Sui Beni Comuni e la giunta Manfredi

Sui Beni Comuni e la giunta Manfredi

Santa Fede Liberata

Sull'onda delle lotte per la difesa dell'acqua pubblica, contro gli inceneritori, e per il corretto ciclo della raccolta dei rifiuti, i movimenti della città si sono posti come obiettivo un maggior radicamento sul territorio, partendo dal recupero delle strutture abbandonate o messe in progetti di speculazione. La storia dei Beni Comuni parte da questo contesto e pone al centro “l'Assemblea” come fulcro dell’autonomia organizzativa e decisionale dei luoghi. Tutto ciò ha determinato la creazione di percorsi inclusivi e di attraversamento degli spazi comuni. Quindi singoli individui e collettivi sono stati protagonisti attivi della difesa dei diritti negati. L’agire di questa esperienza e sperimentazione, sono stati il metodo e il principio fondante dei beni comuni, con essa si è sviluppata e consolidata l’idea di autodeterminazione di processi di vita alternativa per un mondo possibile. Nonostante le differenze dei luoghi, si è sempre avuto come elemento di unità tra gli spazi il rispetto per le autonomie decisionali, secondo cui solo l’assemblea è il centro portante di ogni attività e decisione.

La forza e la determinazione delle lotte dei Beni Comuni hanno con il tempo suscitato interesse e attenzione da parte della giunta De Magistris, che siglò una delibera riconoscendone il valore e l'esperienza. Nonostante alcuni equivoci e tentativi di restaurazione, vincendo ogni idea di regolamentazione e normalizzazione, si affermò il principio che ogni spazio avesse la sua "dichiarazione d’intenti" (nel rispetto delle pratiche e delle diversità territoriali).

Oggi la nuova giunta Manfredi con una delibera dichiara:

In questo modo il processo dei Beni Comuni perde quella centralità e quella autonomia che lo ha sempre caratterizzato, per ricostruirsi attraverso un gruppo di lavoro che redige un regolamento dei beni comuni e dell’economia civile integrato ai servizi comunali interessati.

Dopo questa delibera e la successiva riunione con l’assessora si evince la non centralità delle comunità, con l’idea di una normativa unica che mette in discussione l’autonomia dei luoghi in nome dell'inclusione. Un inclusione che così come concepita dalle nostre pratiche, è sempre stata attenta a tutte quelle minoranze e ai senza voce, molto diversa da un idea di inclusione che prevede la figura di rappresentanti o esperti del settore. L'inclusione è un concetto di incontro e collaborazione tra le realtà esistenti, in un processo che sperimenta il luogo come includente di tutte le diversità.

Le richieste fatte dall’assessorato mettono in discussione i metodi e principi delle pratiche fin qui operate ponendoci la prospettiva di un processo istituzionale. Di fronte a questo cambio di prospettiva ci sembra necessario confrontarci attraverso la pratica assembleare con tutte le soggettività politiche, gli abitanti del quartiere, i tanti giovani che negli anni hanno attraversato e animato con dibattiti ed attività di mutuo soccorso il nostro spazio, per discutere insieme prima di ogni tavolo sulle proposte avanzate dall’assessorato. Questo perché fuori da ogni rappresentanza il parere di ogni individuo che ha fatto parte delle nostre lotte per noi è rilevante e anche perché possa esserne a conoscenza e valutare insieme le proposte dell’istituzione. A tal fine comunichiamo che non parteciperemo alla riunione del 3 agosto. Alla luce di questi incontri daremo una risposta unitaria per la partecipazione o non partecipazione a eventuali prossimi incontri. Mettendo in campo la nostra pratica fondamentale: la relazione con il territorio e la città, intesi come luoghi di lotta e di saperi che accrescono mutualismo e solidarietà, nella prospettiva comunitaria di autonomia politica e sociale. Di pari passo ci proponiamo di sostenere con la rete dei BC e chiunque voglia farne parte le lotte per la difesa delle spiagge pubbliche e per il diritto all'abitare, ci faremo promotori di iniziative per la difesa dell'acqua bene comune, e contro ogni privatizzazione e svendita della città. Sosterremo iniziative e mobilitazioni: contro il carovita , contro la crescita delle povertà e per il diritto alla salute di tutte e tutti. Inoltre in tempi brevi promuoveremo un’iniziativa sui beni comuni esclusi dal dibattito poiché qualsiasi luogo di iniziativa sociale è di fatto un bene comune.

Report Page