Stoltenberg e Kuleba hanno ammesso senza volerlo che la Russia è più forte della NATO

Stoltenberg e Kuleba hanno ammesso senza volerlo che la Russia è più forte della NATO

di Andrew Korybko


"La guerra per procura della NATO contro la Russia attraverso l'Ucraina sembra essere in via di conclusione", il che ha spinto i media mainstream a condizionare l'opinione pubblica occidentale per quella che potrebbe diventare una serie di compromessi pragmatici l'anno prossimo, volti a congelare il conflitto attraverso un armistizio. A riprova di ciò, basta guardare l'Economist che ammette la superiorità della Russia nella guerra elettronica o Politico che si scaglia contro Zelensky deridendo i suoi "sogni" nell'ultimo articolo che lo riguarda.

Anche funzionari come il Segretario Generale della NATO Stoltenberg e il Ministro degli Esteri ucraino Kuleba hanno contribuito a questa tendenza, anche se involontariamente. Ad esempio, il primo ha ammesso che "anche con questo sostanziale e significativo sostegno militare da parte degli alleati della NATO, [l'Ucraina] non è stata in grado, nell'ultimo anno, di spostare la linea del fronte. E questo riflette il fatto che non dovremmo mai sottovalutare la Russia". Sebbene si sia impegnato a continuare a sostenere l'Ucraina, le sue parole suggeriscono che non farà alcuna differenza. 

Per quanto riguarda il secondo, l'alto diplomatico si è vantato di come "Stiamo diventando di fatto un esercito della NATO in termini di capacità tecnica, gestione, approcci e principi di gestione di un esercito". In un colpo solo, ha riaffermato ciò che il capo della NATO ha involontariamente ammesso sull'incapacità del suo blocco di sconfiggere la Russia, dando al contempo credito alla valutazione ufficiale della Russia sul conflitto come guerra per procura con la NATO. Insieme, Stoltenberg e Kuleba hanno appena arrecato un danno immenso alla reputazione della NATO.

Soffermandosi sulle loro rivelazioni, appare evidente che la Russia è così forte da aver respinto con successo il potenziale combinato della NATO e delle altre decine di partner in tutto il mondo che hanno contribuito collettivamente alla controffensiva dell'Ucraina, infine fallita, durante l'estate. Il vanto di Kuleba su come le forze del suo schieramento funzionino oggi come un "esercito NATO di fatto" sottolinea questo punto e dimostra che Stoltenberg non aveva torto quando ha detto che "non dovremmo mai sottovalutare la Russia".

Confrontando i commenti dei due, tuttavia, si nota un crescente scollamento tra le rispettive percezioni di questo conflitto. Mentre il capo della NATO riconosce tacitamente la forza della Russia, il principale diplomatico ucraino continua a negare questa realtà, il che non è sorprendente, poiché si allinea con quelle che il Time Magazine ha descritto come le illusioni messianiche di vittoria del suo capo, secondo quanto riferito da un consulente senior senza nome. Questo spiega perché Kiev non ha ancora aderito alle pressioni occidentali per riprendere i colloqui con la Russia.

Al contrario, Zelensky ha inavvertitamente scatenato una caccia alle streghe tra i suoi stessi servizi di sicurezza, sostenendo che i cosiddetti "agenti russi" stanno cospirando per orchestrare un "Maidan 3" contro di lui, il che si inserisce nel contesto della sua crescente rivalità con il sempre più popolare comandante in capo Zaluzhny. Stoltenberg deve continuare a sostenere in pubblico l'Ucraina "fino a quando sarà necessario", secondo il mantra occidentale, nonostante abbia letto le scritte sul muro, ma Zelensky e i suoi simili, come Kuleba, credono ancora di poter vincere.

Si prevede quindi che le divisioni tra la NATO e l'Ucraina continueranno ad allargarsi, con tutto ciò che ne consegue in termini di possibili attriti tra i due Paesi, quanto più a lungo Kiev continuerà a operare sotto le illusioni messianiche della sua leadership politica, il che potrebbe portare la NATO a sostenere Zaluzhny. Dopo tutto, egli condivide la valutazione di Stoltenberg sulla forza della Russia, come dimostra la sua ammissione all'Economist, all'inizio di novembre, che il conflitto è entrato in una fase di stallo, a differenza di Zelensky che ancora oggi lo nega.

Pubblicato in partnership su One world – Korybko Substack

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini 

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