Wayfinding e sicurezza

Wayfinding e sicurezza

Erberto Sandon

Wayfinding negli ambienti di vita e di lavoro per il benessere e la sicurezza

Erberto Sandon, Ergonomo della Comunicazione, Eur.Erg.

Ecoingegneria – StudioSandon , Bologna, Italy

contatti: sandon@ecoingegneria.it

https://studiosandon.wordpress.com/

ABSTRACT: Il “wayfinding” è una branca dell'ergonomia cognitiva che trova applicazione in molti contesti delle attività umane, negli ambienti di vita e di lavoro. Vengono qui presi in considerazione due scenari tipici, la navigazione stradale e la cartellonistica e la segnaletica di emergenza all’interno degli edifici (scuole, ospedali, centri commerciali, aeroporti). Il senso di frustrazione e i pericoli per la sicurezza sono spesso la conseguenza di una disattenzione per le norme di usabilità e di ergonomia cognitiva. Le buone prassi di wayfinding e le euristiche di psicologia cognitiva, ove applicate, ci aiutano a muoverci con sicurezza e confidenza negli ambienti artificiali, sia all'esterno che negli spazi confinati dove è essenziale che l'uomo possa crearsi una rappresentazione mentale chiara e non ambigua della propria posizione e della disposizione spaziale dei punti di riferimento.

Parole chiave: orientamento; emergenza, traffico, ambiente, edificio


INTRODUZIONE

Il “wayfinding”

Il “wayfinding” (letteralmente: 'trovare la strada') studia l'orientamento e l'interpretazione dei segnali nell'ambito delle attività umane in ambienti artificiali. Il termine fu coniato da Kevin Lynch (1) nel suo libro “l'immagine della città”. L'ambiente costruito può essere più o meno “leggibile” in relazione al una corretta progettazione delle planimetrie, delle indicazioni, delle forme spaziali.

Razionale

Chi non ha mai sperimentato un certo angoscioso senso di disorientamento in un aeroporto, in una città non conosciuta e l'impossibilità o la difficoltà di percepire dai segnali visivi la propria posizione e quella di una meta da raggiungere?

In questo studio vengono analizzati e discussi alcuni esempi specifici, relativi agli spostamenti (auto)stradali e alla evacuazione degli edifici in condizioni di emergenza.

MATERIALI E METODI

Le considerazioni qui riportate sono il frutto di una ”expert evaluation” condotta dall’Autore nel corso degli anni a valle di esperienze personali e studi sistematici condotti sull’argomento. Per quanto attiene alle scelte metodologiche, si sono considerate le principali euristiche di usabilità e di ergonomia cognitiva ritenute applicabili al wayfinding. Si ricorda qui che la segnaletica e la cartellonistica è peraltro oggetto di numerose norme e disposizioni legislative, come ad esempio la norma UNI EN 1838. Vi sono altresì indicazioni di buone prassi desumibili da manualistica nazionale e internazionale, come ad esempio la scelta dimensione del carattere di testo in funzione della distanza. (Tabella 1). Nel presente studio vendono invece focalizzate considerazioni euristiche di psicologia cognitiva.

Tab.1 - Dimensioni del c arattere in funzione della distanza di visione


RISULTATI

Nel presente studio mi sono soffermato su due aree: la cartellonistica stradale e le indicazioni di emergenza all’interno degli edifici. Nella prima area applicativa mi sono concentrato sulle problematiche relative alle decisioni da prendere durante la guida, qualora questa non sia assistita da moderni sistemi di navigazione satellitare. Riporto qui l’esempio relativo alle uscite della tangenziale di Bologna, che si sviluppa per vari chilometri attorno alla città. Le uscite sono numerate e appositi cartelli forniscono al guidatore informazioni sulla destinazione d’uscita. Il problema che ho rilevato è nella scelta dei termini utilizzati per indicare l’uscita, come nell’esempio che propongo.

Figura 1 – Proseguire o uscire?

Figura 2 – Uscita Fiera nella tangenziale di Bologna

Figura 3– Uscita Fiera (dettaglio)

La decisione se proseguire od uscire a destra deve essere molto rapida...l'unica cosa che ci aiuta a capire la differente destinazione locale sono i piccoli simboli riportati a destra della scritta “BOLOGNA” la piccola sagoma di un aeroplano per indicare l'aeroporto che raggiungeremo se proseguiamo dritti, e il simbolo del “centro” e l'icona di un fascio di bandiere colorate (simbolo un po' ambiguo e dipendente dalla cultura) per indicare la “Fiera”, che raggiungeremo uscendo a destra.

Nella seconda area ho considerato la segnaletica e la cartellonistica presente all’interno di edifici pubblici (scuole, uffici, ospedali) relative alla evacuazione di emergenza in caso di incendio, raccogliendo immagini e riflessioni ricavate durante il corso dell’indagine.

Figura 4 – Indicazioni per l’emergenza


Le indicazioni relative all’emergenza incendio sono in varia misura presenti in tutti gli ambienti che mi è capitato di visitare durante lo studio, ma la loro efficacia appare spesso compromessa da uno o più fattori.

Figura 5– Cartello con indicazioni per l’evacuazione in un ambiente pubblico

Figura 6– Via di fuga associata a cartello di divieto

Figura 7 – Via di fuga associata a divieto di accesso

Figura 8 – STOP, ma non se state fuggendo dall’incendio


DISCUSSIONE

Consideriamo la cartellonistica stradale mostrata nella precedente sezione (Figure 1,2,3). Distinguere i simboli relativamente piccoli non è sempre agevole, sarebbe molto meglio scrivere “aeroporto” e “fiera”, ed omettere l'indicazione 'Bologna'. Siamo sulla tangenziale di Bologna e nessuno si aspetta di trovare l'indicazione per l'aeroporto di Verona o di Venezia o per la Fiera di Milano.

Scrivere due volte 'Bologna' per indicare spazi della città di cui si sta percorrendo la tangenziale è allora del tutto inutile e addirittura fuorviante, ruba spazio prezioso e non facilita la comprensione della destinazione che andrebbe semplicemente scritta: 'Fiera' , 'Aeroporto'.

Nella cartellonistica per l’emergenza l’efficacia appare compromessa dai seguenti fattori:

1. Ubicazione dei cartelli, spesso in posizioni di scarsa visibilità, ad una altezza quasi sempre eccessiva (spesso a più di 200 cm di altezza dal pavimento) considerando che il fumo tende a condensarsi negli strati più alti dei volumi interni)

2. mappe non orientate e non contestualizzate (Figura 3)

3. Eccessiva enfasi sulla “non praticabiità” delle uscite di emergenza in condizioni normali (uso improprio) più che sull’invito a utilizzarle quando necessario. Spesso sono associate a indicazioni di “divieto” (Figure 5,6,7).

4. nei piani di evacuazione prevale un linguaggio gergale non chiaro, non semplice, non essenziale (Figura 4)

Dalle esperienze condotte si evidenzia quindi come il senso di disorientamento e le conseguenze negative in termini di benessere e sicurezza sono sovente legate alla mancata applicazione di regole ed euristiche riconducibili alla ergonomia cognitiva.


CONCLUSIONI

Le norme di ergonomia cognitiva e la buone prassi di wayfinding appaiono spesso disattese nella progettazione e nella realizzazione dell’ambiente costruito e ciò può generare disagio, frustrazione dell’utente e aumentare il rischio nelle situazioni di emergenza come le evacuazioni in caso di incendio. Sarebbe auspicabile un maggiore coinvolgimento degli ergonomi durante le fasi di progetto ed anche in fase attuativa al fine di garantire benessere e sicurezza per gli utenti nella fruizione degli spazi costruiti. Appare essenziale che l'uomo possa crearsi una 'mappa concettuale' del luogo, cioè una rappresentazione mentale chiara e non ambigua della propria posizione e della disposizione spaziale dei punti di riferimento, al fine di potersi muovere con confidenza e sicurezza specialmente in condizioni di emergenza.

BIBLIOGRAFIA

  1. Lynch, K. (1960). The image of the city. Cambridge, MA: The MIT Press.


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