Vita sotto la soglia della povertà

Vita sotto la soglia della povertà


Nell'aprile 1982 la rivista Newsweek pubblicò un reportage con un titolo che raramente si vede sulle pagine della stampa americana: “La vita sotto la soglia della povertà”. In quel momento, nel Paese capitalista più ricco del mondo, 29,3 milioni di persone vivevano “al di sotto della soglia di povertà”, come si dice da quelle parti.

La rivista ricordava che nella primavera del 1964 il presidente Lyndon Baines Johnson, dopo aver dichiarato una “guerra alla povertà”, fece un frenetico giro di cinque ore attraverso cinque Stati degli Appalachi. Johnson e, con l'aiuto della televisione, tutta l'America, videro la povertà al suo estremo. “Per un giorno, nella primavera del 1964, il volto smunto e stanco di Tom Fletcher fu il simbolo della povertà in America”, scrisse Newsweek. Fletcher, un operaio di 38 anni che lavorava in una segheria, raccontò a Johnson, davanti alle telecamere, cosa significava mantenere una famiglia di dieci persone con 400 dollari all'anno e vivere anno dopo anno con le magre razioni della carità.

Diciotto anni dopo, “il volto della povertà in America”, ha detto Newsweek, “potrebbe appartenere a Joyce Reeves, che vive con i suoi tre figli piccoli in una minuscola roulotte”. Reeves ha trentasette anni e i suoi sussidi mensili bastano a malapena a pagare l'affitto e il pane quotidiano della famiglia. Solo i due figli più piccoli fanno colazione; un uovo è un regalo del sabato mattina. La signora Reeves indossa scarpe da uomo che ha recuperato da una discarica...

Quattro mesi dopo quell'articolo di Newsweek, il 16 agosto 1982, US News & World Report fornì una cifra precisa: negli Stati Uniti c'erano già 31,8 milioni di poveri. Si prevede che la cifra salirà a 36 milioni entro il 1985. Il motivo di una crescita così rapida è spiegato dal direttore esecutivo di un'associazione di beneficenza con sede ad Atlanta, Steve Suitts. Ha detto che il Presidente Reagan ha “trasformato la guerra alla povertà in una guerra ai poveri”. I programmi di assistenza sociale sono stati tagliati: i fondi stanziati dal bilancio federale sono stati dirottati nelle casse del Pentagono. Di conseguenza, circa 400.000 famiglie povere sono state private dei buoni pasto. Gli aiuti alle madri non sposate sono stati tagliati di 1.200 milioni di dollari, e così via.

La “guerra contro i poveri” continua: nel bilancio statale per l'anno fiscale 1984-1985 l'amministrazione Reagan ha previsto nuovi tagli ai programmi assistenziali e al numero di posti di lavoro. Le aride statistiche non possono dare un quadro completo dei risultati di questo assalto, anche se possono rivelare molto sulle tragedie umane in America. Un aumento di appena l'1% del livello di disoccupazione negli Stati Uniti comporta un aumento del 4,1% del numero di casi di suicidio. La rivista americana Political Affairs ha dichiarato che ogni anno più di 27.000 americani si suicidano. Nonostante le dichiarazioni ufficiali contrarie, il Paese vive in un'atmosfera di catastrofe nascosta e di patologia sociale di dimensioni impressionanti.



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