Vertice BRICS: l'ultimo chiodo nella bara del multipolarismo

Vertice BRICS: l'ultimo chiodo nella bara del multipolarismo

di Iurie Rosca

Devo ritornare al mio precedente articolo dedicato allo stesso evento[1] - "I BRICS minacciano l'agenda globalista?" - perché mi è sfuggito un dettaglio eclatante che in realtà rappresenta la chiave di lettura di questo conglomerato statale visto da alcuni come garanzia di un futuro luminoso e non imperialista, in cui le nazioni saranno in un continuo stato di giubilo, cooperazione e prosperità. Materiale, ovviamente, perché questo paradigma non solo è dominante, ma è l'unico valido al momento.

Si sa che è meglio nascondere una cosa quando la si mette nel posto più visibile. Questo è esattamente ciò che è successo in quell'incontro internazionale, almeno per me. Ringrazio ancora una volta il mio amico Jesse Zurawell di TNT Radio, New York, per avermi messo in guardia su questo tema.

Quindi, per capire l'essenza di questa organizzazione piuttosto amorfa ed eclettica era sufficiente notare il nome dell'evento di Johannesburg, in Sudafrica, dal 22 al 24 agosto.

"Il tema della sessione è "BRICS e Africa: Partnership per la crescita reciprocamente accelerata, lo sviluppo sostenibile e il multilateralismo inclusivo".  [enfasi mia]

Come vediamo, "l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile" è la missione principale di questo gruppo di Paesi.

Questa strategia di reimpostazione del mondo nell'interesse dell'élite globalista, che nasce dalle elaborazioni del Club di Roma nei documenti ufficiali del Vertice della Terra di Rio de Janeiro del 1992[2], trova la sua continuazione in un altro evento delle Nazioni Unite che si è svolto nella stessa città sudafricana due decenni fa[3]. Cito dal sito ufficiale delle Nazioni Unite:

 "La piena attuazione dell'Agenda 21, il Programma per l'ulteriore attuazione dell'Agenda 21 e gli impegni per i principi di Rio sono stati fortemente riaffermati al Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (WSSD) tenutosi a Johannesburg, in Sudafrica, dal 26 agosto al 4 settembre 2002".

Infine, c'è stata l'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2015 che ha rinfrescato la strategia globalista di imporre un'unica direzione a tutti i Paesi del mondo, nota colloquialmente come Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Tutte queste cose noiose che ho invocato sopra sono ben note a un pubblico informato. Ma le cito qui solo per dimostrare che il BRICS non si è discostato di una virgola dal piano generale di instaurare il Nuovo Ordine Mondiale profetizzato dai globalisti, e nelle funzioni di un governo mondiale non dichiarato ha preso il controllo dell'ONU nella sua interezza.

Cosa resta dunque della pretesa di una nuova architettura delle relazioni internazionali? Qual è la grande frattura geopolitica compiuta dai BRICS? E cosa può significare qualsiasi cambiamento cosmetico nel sistema internazionale se il gioco è condotto dalle stesse entità private globaliste che controllano le Nazioni Unite? La regola dell'aritmetica ci insegna che cambiare il posto dei termini non cambia il risultato. E le stesse premesse portano agli stessi risultati. Soprattutto quando la forza motrice rimane la stessa.

Vale la pena ricordare che l'idea stessa di creare questo conglomerato di Stati con l'acronimo BRICS non è nata all'interno di nessuno di essi, ma è opera della megacorporazione transnazionale Goldman Sachs, uno degli attori principali nel mondo degli squali finanziari[4]. Noto anche che Goldman Sachs è uno dei principali proprietari della Fed, che a un certo punto ha capito che questo gruppo di Paesi poteva rappresentare un'enorme opportunità per nuovi investimenti.

L'intenzione stessa di lanciare una possibile nuova moneta che sostituisca il dollaro negli scambi tra i Paesi BRICS, anche se rappresenterebbe un pericolo per il dominio americano, non metterebbe necessariamente in pericolo la plutocrazia mondiale. Tale valuta potrebbe avere un valore se, a differenza del dollaro, fosse convertibile in oro. E il primo controllore dell'oro al mondo è ancora il clan Rothschild. La cleptocrazia mondiale è per eccellenza apolide, e nel corso della storia del capitalismo è migrata con successo dalle città italiane ai Paesi Bassi, poi al Regno Unito e, dopo la seconda guerra mondiale, agli Stati Uniti. Quindi cosa ci fa credere che queste entità extraterritoriali non possano avere lo stesso successo verso la Cina e gli altri Paesi BRICS?

Non insisteremo su chi ha istigato le due guerre mondiali e su chi ne ha tratto vantaggio. Non ricorderemo nemmeno chi è stato all'origine della Società delle Nazioni dopo la Prima Guerra Mondiale, e dopo la Seconda Guerra Mondiale ha prodotto le Nazioni Unite. Ma è bene non dimenticare il ruolo degli eterni filantropi del clan Rockefeller nella creazione e nel sostegno dell'ONU:

"Il profondo interesse di JDR Jr. per le relazioni internazionali si rifletteva nei suoi numerosi contributi alle cause internazionali. Il più importante è stato forse il suo dono di 8,5 milioni di dollari nel dicembre 1946 per l'acquisto del terreno per la sede permanente delle Nazioni Unite a Manhattan. In precedenza, JDR Jr. aveva donato l'edificio della biblioteca di Ginevra alla Società delle Nazioni"[5].

E se conosciamo queste verità storiche che hanno ridisegnato il mondo nel XX secolo, perché non ammettere che nel XXI secolo, mentre è in corso la Terza Guerra Mondiale nella sua forma ibrida, la stessa élite globalista non farebbe la stessa manovra, preparando la riforma delle Nazioni Unite? Il Segretario generale dell'ONU Guterres ha sottolineato nel suo discorso al vertice BRICS di qualche giorno fa questa idea come esca per il pubblico.

Ora concentriamoci un po' su due termini presenti nel nome del vertice BRICS di Johannesburg, ovvero "Multilateralismo inclusivo". Il termine "inclusivo" è stato recentemente promosso dai leader del capitalismo corporativo insieme a nozioni come "partenariato pubblico-privato" come espressione della definitiva subordinazione degli Stati agli interessi privati dei "padroni del denaro" che si preparano a diventare padroni del mondo.

Il cosiddetto Consiglio del Capitalismo Inclusivo è stato creato l'8 dicembre 2020[6]. Riunisce tutti i principali gangster del Big Money, che si sono lanciati usando Papa Francesco come marchio. Questo papa è un fedele servitore dell'élite globalista, che sostiene sia l'agenda LGBT che il mito del riscaldamento globale e qualsiasi altra iniziativa del capitalismo corporativo. I veri leader di questa mafia internazionale che ha subordinato tutti gli Stati e tutte le organizzazioni internazionali non si nascondono nemmeno troppo. Vi prego di applaudire il VIP n. 1 di questa fantastica iniziativa per rendere felice l'umanità, la signora Lynn Forester de Rothschild:

"Lynn Forester de Rothschild è socio fondatore e amministratore di Inclusive Capital Partners, che cerca di ottenere rendimenti positivamente differenziati mettendo in campo le sue competenze di governance e la sua disciplina di investimento di valore per migliorare le prestazioni ambientali e sociali delle imprese in cui investe. È anche fondatrice della Coalition for Inclusive Capitalism e del Council for Inclusive Capitalism[7]".

Torniamo al termine "multilateralismo". Non mi addentrerò nel tema delle varie scuole nel campo delle relazioni internazionali; Kissinger lo ha fatto per tutti a suo tempo. Mi limito a rimandarvi alla pagina di Wikipedia[8] su questo argomento, citando una sola frase di questa fonte:

"Le organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite (ONU) e l'Organizzazione Mondiale del Commercio, sono di natura multilaterale".

Suona bene, ma funziona male. Chi è in grado di cogliere il quadro generale sa che dietro a persone come Guterres ci sono i veri protagonisti. E l'imposizione infida e morbida di un'agenda comune a tutti gli Stati attraverso tali organizzazioni è una tecnica verificata dei globalisti.

Pertanto, date le circostanze sopra menzionate, sottolineo ancora una volta che i BRICS non sono un'alternativa alla governance globale dei globalisti, ma una parte integrante di essa. E l'esistenza di grandi rivalità e persino di guerre tra i vari gruppi di Stati non contraddice affatto la loro agenda comune tracciata dall'alto attraverso l'ONU o l'OMS. Al contrario, queste divisioni e questi conflitti servono da eccellente paravento per far avanzare la strategia globalista.

Lascio ai praticanti della geopolitica onirica o, se volete, del realismo magico nelle relazioni internazionali (termine preso in prestito dalla letteratura) il compito di teorizzare l'emergere di poli alternativi al sistema globalista. Personalmente, preferisco la verità, che diventa davvero eclatante.

In conclusione, ritorno alla tesi esposta nel titolo di questo articolo. Il recente vertice dei BRICS ha messo l'ultimo chiodo sulla bara del multipolarismo. Il resto è solo un'illusione, una confusione tra la realtà e il desiderabile o talvolta pura propaganda.

 

[1] https://telegra.ph/Does-BRICS-threaten-the-globalist-agenda-08-24

[2] https://sustainabledevelopment.un.org/outcomedocuments/agenda21

[3] https://sustainabledevelopment.un.org/milesstones/wssd

[4] https://www.goldmansachs.com/intelligence/archive/building-better.html https://www.investopedia.com/terms/b/brics.asp, https://www.cnbc.com/video/2022/09/12/brics-how-a-goldman-sachs-acronym-became-a-strategic-economic-bloc.html

[5] https://dimes.rockarch.org/agents/StJ2oY6P3jzUEnLxquKVLT

[6] https://www.inclusivecapitalism.com/about/; https://www.youtube.com/watch?v=USWLnN-jkJo

[7] https://www.inclusivecapitalism.com/news-insights/lynn-forester-de-rothschild-on-launching-the-council/

[8] https://en.wikipedia.org/wiki/Multilateralism

 

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini

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