Botros 1 - Un libro

Botros 1 - Un libro

Giovanna Moscato

Leggere è una delle attività più gratificanti.
Tutta la mia vita è costellata dalla lettura di libri, più o meno interessanti.
Ho iniziato sfogliando gli storici fumetti di Topolino, Paperino in primis e poi di Braccio di Ferro, Diabolik. Mi immergevo così tanto nella  lettura che non riuscivo a distrarmi nemmeno per pochi secondi, e quando mia madre mi chiamava per aiutarla in qualche faccenda domestica ero solita risponderle “un minuto e arrivo”, ma quel minuto durava delle ore. Ero vorace, nutrivo la mia passione per la lettura anche con libri leggeri come i romanzi Harmony, quante di voi ricorderanno la serie di romanzi rosa a lieto fino che inneggiavano all’amore che puntualmente nasceva tra una giovane donna di belle speranze e un aitante ragazzo di buona famiglia? Poi alla Scuola media una professoressa illuminata, la prof De Riso, dal sorriso dolce e dalle movenze delicate di una farfalla, ci portò nella biblioteca della scuola e ci fece scegliere dei libri da leggere. Il mio sguardo cadde su “Piccole donne”, e da lì la mia passione è cresciuta a dismisura.

Da allora non ho più smesso, e oggi viste le mille cose da fare preferisco leggere solo nei periodi di interruzione delle attività perché so che se inizio a leggere poi non riesco più a fermarmi.

Ma perché leggere mi chiederete voi?

Anche solo sfogliando un libro è possibile percorrere migliaia di chilometri, saltare nello spazio e nel tempo, vivere vite diverse e nessuno può porre un limite alla tua fantasia, nessuno può dirti cosa puoi fare o non fare, puoi  librarti in volo e guardare il mondo sotto diverse prospettive.


Come dicevo prima, il primo romanzo che ha colpito la mia fantasia e che oggi può apparire fuori moda è “Piccole Donne” di Louisa May Alcott, un classico della letteratura americana.

Il libro Piccole Donne

Molto semplicemente è la storia di quattro sorelle, la più grande è Meg, poi c’è Jo, Beth ed Amy. Le quattro ragazze ancora adolescenti vivono con la mamma durante la guerra di Secessione, mentre il loro papà è andato in guerra. Vivono in una situazione di povertà pur conservando una certa dignità che le rende nobili e straordinarie.

La mia preferita è sempre stata Jo, una ragazza dal carattere forte e deciso, indomabile e orgogliosa. L’amore per la loro mamma è tale da far sì che nonostante le ristrettezze economiche a Natale le facciano un dono per ringraziarla dei sacrifici che fa per loro.

Ognuna di loro racchiude in sé uno scrigno di elevate qualità morali ma anche di debolezze tipicamente umane. Meg è la donnina giudiziosa e seria, Jo è forte e indipendente, a volte è fin troppo schietta, Beth è dolce e accomodante mentre Amy è civettuola e femminile .

Le ragazze della famiglia March conoscono Laurie, un ragazzo agiato che vive con il nonno. Con Laurie Jo stringe uno grande rapporto di amicizia che il ragazzo vorrebbe sfociasse in una relazione amorosa ma Jo non prova per lui quel tipo di interesse.
Le loro giornate trascorrono tra chiacchiere e scampagnate.

La vicenda si dipana tra tanti avvenimenti, alcuni dei quali dolorosi, il signor March viene ferito e la moglie si reca da lui per curarlo. Beth si ammala e purtroppo dopo poco tempo muore, lasciando nello sconforto le sue care sorelle. Ma la vita lenisce ogni dolore, Meg infatti si innamora del signor Brooke e corona il suo sogno d’amore.

Il papà torna finalmente dalla guerra mentre Jo, antesignana di un prototipo di donna indipendente e anticonformista, va a New York dove coltiva la sua passione per la scrittura mentre Amy e Laurie alla fine si sposano.

Tutto il romanzo è un esempio di vita in cui l’amore per la propria famiglia prevale e il rispetto di sani principi morali intesse ogni relazione tra i personaggi.

Insomma si tratta di una storia che malgrado sia ambientata in tempi e in luoghi lontani affascina per la sua semplicità e l’esaltazione degli aspetti più belli della vita: l’amore e l’amicizia.

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