Via crucis cittadina 3 aprile 2020

Via crucis cittadina 3 aprile 2020

Pastorale giovanile - zona Trento


Via crucis cittadina

Trento - venerdì 3 aprile 2020


Negli ultimi due anni, affrontando la lettura del vangelo di Luca, abbiamo strada facendo incontrati tanti momenti della vita di Gesù che ci riportano a pensare alla sua Passione. Per questa ragione ad ogni stazione daremo un rimando a questi brani che ci mostrano come nella vita di Gesù la Passione sia il culmine e la tensione verso cui muovono tutti i suoi passi.


1. L'ISTITUZIONE DELL’EUCARISTIA

Lc 22,14-30

Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio». Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi».

«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. ll Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!».  Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.

E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.

Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele.

 

Il desiderio di Gesù di cenare con i suoi amici e di condividere con loro la Pasqua ci riporta alla mente la sua richiesta di potersi fermare a casa di Zaccheo. Sembra che Gesù voglia annunciarci la sua presenza entrando nelle nostre case e sedendo con noi a tavola. Lc 19,1-10

2. GESÙ PREGA PER PIETRO

Lc 22,31-34.54-62

«Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».

Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano.

Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!».

Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». Passata circa un'ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici».

E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

 

Il momento in cui Pietro nega ripetutamente di conoscere Gesù ci riporta al momento in cui lo aveva riconosciuto come “Il Cristo di Dio”. Cosa passa tra il riconoscimento e il tradimento?  Lc 9,18-21

 

3. GESÙ DAVANTI AL SINEDRIO

Lc 22,63-71


E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa' il profeta! Chi è che ti ha colpito?». E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.

Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro sinedrio e gli dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma d'ora in poi il Figlio dell'uomo siederà alla destra della potenza di Dio». Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli rispose loro: «Voi stessi dite che io lo sono». E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

 

Davanti al Sinedrio Gesù è assediato da persone che tentano di metterlo in difficoltà, di farlo cadere. Non è la prima volta che viene messo alla prova e interrogato. Le sue risposte ci comunicano sempre parole equilibrate e inattaccabili. Come: “Rendete dunque quello che è di Cesare a Cesare e quello che è di Dio a Dio.” Lc 20,20-26

4. LA CROCIFISSIONE DI GESÙ

Lc 23,33-38

Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero Gesù e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.

Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c'era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».

 

Gesù in croce si trova vicino ai due malfattori, ai piedi della croce i capi e i soldati. Continua a essere provocato, quasi gli altri siano disturbati da una sofferenza tanto composta. Lo intimano di salvarsi se veramente è re. In modo simile lo tentava il diavolo nel deserto quando gli diceva: “Se sei tu il figlio di Dio, gettati giù di qui”. Gesù non ha bisogno di sfidare il Padre né di salvarsi da solo per dimostrare di essere figlio e re, gli basta amare ancora, perdonare ancora, fidarsi ancora del Padre. Lc 4, 1-13

5. LA MORTE DI GESÙ

Lc 23,44-49

Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.

Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest'uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.

 

Le ultime parole di Gesù per il Padre ci ricordano le prime parole del Padre per lui: “Tu sei il figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento”. La vita pubblica di Gesù è incorniciata dalla relazione strettissima e intima tra lui e il Padre, tra le parole “Figlio mio” e “Padre mio”. Lc 3,21-22

 

6. I DISCEPOLI DI EMMAUS

Lc 24,13-35

Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.

Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: "Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?".

Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: "Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?". Domandò loro: "Che cosa?".

Gli risposero: "Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto".

Disse loro: "Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.

Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: "Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto". Egli entrò per rimanere con loro.

Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: "Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?". Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!". Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

 

I discepoli di Emmaus, che riconoscono Gesù dal modo in cui egli spezza il pane per loro, dopo aver camminato con lui ci ricorda il momento in cui Gesù sul monte cambia aspetto davanti Pietro, Giacomo e Giovanni e si mostra nella sua gloria.

Sembra che la gloria di Gesù sia spezzarsi e farsi pane per noi e da questo possiamo riconoscerlo nelle nostre vite. Lc 9,28-36


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