“Tutta la Scrittura è ispirata” (2 Tim. 3:16)

“Tutta la Scrittura è ispirata” (2 Tim. 3:16)

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David Splane

“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio”. Ora fermiamoci un momento qui ed esaminiamo questa frase, perché c’è parecchio da esaminare. Cominciamo dall’ultimo pezzo, “ispirata da Dio”. Noi sappiamo cosa vuol dire. Significa che Geova Dio mise i suoi pensieri nella mente di alcuni uomini e quegli uomini li misero per iscritto. Ne conosciamo il significato. Ma quando nel ministero di casa in casa parliamo con una persona del fatto che la Bibbia è ispirata da Dio, lei capisce veramente quello che intendiamo? Probabilmente no. Perché no? Perché oggi la parola “ispirato” assume diversi significati. “Il film che andrà in onda è ispirato a fatti realmente accaduti”. Ma il film non c’entra con Dio. Un poeta o un cantautore possono essere ispirati da un bel tramonto. Quindi se qualcuno non conosce molto bene la Bibbia, probabilmente non capirà che cosa intendiamo quando gli diciamo che la Bibbia è ispirata da Dio. E così gli dovremo spiegare che la Bibbia contiene i pensieri di Dio per gli uomini e non quello che gli uomini pensano di Dio. Ma ora concentriamoci di più sulla prima parte del versetto, “tutta la Scrittura”. Una cosa dobbiamo chiedercela. Come hanno fatto Paolo e gli altri scrittori biblici e tutti i primi cristiani, come hanno fatto a decidere quali scritti erano ispirati e quali no? Prenderemo in esame 3 passi biblici per capire meglio il punto. Prendete con me Luca 1:1. Leggiamolo insieme. Il nostro obiettivo è capire se allora era difficile decidere se un certo scritto era ispirato oppure no. Luca 1:1, Luca scrive: “Dal momento che in molti si sono accinti a compilare un resoconto dei fatti di cui noi siamo pienamente convinti”. Cosa sta dicendo qui Luca? C’erano molti vangeli sulla vita di Gesù Cristo nel I secolo, eppure solo 4 Vangeli furono considerati ispirati. Perché proprio quei 4? I cristiani misero sul tavolo un mucchio di manoscritti e dissero: “Oh, mi piace questo, e questo invece non tanto”? Non sarebbe stato un buon modo per capire quali libri considerare canonici e quali no. C’è un secondo passo biblico che dobbiamo valutare come esempio. La prima lettera di Paolo ai Corinti non fu la prima lettera di Paolo ai Corinti. Se prendete 1 Corinti 5:9 capite cosa intendo. Qui in 1 Corinti 5:9, l’apostolo Paolo scrisse nella sua prima lettera ai Corinti: “Nella mia lettera vi avevo scritto di smettere di stare in compagnia di chi pratica l’immoralità sessuale”. Quindi Paolo scrisse già una lettera prima di quella che noi chiamiamo la sua prima lettera ai Corinti. Così, se volessimo essere pignoli, diremmo che questa è la prima lettera ispirata di Paolo ai Corinti, perché la sua prima lettera non fu mai accettata come parte del canone biblico. Perché no? Era una lettera incoraggiante? Senza dubbio. Era accurata sotto ogni aspetto? Forse. O forse no. Non era ispirata. Ma perché diciamo “forse no”? Il libro <i>Perspicacia</i> fa un interessante commento riguardo alle opere degli scrittori biblici quando non scrivevano sotto ispirazione. E parlando di questi scritti, il libro <i>Perspicacia</i> dice che “potevano riflettere in qualche modo l’intendimento incompleto esistente nei primi anni della congregazione cristiana”. Forse qualcuno avrà scritto per conto suo a qualche congregazione o a un fratello. Magari il discepolo Giacomo può aver scritto a qualcuno prima che la decisione sulla circoncisione venisse presa, dicendo: “Beh, probabilmente la cosa migliore è che i cristiani non ebrei vengano circoncisi”. Avrebbe potuto scrivere qualcosa del genere. Ma poi venne presa una decisione sotto l’influenza dello spirito santo e Giacomo ha parlato e scritto in armonia con lo spirito santo. E ovviamente la sua lettera, la lettera di Giacomo, fu scritta sotto ispirazione. Quindi quando gli scrittori biblici erano ispirati, le loro lettere e i loro scritti erano completamente accurati. Ma consideriamo un ultimo esempio, leggiamo Colossesi 4:16. Paolo scrisse: “E quando questa lettera sarà stata letta fra voi, fate in modo che sia letta anche nella congregazione di Laodicea, e [notate] anche voi leggete quella inviata ai laodicesi”. La lettera ai colossesi, ispirata. La lettera ai laodicesi, non ispirata. Beh, come si è arrivati a questa decisione? La Chiesa Cattolica afferma che furono i cosiddetti padri della chiesa a prendere la decisione di redigere il canone biblico al Concilio di Cartagine nel 397 E.V. Ma in realtà la decisione venne presa molto, molto prima di allora. Lo capiamo se leggiamo le parole di Pietro in 2 Pietro 3:16. Spesso leggiamo questo versetto per un’altra ragione, ma leggiamo 2 Pietro 3:16 e pensiamo al canone biblico. Qui Pietro parla di Paolo e dice: “Lui vi ha parlato di queste cose come fa in tutte le sue lettere”. Ora, quando Pietro scrive siamo nell’anno 64 E.V., il che vuol dire che almeno 13 delle 14 lettere di Paolo sono già in circolazione. Poi parla di quello che scrive Paolo in tutte le sue lettere: “Comunque, ci sono alcune cose difficili da capire, che gli ignoranti e gli instabili distorcono, come fanno anche con il resto delle Scritture”. Quindi abbiamo capito che già nel 64 era stato deciso che le lettere di Paolo facessero parte delle Scritture. Come? Non abbiamo ancora risposto a questa domanda. Continuiamo a chiedercelo, ma non abbiamo risposto. La risposta si trova in 1 Corinti capitolo 12, versetto 10. E ricordiamo perché stiamo leggendo questo versetto. Noi stiamo cercando il modo in cui i cristiani del I secolo riuscirono a decidere quali lettere e quali libri biblici erano ispirati e quali no. Qui Paolo sta parlando dei doni dello spirito e dice che viene dato “a uno il compiere opere potenti, a un altro il profetizzare, a un altro il distinguere le dichiarazioni ispirate”. Quindi alcuni cristiani del I secolo ricevettero, grazie allo spirito, il miracoloso dono che permetteva loro di determinare, di discernere quali scritti erano ispirati e quali no, e quali quindi dovevano far parte del canone biblico. E se ci pensiamo questo ha senso, vero? Lo spirito santo ha guidato la stesura della Bibbia, e lo spirito santo ha guidato la raccolta degli scritti ispirati che insieme compongono quello che conosciamo come “tutta la Scrittura”. “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio”.

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