Soddisfare la sete spirituale nei campi profughi

Soddisfare la sete spirituale nei campi profughi

Adunanze e ministero > Metodi di predicazione

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Ma, come facciamo a sapere che Geova ci vede sempre, a prescindere da dove siamo? Per esempio: migliaia di persone che scappano da terribili difficoltà in patria hanno cercato riparo in Europa. Osservate come Geova li ha amorevolmente rassicurati che non sono soli, soddisfacendo la loro sete spirituale. Benvenuti in Grecia! Abbiamo proprio la sensazione che Geova ci stia benedicendo aprendo una “grande porta”, ovvero la possibilità di predicare la buona notizia ai molti profughi che arrivano nel paese. Per questo motivo, i fratelli ci hanno subito avvisati della situazione, e abbiamo chiesto ai corpi degli anziani di concentrarsi sui porti, specialmente su quello di Chio. I fratelli si offrirono di fare i turni, 24 ore su 24. I campi profughi della zona ospitano solo famiglie con bambini e si trovano vicino a un aeroporto militare. Ogni volta che i bambini vedevano o sentivano passare gli aerei militari, subito scappavano e cercavano di nascondersi perché avevano paura. Cercavano protezione dalle condizioni tragiche in cui avevano vissuto durante la guerra. Ci rendemmo conto di quanto avessero bisogno del messaggio confortante della buona notizia, e provammo il desiderio di avvicinarli. Vista la situazione, il Reparto Servizio decise di organizzare per i fratelli 4 corsi di lingua. Cerchiamo di comunicare con le persone in una lingua che è piuttosto diversa dalla nostra. A volte pensiamo: “Ci capiranno? Saremo in grado di toccare il loro cuore con queste verità basilari?” Una cosa che mi aiuta a non esitare ad avvicinare queste persone nonostante le barriere linguistiche è quello che ci hanno detto gli insegnanti del corso: “Andate e parlate con loro. Mostrate loro cosa dice la Bibbia. Anche se non parlerete perfettamente, vi capiranno”. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione dalla filiale, abbiamo stampato migliaia di volantini perché non ne avevamo abbastanza. Questi sforzi hanno generato grande entusiasmo. Mi commuove vedere l’amore e la cura di Geova nei confronti di chi non ha mai avuto la possibilità di sentire il messaggio del Regno, che dà un futuro e una speranza.

Quando sapevano che avevamo un video basato sulla Bibbia nella loro lingua, sprizzavano di gioia. Dicevamo loro che le terribili difficoltà e l’orrore della guerra che avevano vissuto non erano punizioni che venivano da Dio, ma il risultato dell’influenza che Satana il Diavolo esercita su questo sistema di cose. E questo dava risposta alle loro domande. Abbiamo fatto una visita ulteriore dopo 2 giorni a una ragazza profuga. Lei ci ha detto una cosa molto toccante: “Ora capisco perché dobbiamo passare tutto questo. È molto dura, ma non è colpa di Dio”. Un’altra volta, Gardinia, una profuga interessata alla Bibbia, ci ha detto: “Da quando vi ho incontrati, ho uno scopo nella vita. Ho una ragione per continuare a vivere. Prima aspettavo solo di morire”. Un profugo si è avvicinato a un espositore mobile con pubblicazioni in arabo; gli abbiamo letto Rivelazione 21:4. Ci ha chiesto: “Per favore, potreste rileggerlo?” Abbiamo riletto il versetto. E lui: “Potrei avere una Bibbia?” Gliel’abbiamo data. Allora ci ha chiesto: “Potreste farmi vedere sulla mia Bibbia dov’è la frase che mi avete letto?” E noi gliel’abbiamo sottolineata. Tornando a casa verso le 11 di sera, lungo la stessa strada, in un punto ben illuminato, abbiamo visto lo stesso profugo seduto sul marciapiede a leggere la Bibbia. Circa 2 anni e mezzo fa ho conosciuto Moustafa. Frequentava le adunanze, e ha fatto rapidi progressi. Moustafa si è battezzato pochi mesi prima che i profughi iniziassero ad arrivare. Pensiamo che non sia una coincidenza. Moustafa diceva sempre: “Voglio parlare di Geova, ma non riesco a farlo in greco”. Avere la possibilità di parlare ai profughi, profughi come me, nella mia lingua, è una fantastica opportunità. E quando vedo che ascoltano la verità con grande interesse, e imparano ad amarla, mi batte forte il cuore. È una cosa che mi commuove profondamente. Ampliando il mio ministero, posso impegnarmi in un’opera per così dire missionaria, dato che queste persone non avevano mai sentito parlare di Geova prima d’ora. Sto vivendo quello che finora avevo solo letto nelle esperienze. Molti stavano scoprendo, forse per la prima volta, capacità che non pensavano di avere, e questo dimostra che Geova, attraverso il suo spirito, può aiutare alcuni a sviluppare qualità che loro stessi ignoravano di avere fino a quel punto. Siamo molto grati a Geova. Ci ha aperto una porta che conduce ad attività meravigliose. Ci dà gioia, e ogni giorno diamo lode a Dio per questo. Al momento della preparazione di questo rapporto, erano stati iniziati più di 100 studi biblici. Un profugo ha detto ai fratelli: “Avervi incontrati è stata la cosa migliore che ci sia capitata in Grecia. Ringraziamo Geova per questo”. Un altro ha detto: “Non abbiamo bisogno di cose materiali. Abbiamo bisogno di speranza, e voi ce la state dando attraverso la Bibbia”.

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