L'incidente di Fukushima - un'eccellenza italiana

L'incidente di Fukushima - un'eccellenza italiana

Avvocato Atomico

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L'11 marzo 2011 il Giappone viene colpito dal quarto terremoto più forte mai registrato nella Storia: magnitudo Richter 9.0, 30000 volte più potente di quello che ha raso al suolo L'Aquila. Nonostante il Giappone sia il paese più attrezzato al mondo contro i terremoti, questo qua riesce a provocare danni enormi, nonché 18.000 morti.

In occasione del terremoto, la maggior parte delle centrali nucleari nel Giappone orientale viene spenta in via precauzionale: viene premuto il tasto di SCRAM, le reazioni si fermano istantaneamente, entra in funzione il raffreddamento ausiliario alimentato da generatori Diesel, e poi con calma si farà ripartire il tutto.

Questa operazione va a buon fine ovunque, e passata la scossa di terremoto nessuno dei 51 reattori suddivisi in 18 centrali ha registrato alcun tipo di problema.

50 minuti dopo il terremoto arriva lo Tsunami, e qui le cose si complicano. L'onda anomala, alta 13 metri, investe in pieno tre centrali site sulla costa orientale del Giappone: Fukushima dai-ichi, Fukushima dai-ni e Onagawa. Della seconda e della terza non sentirete mai parlare, semplicemente perché hanno assorbito anche un'onda anomala di 13 metri senza subire alcun danno; la prima invece diventerà tristemente famosa.

A Fukushima dai-ichi il muro di contenimento, costruito proprio per resistere a eventuali maremoti, è alto "solo" nove metri: l'acqua tracima e allaga la centrale, i generatori diesel che alimentano il sistema di raffreddamento secondario vengono messi fuori uso.

È un problema? No, c'è un terzo sistema di raffreddamento di backup, alimentato con delle batterie, che hanno un'autonomia di sei ore. La TEPCO (Tokyo Electric Power Company) avrebbe dunque sei ore di tempo per sostituire le batterie o ripristinare i generatori diesel. Ma c'è appena stato un terremoto di Magnitudo 9.0, e tutti i collegamenti autostradali e ferroviari del paese sono interrotti.

Esaurite le batterie, dunque, le barre di combustibile cominciano a scaldarsi, ma attenzione: i reattori sono spenti, non vi sono reazioni di fissione nucleare. Ciò che genera calore è il decadimento degli isotopi di transizione, e la quantità di calore è appena il 6% di quella che si genera con la fissione. Anche quel 6%, comunque, è in grado di causare danni: più precisamente, a 1200 gradi, lo zirconio di cui sono rivestite le canaline diventa chimicamente reattivo e catalizza l'elettrolisi dell'acqua, generando idrogeno gassoso che esplode al minimo contatto con l'aria. Esplosioni di questo tipo vengono registrate nei reattori 1, 2 e 3, e viene confermata una parziale fusione delle barre di combustibile.

Tragedia? No. Qui non siamo a Chernobyl: gli edifici di contenimento ci sono e fanno il loro lavoro. Occorre però raffreddare il reattore in qualche modo, e la cosa non è possibile per l'altissima pressione del vapore. Si decide così di operare un rilascio controllato di vapore per diminuire la pressione, con dei filtri che trattengano la maggior parte delle radiazioni all'interno, e poi di pompare acqua dal mare dentro la struttura.

Fino a questo momento l'incidente è ancora al livello INES-5.

Il reattore 4, nei giorni subito prima del terremoto, era stato spento per il "refueling", la sostituzione delle barre di combustibile vecchie con quelle nuove. Le barre esauste vengono tenute in una piscina per alcuni giorni, finché non sono abbastanza fredde e stabili da poter essere portate allo stoccaggio o al riprocessamento.

La piscina in questione, tuttavia, si trova all'esterno della struttura di contenimento primaria. Quando i sistemi di raffreddamento saltano, le barre iniziano a scaldarsi e fanno evaporare l'acqua; la mattina del 15 marzo una sacca di idrogeno proveniente dal reattore 3 (gli edifici erano collegati) esplode, e fa saltare il tetto dell'edificio del reattore 4, permettendo ai fumi dell'incendio sottostante di finire in atmosfera. Visto che c'erano già uomini al lavoro sui reattori 1, 2 e 3 l'incendio viene domato rapidamente (in meno di tre ore), e le barre surriscaldate vengono subito raffreddate.

Dopo questa ulteriore dispersione radioattiva, che sarebbe un livello INES-6, il complesso degli eventi di Fukushima dai-ichi viene classificato come incidente di livello INES-7, ovvero "catastrofe".

Orbene, vediamo i numeri della catastrofe:

  • Delle 170.000 persone evacuate, il numero di contaminati con potenziali conseguenze cliniche è stato di nove. Nessuno di essi ha comunque manifestato problemi di salute;
  • l'utilizzo di acqua di mare per raffreddare i reattori ha causato un iniziale aumento della radioattività marina nella zona, ma già da giugno 2012 il pesce pescato a Fukushima risulta indistinguibile da quello pescato da qualunque altra parte;
  • l'incidente ha causato la morte di due operai, uno per il crollo di un controsoffitto causato dal terremoto e uno per annegamento causato dallo tsunami, nessuno per le radiazioni;
  • dei 172 operai che hanno lavorato sull'impianto, 160 hanno assorbito dosi inferiori a 100 mSv (soglia sotto la quale non sono misurabili effetti sul corpo umano), i rimanenti 12 hanno assorbito una dose tale da causare un lieve aumento della probabilità di contrarre un tumore (alla tiroide, quindi trattabile), ma ad oggi si trovano ancora in perfetta salute;
  • nelle due settimane immediatamente successive all'incidente, gli abitanti della città di Fukushima hanno assorbito una quantità extra di radiazioni pari a metà di una mammografia;
  • uno studio sui bambini della zona un anno dopo gli eventi aveva inizialmente evidenziato una percentuale molto elevata di noduli nella ghiandola tiroide; un successivo studio fatto in doppio cieco aveva poi smentito la possibilità che questi potessero essere stati causati dalle radiazioni;
  • lo studio sugli effetti del "disastro", effettuato da OMS e UNSCEAR nel 2013 (che sono sempre due organi dell'ONU, lo ricordo), circa i morti da radiazioni e i possibili danni alle generazioni future afferma quanto segue:
Non sono stati osservati casi di morti o di malattie indotte dalle radiazioni, né tra i lavoratori della centrale né tra i cittadini esposti alle conseguenze dell'incidente. Le dosi assorbite dalla popolazione nell'anno successivo all'incidente sono generalmente basse o molto basse, e ci si aspetta che rimangano tali per il resto della loro vita. Non si ci aspetta nessun tipo di aumento dell'incidenza di effetti sulla salute dovuti alle radiazioni sui cittadini esposti alla contaminazione o sui loro discendenti. Le conseguenze maggiori si sono avute dal punto di vista psicologico e sociale.

Questi sono i numeri: a Fukushima non è morto nessuno.

A Fukushima nessuno è stato contaminato in maniera grave.

L'incidente di Fukushima non avrà conseguenze a lungo termine per nessuno.

L'assessment finale dell'UNSCEAR lo trovate qua: http://www.unscear.org/…/2…/13-85418_Report_2013_Annex_A.pdf

Dunque il nucleare si è dimostrato una tecnologia perfettamente sicura, che persino in caso di incidente causato da un evento naturale devastante causa danni contenuti: tutto è bene quel che finisce bene, giusto?

Sbagliato.

Nonostante non abbia causato vittime e nonostante la contaminazione radioattiva sia stata molto limitata, l'incidente di Fukushima ha causato la diffusione a livello mondiale di qualcosa di assai peggiore delle radiazioni, perché molto più insidioso e molto più difficile da combattere:

LE PALLE.

Una quantità invereconda, mostruosa, siderale di PALLE.

Palle talmente enormi che manco rimbalzano, ma schiacciano le regole, come diceva Frankie Hi NRG.

Ora io lo so che voi credete di aver capito di cosa sto parlando, ma credetemi: non ne avete idea. Voi state pensando ad errori giornalistici, esagerazioni, dati male interpretati; magari avete in mente le bufale, le fake-news … no, qui il livello è un altro.

Qui parliamo di autentici romanzi di fantascienza distopica, partoriti dalla fervida fantasia di autori che certamente non vinceranno il Pulitzer, ma che per il premio Nebula potrebbero invece concorrere senza problemi.

Un inviato dello Spiegel scrive che "gli abitanti di Tokyo in preda al panico corrono ad acquistare biciclette per evacuare la città". Perché se devi scappare da un'area metropolitana di 35 milioni di abitanti usi la bici, ovviamente (nota: gli abitanti di Tokyo in quei giorni acquistavano bici perché la metropolitana era guasta dopo il sisma).

Il Daily Mail titola "L'incubo ritorna" e ci allega immagini delle atomiche di Hiroshima e Nagasaki (evento storico che pesa ancora sulla memoria collettiva locale, infatti i giapponesi non presero proprio benissimo quel titolo).

Il Telegraph parla dei "50 di Fukushima", gli eroici lavoratori incaricati di mettere in sicurezza la centrale, anche sapendo che costerà loro la vita - tutto completamente avulso dalla realtà, compreso il numero: i liquidatori erano 172 e nessuno di essi è morto.

Heise Telepolis la prende più con filosofia e scrive che “l’intero Giappone verrà reso inabitabile per migliaia di anni” e aggiunge che “la quantità di plutonio espulsa potrebbe essere letale per l’intero pianeta”. Così, de botto, senza senso.

Ad un certo punto alcune persone residenti in Giappone (cittadini giapponesi o expat) decidono di raccogliere il bestiario del giornalismo internazionale su un sito, jpquake.info, classificando il livello di scorrettezza giornalistica con un punteggio da 1 (errore in buona fede, basato su informazioni false, ma plausibili) a 10 (fearmongering isterico corredato da stereotipi razzisti), più il livello 11 (Satana).

Ed è questo il momento di tirare fuori il vostro orgoglio patriottico, amici, perché noi italiani saremo anche un popolo di furbetti, evasori fiscali, pizza, mafia e mandolino, ma se c'è una cosa che sappiamo fare meglio di chiunque altro è sparare palle: L'UNICA testata giornalistica AL MONDO che riesce a piazzare ben SEI articoli in classifica, di cui uno nella categoria 11 e uno nella 10 è infatti …

rullo di tamburi … LA REPUBBLICA!

YEEEEEHHHH! VITTORIA! VITTORIA! ANDIAMO A BERLINO BEPPE! ANDIAMO A BERLINO!

Il pezzo che si è guadagnato il titolo di "peggior articolo giornalistico al mondo", l'autore è Giampaolo Visetti, si intitola "Tokyo, una capitale in agonia" e descrive una città dove la gente ormai ha perso la speranza di tornare alla vita normale: le scuole e gli uffici sono chiusi (infatti è festa), le famiglie che possono permetterselo lasciano la città (c'è il ponte), le altre per proteggersi dalla "nube radioattiva" indossano cappelli (??), ombrelli (???) e mascherine (????).

La frase migliore dell’articolo è "si teme lo spettro di un'esplosione atomica". Dove, a Tokyo? Cioè a 260 km dal luogo dell'incidente? Ma poi cappelli e ombrelli per proteggersi dalle radiazioni?

Capite anche voi che queste non sono fake-news: questa è letteratura di genere.

Il secondo pezzo di Visetti nella top-3 degli articoli più scandalosi mai scritti su Fukushima è anche meglio: è una raccolta di scene di vita di gente a caso, ovviamente tutta disperata e soprattutto inventata. Il titolo dell'articolo è "La lotta dei sopravvissuti 7 giorni dopo l'Apocalisse" (partiamo bene), ma il piatto forte è il paragrafo intitolato "Il condannato di Fukushima e il segreto del reattore 4", che potete vedere nella foto 2 con alcune mie piccole correzioni.

Ora, se anche il livello dello scritto non fosse imbarazzante (l'idea del'intero Giappone che esplode rasenta il comico-grottesco), ci sarebbe comunque un problema: la storia in questione è falsa. Non vagamente basata su fatti reali: FALSA. Completamente inventata.

La TEPCO non ha mai fornito i nomi dei liquidatori di Fukushima alla stampa, nessuno di essi ha mai rilasciato interviste, né in TV né altrove, e soprattutto il Futoshi Toba che ha parlato in TV era il sindaco di Rikuzentakata, paesino che lo tsunami ha praticamente cancellato dalla carta geografica.

L'autore dell'articolo ha visto un tizio affranto che parlava in TV (comprensibilmente: aveva visto sua moglie morire annegata assieme a metà dei suoi conoscenti), ha preso il nome e ha inventato di sana pianta tutto il resto (il che lo rende anche un ottimo sciacallo).

Ovviamente in seguito a questo terrorismo psicologico spietato la paura del nucleare nel mondo è salita a livelli fantasmagorici, e anche in Italia ne abbiamo fatto le spese, visto l'esito del referendum. E quando la gente compra il terrore da giornali i cui standard di credibilità sono troppo bassi persino per i terroristi (sempre La Repubblica), i governi si adeguano.

Se il programma nucleare tedesco è stato chiuso, non è stato per i rischi associati alle radiazioni. Se la Svizzera ha avviato il phase-out dal nucleare e i progetti di nuovi reattori negli USA sono stati sospesi, non è stato per il pericolo di incidenti nucleari.

Se molti stati hanno rinunciato all'unica forma di energia completamente pulita 3 milioni di volte più potente dei combustibili fossili è stato solamente grazie alla paura.

Perché un plotone di ciarlatani, mitomani e bugiardi dovevano a tutti i costi propinarci la loro personalissima versione del prequel di Ken il Guerriero sui giornali di tutto il mondo, sotto la direzione di pennivendoli inetti e irresponsabili, che hanno pubblicato questo ciclo di racconti cyberpunk senza controllare che contenessero anche solo uno straccio di verità.

I milioni di persone che ogni anno soffocano a morte col metallo nei polmoni a causa dei combustibili fossili vi ringraziano sentitamente.

-Luca

Rari esempi di buon giornalismo:

E l'acqua di Fukushima?


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