Il cibo sia la tua medicina

Il cibo sia la tua medicina


Ma il cibo c’entra nulla con le mie patologie?

Cara lettrice, caro lettore, una delle domande più frequenti (se non quella in assoluto più sollecitata) che ricevo nello svolgimento della mia professione. A tutti ho risposto affermativamente.

Il cibo è sia strumento di guarigione che causa di malattie.

La mia affermazione è tutt’altro che originale, giacché Ippocrate - considerato il padre della Medicina (con la M maiuscola) moderna - nel suo corpus hippocraticum fa tre considerazioni che ogni Medico (con la M maiuscola) dovrebbe sempre tenere a mente:

1) L’uomo è ciò che mangia;

2) Chi non conosce il cibo non può capire le malattie dell’uomo;

3) Fai che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo. (*)

Il nostro corpo possiede la capacità di auto-ripararsi (la vis medicatrix naturae di cui parla il padre della Medicina), funzione fondamentale per la nostra sopravvivenza, e senza la quale non sarebbe possibile eseguire interventi chirurgici.

Persino le ossa, il tessuto umano più duro e resistente che si conosca, sono capaci di ripararsi. Lentamente, magari; ma ne sono capaci. A patto che il corpo venga messo nelle condizioni di farlo.

Quali condizioni, ti stai chiedendo?

Te lo spiego con una semplice metafora: immagina che stai ristrutturando una casa, o stai facendo delle opere di consolidamento di un edificio. La qualità dei materiali edili utilizzati (oltre che la perizia degli operai che eseguono le opere di muratura e/o di consolidamento) è essenziale perché quelle opere durino nel tempo.

Ma come sarebbe se, al posto del miglior cemento armato o delle migliori vernici, impieghi materiali scadenti? Sei davvero sicuro che quelle opere resisteranno alle intemperie, al tempo che scorre? O non dovrai, successivamente, magari a breve distanza, eseguire nuovamente i lavori che hai già fatto?

Sei comunque tu a doverli pagare.

Allo stesso modo, la nostra capacità di auto-ripararci dipende dalla qualità dei “materiali” che diamo - letteralmente - in pasto al nostro sistema digerente: proteine, lipidi, sali minerali (e, solo per ultimo, amidi e carboidrati) sono i costituenti base delle nostre cellule.

E il microbiota (la totalità degli “esserini” che ci popolano) sono gli operai dalla cui perizia dipende la qualità della digestione e la capacità di produrre quelle sostanze vitali (l’acido butirrico ad esempio, e alcune vitamine) senza le quali ci troveremmo “invasi dalla cacca”. Perché se “loro” fanno un lavoro di pessima qualità, sei comunque tu a pagarla.

Alla domanda: “Dottore, ma il cibo c’entra nulla con la mia patologia?”, troppo spesso le persone che hanno problemi di salute (anche gravi) e accedono ai servizi sanitari, o agli ospedali, o giungono alle attenzioni di “certi” specialisti (con la s minuscola), si sentono rispondere: “no, il cibo non c'entra nulla; mangi un pò di tutto, evitando i fritti”.

Questa risposta - magari figlia della mancanza di protocolli Ministeriali, o protocolli delle Associazioni di specialisti o protocolli dei "comitati etici” degli ospedali - nel 2022 non è più accettabile.

Tutti sanno, per esempio, che i tumori sono alimentati dallo zucchero (o dalle farine raffinate), eppure cosa mangiano i nostri ammalati, i nostri amici, i nostri parenti nei reparti di oncologia? La fetta-biscottata-con-il-velo-di-marmellata (zucchero), il latte scremato (senza grassi stimola maggiormente l'insulina, e stendiamo un "velo omertoso" sul fattore di crescita simile all’insulina), la pastina e il pane bianco (altro zucchero).

Come tutti sanno grazie agli allarmi dell’OMS e dei cardiologi americani, è lo zucchero che causa il diabete e causa l'iper-colesterolemia.

E tutti sanno che è il glutine la causa numero uno della permeabilità intestinale (condizione in cui "elementi" che dovrebbero rimanere nella cacca invadono il nostro corpo).

Ma quanti sanno che l’OMS consiglia di mangiare grassi e frutta secca?

Quanti sanno che i latticini di vacca (come i legumi e le solanacee) sono irritanti per l’intestino e sono concausa di permeabilità intestinale.

E che esistono relazioni scientifiche (omertosamente dimenticate?) che ce lo ricordano dagli anni 60?

Ritengo ingiustificabile dimenticare la lezione del padre della Medicina e sottovalutare la lezione della letteratura internazionale più recente (ma anche quella di 50 anni fa), la quale conferma come le società che basano la loro alimentazione sul cibo ultra-raffinato vedono un preoccupante aumento di malattie un tempo rare (rettocolite ulcerosa, crohn, diabesità e malattie gastrointestinali funzionali, giusto per citarne alcune).

Fino a diventare ordinarie.

L’unica certezza che ricevi dai ‘protocolli’ uguali per tutti è che la terapia si basa esclusivamente sull’anti-infiammatorio (in pillole, in supposte, in schiuma rettale), e il cortisone; esiste anche l’opzione del farmaco biologico, ma quando niente di questo funziona, c’è la necessità di resecare un pezzo d’intestino. A volte un pezzo lungo.

Ma a chi interessa fare prevenzione?

A chi interessa che sempre meno pazienti siano dipendenti da un farmaco. A chi interessa insegnare come cambiando l’alimentazione eviti l’intervento, il biologico, il cortisone o l‘anti-infiammatorio?

Mangi un pò di tutto evitando i fritti, quanto piuttosto la prescrizione della fetta-biscottata-con-il-velo-di-marmellata e il latte scremato, appartengono a quella "medicina (m minuscola) preistorica" che è stata abbondantemente rivoluzionata da migliaia di lavori scientifici.

Cara lettrice, caro lettore, devi proteggerti, ed essere responsabile della tua salute.

Perché la tua salute vale!

(*) Carlo Carena - Ippocrate e l’arte della medicina.

Il cibo ultra-processato e il lato nascosto degli additivi: perché ci sono sempre più malati.

Mangiare abitualmente cibi ultra-processati determina danni che sono dovuti ad un mix malsano di zuccheri, sale e oli raffinati. Ma sappiate che c’è anche un altro problema, legato alla presenza occulta e dannosa degli additivi alimentari.

Si tratta di sostanze universalmente aggiunte al cibo molto trasformato a livello industriale per cambiarne il gusto, l’aroma, il colore, la consistenza e la conservabilità.

La lista degli additivi è lunga (superano circa le 2500 sostanze) e qui tratterò solo quelli che ritroviamo nei cibi con maggiore frequenza e ritenuti tra i più dannosi. Tali additivi hanno una tossicità accertata per l’organismo umano e rappresentano una delle principali cause delle attuali pandemie di diabete, sindrome metabolica, malattie cardio-vascolari e cancro che dilagano nei Paesi sviluppati.

Dove si trovano gli additivi.

Sono presenti in numerosi alimenti che fanno parte in modo significativo della dieta degli italiani, soprattutto bambini e ragazzi: varie tipologie di pane conservato, le pizze surgelate, gli snack salati, i cereali per la colazione, i biscotti, le brioches, i dolciumi, le patatine fritte, le bevande zuccherate, i succhi di frutta, le caramelle, le zuppe pronte, le barrette energetiche, i prodotti light, i sostituti del pane, gli hamburger, wurstel, e preparati a base di carne lavorata, yogurt alla frutta, gelati, piatti precotti e surgelati.

Sostanze tossiche ed effetti sull’organismo.

• Gli emulsionanti come la carbometilcellulosa e il polisorbato-80 sono aggiunti per dare cremosità a un’ampia varietà di alimenti ultraprocessati come gelati, purè di patate, surimi, formaggi, prodotti a base di carne, preparazioni di frutta, pane, biscotti, torte, margarine, maionese, caramelle, toffee, latti vegetali ecc.

Si tratta di saponi che distruggono il muco protettivo della barriera intestinale e alterano la flora batterica inducendo disbiosi e perdita di biodiversità. Scatenano malattie infiammatorie intestinali, infiammazione sistemica, ansia e depressione.

• Fosfonati inorganici: sono diversi dai fosfonati organici presenti naturalmente nei cibi. Vengono aggiunti alle lavorazioni industriali e hanno un profilo di tossicità allarmante: creano danni soprattutto alle pareti dei vasi arteriosi, in particolare disfunzione endoteliale e calcificazioni vascolari.

Una maggiore assunzione di fosfati nella dieta aumenta significativamente il rischio di eventi cardiovascolari, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale, malattie renali, tumori e aumentata mortalità.

• Transglutaminasi microbiche: sono degli enzimi alimentari la cui presenza non è riportata in etichetta. Sono un vero e proprio collante proteico utilizzato per migliorare la palatabilità, consistenza e durata degli alimenti. Sono aggiunte nella maggior parte dei cibi trasformati, in primis pane e prodotti da forno (anche gluten free), carni lavorate, latticini, tofu, pesce, omogeneizzati ecc. Negli ultimi 40 anni vi è stato un netto aumento dei casi di celiachia.

La translutaminasi microbica, infatti, modificando la gliadina (una proteina del glutine) avvia la reazione autoimmune tipica della celiachia. Tali enzimi sono in grado di danneggiare la barriera intestinale, rendendola permeabile e contribuendo all’insorgenza delle malattie autoimmuni.

• Dolcificanti artificiali: inducono disbiosi, promuovendo la crescita di batteri associati all’infiammazione. In soli 7 giorni riescono a modificare la composizione della flora batterica intestinale e a indurre ipergòocemia e insulino-resistenza. Non fatevi ingannare, perché i dolcificanti artificiali fanno ingrassare più dello zucchero!

• Conservanti comuni come l’acido benzoico e sorbico (e i loro Sali), il nitrito di sodio, il propionato di calcio i solfiti e l’edta, sono utilizzati per prevenire o inibire il deterioramento del cibo. Il loro consumo si associa a infiammazione, malattie metaboliche e autoimmuni. Inoltre la combinazione di più conservanti ha un effetto sinergico di potenziamento reciproco ed effetti tossici sul microbiota.

• Il propionato (E280-283) è un additivo aggiunto al mangime degli animali e ampiamente usato come aroma artificiale e conservante nei formaggi, nel pane, nel pancarrè, nella pizza, nei crackers, nei biscotti e in altri prodotti di pasticceria. E’ un distruttore endocrino ed è associato al rischio di diabete e obesità!

I contaminanti di processo.

Alla tossicità degli additivi dobbiamo aggiungere questa categoria di sostanze, che si formano negli alimenti durante le fasi di trasformazione (raffinazione, cottura ad alte temperature, affumicatura, ecc.). Tra i più conosciuti ricordiamo:

• L’acrilammide: si sviluppa esponendo gli alimenti amidacei a temperature superiori a 120 gradi e si trova in concentrazioni elevate nei prodotti da forno come biscotti, fette biscottate, pane cereali, gallette di riso, patatine fritte caffè e orzo. È un potente cancerogeno genotossico e i soggetti maggiormente esposti sono i bambini (una follia consigliare biscotti, gallette di riso o farro per lo svezzamento dei vostri figli!).

• Il furano: è un cancerogeno molto rappresentato nel caffè, nonché in zuppe pronte, succhi di frutta, latti artificiali, omogeneizzati e altri alimenti per bambini!

• Gli esteri degli acidi grassi, presenti in margarine e oli vegetali e dunque nella maggior parte dei cibi processati come dolci, torte, biscotti, merendine, creme, latti artificiali e pizza. Inducono tumori e sono tossici per i reni.

Dovete inoltre sapere che nel cibo lavorato a livello industriale finiscono anche sostanze chimiche diffuse dai macchinari utilizzati nella trasformazione dei prodotti alimentari, materiali di imballaggio, recipienti dei prodotti alimentari e contenitori per il trasporto. Tra i più noti compaiono gli idrocarburi degli oli minerali, gli ftalati e la melammina.

Adesso capite perché consiglio sempre di mangiare cibo non processato?

Non è una fissazione, non è pignoleria, ma è l’unica scelta che possiate fare per garantirvi salute, benessere e lunga vita!

Dott.ssa Stefania D’Alessandro

Specialista in Medicina Funzionale

Naturopata

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