Come Facebook si infiltrerà nelle elezioni nazionali e dominerà il mondo in meno di 10 anni, a meno che non si dica basta

Come Facebook si infiltrerà nelle elezioni nazionali e dominerà il mondo in meno di 10 anni, a meno che non si dica basta

Kairobi


DI NAFEEZ AHMED

medium.com - Prima parte - Seconda Parte


Cosa hanno in comune la NATO, gli appaltatori militari privati, i colossi produttori di armi, i commercianti di vino, l’NSA, Trump, i magnati britannici dell’edilizia, gli oligarchi russi e Big Oil? Il più grande social network al mondo.

Assistenza editoriale di Andrew Markell e Gunther Sonnenfeld

Pubblicato per lanciare la nuova piattaforma beta per INSURGE intelligence, una piattaforma giornalistica finanziata dal crowdfunding per Open Inquiry e un’azione coordinata al servizio delle persone e del pianeta. Diventate titolari della rivoluzione dei media.

Immaginatevi un mondo in cui tutti hanno rinunciato alla propria libertà, volontariamente, in cambio della possibilità di appartenere a un network dagli effetti deleteri che, anziché arricchire le proprie vite, ha tratto profitto dalla degradazione del dialogo sociale, dalla polarizzazione delle comunità e dalla manipolazione delle loro menti.

Non vi verrebbe da chiedervi cosa c’è che non va in queste persone?

Certo che sì. Eppure,questo è il mondo nel quale state per vivere, proprio ora. A meno che voi non facciate qualcosa al riguardo.

Questa notizia è un incitamento all’azione. Un invito rivolto ai cittadini, ai tecnologi, ai filantropi, ai giornalisti e non solo, al fine di interrompere il nostro attuale percorso verso un futuro distopico e monoculturale. Come tale, viene sperimentata una nuova forma di narrativa giornalistica chiamata Open Inquiry, che mira a compensare l’indagine sul potere con l’individuazione di soluzioni e alternative.

Facebook è sulla buona strada per diventare più potente della National Security Agency – così dice un consulente senior della comunità di intelligence militare statunitense che ha predetto l’incremento dell’intelligenza artificiale e della guerra robotica. In meno di un decennio, la crescita di Facebook significherà potenzialmente la capacità di monitorare quasi tutti sul pianeta. Questo renderà l’azienda più potente di qualsiasi altro appaltatore governativo a livello mondiale.

Questa prospettiva ha pericolose conseguenze per la democrazia. Sempre più prove rivelano che il modello di business più redditizio di Facebook è la sua esternalizzazione, come un canale per la guerra psicologica, a qualsiasi terza parte che vuole influenzare le convinzioni e i comportamenti dei cittadini.

Parti chiave di questa storia sono rimaste finora taciute. Avete sentito la notizia dell’uso dell’attività di profiling di Facebook da parte di Cambridge Analytica per influenzare le campagne elettorali su entrambe le sponde dell’Atlantico. Avete sentito come la Russia abbia legami curiosi con alcune di queste figure rilevanti, anche se ha tentato di giocare d’azzardo con Facebook per combattere la ‘guerra ibrida’.

Tutto ciò suggerisce che una congrega di estrema destra ha usato i Big Data per dirottare i processi democratici statunitensi, britannici ed europei.

Ma questa non è tutta la storia. INSURGE intelligence si fa strada in una rete di connessioni tra i dirigenti di Cambridge Analytica, i dipendenti senior e le associate, gettando nuova luce sullo sviluppo del modus operandi dell’azienda,nelle viscere più segrete del sistema di sicurezza nazionale del governo britannico.

Riveliamo per la prima volta le vaste interconnessioni della società con potenti interessi politici ed economici anglo-americani; il complesso di sicurezza nazionale della NATO; le agenzie di intelligence militare; gli appaltatori militari privati accusati di attività illecita e incompetenza; l’industria globale dei combustibili fossili e un’oligarchia finanziaria britannica pro-Tory con massicci investimenti nei mercati immobiliari britannici e russi. Piuttosto che rappresentare una grande cospirazione, questi network interdipendenti ci garantiscono uno spiraglio sulla convergenza strutturale del potere in cui operano.

SCL Group, l’azienda ombrello britannica di Cambridge Analytica, è un ex appaltatore del Ministero della Difesa britannico che deteneva l’accesso a informazioni classificate. La nostra indagine rivela che l’azienda continua ad avere legami simbiotici con il Foreign Office britannico, il quale vuole sfruttare ufficialmente il successo dell’azienda nell’aver coadiuvato la campagna elettorale di Trump per gli obiettivi di politica estera del Regno Unito.

Mark Turnbull, che dirige SCL Elections, la società controllata responsabile per il lavoro aziendale relativo alle elezioni, è un ex consulente di Bell Pottinger che ha supervisionato le attività di influenza del Pentagono in Iraq, una delle quali è stata la produzione di filmati falsi di al-Qaeda.

Lo stesso Turnbull aveva fondato Aethos, la divisione ʽcomunicazioni strategicheʼ di Aegis Defense Services, il gigante appaltatore militare britannico rilevato dalla società canadese ancora più grande, Garda World. Queste aziende, insieme, hanno generato significative polemiche sul trattamento dei civili in Iraq, sul reclutamento di bambini-soldato in Sierra Leone e sull’ “incompetenza tattica” in Afghanistan, per citare solo alcune questioni.

Gli amministratori di SCL Group detengono interessi commerciali diretti in una serie di società coinvolte in due importanti settori: il commercio delle armi e della difesa e l’industria globale del petrolio e del gas. Il protagonista chiave è Julian Wheatland, Presidente di SCL Group, che è un dirigente di Hatton International, un’oscura società specializzata in servizi “Defense offset”(1) a forze armate private e aziende aerospaziali; e un ex dirigente di un’associata di Hatton, Phi Energy Group, che ha lavorato con alcune delle principali grandi aziende petrolifere del mondo.

Altri dirigenti di SCL Group hanno partnership di affari con potenti interessi finanziari pro-Tory, alcuni dei quali legati alla campagna per la Brexit. Il principale tra loro è Hanson Asset Management, il lascito del defunto magnate degli affari thatcheriano, Lord Hanson. Patrick Teroerde, co-fondatore di Hanson Asset Management, è stato uno dei primi dirigenti – apparentemente un dirigente co-fondatore – della società controllata SCL Elections, che secondo quanto riferito avrebbe coadiuvato Vote Leave. Il sostituto di Lord Hanson al suo gruppo anti-UE “Business in Sterling”, Dominic Cummings, era il direttore della campagna Vote Leave.

Un altro dirigente di SCL Group, Roger Gabb, condivide una società di investimenti immobiliari con un certo numero di magnati immobiliari britannici, tra cui il miliardario Anton Bilton e Bimaljit Singh Sandhu; entrambi fanno investimenti in modo massiccio nei mercati immobiliari britannici e russi, per mezzo della società Raven Russia – che esprime interesse esplicito ad aprire la Russia agli investitori stranieri. Raven Russia nega di conoscere Gabb o qualsiasi cosa su SCL Group.

SCL Group non ha solo giocato d’azzardo con Facebook per coadiuvare l’elezione di Donald Trump e, a quanto pare, la campagna per la Brexit; ma ha anche ricevuto 1 milione di dollari (canadesi) per sostenere le operazioni di influenza della NATO nell’Europa orientale e in Ucraina, prendendo di mira la Russia.

E mentre l’azienda non ha più contratti con il Ministero della Difesa, ha raccolto diversi contratti del Dipartimento di Stato per operazioni di influenza globale, ne sta perseguendo numerosi altri in tutto il governo federale degli Stati Uniti e mantiene stretti legami con il Foreign Office britannico.

All’inizio del 2017, l’FCO (n.d.t. Foreign and Commonwealth Officeha convocato una conferenza a porte chiuse su come il governo potrebbe sfruttare al meglio i Big Data per i suoi obiettivi di politica estera, invitando Turnbull e il suo principale analista dei dati a parlare dell’operato di Cambridge Analytica, a sostegno della campagna elettorale di Trump. L’FCO ha rifiutato di chiarire quanto il gioco d’azzardo con Facebook per influenzare il voto americano fosse rilevante per il programma diplomatico estero del governo britannico.

ASSIOMA: In breve, lungi dal rappresentare uno sforzo per dirottare la democrazia dall’esterno, scopriamo che la gamma di interessi associati all’azienda è incorporata nelle strutture più consolidate del complesso industriale militare britannico-statunitense: un complesso che sta diventando sempre più radicato, dal momento che esso trova nuovi modi per utilizzare il più grande social network al mondo per manipolare l’opinione pubblica. 
OPINIONE: Tutto ciò riporta a come Facebook ha svolto un ruolo chiave nel consentire e trarre profitto dalle operazioni di influenza psicologica e comportamentale da parte di gruppi di interesse in competizione – una traiettoria che potrebbe rendere la piattaforma una minaccia più insidiosa per la democrazia, rispetto a uno qualsiasi di quegli interessi.
AZIONE: Una traiettoria che faccia intendere che l’unica via d’uscita è costruire alternative a Facebook che offrano nuovi approcci alle informazioni.


Ora anche alcuni dei creatori di Facebook stanno riconoscendo gli impatti deleteri della piattaforma. L’operatore di venture capital Chamath Palihapitiya, ex capo del reparto dell’incremento utenti di Facebook, riconosce la sua “straordinaria colpa” per come la piattaforma ha “creato strumenti che stanno lacerando il tessuto sociale, per quanto riguarda il funzionamento di una società”.

L’ex Presidente di Facebook, Sean Parker, esprime allarme su ciò che il social network sta “facendo al cervello dei nostri figli”, sulla base di un “social-validation feedback loop”(2)progettato per “consumare il più possibile il proprio tempo e l’attenzione consapevole”.

Facebook si sta rapidamente muovendo per sfruttare queste tecniche di manipolazione della psiche umana, per influenzare tutto ciò che facciamo – e potenzialmente anche per influenzare le nostre scelte politiche – il tutto per massimizzare i propri profitti.

Se non viene fatto nulla per interrompere la traiettoria globale di Facebook, il suo controllo sulla nostra vita potrebbe essere inarrestabile.

Eppure, questa stessa traiettoria rivela che Facebook non è il problema. Facebook è semplicemente l’espressione di un accordo collettivo per la società. I miliardi di persone su Facebook sono più che disposti a barattare la loro privacy, la loro libertà e il loro diritto a informazioni veritiere, in cambio della ‘connessione’ che percepiscono quando utilizzano la piattaforma.

Facebook è l’espressione di un problema più profondo: finché le persone trarranno guadagno da un sistema che non solo rende possibili i Facebook di tutto il mondo, ma li incoraggia; finché le persone sono disposte a consegnare le chiavi di tutta la loro vita, senza nulla di sostanziale in cambio oltre alla condivisione di foto, messaggistica diretta e gruppi di Facebook, non cambierà nulla.

Allora, che aspetto ha il mondo se Zuckerberg possiede la vostra mente e modella il vostro comportamento? Una sfera pubblica prosperosa e ben informata, da cui dipende una democrazia, è resa sempre più impotente. Al posto del sano dialogo, della logica e dei fatti, siamo lacerati da divisioni furenti, ideologie, sistemi di credenze incoerenti, apatia, rabbia e rassegnazione.

La già scarsa responsabilità delle nostre istituzioni pubbliche viene sempre più indebolita, sostituita invece dalla capacità manipolatoria di chi controlla i Big Data di cui non deve rendere conto a nessuno.

Zuckerberg e i suoi luogotenenti siedono in cima a un meta – governo onnicomprensivo e non eletto, su cui gli Stati nazionali diventano irrevocabilmente dipendenti per servizi di informazione cruciali, incentrati sull’influenza delle nostre decisioni.

I nostri figli vivono in un mondo in cui la sorveglianza totale è del tutto normale; dove informazioni accurate, dialogo e dissenso vengono sostituiti con un linguaggio mirato e tecnologie sempre più sofisticate per manipolare la psiche umana.

E per cosa esattamente? Per far sì che pochi uomini e poche donne potessero diventare favolosamente ricchi? Per far sì che si potesse godere di momenti intimi di condivisione con i vostri amici di 20 anni fa delle scuole superiori? Per far sì che la vostra azienda potesse guadagnare dieci dollari in più sul prodotto immesso sul mercato?

Il sogno di Mark Zuckerberg non deve diventare l’incubo di tutti gli altri. Ma ci vorrà molto di più che fare qualcosa di approssimativo e dichiarazioni pubbliche di contrizione.

Quindi dobbiamo chiederci: come appare il mondo se la gente guadagna?

Facebook può essere bloccato. Ma non può essere fermato a meno che non ci sia qualcos’altro al quale connettersi. Non può essere superato se non siamo disposti ad accettare che la diffusa apatia e rassegnazione che circonda l’apparente inevitabilità della supremazia globale di Facebook è la conquista più grande, eppure immeritata, di Zuckerberg.

L’unico modo per liberarci da questa condizione inspiegabile è scrollarci di dosso la rassegnazione; non è reale. La vostra volontà di essere pericolosamente creativi e liberi è reale. La vostra atavica e intramontabile responsabilità di lasciare un mondo migliore per i vostri figli è reale.

Quindi, la domanda è: come inneschiamo qualcosa di più potente della responsabilità e delle parole convincenti di cautela? Come costruiamo effettivamente qualcosa che releghi tutto ciò che rappresenta Facebook – massiccia forza di monopolio, furto di dati, manipolazione psicologica e il diffuso sacrificio della libertà umana sull’altare dell’accumulo di denaro – in una nota a piè di pagina della storia?

Lasciate tutto, sì nel vero senso della parola, lasciate tutto e sostenete la costruzione di alternative al futuro che Zuckerberg e i suoi colleghi si stanno impegnando a costruire per voi. Queste alternative si fonderanno su un orientamento fondamentalmente diverso: alternative che riguardano il decentramento e la ridistribuzione dell’accesso alle risorse; miglioramento del modo in cui ci accostiamo alle informazioni e promozione di metodi generativi di interazione vicendevole.

Questa notizia rivela la mentalità e la forza del vostro avversario. L’intervallo temporale per la contromossa si sta rapidamente esaurendo.


Più grande dell’NSA

Facebook diventerà, in meno di dieci anni, il “più potente appaltatore governativo” al mondo.

La previsione è stata fatta da John Robb, ex agente segreto antiterrorismo dell’US Special Operations Command e consigliere, di lunga data, dell’intelligence militare statunitense sul futuro della guerra per agenzie come l’NSA e la CIA. Nel 2016, Robb è stato consulente speciale del Capo di Stato Maggiore Congiunto degli Stati Uniti per il futuro dell’intelligenza artificiale e della guerra robotica.

Con i post sul suo blog Global Guerrillas, acclamato dal New York Times, Robb ha spiegato che dato l’attuale tasso di crescita di Facebook, la piattaforma di social network – che attualmente ha 2 miliardi di utenti mensili – raggiungerà il massimo storico di 3,5 miliardi di utenti mensili entro il 2025 – abbastanza da avere un “diagramma sociale completo” dell’intera popolazione sul pianeta.

Con così tante persone sotto il suo radar, oltre la metà dei 6,5 miliardi di persone che vivono al di fuori di Russia e Cina, Facebook avrà la capacità di accedere efficacemente alle informazioni su quasi tutta la popolazione umana.

Dalle parole di Robb:

“Si tratta di un network abbastanza grande e che è penetrato nel profondo da creare un censimento globale che può ‘osservare’ quasi tutti sul pianeta, anche se non hanno un account Facebook.”

OPINIONE: i riferimenti sociali di localizzazione, assieme alle immagini di collaboratori, amici e familiari consentirebbero effettivamente l’accesso a Facebook, al resto della popolazione che non è su Facebook.

Ciò “consentirà il tracciamento in tempo reale per quasi tutti gli utenti del pianeta, utilizzando i dati GPS dello smartphone e le informazioni secondarie” tra cui immagini, link postati e i “like”. E questo, a sua volta, permetterà a Facebook di “creare il più grande database di micro-targeting sulla terra”, pieno di dettagli intimi sugli interessi di miliardi di persone.

OPINIONE: In sostanza, questo significa che le potenzialità di sorveglianza di massa di Facebook saranno ancora più potenti di quelle dell’NSA.

Dalle parole di John Robb:

“Facebook ora ha la capacità di offrire servizi della portata dell’NSA, con dati migliori, alle nazioni di tutto il mondo.”

Facebook ha negato in modo inequivocabile le previsioni di Robb. Un portavoce ha dichiarato: “Le agenzie d’intelligence possiedono autorità e capacità legali completamente diverse dalle società del settore privato, quindi questo confronto è falso. Le nostre operazioni e le nostre pratiche sono soggette a una specifica supervisione normativa.”


Il Grande Fratello diventa globale: benvenuti al meta-governo

Il problema è stato ben espresso da Alexis Wichowski, ex funzionaria del Dipartimento di Stato, specializzata in diplomazia digitale. Con la base di utenti di Facebook che ora comprende letteralmente un quarto della popolazione globale, dice, in effetti è diventato uno ʽstato-reteʼ, per via del suo accesso di massa.

OPINIONE: Facebook, tuttavia, si trova in una posizione unica per diventare il principale fornitore di servizi globali di attività di informazione per i governi mondiali, siano essi democratici, autocratici, o una via di mezzo.

In un’intervista esclusiva a INSURGE, Robb ha spiegato che questo accesso senza precedenti alle dinamiche della popolazione globale renderà Facebook il go-to contractor per servizi di sorveglianza totale, censura e antiterrorismo per i governi di tutto il mondo:

“Il governo degli Stati Uniti si rende conto che Facebook ha più dati e di migliore qualità, rispetto a quelli di cui dispone e può fare molto di più in termini di potenzialità, in particolare per quanto riguarda i cittadini statunitensi. Semplicemente non può tenere il passo, quindi l’unica alternativa – la Cina sta facendo la stessa cosa – è costringere la piattaforma a diventare propria collaboratrice”.

Mentre la pubblicità del settore privato sarà una fonte primaria di profitti per la piattaforma, il successo di Facebook dipenderà dalla possibilità di evitare le norme governative. Offrendo i propri servizi essenziali di sicurezza e sorveglianza ai governi, Robb ha dichiarato: “Facebook eviterà le norme che limiteranno la sua capacità di fare soldi”.

John Robb prevede inoltre che Facebook fornirà ai governi un maggiore potenziale nell’”identificare chiunque facendo uso di Intelligenze Artificiali per il riconoscimento facciale … e quindi tracciare i loro movimenti a livello globale”.

La tecnologia è già in fase di sviluppo, con Facebook che attualmente si concentra sugli strumenti di riconoscimento facciale da utilizzare con le fotocamere nei negozi di fascia medio alta. Gli strumenti dovrebbero valutare le emozioni dei clienti e i profili comportamentali mediante il meccanismo di crowd-scanning per le espressioni facciali, e trasmettere le informazioni ai manager e ai commessi.

OPINIONE: La piattaforma sarà anche in grado di “limitare le conversazioni interne che trattano di politica a quelle approvate dal governo”, nonché “limitare le fonti ai canali approvati, impedire la discussione di argomenti vietati e indirizzare le conversazioni in modo sottile”.

Infine, ha aggiunto Robb, Facebook periodicamente “sbircerà le conversazioni private e farà l’analisi del network per identificare potenziali estremisti. Inoltre, saboterà o interverrà attivamente nei network di reclutamento di terroristi ed estremisti per danneggiare la loro efficacia nell’assicurare reclute”.

Un problema qui è che le definizioni relative al “potenziale” estremista, per non parlare dell’estremismo stesso, sono così vaghe da essere quasi inutili. Come ho già riportato per The Guardian, il Pentagono ha precedenti infausti nell’equiparare l’estremismo a qualsiasi forma di attivismo politico, critico nei confronti del governo.

Il portavoce di Facebook ha negato che la società potrebbe diventare così potente, notando che il principale appaltatore del governo americano, nell’anno fiscale 2016, “era Lockheed Martin per un valore di quasi 44 miliardi di dollari”.

Ma l’appunto di John Robb non era che Facebook sarebbe diventato il più redditizio appaltatore, ma il più “poderoso” in termini di potenzialità di influenzare le popolazioni in generale.


Scappatoia della sorveglianza di parte terza

ASSIOMA: I confini tra l’uso amministrativo e l’uso privato di Facebook per manipolare i comportamenti della popolazione sono sempre più indistinti.

Mentre Facebook ha rivendicato l’opposizione alla sorveglianza del governo, la condotta effettiva della piattaforma suggerisce il contrario.

John Robb ha descritto Facebook come “abbastanza obbediente” alle richieste di dati da parte del governo, e mi ha detto che la società non ha solo un’unità antiterrorismo, ma una “divisione di sorveglianza e censura” che sta “crescendo rapidamente”.

Non c’è da stupirsi che la società abbia combattuto attivamente negli Stati Uniti contro le leggi sulla privacy per il riconoscimento biometrico.

All’inizio del 2017, Facebook ha annunciato una linea di condotta per impedire agli sviluppatori di utilizzare i dati di Facebook per creare applicazioni per la sorveglianza. L’annuncio è arrivato dopo le rivelazioni, secondo cui i dipartimenti di polizia degli Stati Uniti avevano ottenuto un accesso speciale ai social network per rintracciare manifestanti.

Passata inosservata a quel tempo, la linea di condotta reale di Facebook per gli sviluppatori fornisce una scappatoia legale che potrebbe garantire alle agenzie governative e di polizia una via indiretta per arrivare al grado di sorveglianza di Facebook, firmando un accordo di riservatezza con un intermediario di parte terza:

“Mantenete privata la vostra chiave segreta e i token d’accesso. Potete condividerli con un operatore che agisce per far funzionare la vostra app, se viene firmato un accordo di riservatezza. Se usate servizi partner, fate loro firmare un contratto per proteggere le informazioni che avete ottenuto da noi, limitateli nell’uso di tali informazioni e mantenetele riservate.”


OPINIONE: Questa scappatoia apre potenzialmente le porte alle autorità pubbliche affinché utilizzino società terze per raggiungere esattamente gli stessi obiettivi di sorveglianza, all’insegna della riservatezza.

 Secondo Facebook, questo non è un problema: “Se le aziende stanno fornendo l’accesso ai nostri API (N.d.T. application programming interface, in italiano interfaccia di programmazione di un’applicazione)per la sorveglianza, ciò sarebbe contrario alle nostre norme. Questa non è una scappatoia. Se veniamo a conoscenza di comportamenti di violazione, adotteremo con lo sviluppatore l’azione appropriata, che può includere la rimozione dell’accesso.”

Il portavoce non è riuscito a spiegare in che modo Facebook sarebbe venuto a conoscenza di un simile comportamento di violazione, se la loro linea di condotta impedisce loro di uscire allo scoperto, perché soggetti a un protocollo di riservatezza.

La (Cyber) guerra è un giro losco

Non c’è da stupirsi, quindi, che Facebook sia diventato un campo di battaglia per le informazioni tra i governi.

Invece di corrotti trafficanti di armi che vendono armi a parti in guerra, Facebook vende strumenti di informazione ai governi su lati opposti di campi di battaglia fisici molto reali.

Il portavoce di Facebook mi ha detto che questa caratterizzazione della piattaforma è “un fondamentale fraintendimento del nostro business. Dei sei milioni di inserzionisti su Facebook, la maggior parte sono piccole e medie imprese. La pubblicità politica rappresenta solo una piccola parte del nostro business”.

Tuttavia, ciò non toglie che, nonostante la spesa politica non sia nemmeno una delle 10 migliori pubblicità con prospettiva verticale per Facebook, la società continua a incoraggiare attivamente l’opposizione ai governi e le campagne politiche a utilizzare la propria piattaforma per influenzare gli elettorati – con conseguenze altamente controverse.

E come mi ha detto John Robb, un addetto ai lavori presso il Pentagono, uno dei lati positivi più importanti, su cui Facebook fa affidamento, è aprire la porta alle attività di influenza con le quali il governo sta avendo accesso alle vaste popolazioni nazionali di quelle amministrazioni.

Finora, un totale di circa 200.000 dollari nella spesa pubblicitaria su Facebook, per le elezioni negli Stati Uniti, è stato attribuito a fonti russe. Ciò non è paragonabile alle campagne pubblicitarie di Facebook, mettendo insieme le campagne elettorali di Trump e Clinton: un’ enorme somma di 81 milioni di dollari secondo il consigliere generale di Facebook, Colin Stretch, alle udienze del Senate Intelligence Committee.

La Russia ha ricevuto numerose critiche per l’utilizzo di piattaforme come Facebook per promuovere “fake news”. Ma la vasta scala del programma pubblicitario globale di Facebook del Dipartimento di Stato americano parla da sé.

Un’analisi dei registri delle spese federali mostra che per le campagne di informazione americane nel 2010-2011 e nel 2015-2016 sono stati spesi 59.541 dollari in annunci indirizzati a parlanti Russo. Questo faceva parte di un impulso alla spesa in pubblicità di Facebook da 1,6 milioni di dollari per otto anni, da parte del Dipartimento di Stato, di Voice of America e della US Agency for International Development (USAID).

Altri Paesi presi di mira da queste campagne di influenza di Facebook comprendevano Indonesia (136.217 dollari), Pakistan (127.684 dollari), Iran (87.381 dollari), Afghanistan (61.176 dollari), nonché le ex repubbliche sovietiche dell’Armenia (33.187 dollari), Uzbekistan (19.275 dollari) e Georgia (40.100 dollari).

Questi annunci si concentrano sulla promozione delle “iniziative diplomatiche” degli Stati Uniti e spingono i lettori verso fonti di notizie filoamericane come Voice of America, sponsorizzato da Washington.

Gli acquirenti di pubblicità su Facebook sono in grado di indirizzare gli annunci con estrema precisione, a causa della grande quantità di dati detenuti da Facebook sugli utenti. Sia che usiate il telefono o il computer, Facebook raccoglie informazioni su tutto ciò che i suoi utenti fanno online, a meno che non si disconnettano dalla piattaforma.

ASSIOMA: Moria Whelan, ex Vicesegretario aggiunto per la strategia digitale presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, afferma che il Dipartimento di Stato americano raggiunge ogni giorno 30 milioni di persone tramite Facebook, spesso con supporto diretto sotto forma di addestramento e strumenti.

Dalle parole di Whelan: “[Facebook] è uno dei mezzi più utili e redditizi del potere americano e che si fa promotore delle nostre idee. Ogni ambasciata americana nel mondo ha un account – più probabilmente account multipli. Non siamo soli … Quasi tutti i governi stranieri – salvo una manciata – hanno una presenza su Facebook e le loro ambasciate usano Facebook come fonte primaria per comunicare … Facebook era un partner disponibile in modo da superare le altre piattaforme. Il team di Facebook si è innovato in modo rilevante per i professionisti della diplomazia pubblica, mentre altri siti di social media no: hanno creato corsi di formazione e sviluppato strumenti che hanno semplificato le nostre vite”.

OPINIONE: In altre parole, la relazione tra i governi e Facebook per le attività di influenza globale è sempre più simbiotica. I governi vogliono influenzare le persone. E sono disposti a pagare Facebook profumatamente per aiutarli a farlo.


Censura

Facebook “è stato costituito per realizzare una missione sociale – per rendere il mondo più aperto e connesso”, ha scritto nel 2012 il co-fondatore Mark Zuckerberg nel documento archiviato di dichiarazione S-1(3) della società.

“La nostra nuova mission è avvicinare sempre più il mondo”, ha detto alla CNN Tech nell’estate del 2017.

Eppure, la volontà di Facebook di trarre profitto dalla guerra dell’informazione globale ha già portato la piattaforma a forme dirette di censura per gli Stati autoritari.

Per quanto riguarda la Turchia, Facebook ha – secondo quanto riferito sotto la pressione del governo turco – cancellato gli account Facebook di persone che esprimono solidarietà con Rojava, una provincia autonoma curda nel nord della Siria che svolge un ruolo di primo piano nel respingere l’ISIS.

Facebook censura sistematicamente i commenti di chi è critico nei confronti del governo in IndiaPakistan Marocco.

Facebook collabora con il governo israeliano per censurare i gruppi palestinesi sulla base della sua regola di moderazione, secondo cui “qualsiasi organizzazione che si dedichi principalmente a intimidire una popolazione, un governo o faccia uso di violenza per opporsi all’occupazione di uno Stato internazionalmente riconosciuto” non può essere in ogni caso lodata, supportata o rappresentata.

Facebook ha, secondo fonti Facebook che hanno parlato con il New York Times, realizzato un software che potrebbe potenzialmente soddisfare le richieste di censura in Cina.

Facebook sta persino addolcendo orrendi crimini contro l’umanità, pulizia etnica e atti di genocidio in Myanmar (Birmania), cancellando massicciamente post degli attivisti per i Rohingya, che documentano la violenza contro i loro uomini, donne e bambini.

Ma Facebook ha negato di operare in un’alleanza efficace con Stati repressivi e autocratici: “Valutiamo i report basati sui nostri Community Standards(4). Pubblichiamo anche informazioni a livello nazionale nel nostro Rapporto sulla trasparenza, relativo alle restrizioni sui contenuti basate su violazioni della legge locale.”


Operazioni psicologiche ed elezioni

Gli usi più insidiosi di Facebook sono emersi in relazione alla società di estrazione dati Cambridge Analytica, affiliata americana di SCL Elections – una controllata della società britannica, Strategic Communications Laboratory Group, ora nota semplicemente come SCL Group.

Cambridge Analytica utilizza l’intelligenza artificiale e le tecniche di propaganda psicologica, perfezionate durante gli interventi militari USA-Britannici per influenzare le popolazioni straniere. Queste tecniche hanno agevolato la campagna elettorale di Donald Trump, e stanno emergendo prove convincenti del loro uso durante il referendum sul ruolo della Gran Bretagna nell’Unione Europea.

I dettagli sono ora abbastanza risaputi. L’azienda vantava di avere accesso ai profili psicologici di 220 milioni di cittadini americani, basati su set di dati compilati da Facebook.

Questi dati sono stati ulteriormente integrati con dati relativi agli elettori, ottenuti con l’attività pubblicitaria e utilizzati per indirizzare le persone con annunci Facebook “su misura”, accuratamente calibrati per far pressione sulle loro emozioni.

Gli analisti dei dati non sono d’accordo sull’efficacia di queste tecniche – non c’è modo di verificarne l’impatto, in quanto i modelli utilizzati non sono pubblici, ma detenuti privatamente da SCL Group e dalle sue controllate.

Nel frattempo, sono state smascherate alcune delle straordinarie connessioni politiche dell’azienda dei dati. Uno dei principali finanziatori della Cambridge Analytica, ad esempio, era l’informatico miliardario Robert Mercer, il più grande donatore della campagna elettorale di Donald Trump. Mercer deteneva una partecipazione in Breitbart News, allora diretto da Steve Bannon – che sedeva nel consiglio d’amministrazione di Cambridge Analytica come Vicepresidente, prima di diventare il capo stratega di Trump alla Casa Bianca. Mercer aveva, a quanto si dice, sollecitato Cambridge Analytica a fornire supporto per la campagna elettorale per la Brexit.


Linea diretta con lo Stato profondo

Eppure, questo è solo un quadro parziale di una rete molto più ampia di connessioni istituzionali. Le informazioni cancellate sulla società e le registrazioni societarie esistenti, esaminate da INSURGE intelligence, portano alla luce una serie di relazioni che comprendono i ranghi più segreti dell’industria di sicurezza nazionale del governo britannico, la NATO, il settore militare privato nella sua globalità e il commercio di armi, l’establishment finanziario pro-Tory e l’industria dei combustibili fossili.

SCL Elections ha operato dal 1993 per fornire ciò che ha descritto, in una sezione ora cancellata sul suo sito web, come “sondaggi elettorali d’avanguardia, ricerca del pubblico e analisi comportamentale” nelle campagne elettorali. Queste tecniche sono state “adattate da istanze in ambito militare per l’uso civile, al fine di comprendere meglio il comportamento all’interno degli elettorati”.

Un archivio del vecchio sito web di SCL fornisce un’utile dichiarazione a telecamere spente, per capire come SCL Group abbia sviluppato la sua metodologia in un contesto militare. La pagina descrive come il successo delle iniziali sperimentazioni sul campo negli anni ’90:

“… hanno incoraggiato SCL a offrire la propria competenza eccezionale alle Forze Armate Internazionali per una valutazione critica indipendente*. In seguito a un’analisi completa della metodologia e una valutazione approfondita della sua efficacia, SCL Defence ora rifornisce le forze armate più importanti a livello mondiale, inclusi il Dipartimento della Difesa statunitense e britannico”.

L’asterisco porta al seguente paragrafo:

“*Analisi indipendente della metodologia TAA [Target Audience Analysis] di SCL, intrapresa tra gli altri da ARAG – Advanced Research and Assessment Group (Regno Unito), dal Ministero della Difesa e da Sandia National Laboratories – US Department of Energy’s National Nuclear Security Administration. Sostegno pubblico delle potenzialità di SCL pubblicate dal Government Accountability Office, Dipartimento di Stato.”


Il quadro procedeva descrivendo come questa metodologia dell’influenza comportamentale fosse applicata alle popolazioni civili:

“Nello stesso periodo, SCL ha anche offerto la sua metodologia TAA ai governi e ai partiti politici di tutto il mondo. Per intraprendere questo lavoro, SCL ha istituito SCL Elections, e dal 1994 SCL Elections ha fornito la documentazione, la strategia e l’attuazione per oltre 23 campagne elettorali – SENZA SCONFITTA”.

Secondo un’altra descrizione cancellata dal sito web di SCL Group della sua divisione SCL Defense, la società aveva forti legami con il Ministero della Difesa britannico e l’intero corpo diplomatico britannico:

“SCL è un ente commerciale approvato dal governo britannico, autorizzato a intraprendere progetti militari e civili per clienti stranieri. SCL ha ricevuto l’accreditamento nella ʽList Xʼ dal Ministero della Difesa del governo britannico, lo stesso equivalente alla Facility Security Clearance (FSC) utilizzato in altri paesi, che ci fornisce l’autorizzazione approvata dal governo per gestire le informazioni contrassegnate come “sensibili” e di grado superiore. Abbiamo una vasta esperienza in tutto il mondo e le richieste possono essere indirizzate attraverso qualsiasi Alta Commissione o Ambasciata britannica”.


Secondo le indicazioni del governo del Regno Unito sui requisiti di sicurezza per gli appaltatori della ‘List X’, queste “sono società operanti nel Regno Unito che stanno lavorando a contratto governativo del Regno Unito, il che richiede loro di detenere informazioni classificate. Queste informazioni sono al livello “Secret” o superiore o informazioni dei partner internazionali classificate come “Confidential” o di livello superiore, e sono conservate presso la loro sede in un sito specifico.”

Un portavoce del governo ha confermato che attualmente SCL Group non ha contratti attivi con il Ministero della Difesa, e quindi “non ha accesso a informazioni segrete o riservate sul MoD (N.d.T. Ministry of Defense)”. Tuttavia, il portavoce non ha chiarito se SCL Group è stata da ultimo messa sotto contratto dal MoD, e per quale scopo.

OPINIONE: Il paragrafo cancellato di SCL Group si riferisce anche a come le richieste al riguardo di SCL Group, con le ambasciate britanniche come tramite a livello mondiale, potrebbero aver sfondato una porta aperta –il che è apparentemente sintomatico di una relazione simbiotica con il Foreign Office britannico.

Questa relazione del Foreign Office solleva una domanda inopportuna: le sue attività di campagna su Facebook, tuttora in corso, sono state intraprese per influenzare le elezioni nazionali al servizio degli interessi delle linee di condotta della politica estera britannica?

Quando per la prima volta ho posto questa domanda al Foreign Office, un portavoce ha risposto: “Prenderò in esame il Suo quesito, tuttavia mi è stato consigliato che magari Lei può contattare il Ministero della Difesa su questo argomento.” Nonostante le richieste d’approfondimento, non vi era disponibilità nel chiarire ulteriormente il rapporto simbiotico tra SCL Group e Foreign and Commonwealth Office (FCO).

SCL Group, inclusa la sua controllata Cambridge Analytica, non ha risposto a molteplici richieste di dichiarazione.

In precedenti dichiarazioni pubbliche, SCL Group si è impegnata a negare di aver lavorato per la “disinformazione” nelle sue attività di influenza.

Tuttavia, nel 2005, presso l’expo DSEI (Defense Systems and Equipment International), la più grande vetrina di tecnologia militare del Regno Unito, l’azienda ha esposto un modello delle sue attività. L’esempio in mostra era di un’epidemia di vaiolo in Gran Bretagna, contenuta dal governo mediante “una sofisticata campagna di inganno di massa” progettata per convincere i britannici ignari che il pericolo non è un’epidemia ma un incidente in un impianto chimico. Il risultato, presumibilmente, sarebbe che l’operazione di propaganda di SCL riduce le perdite previste da circa 10 milioni a poche migliaia.

In un altro esempio, SCL Group aiuterebbe “un Paese nell’Asia meridionale da poco democratico, nella lotta contro politici corrotti e una crescente insurrezione”, aiutando la monarchia ad appropriarsi del potere, temporaneamente, si intende. “Lo scenario di SCL sembra molto simile all’utilizzo di una società privata che aiuti a rovesciare un governo democraticamente eletto”, ha osservato Sharon Weinberger.


Il complesso militare-industriale anglo-americano

ASSIOMA: La linea diretta con lo “Stato profondo” britannico è solo un fattore nell’affinità di SCL Group con le operazioni di controinsurrezione del governo occidentale. L’altro fattore è l’esternalizzazione di tali operazioni ad appaltatori militari privati, spesso con precedenti discutibili.

A partire da maggio 2016, la controllata di SCL Group – SCL Elections – è stata gestita dal direttore generale Mark Turnbull, ex consulente di comunicazione di lunga data presso il colosso delle pubbliche relazioni, Bell Pottinger.

Durante il suo ultimo periodo a Bell Pottinger, nel suo profilo LinkedIn, Turnbull afferma di aver “consigliato sia il governo britannico che quello statunitense sul ruolo delle comunicazioni strategiche nella pianificazione e attuazione della strategia di difesa nazionale”.

Ha anche fondato e condotto nel 2004 un “potenziale strategico d’influenza per i media di Bell Pottinger, con una squadra selezionata per condurre attività di stabilizzazione, anti-radicalizzazione e riforma democratica in zone di conflitto e a sensibilità geopolitica”.

In tale veste, ha “pianificato e diretto campagne di comunicazione per il ‘cambiamento sociale’ in diversi teatri di conflitto in Medio Oriente, Africa e Asia meridionale”- tra cui, afferma, “uno sforzo settennale per il nation-building con programmi integrati multipli che sono rivolti all’anti-terrorismo, alla stabilizzazione, al conflitto etnico-settario e al riavvicinamento delle parti politiche.”

Questo è accaduto lo stesso anno, il 2004, quando Bell Pottinger ha iniziato a lavorare in Iraq, dopo aver firmato un accordo da 5,6 milioni di dollari con la Coalition Provisional Authority guidata dagli Stati Uniti per promuovere la “democrazia” nel Paese. Come riportato da Middle East Eye, all’epoca il Presidente Lord Bell aveva riferito alla rivista PR Week: “Non esiste una parola araba per la democrazia – usano la parola ‘portatore di democrazia’ (N.d.T. nell’originale si usa il vocabolo ʽdemocratierʼ), che non è di origine araba. È certamente una grande sfida per i media. Non sarà facile, ma sarà gratificante.”

Tra il 2007 e il 2011, Bell Pottinger ha ricevuto 540 milioni di dollari dal Dipartimento della Difesa statunitense per “operazioni di informazione e operazioni psicologiche”.

Secondo un ex dipendente dell’azienda, il rendimento di Bell Pottinger al Pentagono sotto la gestione di Turnbull includeva falsi video di al-Qaeda in Iraq. Questi sono stati copiati su CD e sganciati nelle strade, nelle vicinanze di soldati statunitensi in pattuglia.


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Fonte: www.medium.com

Linkhttps://medium.com/insurge-intelligence/how-facebook-will-infiltrate-national-elections-and-rule-the-world-in-less-than-10-years-unless-732da197b8fd

Fonte diretta: https://comedonchisciotte.org/come-facebook-si-infiltrera-nelle-elezioni-nazionali-e-dominera-il-mondo-in-meno-di-10-anni-a-meno-che-non-si-dica-basta/


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