Zelensky non può sfuggire alla responsabilità della crescente rabbia pubblica per la crisi del servizio di leva in Ucraina

Zelensky non può sfuggire alla responsabilità della crescente rabbia pubblica per la crisi del servizio di leva in Ucraina

di Andrew Korybko


Martedì, nel corso di una conferenza stampa, Zelensky ha rivelato che l'esercito vuole mobilitare fino a mezzo milione di coscritti in più, ma ha detto che per il momento si trattiene dall'autorizzare qualsiasi decisione in merito finché non riceverà maggiori informazioni sulle attività di queste nuove truppe. Il suo annuncio ha fatto seguito alla candida dichiarazione del consigliere Podolyak alla TV nazionale all'inizio del mese, secondo cui lo Stato scatenerà presto una campagna di "propaganda" per aiutare la coscrizione.

Il fallimento della controffensiva ha schiacciato il morale degli ucraini, ha indebolito il sostegno dell'Occidente e ha esacerbato le rivalità politiche preesistenti a Kiev, che hanno portato a un'esplosione di rabbia pubblica che Zelensky ha cercato di screditare preventivamente il mese scorso, sostenendo che la Russia sta pianificando un "Maidan 3" contro di lui. Il potente Consiglio Atlantico, tuttavia, non si è bevuto la sua bugia e uno dei suoi esperti ha appena chiesto in un articolo per Politico di formare un "governo di unità nazionale" per aiutare a gestire e mitigare la rabbia.

Il principale editorialista di affari esteri del Financial Times si è spinto oltre, citando un ex funzionario statunitense senza nome in un suo recente articolo, secondo il quale "dobbiamo capovolgere la narrazione e dire che Putin ha fallito", al fine di stabilire un "pretesto pubblicamente plausibile" per avanzare un accordo "terra-per-pace" con la Russia. Il Presidente Putin ha segnalato con forza questo mese che non è interessato a una semplice pausa del conflitto, ma è ancora aperto a mezzi politici per raggiungere gli obiettivi di sicurezza della Russia in questo conflitto.

Zelensky non è interessato a riavviare tali colloqui nonostante le pressioni occidentali, mentre l'Occidente è riluttante ad approvare le concessioni che la Russia richiede per accettare un accordo "terra in cambio di pace". Per questo motivo, la prima si sta preparando a una possibile offensiva russa, fortificando l'intero fronte, mentre la seconda potrebbe complottare una falsa bandiera contro la Bielorussia per inasprire il conflitto, con l'obiettivo di costringere la Russia a ritirare le concessioni richieste. In questa situazione di stallo, la crisi della leva ucraina si è aggravata.

La scorsa settimana il New York Times (NYT) ha pubblicato un articolo estremamente sgradevole intitolato "People Snatchers": Ukraine's Recruiters Use Harsh Tactics to Fill Ranks", seguito questa settimana da quello del Wall Street Journal intitolato "Ukraine's Front-Line Troops Are Getting Older: 'Physically, I Can't Handle This'". Tra un articolo e l'altro, il capo dell'intelligence militare ucraina Budanov ha candidamente ammesso che l'"efficienza" dei soldati di leva del suo Paese è "quasi zero", e non è difficile capire perché.

Un altro recente articolo del NYT ha riportato che "Marine ucraini in 'missione suicida' nell'attraversamento del fiume Dnipro", all'interno del quale pervadeva un sentore di ammutinamento, visto che le fonti primarie rischiavano l'accusa di insubordinazione per aver informato i media stranieri di questa situazione suicida alle spalle dei loro superiori. Il Time Magazine ha anche rivelato a fine ottobre che alcuni comandanti di prima linea avevano iniziato a rifiutare gli ordini dell'ufficio presidenziale di avanzare a causa della scarsità di armi e truppe.

Con l'aggravarsi della crisi del servizio di leva in Ucraina, l'appeal popolare del comandante in capo Zaluzhny è esploso, come dimostra un sondaggio di metà novembre citato dall'Economist in uno dei suoi articoli della fine del mese, a cui ha fatto riferimento il già citato esperto del Consiglio Atlantico. La settimana scorsa il capo delle spie straniere russe Naryshkin ha condiviso una previsione di scenario sui piani occidentali per sostituire Zelensky con Zaluzhny o una delle altre figure di spicco, che ha preceduto di una settimana esatta il pezzo dell'esperto.

Il suo appeal popolare è cresciuto parallelamente alla rabbia dell'opinione pubblica contro le autorità, in gran parte guidata dalla politica di arruolamento forzato di Zelensky, che ha appena lasciato intendere che potrebbe presto tentare di strappare un altro mezzo milione di persone dalle strade se si accorderà con quella che sostiene essere l'ultima richiesta dell'esercito. Qui sta la contraddizione, tuttavia, poiché è stata l'ammissione di Zaluzhny all'Economist, all'inizio di novembre, che il conflitto era entrato in una fase di stallo ad esacerbare la sua preesistente rivalità con Zelensky.

Il Comandante in capo sa meglio di chiunque altro in Ucraina che la vittoria massima prevista dalla sua parte contro la Russia è impossibile, ma nonostante ciò si continua a cercarla perché in ultima analisi è il Presidente a decidere se continuare o meno il conflitto. L'ordine di Zelensky di fortificare l'intero fronte invece di riprendere i colloqui di pace con la Russia, secondo quanto riferito dall'Occidente, e di rispettare unilateralmente le concessioni di sicurezza richieste da quest'ultima, in barba ai suoi patroni, è il motivo per cui è necessaria una maggiore coscrizione.

In risposta a questi compiti militari che gli sono stati affidati contro la sua volontà, Zaluzhny ha presumibilmente informato Zelenskij che si possono realizzare solo con mezzo milione di truppe in più, ma Zelenskij ha disonestamente fatto credere che il suo principale rivale abbia fatto questa richiesta da solo. Questa distorsione della verità aveva lo scopo di reindirizzare la rabbia dell'opinione pubblica contro Zaluzhny, anche se è Zelensky l'unico responsabile del tentativo di perpetuare il conflitto per motivi politici di interesse personale, mentre finalmente inizia a concludersi.

L'unica ragione per cui ricorrerebbe a un simile stratagemma è che apparentemente teme che si stia preparando un vero e proprio "Maidan 3" insieme a un imminente ammutinamento, il primo dei quali potrebbe essere incoraggiato dall'Occidente per stabilire il "pretesto pubblicamente plausibile" per il secondo, a condizione ovviamente che la decisione venga presa. Ciò non è ancora accaduto, ma questi scenari interconnessi sono ritenuti sufficientemente credibili da Zelensky per tentare preventivamente di reindirizzare la rabbia dell'opinione pubblica contro il suo principale rivale al fine di ostacolarli.

Il risultato di questa scandalosa rivelazione durante la conferenza stampa di martedì è che il leader ucraino si sente sotto pressione da tutte le parti, ma è ancora aggrappato a quelle che il Time Magazine ha descritto come le sue illusioni messianiche di massima vittoria sulla Russia, secondo un collaboratore senior senza nome. Questo intensifica ulteriormente le crisi convergenti del Paese e avvicina tutti gli attori chiave al climax apparentemente inevitabile, in cui uno di loro alla fine cede o fa un gioco di potere contro un altro per disperazione.


Pubblicato in partnership su One World – Korybko Substack

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini 

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