Ultimatum all'Albania operazione O.M.T

Ultimatum all'Albania operazione O.M.T


"lo scenario"

L'accelerazione di Hitler in Cecoslovacchia provoca in Italia la paura di perdere in Europa orientale quelle piccole fette di influenza che ci eravamo così duramente conquistate nel tempo. Sul trono di Albania intanto sedeva da alcuni anni Re Zog, ex presidente della Repubblica autoproclamatosi Re,  Fra le pochissime ricchezze di questo paese si favoleggia quella del petrolio che resterà appunto favola.

L'Anic ('Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili, società italiana fondata nel 1936 per la trasformazione dei carboni e dei bitumi in benzina), nonostante l'anti-economicità costruirà qui due raffinerie. Dal sottosuolo esce una mistura strana lontana parente del petrolio, solo gli italiani riescono ad usarla (cattivi petroli, oli e catrami). Il problema è l’alto contenuto di zolfo del petrolio albanese, che richiede l’adozione di particolari processi di raffinazione ed elevati investimenti.

Contatti che Zog (anti-nazionalista) avrebbe preferito avere con Inglesi e i soliti Francesi, fecero propendere Mussolini per un azione mirata di forza tesa ad assicurarsi anche militarmente il territorio.

L'Albania era stata chiamata il Belgio Italiano per le già numerose collaborazioni tra le due nazioni. Questi ebbero la loro consolidazione nel 1925. In quest’anno infatti si stipulò un accordo con Zog (futuro re d’Albania) che prevedeva la fondazione della banca nazionale albanese tramite crediti italiani. Questo legame si fece più forte quando nel 1926 e nel 1927 i due governi decisero di sottoscrivere rispettivamente il primo e il secondo Patto di Tirana. Questi patti sancivano una vera e propria alleanza tra l’Italia fascista e l’Albania, la quale era vista, nella politica estera mussoliniana, come baluardo contro una possibile espansione Jugoslava.

L'Asse Roma Berlino, in quel momento più che un asse stabile sembrava un dondolo. I tedeschi le loro intenzioni le annunciavano a decisione presa o peggio a partita chiusa, il rischio di un invasione tedesca in Albania era alta.

Dopo l'Anschluss dell'Austria, da noi dolentemente riconosciuto, e quello della Cecoslovacchia si ritenne quindi necessario rispolverare il vecchio piano di annessione, per appunto scongiurare uno scenario poco piacevole.

Uno schema pacifico di protettorato "pesante" con relativo ultimatum venne sottoposto al Re Zog il 25 marzo 1939.

Zog a sinistra con Ciano

"operazione O.M.T. oltre mare Tirana"

Il 5 Aprile il governo Albanese rese nota la sua opposizione  e lo stesso fece il parlamento il giorno seguente.Vi furono molte dimostrazioni in quasi tutte le città con le quali il popolo chiedeva di essere armato per combattere il nemico che stava invadendo l’Albania.

Il primo attacco delle forze italiane avvenne via mare; esse cercarono di occupare per prime le città portuali: Durazzo, Valona e Saranda. L’avvicinamento delle navi militari ai porti albanesi avvenne intorno alle ore 04 del giorno 7 Aprile 1939. La colonna che sbarcò nella città di Valona aveva come compito quello di occupare, oltre alla città, anche i luoghi e le altre città vicine. La colonna era formata da un reggimento di bersaglieri composto di due battaglioni, un gruppo di milizia fascista, più mezzi pesanti e leggeri.  L’attacco degli italiani fu rapido e  in poco tempo occuparono tutto il paese. Le perdite sono ridotte a 12 morti anche perchè l'Albania non fece molta resistenza.


Il 9 Aprile 1939 gli Italiani crearono il Comitato di amministrazione provvisoria  e due giorni dopo nominarono un’Assemblea Costituente, che già il 12 aprile votò l’unione dell’Albania all’Italia e nominò un governo albanese che decise di donare al re d’Italia, Vittorio Emanuele III, la corona di “Re d’Albania”.


Vittorio Emanuele III riceve la corona di re d'Albania


Nel paese si stabilirono circa centomila soldati Italiani. Il 2 Giugno fu creato il partito fascista albanese, le cui scelte dipendevano direttamente dagli ordini impartiti dallo stesso Mussolini. Il giorno seguente fu promulgato un decreto secondo il quale tutti i dipendenti pubblici dovevano fare atto di fedeltà di al re d’Italia e ai suoi discendenti, pena la sospensione dal lavoro. In seguito, oltre ai soldati già arrivati nel Paese, furono portati molti altri  operai di varie specializzazioni, Soltanto nel periodo che va dal luglio del 1939 ai primi mesi del 1940 arrivarono dall’Italia in Albania circa 50 o 60 mila uomini. Nella città di Valona oltre alle società che già vi si trovavano prima dell’invasione vi si crearono molte altre società, il cui scopo era di costruire aeroporti, porti, strade e ferrovie. La creazione della Grande Albania, venne presa con forte entusiasmo dalla popolazione albanese che hanno ed avranno sempre un meraviglioso ricordo di quel dolce invasore.

Report Page