T. Rowe Price, come va l'azionario Usa post-crisi

T. Rowe Price, come va l'azionario Usa post-crisi

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Le parole dei due esperti

Come si è adattata T. Rowe Price allo scenario imposto dal coronavirus?
Eric Papesh: “Il contesto è stato senza dubbi molto sfidante. Sottolineerei due aspetti: il primo riguarda l’engagement all’interno della società. Durante l’isolamento, i nostri analisti, gestori e trader sono rimasti in stretto contatto tra di loro. Il secondo è l’engagement con i management delle aziende. Siamo riusciti a mantenere livelli di dialogo simili a quelli del 2019 e ciò riflette la solidità delle relazioni costruite nel tempo con le società in cui investiamo”.
Julian Cook: “Aggiungerei che è stata interessante la natura delle nostre conversazioni con le aziende. Ci ha colpito in particolar modo constatare come queste siano state disposte a parlare con noi su come si stanno adattando, affrontando punti come il livello delle riserve di liquidità, il profilo di maturità del debito e la struttura dei costi. Ciò ci ha permesso di capire come stanno reagendo alla crisi e chi sarà meglio posizionato per uscirne”.

Sembra che ci sia una divergenza notevole tra la performance dei mercati azionari e quella dell’economia. Credete che sia sostenibile?
EP: “La risposta in breve è no. L’azionario ha rimbalzato in modo deciso dai minimi di marzo, mentre l’economia si è contratta notevolmente. Se pensiamo all’azionario come a un meccanismo anticipatore, allora viene prezzato molto ottimismo e sembrerebbe che gli investitori siano propensi a guardare oltre il breve termine. A nostro avviso, l’equity sperimenterà molta volatilità nei mesi a venire, che dipenderà dai progressi (o mancati progressi) nella lotta alla pandemia. In ogni caso, nel lungo termine questa divergenza non dovrebbe persistere”.
JC: “La domanda chiave è: torneremo davvero a un normale scenario di recessione? Ci sono segnali che non possiamo ignorare, come il 13% di disoccupati nella popolazione USA e le chiusure di molti business, e che avranno implicazioni tanto più significative tanto più durerà questa anormalità. Di conseguenza, siamo cauti nelle previsioni sulla durata di questa divergenza, anche se è ovvio che non sia sostenibile nel lungo termine”.

Parlando di recessione, crede che il Governo abbia fatto abbastanza per supportare l’economia?
EP: “Il Governo e la Banca Centrale sono stati molto rapidi nel rispondere alla crisi, dimostrando un impegno chiaro a fare tutto il necessario per superarla. Ciò è di per sé incoraggiante e crediamo che abbiano fatto un buon lavoro”.
JC: “Un aspetto positivo della crisi finanziaria globale è che ha insegnato ai governi globali e alle banche centrali come rispondere e la reazione di quest’ultima crisi è stata da manuale. Tuttavia, bisogna chiedersi se i miglioramenti sono dovuti a un reale progresso dell’economia o se derivano solo dalla spinta degli stimoli fiscali alla fiducia dei consumatori. Ecco perché avere relazioni strette con le aziende ci è di aiuto. Ad esempio di recente una società leader globale nei pagamenti ha confermato di aver assistito a un incremento dell’attività di spesa, ma di ritenere che ciò dipende dagli stimoli di breve termine. Questi insight sono cruciali per i nostri team di investimento”.

T. Rowe Price è stata in grado di trarre vantaggio dalla volatilità degli ultimi mesi?
EP: “Sì, assolutamente. Abbiamo visto un incremento generalizzato delle attività di trading, soprattutto negli stadi mediani della crisi, focalizzati inizialmente sulle aziende con caratteristiche difensive, come bilanci solidi, ampia liquidità e buon accesso al capitale. Man mano che la fiducia è risalita, il focus si è spostato sulle società che potevano emergere dalla crisi in posizioni buone o addirittura migliori rispetto ai competitor”.
JC: “Abbiamo sfruttato la volatilità per acquistare diverse società che erano state vendute in eccesso, a nostro avviso. La volatilità crea le dislocazioni di cui i gestori attivi vanno a caccia per generare alpha”.

In generale, quando vi aspettate di iniziare a vedere una ripresa degli utili?
JC: “Crediamo che non torneremo sui livelli del 2019 prima del 2022 inoltrato. Anche qui sembra esserci una decorrelazione tra le aspettative moderate sugli utili per i prossimi 12 mesi e il forte rally dell’azionario USA. A nostro avviso, la ripresa potrebbe richiedere più tempo di quello che prevedono in molti. Per noi sarà graduale, una sorta di ‘V’ allungata”.

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