Come Facebook si infiltrerà nelle elezioni nazionali e dominerà il mondo in meno di 10 anni, a meno che non si dica basta - seconda parte

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Kairobi


DI NAFEEZ AHMED

medium.com - continua dalla Prima Parte




Regole di ingaggio: sparatorie di massa, reclutamento di bambini – soldato, incompetenza tattica

ASSIOMA: Dopo essersi fatto le ossa in posti come l’Iraq, Turnbull ha proseguito con la cofondazione e la direzione di Aethos, una nuova divisione di comunicazioni strategiche del colosso appaltatore militare privato britannico Aegis Defense Services. Aegis ha operato in Iraq e in Afghanistan, soggetta a parecchi contratti di centinaia di milioni di dollari con il Pentagono.


Nel 2005, Aegis è giunta alla ribalta quando i video sono stati divulgati da un ex appaltatore di Aegis, Rod Stoner, che mostrava gli appaltatori di Aegis che sparavano a caso contro civili iracheni sull’autostrada tra Baghdad e l’aeroporto della Zona Verde.

Aegis ha emesso una dichiarazione ufficiale che nega che i filmati siano “in qualche modo collegati ad Aegis” e un’indagine dell’esercito statunitense ha concluso che non sono stati commessi crimini, poiché le sparatorie erano conformi alle ‘regole di ingaggio’. Nonostante questo disconoscimento di una connessione a quanto filmato, Aegis ha ottenuto un’ingiunzione della Corte Suprema nei confronti di Stoner, costringendolo a rimuovere il sito web in cui aveva pubblicato i video.

Più recentemente, l’azienda è stata accusata di reclutare bambini – soldato come mercenari in Sierra Leone.

Malgrado ciò, Aegis ha appena firmato un contratto da 1,3 miliardi di dollari con il Dipartimento di Stato di Donald Trump, per aumentare la sicurezza nelle installazioni diplomatiche statunitensi in tutto il mondo. Ciò avviene nonostante le preoccupazioni interne tra i membri dell’ambasciata statunitense, riguardo all’incompetenza tattica della società e “una pericolosa mancanza di conoscenza dell’ambiente operativo”.

Aethos, la divisione per le comunicazioni strategiche di Aegis creata da Turnbull, è stata infine incorporata nella società principale, che nel 2015 è stata rilevata dall’appaltatore della sicurezza canadese GardaWorld, la più grande società di sicurezza privata al mondo.

GardaWorld è stata travolta da polemiche sulla sua gestione discutibile delle operazioni in Iraq e Afghanistan, per la difesa degli interessi petroliferi internazionali in Nigeria e potenzialmente per la violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza che vietano al personale mercenario armato di operare in Libia.

Molti degli ex colleghi ad Aethos/Aegis di Turnbull sono ora dirigenti di GardaWorld – Oliver Westmacott (Presidente e COO (N.d.T. Chief Operating Officer – Direttore Operativo)) e il Generale Maggiore Graham Binns (direttore generale senior per la strategia e le vendite, il quale è anche CEO (N.d.T. Chief Executive Officer – Amministratore Delegato) di Aegis).

OPINIONE: In breve, Turnbull porta a SCL Elections un’esemplare comprovata esperienza nel perfezionamento della manipolazione psicologica nel mondo torbido dei contratti militari privati nei teatri di guerra stranieri. E quelle connessioni con gli appaltatori militari privati continuano a dare i loro frutti.

“SCL ha … fornito valutazioni di intelligence per gli appaltatori della difesa americana in Iran, Libia e Siria”, ha riferito il New York Times citando documenti societari. Grazie a Facebook, queste tecniche vengono ora utilizzate contro le popolazioni di quelle nazioni per influenzare le elezioni statali.


Commercio globale di armi

ASSIOMA: I legami con gli appaltatori militari privati statunitensi e britannici sono solo un aspetto delle credenziali di esercizio di SCL Group. Altra cosa sono i collegamenti della società al settore della difesa globale, che ruota attorno alla figura di Julian Wheatland, un dirigente di SCL Group che è anche Presidente di lunga data del consiglio di amministrazione di SCL Group.

Pur mantenendo la posizione di Presidente di SCL Group, Wheatland è contemporaneamente l’unico dirigente fondatore di una società oscura chiamata Hatton International Limited.

Hatton International è stata fino all’anno scorso elencata come membro di ‘ADS’, la principale organizzazione commerciale per le aziende nei settori aerospaziale, difesa, sicurezza e ambiente nel Regno Unito. L’elenco ora cancellato dice:

“Hatton International è una società di consulenza, investimento fondamentale e affari dei servizi offset per la difesa. Inoltre, commercializza e promuove servizi e attrezzature di difesa selezionati. L’attività principale di Hatton è assistere le società internazionali di difesa e aerospaziali per aiutare a rispettare i loro oneri offset nei Paesi clienti. Hatton International offre soluzioni offset esclusive, discrete, sofisticate e professionali, progettate individualmente per soddisfare le esigenze economiche e di sviluppo dei clienti.”

I ‘defense offset’ obbligano le società che esportano armi e attrezzature, verso un Paese in particolare, a reinvestire una parte del loro contratto in quel Paese. Come osserva l’ONG britannica Transparency International: “Gli offset sono un grande business, eppure vi è poca chiarezza in merito e ricevono molta meno trasparenza e attenzione di quanto dovrebbero, data la loro predisposizione all’alto rischio di corruzione”.

Il sito web di Hatton International non menziona affatto la specializzazione negli offset dell’industria della difesa. Tuttavia, una versione archiviata del sito web che risaliva al luglio 2009 riferisce, dopo aver elencato una serie di attività benigne come i progetti di sviluppo delle infrastrutture:

“Siamo specializzati nell’assistere le aziende aerospaziali internazionali nei loro oneri offset all’estero e possiamo ideare programmi personalizzati su misura alle esigenze dell’azienda e del Paese cliente”.

I clienti includono “società internazionali, dipartimenti governativi e family office(5).”

OPINIONE: il Presidente di SCL Group opera quindi nel cuore del settore meno chiaro dell’industria della difesa globale.

Wheatland non ha risposto alle domande sull’influenza di questo lavoro sulle attività di SCL Group.


Grande business e Big Oil

ASSIOMA: Tramite Hatton International, SCL Group è anche collegato agli interessi globali dei combustibili fossili.

Dal 2014 al 2016, Wheatland è stato dirigente di Phi Energy Limited, la società con sede a Londra di Phi Energy Group, una compagnia petrolifera speculativa, che ha avuto breve durata, per il “sondaggio di opportunità” in Libia, Stati Uniti, Africa ed Europa dell’Est, secondo il pacchetto di presentazione relativo alla società. La società ha chiuso nel 2016.

Wheatland è elencato nel pacchetto come Chief Finance Officer di Phi Energy Group. Lo stesso pacchetto identifica le società con cui Phi Energy ha lavorato: Shell, Noble Group, Eni, Esso, BP, Statoil, Tamoil, Total e Saras – un vero e proprio who’swho(6)delle major petrolifere internazionali.

L’allora Chief Commercial Officer di Phi Energy, Tarick Kreimeia, ha anche lavorato direttamente sotto Wheatland – è descritto nel pacchetto come “Dirigente di Hatton International”. Il profilo LinkedIn di Kreimeia fornisce ulteriori dettagli, identificandolo come “dirigente non esecutivo” di Hatton International tra settembre 2012 e agosto 2016. Tale profilo riconosce il lavoro di Hatton “con società di difesa e aerospaziali”, ma aggiunge anche che “supporta le aziende clienti, in particolare nel settore dell’energia, per sviluppare strategie di finanziamento che forniranno obiettivi strategici e contribuiranno a introdurre nuovi prodotti e proposte sul mercato”.

La biografia di Kreimeia a Phi Energy lo raffigura come attore chiave nella negoziazione riguardante il perfezionamento di accordi nei Paesi del Medio Oriente. Ad esempio, ha agevolato le principali raffinerie dell’UE nei negoziati con la Libyan National Oil Company (LNOC), l’Iraqi State Oil Marketing Company e il Governo Regionale Curdo (KRG – N.d.T. Kurdish Regional Government).

OPINIONE: Si dà il caso che queste siano tutte zone in cui gli appaltatori privati associati ai dirigenti di SCL Group hanno intrapreso operazioni redditizie, nel contesto degli interventi militari americano – britannici.


Euroscettici thatcheriani

ASSIOMA: Per mezzo della società controllata SCL Elections, SCL Group ha anche legami molto più diretti, rispetto a quelli dedotti finora, con elementi dell’establishment finanziario britannico propendente per i Tory – alcuni dei quali sono ostili all’Unione Europea.

I registri societari ottenuti da INSURGE per SCL Elections Ltd mostrano che la società britannica, creata nel 2012, ha sempre avuto solo due direttori. Uno di questi è Alexander Nix, CEO di Cambridge Analytica, affiliata di SCL Elections. L’altro era Christian Patrick Teroerde, che si è unito alla società durante la sua fondazione, pochi mesi dopo la sua incorporazione, ricoprendo un ruolo dirigenziale di un anno, da febbraio 2013 al febbraio 2014.

Dal 2010, Patrick Teroerde è direttore generale, co-fondatore di Hanson Asset Management, originariamente creata per formalizzare la gestione e la supervisione degli asset della famiglia Hanson.

La ricchezza della famiglia Hanson si è sviluppata mediante Hanson PLC, sotto la leadership del compianto Lord James Hanson, un industriale thatcheriano la cui strategia principale era l’acquisto e la trasformazione di asset in crisi. Le acquisizioni coprivano una vasta gamma di settori, tra cui abbigliamento d’alta moda, prodotti chimici, materie prime, carbone e tabacco.

Ad esempio, Hanson PLC aveva acquisito la Peabody Holding Co. negli anni ’90 – che allora era il più grande produttore di carbone negli Stati Uniti; e Imperial Tobacco Group (ora Imperial Brands), la quarta compagnia internazionale di sigarette a livello mondiale.

Nel 1983, il Primo Ministro Margaret Thatcher ha reso Lord Hanson un pari a vita(7). A sua volta ha donato milioni di sterline al Partito Conservatore.

Lord Hanson è stato un fondatore del gruppo antieuropeo “Business for Sterling”, nonché membro del Bruges Group, un think– tank(8) fondato dalla Thatcher per promuovere un’Europa meno centralizzata. Entrambe le organizzazioni svolgono un ruolo chiave nella politica anti-UE di parte Tory.

Dal 1999 al 2002, “Business for Sterling” di Lord Hanson è stata diretta da Dominic Cummings, che è diventato Head of Strategy per i Conservatori. Cummings avrebbe in seguito prestato servizio come consigliere speciale per l’arci Euro-scettico Michael Gove, a quel tempo Ministro dell’istruzione. Alla fine, Cummings stesso ha ricoperto il ruolo di Direttore della campagna Vote Leave, la campagna ufficiale di uscita dall’UE per la Gran Bretagna.

Non è chiaro quale ruolo abbia svolto Teroerde a SCL Elections durante la sua direzione di un anno. Ma la posizione coincideva con il suo ruolo in corso presso Hanson Asset Management, dove lavora sotto il figlio di Lord Hanson, Robert, che ne presiede il consiglio di amministrazione. Il recapito postale per la direzione di Teroerde a SCL Elections è lo stesso di Hanson Asset Management.

La connessione è notevole perché Vote Leave, gestito dall’ex sostituto di Lord Hanson, Dominic Cummings, ha pagato a un’oscura società canadese, AggregateIQ, 3,5 milioni di sterline per l’attività di profiling e la pubblicità su Facebook. Lo stesso Cummings è citato sul sito web di AggregateIQ che elogia il lavoro dell’azienda.

Tuttavia, l’azienda è direttamente collegata a SCL Group e a un certo punto sembra aver operato come sua consociata canadese.

I rapporti della stampa canadese confermano che AggregateIQ era stata messa precedentemente sotto contratto da SCL Group. Fino a febbraio 2017, l’ufficio di AggregateIQ a Victoria era elencato sul sito Web di SCL Group come il loro ufficio canadese. L’elenco è scomparso, ma la versione archiviata della pagina includeva un numero di telefono che era riconducibile direttamente al CEO di AggregateIQ, Zack Massingham.

Un portavoce di SCL Group ha affermato che AggregateIQ è stata messa sotto contratto per “sviluppo software e marketing digitale (prima abbiamo sviluppato la nostra competenza interna in queste aree)”. Massingham ha insistito sul fatto che “oltre al lavoro che avevamo fatto in passato, non abbiamo alcun rapporto commerciale con loro [SCL].”

Carol Cadwalladr ha fugato queste smentite, quando ha scoperto che era stato firmato un accordo di licenza di proprietà intellettuale riservato che ha concesso a SCL Elections un diritto “esclusivo” vincolante “a livello mondiale” “in perpetuo” per fare uso di tutta la proprietà intellettuale di AggregateIQ.

Né Teroerde, né Cummings erano reperibili per dichiarazioni.


Magnati del vino e degli immobili

ASSIOMA: Il nesso definitivo scoperto per la prima volta da INSURGE è che vi sono legami diretti di SCL Group con un gruppo di magnati immobiliari britannici, che hanno investito massicciamente nel mercato immobiliare russo – e con obiettivi economici stuzzicanti per quel Paese.

Roger Michael Gabb, amministratore di SCL Group che detiene la maggiore partecipazione azionaria della società, è anche dirigente delle società controllate, SCL Insight e SCL Analytics.

Gabb ha fatto fortuna nel settore della produzione vinicola, per mezzo delle società Western Wines e l’etichetta di vino sudafricana Kumala. È un donatore di lunga data per i Tory. Annotazioni dell’House of Commons Register of Members Interests mostrano che ha fatto donazioni costanti per oltre un decennio al Membro del Parlamento Philip Dunne, che dal 2012 al 2016 ha ricoperto una serie di incarichi del Ministero della Difesa, relativi alle attrezzature di difesa, al rifornimento e alla tecnologia. Dunne è Ministro della Salute dal 2016.

Gabb detiene contemporaneamente la direzione in Tal Se Land Development Partnership, dove tra i suoi partner sono inclusi potenti finanzieri britannici con imponenti investimenti immobiliari. La partecipazione principale in tale partnership è controllata da Hamilton Portfolio Ltd, società di investimento di private equity e immobiliare, presieduta da Sir John Boyle, che è anche un dirigente partner con Gabb di SCL Group nella società Tal Se.

Boyle, un sostenitore dichiarato della Brexit, è apparso su Newsnight nell’estate 2016.

Tra i partner di Gabb ci sono anche Bimaljit Singh Sandhu e Anton Bilton, entrambi appartenenti a una società chiamata Raven Russia.

Bilton è Vicepresidente esecutivo, co-fondatore di Raven Russia Ltd, una società di investimento immobiliare con sede a Mosca. La società ha costruito o acquistato 19 milioni di piedi quadri(9) di magazzini di Classe A per la logistica a Mosca, a San Pietroburgo, a Rostov sul Don e a Novosibirsk, insieme a 540.000 di piedi quadri di uffici commerciali a San Pietroburgo. Il valore lordo del portafoglio di Raven Russia è attualmente di 1,3 miliardi di dollari.

Raven Russia è stata costituita dall’acquisizione della precedente società di Bilton, dove era azionista di maggioranza, il Raven Group, costruttrice di immobili residenziali e commerciali che affittava edifici ai dipartimenti governativi del Regno Unito e ai principali rivenditori tra cui Tesco, UCI Cinemas, Royal Bank of Scotland e Toys R Us. Raven Group è stata acquisita da Raven Mount PLC, prima di essere rilevata da Raven Russia.

Lungo il percorso, Bilton ha lavorato direttamente con l’altro co-dirigente di Gabb, Singh Sandhu, che ha prestato servizio come CEO di Raven Mount Group fino al 2009.

Un portavoce di Raven Russia ha dichiarato che: “Il signor Bilton non conosce e non ha mai sentito parlare né di Roger Gabb né di SCL Group.” Il portavoce ha dapprima negato che Bilton fosse socio di Gabb a Tal Se, sostenendo: “Il signor Bilton non è nel consiglio di amministrazione di Tal Se. Molti anni fa era un suo investitore privato, ma non aveva alcun coinvolgimento operativo o gestionale “.

Tuttavia, i registri della compagnia Tal Se confermano che la società è una Società a Responsabilità Limitata, di cui sia Bilton che Gabb sono “Membri Designati” – equivalenti effettivamente al ruolo di amministratori in una normale società a responsabilità limitata, che hanno responsabilità legali e normative per gli affari finanziarie amministrativi della società. Gabb è stato nominato Membro Designato di Tal Se il 25 febbraio; Bilton un giorno dopo, il 26 febbraio. Le nomine di nuovi Membri Designati in una SRL richiedono l’assenso degli altri Membri Designati, il che implica almeno che Gabb – o il suo rappresentante legale – avrebbe dovuto approvare la nomina di Bilton.

Pressato in merito, il portavoce di Raven Russia ha detto che Bilton non conosce SCL Group o Gabb, ma ha ammesso che Bilton rimane un investitore in Tal Se, il loro comune partenariato immobiliare: “Il signor Bilton è un investitore in Tal Se, ma il suo coinvolgimento (che è passivo) non lo ha messo in contatto con il signor Gabb”.

OPINIONE: Gli investimenti immobiliari russi dei partner commerciali di un dirigente di SCL Group fungono da punto d’accesso per gli investitori stranieri nei mercati russi. I loro affittuari comprendono un mix di società straniere e interessi oligarchici russi. I noti negozi occidentali che hanno in leasing i magazzini di Raven Russia in Russia includono tra gli altri Pepsi, Bacardi, L’Occitane en Provence, Oracle, DHL, Gates Corporation.


Collegamenti a Trump?

Poi ci sono più aziende tradizionalmente russe che sono clienti di Raven Russia, come X5 Retail Group, il più grande rivenditore di generi alimentari in Russia, il cui principale azionista è Alfa Group Consortium, uno dei maggiori agglomerati di investimento privato in Russia – accusato di collegamenti a Trump e al Presidente russo Vladimir Putin, secondo un dossier controverso in gran parte non verificato, compilato da un ex funzionario dell’MI6.

Ci sono indicazioni stuzzicanti, ma indeterminate, di buone relazioni tra Alfa Group e Donald Trump –prova dammeno convincente che Alfa Group è fortemente legata a Putin.

La connessione si realizza, ancora una volta, mediante Julian Wheatland. Nel 2006, nel suo incarico a SCL Group, è stato contemporaneamente amministratore delegato di Consensus Community, la divisione di investimento del Consensus Business Group di proprietà di Vincent Tchenguiz.

Tchenguiz è un magnate immobiliare britannico-iraniano il cui padre faceva parte della cerchia ristretta del crudele Scià dell’Iran (insediato nel colpo di stato del 1953 sostenuto dalla CIA e dall’MI6) e gestiva la zecca statale.

Tchenguiz e la sua famiglia sono i principali donatori per i Tory – ma il magnate non possiede più azioni di SCL Group. Tuttavia, condivide un ufficio a Park Lane con il miliardario Presidente di Alfa Group, Mikhail Fridman.

Diverse persone collegate a Fridman hanno anche partecipato a una cena di gala in Russia nel 2014, che aveva ospitato Jared Kushner e Ivanka Trump.


Aprire la Russia al capitalismo occidentale

Al contrario, la tesi ampiamente diffusa che Alfa Group funziona come una sorta di mandatario di Putin è giornalismo alla buona.

Putin non ha Fridman in pugno, secondo il Financial Times. Gli stretti collaboratori di Fridman hanno forti collegamenti personali, che possono essere sfruttati, a Putin, ma i suoi veri interessi risiedono nel fare leva sul capitale occidentale. In un profilo arguto per Intellinews, Ben Aris osserva che per Fridman, che ha incontrato per la prima volta a metà degli anni ’90:

“Tutto è in vendita al giusto prezzo, ma le uniche persone che hanno tali somme di denaro a cui Fridman è interessato sono le società leader a livello mondiale. Mentre aspetta l’integrazione della Russia nell’economia globale, fino a quando queste figure di spicco a livello mondiale arriveranno e realizzeranno investimenti strategici nelle società russe, è impegnato a sviluppare il suo business nel modo più cospicuo possibile”.

In effetti, Fridman è uno degli oligarchi in Russia più orientati verso l’occidente. È nato a Leopoli, nell’Ucraina occidentale, e Alfa Bank Ukraine è fiorente, in quanto la sua quota di mercato è in espansione. I membri chiave di Alfa Group sono sfuggiti agli elenchi delle sanzioni statunitensi ed europee. Fridman ha fatto domanda per la residenza permanente in Gran Bretagna e prevede di vendere le sue azioni della compagnia petrolifera TNK-BP, la sua joint venture con BP in Russia.

BP faceva parte della lista delle major petrolifere con la quale aveva operato Phi Energy Group, la società di holding dell’energia di SCL Groupdi Julian Wheatland.

Wheatland non ha risposto alle domande sull’operato di Phi Energy con BP.


In Russia con amore

Un documento del prospetto finanziario di Raven Russia del 2009 mostra che due dei partner commerciali Roger Gabb, direttore di SCL, Bimaljit Singh e Anton Bilton, erano azionisti di maggioranza sia in Raven Mount PLC, sia nel suo nuovo possessore, Raven Russia. Il documento fornisce inoltre informazioni dettagliate sulla percezione di rischio dell’azienda sugli investimenti immobiliari in Russia.

OPINIONE: Tali percezioni di rischio dimostrano che i partner commerciali di Gabb hanno un interesse speciale nel garantire che la Russia mantenga un clima politico ed economico “stabile”, favorevole agli investimenti esteri.

L’approccio sembra avere duplici ramificazioni: da un lato, Raven Russia ha una forte avversione per la politica delle sanzioni internazionali nei confronti della Russia, che ha minato la redditività del suo portafoglio – una questione che sarebbe ovviamente allineata con Putin.

D’altra parte, l’obiettivo primario è spavaldamente egoista: un’economia russa molto aperta agli affari – cioè, con il minor numero possibile di restrizioni alla penetrazione del capitale straniero occidentale, un approccio per il quale non vi sarebbe una tale propensione agli sforzi di Putin per consolidare il controllo dello Stato russo sull’economia.

Il documento del 2009 identifica una serie di fattori che potrebbero minare la redditività societaria: “instabilità politica” o “disordini sociali”; il “deterioramento” delle “infrastrutture materiali” della Russia; la decrescente redditività delle esportazioni di petrolio della Russia, che potrebbe “ridurre il valore di asset russi”; il “modo imprevedibile” in cui si evolvono le normative russe sugli investimenti esteri e le leggi fiscali; e, tra tutti, il più grande incubo, ossia la potenziale minaccia di una diminuzione della privatizzazione:

“La Russia ha intrapreso, dall’inizio degli anni ’90, un programma sostanziale di privatizzazione. Tuttavia, all’interno del parlamento russo esiste ancora una lobby anti-privatizzazione. La rinazionalizzazione degli asset non può essere esclusa.

Qualsiasi attività del genere potrebbe influire negativamente sul valore degli asset societari … Alcune entità governative hanno tentato di invalidare le precedenti privatizzazioni. L’espropriazione o la nazionalizzazione delle società, in cui l’azienda investe, o dei loro asset o parti di essi, potenzialmente con un risarcimento minimo o nullo, avrebbe un effetto negativo determinante sulla stessa.”

Nel 2015, una relazione annuale di Raven Russia lamenta la possibilità che “le sanzioni contro la Russia restino in vigore per il prossimo futuro e che ve ne sia un potenziale incremento”.

Il rapporto mette decisamente in guardia a proposito di uno scenario in cui la Russia potrebbe essere fondamentalmente isolata dai mercati occidentali, osservando che un impatto negativo delle sanzioni consiste nel:

“Continuato isolamento della Russia dai mercati internazionali e nell’esacerbazione del rallentamento dell’economia russa … È difficile mitigare lo scenario peggiore, se l’escalation dovesse chiudere i confini della Russia verso i mercati occidentali”.

OPINIONE: Questi documenti suggeriscono che i partner commerciali di un dirigente senior di SCL Group che detiene le maggiori quote della compagnia hanno interessi in una più profonda alleanza economica tra investitori privati ​​in Occidente e in Russia.

Il portavoce di Raven Russia non ha risposto alla mia domanda su X5 Retail Group, uno dei suoi affittuari. Avevo chiesto: “Uno dei principali affittuari diRaven Russia è X5 Retail Group, di proprietà di Alfa Consortium, accusato di vari collegamenti a Donald Trump. Osservo anche che vari documenti di Raven Russia indicano una chiara opposizione alle sanzioni internazionali contro la Russia, e il vivo desiderio di aprire la Russia agli investitori occidentali. Ciò suggerisce una convergenza con elementi dell’amministrazione Trump, indagati per legami e interessi in Russia. Gradirei, in merito, il commento della Sua azienda.”

Non è stata fornita dichiarazione alcuna su tale faccenda.

La convergenza strutturale tra questi interessi ha avuto un ruolo nell’influenzare le attività di SCL Group in relazione alla guerra di informazioni anti-Russia? Raven Russia ha negato di avere qualcosa a che fare con SCL Group, e SCL Group non mi ha fornito alcuna risposta a questa domanda.

Ciò che sappiamo è che a maggio 2015 SCL Defense, la controllata di SCL Group, ha tenuto un corso di tre mesi presso l’Accademia Nazionale della Difesa della Repubblica di Lettonia a Riga, per conto dello Strategic Communications Centre of Excellence della NATO.

Secondo una comunicazione della NATO, il corso istruiva su “tecniche avanzate di contro-propaganda progettate per aiutare gli Stati membri a valutare e contrastare la propaganda della Russia nell’Europa orientale”, inclusa l’Ucraina.

Il programma è stato finanziato dal governo canadese per un importo di 1 milione di dollaricanadesi.

In un annuncio inerente al progetto presso il Summit NATO del Galles nel settembre 2014, il Primo Ministro Stephen Harper ha spiegato che il finanziamento “rafforzerà la capacità dei Centre of Excellence della NATO nella zona, per affrontare al meglio le sfide locali per la sicurezza, legate all’energia, alle comunicazioni e alla cyber-difesa.”

Insinuava la necessità di convincere gli Europei circa l’idea della forza locale della NATO: “diversificarsi dalla Russia”, principalmente aumentando le esportazioni statunitensi di gas verso il continente, secondo quanto riferito da David Korayni dell’Atlantic Council nel magazine NATO Review.

SCL Group non ha risposto a più richieste di dichiarazioni. Un portavoce della sua filiale americana, la Cambridge Analytica, alla fine è ritornato da me per riferire che l’azienda non sarebbe stata in grado di rilasciare dichiarazioni perché “mancavano solo pochi giorni alle festività natalizie”.


Torniamo a Facebook: strumento di propaganda del governo

Su entrambe le sponde dell’Atlantico, SCL Group è stato coinvolto in indagini ufficiali sulla eversione del processo democratico negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Nonostante ciò, la società rimane molto integrata nelle classi dirigenti politiche negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Negli Stati Uniti, alla società è stato conferito un contratto da 496.232 dollari nel febbraio 2017 con il Global Engagement Center (GEC) del Dipartimento di Stato per lavorare su “analisi del pubblico di riferimento” per potenziali estremisti.

Le competenze del GEC sono definite dal National Defense Authorization Act (NDAA) del 2017, che afferma che uno dei suoi obiettivi fondamentali è “contrastare la propaganda straniera e la disinformazione diretta contro gli interessi della sicurezza nazionale degli Stati Uniti e presentare in modo dinamico esposizioni basate sui fatti che sostengono gli alleati e gli interessi degli Stati Uniti.”

Ciò include in un colpo solo le informazioni sui social media che possono essere considerate come una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, nel contempo far uso a proprio vantaggio di tali dati per creare nuove campagne di informazione per promuovere la politica di sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Secondo Ken McCallion, ex procuratore degli Stati Uniti, SCL Group sta attivamente utilizzando le connessioni dell’amministrazione di Trump “per impadronirsi di altri contratti governativi con il Dipartimento della Difesa, il Dipartimento del Commercio, con l’Homeland Security e la National Highway Traffic Safety Administration e altre agenzie”.

Facebook rimane un canale importante per queste campagne di influenza del governo degli Stati Uniti.

“Usando le pubblicità di Facebook, posso andare su Facebook, posso fare presa su un certo pubblico, posso scegliere un Paese X, mi serve una fascia d’età dai 13 a 34 anni, mi servono persone che hanno lasciato un “like”, sia che si tratti di Abu Bakr al-Baghdadi o di qualsiasi altro allestimento – Posso sferrare un colpo e coglierli nel segno direttamente con la messaggistica”, ha detto l’ex direttore del GEC Michael Lumpkin, descrivendo la dipendenza del Dipartimento di Stato dalla pubblicità di Facebook.


ASSIOMA: Il governo britannico è anche affascinato dall’ostentazione dei conseguimenti di SCL Group, alimentati da Facebook, con la campagna elettorale di Trump.
Nel febbraio 2017, una conferenza organizzata in collaborazione con il Foreign Office britannico, da parte dell’agenzia esecutiva dell’FCO di Wilton Park, ha ospitato due funzionari di SCL Elections, controllata di SCL Group: Mark Turnbull, direttore generale, e David Wilkinson, allora nel ruolo di principale analista dati.
Turnbull e Wilkinson hanno orientato la conferenza sul tema “esaminare l’applicazione dei dati nelle recenti elezioni presidenziali americane”.

L’incontro, presenziato e aperto da Jonathan Allen, Generale della Difesa e dell’Intelligence e Direttore pro-tempore dell’FCO, è stato tratteggiato con un documento del programma di conferenze di Wilton Park come progettato per “esplorare nuove opportunità per l’FCO, affinché si faccia uso migliore dei dati nella diplomazia, ma anche nelle minacce emergenti che sfidano gli attuali modus operandi”.

Argomento del forum era la valutazione di “opportunità e minacce” che sono “di particolare utilizzo per il ruolo dell’FCO nella diplomazia e nel fare politica internazionale”. I risultati prefissati dell’incontro includevano: “Idee e indicazioni che l’FCO deve valutare per fare uso migliore dei dati in politica estera.”

Perché l’FCO è interessato all’elaborazione dei dati di SCL Group per coadiuvare la campagna elettorale di Trump?

OPINIONE: Come conseguenza il governo britannico considera tali tecniche potenzialmente utili nei teatri [di operazioni] all’estero – il che solleva un’ulteriore domanda imbarazzante: In che modo la strategia dei Big Data di SCL Elections per aiutare Trump, utilizzando un sistema alimentato da Facebook per l’attività di profiling comportamentale della massa di popolazioni, si adatta al programma della politica estera del governo britannico?

In risposta a questa stessa domanda, un portavoce dell’FCO ha effettivamente rifiutato di rilasciare dichiarazioni, dandomi invece l’indicazione di parlare con il Ministero della Difesa.

Egemonia delle informazioni

Ora dovrebbe essere chiaro, quindi, che Facebook è stato volentieri connivente nell’uso della sua piattaforma, per l’attività di profiling comportamentale e la manipolazione del pubblico.

Secondo il direttore della campagna digitale di Trump, Brad Parscale, la campagna elettorale di Trump aveva dipendenti di Facebook “incorporati nei nostri uffici”, i quali fornivano indicazioni sulle possibilità di uso della piattaforma per influenzare gli elettori. Facebook aveva persino delle divisioni di “set-up” all’interno dell’azienda, secondo l’affiliazione politica per supportare entrambe le parti.

In una dichiarazione sul presunto ruolo della piattaforma nel facilitare la vittoria elettorale di Trump, Facebook ha chiarito che aveva offerto “identico supporto” sia al gruppo di Trump che a quello della Clinton.

“Tutti hanno accesso agli stessi strumenti”, ha affermato la società. “Entrambe le campagne elettorali hanno affrontato le cose in modo diverso e hanno utilizzato diversi quantitativi di supporto”.

Ciò nonostante Trump e la Brexit, il più grande beneficiario di tutta questa attività non è SCL Group, né il complesso industriale militare, né il governo statunitense, russo o britannico – ma Facebook stesso.

Facebook, che è sulla buona strada per essere in meno di dieci anni più potente dell’NSA, sta traendo vantaggio in maniera massiccia da tutti i versanti della guerra dell’informazione.

Sotto l’apparenza di larghe vedute del “rendere il mondo più aperto e connesso”, Mark Zuckerberg ha adottato il tradizionale modello di business del corrotto traffico di armi e lo ha applicato, con tutto il cuore, al cyberspazio.

Facebook detiene quindi l’unica carta che conta davvero nell’era del potere del 21° secolo con l’uso della propaganda: il dominio dell’informazione.

Quando la società ha risposto alle mie domande, l’hanno fatto mediante un consulente del colosso aziendale delle pubbliche relazioni Teneo Blue Rubicon (TBR). Facebook sembrava un po’ trepidante per le sue risposte. All’inizio, il consulente di TBR ha avvertito che nessuna dichiarazione sarebbe potuta essere “attribuita a un portavoce di Facebook”, in quanto esse costituiscono “solamente informazioni generiche”.

Cinque ore dopo, pareva che Facebook avesse cambiato idea. Il consulente mi ha inviato un’e-mail: “Facebook è felice che Lei ne faccia uso, come dichiarazioni ufficiali”.

E così il cerchio si chiude, quando vediamo come anche i consulenti di pubbliche relazioni di FacebookUK, di Teneo Blue Rubicon, hanno curiosi collegamenti allo stesso network che racchiude SCL Group.

Nell’ottobre 2016, Beth Armstrong, ex consigliere speciale di Michael Gove, che ha anche fornito supporto ministeriale a Vote Leave, è entrata a far parte di Teneo Blue Rubicon come consulente senior.

Nel frattempo, tra il 2014 e il 2015, aveva prestato servizio come consulente senior nella divisione Public Affairs di Bell Pottinger assieme a Mark Turnbull, prima di procedere all’unione con SCL Elections, che ha supervisionato l’operato per Facebook di Cambridge Analytica, per essere d’aiuto nell’aggiudicarsi la campagna elettorale di Trump.

Questo è il nesso incestuoso di potere con cui Facebook si è intrecciato. Eppure, ciò è un nesso di potere fondamentalmente permesso dal nostro essere dipendenti in modo bizzarro e persistente dalla piattaforma.

Entro il 2025, mantenendo la potenzialità di sorvegliare, analizzare e modellare in modo trasparente il comportamento di quasi l’intera popolazione globale, la società avrà una portata globale davvero terrificante.

Il suo consolidamento potrebbe ben segnalare l’assoggettamento definitivo delle nostre già fragili democrazie alla portata manipolatoria dei Big Data che non deve rendere conto a nessuno.

Eppure, l’anormalità dei nostri processi democratici è solo una parte dell’impatto aggressivo della piattaforma sulla società civile. Il modello di business essenziale di Facebook è imperniato sulla centralizzazione dei profitti per mezzo di tecniche umilianti di persuasione che stimolano la dopamina, che seminano profonde divisioni sociali, alimentano comportamenti polarizzanti e minano la salute psicologica.

Ci dobbiamo porre delle domande? Perché siamo ancora connessi?

Questo futuro monoculturale non è inevitabile. C’è una via d’uscita, verso un futuro multiculturale.


AZIONE: Facebook può essere bloccato. Ma non potrà essere bloccato a meno che non ci sia qualcos’altro a cui la gente possa connettersi. E non ci sconnetteremo fino a quando non riconosciamo come la nostra stessa complicità nel mantenere questo sistema in espansione, tramite un atteggiamento di misterioso qualunquismo e rassegnazione verso un “destino” del tutto inutile, sia il vero motore del meccanismo.

Se non lo facciamo, allora in meno di 10 anni un colosso di Big Data che non deve rendere contoa nessuno, ci farà entrare in una nuova pericolosa era di controllo sociale globale, che è del tutto inedita.


Nafeez Ahmed




Il Dr. Nafeez Ahmed è giornalista investigativo che è stato premiato e scienziato sociale dei sistemi complessi. È CEO co-fondatore di PressCoin e della sua pubblicazione principale, INSURGE intelligence, che fa leva sulla blockchain, sulle innovazioni nell’ambito della criptovaluta e su un formato investigativo di Open Inquiry per rimpiazzare il disagiato ecosistema informativo che determina il caos e la confusione sul pianeta, con un sistema coerente di intelligence pubblica. È anche editorialista di “System Shift” presso Motherboard di VICE, editorialista di Middle East Eye, e in precedenza scriveva di geopolitica dell’ambiente sul blog Earth Insight di The Guardian. Il suo ultimo libro, Failing States, Collapsing Systems: Bio Physical Triggers of Political Violence (Springer, 2017) è uno studio scientifico su come il clima, l’energia, il cibo e le crisi economiche stiano determinando il fallimento degli Stati in tutto il mondo.

 



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Fonte: www.medium.com

Linkhttps://medium.com/insurge-intelligence/how-facebook-will-infiltrate-national-elections-and-rule-the-world-in-less-than-10-years-unless-732da197b8fd

Fonte diretta: https://comedonchisciotte.org/come-facebook-si-infiltrera-nelle-elezioni-nazionali-e-dominera-il-mondo-in-meno-di-10-anni-a-meno-che-non-si-dica-basta/

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