “Capisco che non mi puoi dare quanto gli altri, ma so, io so, che mi darai il tuo meglio”. Cosa impariamo? Geova mostra ragionevolezza tenendo conto dei nostri limiti e delle nostre circostanze. Alcuni fratelli possono offrire nel loro servizio l’equivalente di un agnello o un capretto, altri possono offrire l’equivalente di 2 tortore o 2 piccioni. E forse in passato alcuni di noi potevano offrire molto a Geova, ma adesso, a causa delle nostre circostanze e dei nostri limiti, non possiamo più. Cosa sappiamo riguardo a Geova? Lui è buono e ragionevole, accetta il nostro meglio nel suo servizio anche quando equivale a poco più di 2 litri di fior di farina. Che Dio ragionevole adoriamo! Impariamo anche noi a essere ragionevoli e a non paragonarci agli altri, o a non pretendere troppo dai nostri fratelli e sorelle. E che dire dell’esempio di Gesù? Ha mostrato ragionevolezza essendo paziente e gentile con i suoi discepoli anche quando lo deludevano. Facciamo un esempio. Prendiamo Luca capitolo 22. Consideriamo un esempio della ragionevolezza di Gesù. Il contesto: Gesù è vicino alla sua morte e sa che Pietro di lì a poco negherà di conoscerlo 3 volte. E cosa fa Gesù? Incoraggia Pietro. Versetto 32: “Ma io ho supplicato Dio in tuo favore perché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai tornato, rafforza i tuoi fratelli”. Che incoraggiamento! Gesù disse: “Ho supplicato in tuo favore”. In pratica Gesù pregò perché la fede di Pietro non venisse meno. E poi gli disse: “Quando sarai tornato, rafforza i tuoi fratelli”. Gesù espresse fiducia nel fatto che Pietro, dopo una breve caduta, sarebbe tornato a servire fedelmente Geova e a rafforzare i suoi fratelli. E questo anche se, come dice il versetto 34, Gesù gli disse: ‘Negherai tre volte di conoscermi’. Perché questo episodio dimostra la ragionevolezza di Gesù? Ricorderete quello che Gesù aveva detto in precedenza, riportato in Matteo 10:33. Disse: “Chi [...] mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò”. Erano parole forti, e Gesù le avrebbe potute applicare a Pietro. Ma si dimostrò ragionevole e non rinnegò Pietro. Perché? Perché Gesù sapeva che Pietro avrebbe affrontato situazioni estenuanti. Era pronto a perdonare quel uomo pentito e a esprimergli la sua fiducia per quello che avrebbe fatto in futuro. Cosa impariamo? Dovremmo vedere il buono nei nostri fratelli, come ha spiegato il fratello Splane sabato. Nonostante le loro imperfezioni, dovremmo avere fiducia nei nostri fratelli. Dovremmo avere aspettative ragionevoli nei confronti degli altri. Chissà, forse affrontano difficoltà di cui non siamo a conoscenza o che non capiamo appieno. Una Torre di Guardia diceva: “Quanto è meglio lodare i fratelli per ciò che fanno invece di giudicarli per ciò che non fanno!” Come Gesù, mostriamo loro amore essendo ragionevoli e tenendo conto delle loro circostanze. Cosa abbiamo visto? La persona ragionevole è paziente, gentile e premurosa nei confronti di sé stessa e degli altri. Tiene conto dei limiti e delle circostanze degli altri. La ragionevolezza attrae. L’irragionevolezza tende ad allontanare. Geova e Gesù sono straordinari esempi di ragionevolezza. Ricordate il fior di farina e la necessità di vedere il buono negli altri e di avere fiducia in loro. Quindi durante la giornata cerchiamo le occasioni per rendere la nostra ragionevolezza nota a tutti. 


Vedi anche trascrizione in lingua:

INGLESE

Report Page