The Il Principe Thorvald

The Il Principe Thorvald

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The Il Principe Thorvald

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Un principe vichingo dell'undicesimo secolo naviga in America per trovare suo padre, che in un precedente viaggio era stato catturato dagli indiani.
Non è sempre triste riscoprire un ricordo della tua infanzia che hai molto apprezzato, ma poi trovarlo da adulto, e non essere in grado di capire come diavolo avresti potuto averlo gradito in primo luogo. È così che ho provato nel vedere questo film da un po 'di tempo fa. Riesco a ricordare vividamente quando sono andato a vedere questo film quando avevo dieci anni, e io ei miei amici ne siamo rimasti piacevolmente colpiti. In effetti l'ho visto tre volte in una settimana. (nessuna bugia) Quando l'ho visto per l'ultima volta, ho riflettuto su come non avrei potuto vedere la falsificazione FATAL di Lee Majors. Come ho trascurato il nero (!?) viking. Perché non concepivo che la trama di questo fosse così ridicolmente stupida (vichinghi contro indiani americani). Sigh, è un triste fatto della vita, il più intelligente che ottieni, il DUMBER ti rendi conto di essere.
Una banda di vichinghi coraggiosi guidati dal possente guerriero Thorvald (giocato in legno con la serietà irriducibile di Lee Majors) si reca in America per salvare il loro amato re norvegese Eurich (Mel Ferrer che sfoggia ridendo capelli biondi e barba ridicoli) dalle cattive grinfie di una tribù selvaggia di indiani irochesi. <br/> <br/> Lo scrittore / regista Charles B. Pierce in realtà armeggia la palla con risultati spesso strepitosi: gli accenti loschi, l'accuratezza storica molto discutibile, anacronismi abbaglianti, alcuni casting seriamente egregia (Jerry Lewis movie regular Kathleen Freeman come un'irata vecchia indiana e Jack Elam come un mago sinistro con il cappuccio, il falco e il gobbo vincono i grandiosi premi), l'uso goffo del lento movimento, la narrazione ridicolmente solenne e alcuni pezzi di battaglia inetticamente messi in scena tutti conferire a questa gloriosamente atroce gutturale un certo irresistibile fascino kitsch. Cornel Wilde si comporta bene come il nobile Ragnar, la sensuale Susie Coelho taglia una figura possente e poderosa rivelando le pelli di animali come un'utile bella fanciulla Winetta, e Jimmy Clem riesce ad essere credibile e accattivante come il muto hulk dal cuore tenero Olif. La colonna sonora di Jamie Mendoza-Nava colpisce la scena. La sontuosa cinematografia widescreen di Robert Bethard offre un look affascinante. Un assoluto spasso e mezzo.

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