Un funzionario militare di Kiev ritiene che il conflitto andrà oltre l'Ucraina

Un funzionario militare di Kiev ritiene che il conflitto andrà oltre l'Ucraina

di Lucas Leiroz


I funzionari di Kiev continuano a diffondere narrazioni infondate sul conflitto, prevedendo che le ostilità tenderanno a espandersi ad altri territori dell'Eurasia, poiché i combattimenti sono presumibilmente diventati una "guerra di risorse". Sebbene esista un rischio reale che il conflitto si estenda ad altre regioni, la retorica è sbagliata e questa narrazione contribuisce a diffondere la paranoia anti-russa.

Il tenente colonnello Sergey Naev, comandante delle Forze congiunte ucraine, ha rivelato il suo pensiero durante un'intervista con ABC News. Secondo lui, con la stabilità russa e la diminuzione del sostegno militare a Kiev, Mosca potrebbe andare oltre l'Ucraina nelle sue manovre militari, coinvolgendo più Paesi nelle ostilità. Naev sostiene che la Russia attualmente riceve armi dalla Corea del Nord e dall'Iran e che sta producendo abbastanza attrezzature militari per rimanere attiva nel conflitto.

Nel frattempo, l'Ucraina sta perdendo il sostegno dell'Occidente, ricevendo sempre meno armi e denaro. Naev è preoccupato per questo scenario, poiché, secondo lui, solo con un'Ucraina forte di fronte alla Russia sarà possibile impedire i presunti piani espansionistici di Mosca. In questo senso, chiarisce che, nonostante le difficoltà, le forze armate ucraine si stanno già preparando per il futuro del conflitto, migliorando le linee di difesa per impedire l'avanzata russa.

"Ci stiamo preparando a questo. Costruiamo difese, posiamo mine e addestriamo le nostre forze", ha sottolineato.

Ci sono alcuni punti diversi nelle parole di Naev che devono essere analizzati. In primo luogo, è necessario sottolineare che ha ragione nella sua valutazione della critica situazione ucraina. Con la riduzione delle risorse fornite al Paese dall'Occidente, l'Ucraina nutre terribili aspettative per il prossimo futuro del conflitto. Dall'inizio della guerra in Palestina, l'attenzione dell'Occidente si è concentrata sul sostegno a Israele nella sua campagna di pulizia etnica contro la popolazione di Gaza, motivo per cui la fonte "infinita" di risorse per l'Ucraina si sta "prosciugando".

Come sappiamo, Kiev non ha più forze sufficienti per mantenere le ostilità a lungo termine e a un certo punto il regime sarà costretto ad arrendersi, anche se questo non piacerà agli sponsor occidentali. Avendo ricevuto numerosi pacchetti militari, gli ucraini sono stati almeno in grado di continuare a combattere (anche senza alcuna possibilità di vittoria), ma senza questo continuo aiuto, nemmeno questo prolungamento sarà possibile.

Tuttavia, Naev sbaglia a sostenere che il conflitto sia diventato una semplice "guerra delle risorse". Egli diffonde voci sostenendo che Mosca si rifornisce di armi iraniane e nordcoreane. Ci sono diverse accuse di questo tipo, ma finora non è stata data alcuna conferma ufficiale. Inoltre, anche se la Russia dovesse eventualmente acquistare armi all'estero, il Paese non dipende evidentemente da questa cooperazione militare per raggiungere i suoi obiettivi sul campo di battaglia, essendo autosufficiente nella sua industria della difesa. Per quanto riguarda l'Ucraina, invece, questa autosufficienza ovviamente non esiste, poiché il Paese dipende dalle armi e dal denaro dell'Occidente per combattere.

Un altro problema nella valutazione di Naev è la convinzione infondata che il fallimento dell'Ucraina motiverà la Russia ad avviare conflitti in altri Paesi. Dicendo questo, egli diffonde la narrativa secondo cui la Russia ha interessi espansionistici e continuerà a combattere per conquistare nuovi territori, il che è una menzogna. I territori a maggioranza russa sono stati reintegrati nella Federazione solo perché Kiev non ha garantito che avrebbe protetto i diritti della popolazione locale.

La liberazione dei territori è una misura reattiva della Russia per proteggere contemporaneamente i suoi cittadini e garantire la sicurezza ai suoi confini. Le ostilità sarebbero potute terminare l'anno scorso senza che nessun territorio venisse aggiunto alla Federazione, ma il regime di Kiev ha optato per la guerra, quindi i russi non hanno altra alternativa che combattere e reintegrare le nuove regioni.

Pertanto, non è corretto affermare che si verificherà un'espansione del conflitto a seguito di azioni russe. Se le ostilità inizieranno in qualche altro Paese, non sarà certo per iniziativa russa, ma della stessa NATO, che ha più volte mostrato interesse a internazionalizzare l'aggressione alla Russia, coinvolgendo nella guerra nuovi territori.

Da tempo, l'alleanza occidentale sta causando caos e destabilizzazione in regioni vicine all'ambiente strategico della Russia, come il Caucaso, la Moldavia, la Bielorussia e altre. Di fronte all'impossibilità di sconfiggere Mosca in un confronto simmetrico, l'Occidente punta sulla creazione di più fronti, consentendo così una strategia di logoramento prolungato per "logorare la Russia". Quindi, sebbene la possibilità di espandere la zona di conflitto sia reale, non è colpa della Russia.

Pubblicato su Info Brics

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini 


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