Sosteniamo lealmente il ‘Principe della Pace’

Sosteniamo lealmente il ‘Principe della Pace’

Mark Noumair

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Immaginate la scena. È notte fonda. Siete nel giardino di Getsemani con i vostri più cari amici e il vostro caro Insegnante. All’improvviso sentite arrivare un gruppo di persone. Alla loro testa c’è un uomo che conoscete, Giuda Iscariota. Lui si avvicina a Gesù e lo bacia sulla guancia. Poi si fa da parte e degli uomini si avvicinano per arrestare Gesù. Siete in preda all’agitazione. Stanno arrestando il vostro Maestro e Signore, il Figlio di Dio. Ma come può essere? Cosa dovreste fare? Mentre state ancora pensando a cosa fare, Pietro sfodera la spada e taglia l’orecchio dello schiavo del sommo sacerdote. Poi Gesù dice a Pietro: “Rimetti la spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada moriranno di spada”. A quel punto assistete a una scena incredibile, Gesù tocca l’orecchio dell’uomo e lo guarisce. Pietro deve aver pensato che combattere a favore del Figlio di Dio fosse una cosa importante e nobile. Ma Gesù non la pensava così. Con sole 6 parole, “rimetti la spada al suo posto”, Gesù insegnò ai suoi discepoli un’importante lezione. Quella non era la loro battaglia e non era nemmeno il momento di combattere. Quindi in questo discorso focalizzeremo la nostra attenzione su un modo sottile in cui chiunque di noi, come Pietro, potrebbe inavvertitamente lasciarsi coinvolgere nei conflitti di questo mondo, senza neppure rendersene conto. E parleremo anche di come possiamo evitare di fare questo grave errore. Ma prima vediamo insieme perché Gesù non chiese a suo Padre di mandargli “12 legioni di angeli” che lo aiutassero mentre veniva arrestato. La risposta ha a che fare con il nome di Gesù. Quindi vi prego di aprire la Bibbia in Isaia al capitolo 9. Leggiamo insieme il versetto 6. Isaia 9:6. Allora, sappiamo che Gesù ha molti titoli ma in questo versetto ci concentreremo solo su uno di questi. Versetto 6: “Infatti ci è nato un bambino, ci è stato dato un figlio; e il governo sarà sulle sue spalle. Il suo nome sarà Consigliere meraviglioso, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace”. Perché Gesù è definito “Principe della pace”? Beh, considerate quello che gli angeli di Geova dichiararono ai pastori nei campi alla nascita di Gesù. Lo leggiamo in Luca 2:14. Dissero: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e sulla terra pace fra gli uomini che egli approva!” Era quanto mai appropriato che gli angeli annunciassero che alla nascita di colui che doveva essere il Principe della pace, ci sarebbe stata pace da Dio per quelli che lui approvava. Ma quando si realizzerà questa pace? Non c’era pace quando Gesù era sulla terra e non c’è pace oggi nel mondo. Anziché vedere la pace cosa vediamo? Vediamo le nazioni che sono continuamente in lotta e in guerra. Fanno a gara per la conquista del potere. Il mondo è pieno di violenza e spargimento di sangue. Ma non dobbiamo in alcun modo scoraggiarci. Il fatto che non ci sia la pace non significa che non stia per arrivare. Ricordiamo che Isaia 9:6 non è un sogno o un’illusione. È una promessa dell’Iddio Onnipotente, e Geova non può mentire. Tutte le sue profezie si adempiono. Infatti, leggiamo l’ultima parte del versetto 7 in Isaia capitolo 9. L’ultima frase del versetto 7 dice, notate: “Lo zelo di Geova degli eserciti farà questo”. Cosa significa? Che Geova non fa mai niente senza metterci i sentimenti. Lui vuole portare la pace e lo farà. Possiamo essere sicuri che qualunque cosa Geova prometta la realizzerà completamente. Quindi come si realizzerà la pace sulla terra? Il Principe della pace ci dà un indizio al riguardo? Sì, ce lo dà. Questo indizio su come otterremo la pace è sulla bocca di milioni di persone in tutto il mondo, lo conoscono e lo recitano a memoria. Leggiamolo. Lo troviamo in Matteo 6:9, 10. Matteo 6:9, 10. È un pensiero bellissimo! È il modo in cui otterremo una pace che durerà per sempre. E questa pace dipende dall’adempimento di questi versetti. Leggiamo il 9: “Voi dovete dunque pregare così: ‘Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome’”. Il nome di Geova. Diamo risalto al nome di Dio non semplicemente perché vogliamo trasmettere una dottrina religiosa. Tutti devono conoscere il nome di Dio e considerarlo qualcosa di santo e da rispettare. Deve essere considerato un nome sacro e bisogna togliere tutto il biasimo che è stato riversato su questo nome. Di fatto, il benessere dell’intero universo e di tutte le creature dipende dalla santificazione del nome di Geova. Adesso leggiamo il versetto 10: “Venga il tuo Regno. Si compia la tua volontà, come in cielo, così sulla terra”. Regno di Dio, 3 parole ma così ricche di significato. Il Regno di Dio è il governo più potente che gli esseri umani potranno mai vedere. Non c’è nazione o impero che possa competere con la potenza del Regno di Dio. E qualsiasi nazione ritenga di poter fermare l’arrivo del Regno di Dio è come una formichina che si piazza sulle rotaie mentre sta per passare il treno e con orgoglio, in tono di sfida, alza la zampetta e dice: “Ti ordino di fermarti! Non passerai mai su di me”. Il governo celeste di Dio ha il potere di distruggere tutti i governi violenti di oggi. Sono come formiche per Geova. Lui li priverà della capacità di combattere guerre, di fomentare conflitti e di spargere sangue. Quindi Matteo 6:9, 10 contiene la chiave per il raggiungimento della pace. È il Regno di Dio l’unica strada che porta alla vera pace. E Gesù nel suo ruolo di Re in Rivelazione 19:15 viene descritto mentre ‘colpisce le nazioni con una verga di ferro’. Molto presto Geova darà il comando a suo Figlio e lui distruggerà qualsiasi cosa ostacoli la pace. Il terrore con cui siamo abituati a convivere giorno dopo giorno sparirà per sempre. E cosa accadrà dopo? Ecco quello che accadrà: Salmo 37:10, 11. Apriamo Bibbia in Salmo 37:10, 11 e lasciamo che questa profezia arrivi con tutta la sua forza alla nostra mente e al nostro cuore e ci dia una speranza per il futuro. Salmo 37:10: “Ancora un po’ e i malvagi non ci saranno più [ancora un po’]; guarderai verso il luogo in cui erano, e non li troverai”. “Ancora un po’”. È come quando i bambini durante un viaggio chiedono ai genitori: “Siamo arrivati?” E i genitori rispondono: “Ancora un po’”. E così i bambini si sentono più tranquilli. Succede un po’ la stessa cosa a noi. Provate a immaginare. Uscite per strada e vi guardate intorno. C’è qualche malvagio in giro? Non riuscirete a trovarne nemmeno uno. “I malvagi non ci saranno più”. “Ma i mansueti erediteranno la terra”. Questo è quello che dice il versetto 11. Leggiamolo insieme: “Ma i mansueti erediteranno la terra e proveranno immensa gioia nell’abbondanza di pace”. È un bellissimo versetto. Gli esseri umani saranno in pace. Saranno in pace con sé stessi, con gli altri, con Dio. Come vi fa sentire questo? Pensateci un attimo. Riuscite a vedervi in un nuovo mondo dove regnerà la pace, dove le uniche notizie del giorno saranno: “Chi è stato risuscitato oggi? Quale nuovo studente mi è stato affidato? Chi dovrò aiutare a conoscere Geova?” Immaginate la gioia di studiare con una persona non semplicemente di un’altra cultura ma addirittura di un’altra epoca, di immedesimarvi nei suoi sentimenti man mano che impara ad amare Geova come lo amate voi. Molto presto il Principe della pace trasformerà questo mondo in qualcosa di meraviglioso. Non ci saranno più confini, nessuna minaccia, nessuna preoccupazione, solo abbondanza di pace con i nostri fratelli e sorelle. Volete esserci? Anche io voglio esserci. Quindi, come possiamo sostenere lealmente il Principe della pace? Guardate il video che segue e notate alcuni modi in cui possiamo farlo già da ora. “Io non faccio parte del mondo”. Ma il mondo fa parte di me? Ovunque mi giri c’è qualcosa che mi porta a essere coinvolta nelle questioni politiche che mi toccano da vicino. Problemi sociali, problemi ambientali e problemi economici. Tutte queste pressioni potrebbero farmi perdere la pace interiore e influire su quello che penso. Potrei sviluppare forti opinioni politiche e schierarmi anche senza accorgermene. Ma so che Geova risolverà tutti i problemi che ci sono oggi. E lo farà con il suo Regno governato da suo Figlio, Gesù Cristo. Dimostro di sostenere il Regno con le mie preghiere, con quello che penso e quello che provo e insegnando ad altri quello che il Regno farà per tutti noi. So che ci sono milioni di fratelli e sorelle in tutto il mondo che sostengono lealmente il “Principe della pace”, proprio come me, perché io, io, io non faccio parte del mondo. Che cosa turba la pace nel paese in cui vivete, intorno a voi, nella vostra città, nella vostra comunità? Probabilmente le tematiche sociali più sentite. Avete notato in che modo i 2 fratelli e la sorella hanno sostenuto lealmente il Principe della pace? Quali questioni li preoccupavano? L’aumento delle tasse, gravi ingiustizie e la noncuranza verso l’ambiente, tutte cose che di per sé sembravano nobili cause per cui combattere. “Perché i colpevoli la fanno sempre franca? Non è giusto. Dobbiamo fare qualcosa”. Vi suonano familiari questi ragionamenti? Forse non abbiamo come Pietro una spada letterale in mano, ma potremmo sentirci come lui in alcuni momenti. E se non stiamo attenti, questioni che ci stanno molto a cuore potrebbero caricarci emotivamente e farci perdere l’equilibrio spirituale. Quindi cosa può aiutarci quando vediamo cose che non vanno? Ricordiamo quello che il Principe della pace disse a Pietro in quel momento carico di tensione: “Rimetti la spada al suo posto”. In altre parole, questa non è la tua battaglia. Allora cosa facciamo? Facciamo qualcosa di molto meglio che combattere. Noi predichiamo. Ogni volta che parliamo della buona notizia del Regno dimostriamo di sostenere il governo di Gesù. Ma teniamo presente questo punto: se crediamo veramente nella buona notizia del Regno non faremo niente che possa renderci inadatti a parlarne ad altri. Lo ripeto un’altra volta, è davvero importante. Se crediamo veramente nella buona notizia del Regno, non faremo niente che possa renderci inadatti a parlarne ad altri. Perché? Scopriamolo insieme. Leggiamo quello che Pietro stesso disse riportato in 1 Pietro 2:12. 1 Pietro 2:12. Pietro qui ci aiuta a capire perché dovremmo stare sempre molto attenti a come ci comportiamo. 1 Pietro 2:12: “Mantenete una condotta eccellente fra le nazioni, così che, quando vi accusano di essere malfattori, siano testimoni oculari delle vostre opere eccellenti e di conseguenza diano gloria a Dio nel giorno della sua ispezione”. Pietro dovette imparare a farlo. Riusciamo a vedere il collegamento? Le nostre azioni e le nostre parole si riflettono in modo diretto su Geova. Quando le persone ci vedono, vedono un popolo che adora Geova e quando ci sentono parlare, sentono parlare un popolo che adora Geova. Immaginate cosa ne sarebbe della nostra libertà di parola riguardo al Regno di Dio se esprimessimo una qualche posizione in una questione politica. E può succedere così facilmente. Può succedere al lavoro, a scuola, con i parenti e così via. Satana sa sistemare molto bene la trappola. E poi sta lì ad aspettare. Se solo riuscisse, per così dire, a farci ‘staccare l’orecchio’ a qualsiasi cosa di questo mondo che ci causa rabbia e indignazione, o se riuscisse a sfruttare i nostri sentimenti per caricarci emotivamente, beh allora potrebbe facilmente avere la meglio su di noi. E il nuovo mondo, la nostra speranza di vera pace, tutto inizierebbe a sbiadire fino a scomparire. Non date a Satana questa opportunità! Siate determinati a fare quello che dice Tito 3:1, 2. Leggiamolo insieme. Tito 3:1, 2. Questo è quello che le Scritture ci dicono di fare: “Continua a ricordare loro di essere sottomessi e ubbidienti ai governi e alle autorità, di essere pronti per ogni opera buona, di non parlare in modo offensivo di nessuno e di non essere litigiosi, ma di essere ragionevoli, mostrando ogni mitezza verso tutti gli uomini”. Essere sottomessi e ubbidienti ai governi e alle autorità. Proviamo a ragionarci un attimo. All’atto pratico cosa significa? Significa ubbidire alle leggi del proprio paese e pagare le tasse, non parlare in modo negativo delle autorità superiori e stare attenti a non schierarsi sulle questioni politiche nemmeno nel nostro cuore. Vi ricordate la frase che abbiamo sentito nel video? “Io non faccio parte del mondo. Ma il mondo fa parte di me?” Di certo se dobbiamo scegliere tra la legge di Cesare e la legge di Dio sappiamo cosa fare. Agiamo in base ad Atti 5:29 e “[ubbidiamo] a Dio quale governante anziché agli uomini”. Ma come Gesù che sanò l’orecchio di quell’uomo armato, Malco, siamo determinati a reagire con mitezza quando proviamo rabbia a motivo di un’ingiustizia o della crudeltà di questo brutto mondo. Per concludere, abbiamo l’indescrivibile privilegio di onorare il Principe della pace. È davvero rassicurante sapere che Gesù capisce i nostri sentimenti. Lui capisce perfettamente quello che proviamo quando vediamo cose che sappiamo essere sbagliate. Lui sa che queste cose ci fanno stare male. Noi vorremmo mettere a posto le cose, ma ricordiamo l’importante insegnamento che Gesù diede agli apostoli nel giardino di Getsemani. Questa non è la vostra battaglia. Piuttosto, Geova, il Re d’eternità, e Gesù, il Principe della pace, ci stanno dicendo: “Questa è la nostra battaglia, lascia fare a noi”. Molto presto la profezia riportata in Isaia 9:6, 7 si adempirà completamente. Nel frattempo continuiamo a predicare il Regno, evitiamo di dire o fare qualsiasi cosa possa dare l’idea che ci schieriamo in una questione politica. Non arriviamo al punto di ‘staccare l’orecchio’ alle ingiustizie e a quello che causa conflitti in questo vecchio mondo. Pietro cercò di farlo ma non andò bene. Imparò un’importante lezione quel giorno nel giardino e non la dimentico più. Non dimentichiamola mai neanche noi. Ora è il tempo di sostenere attivamente e con lealtà il Principe della pace, mentre facciamo nostre le parole di Pietro riportate in 2 Pietro 3:14: “Fate tutto il possibile per essere infine trovati da [Geova e dal Principe della pace] immacolati, senza alcun difetto e in pace”.

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