Siate entusiasti, ma siate anche pazienti

Siate entusiasti, ma siate anche pazienti

Discorsi ed eventi > Conferimento dei diplomi di Galaad

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Geoffrey Jackson

Finalmente oggi è il giorno che tanto aspettavate. Siete tutti sorridenti. Non vedevate l’ora di essere qui, vero? Non riuscite ancora a credere che il giorno del conferimento dei diplomi sia arrivato. Ma sarete anche entusiasti di raggiungere i luoghi a cui siete stati assegnati, sia che torniate a svolgere il vostro precedente incarico, sia che ne riceviate uno nuovo. Negli ultimi mesi avete imparato tantissime cose. Avete stipato tutte le informazioni nella vostra mente e nel vostro cuore e ora siete pronti a metterle in pratica ovunque andrete. Ma ricordate che è importante non solo essere entusiasti, brillanti e zelanti, è importante anche essere pazienti. Quindi vorremmo soffermarci con voi su questo tema: “Siate entusiasti, ma siate anche pazienti”. Perché? Perché quando inizierete a svolgere il vostro incarico, con tutto quello che avete imparato, sarete tentati di mettere in pratica tutto e subito. Ma ricordate, non potete cambiare il mondo in un giorno e neanche una filiale. Vedete, è molto facile sentirsi sopraffatti quando si gestiscono troppe cose insieme. Ecco perché è importante essere entusiasti, ma anche pazienti. Il Figlio di Dio, Gesù, è stato un grande esempio al riguardo. Quando Gesù venne sulla terra il mondo intero aveva bisogno di ascoltare il suo messaggio, eppure Gesù dovette aspettare circa 30 anni, rispettando i tempi stabiliti da Geova, prima di iniziare il suo ministero. E questo di certo ha richiesto pazienza. E che dire di quando Gesù iniziò il suo ministero? Qual era il suo obiettivo? Si sarà guardato intorno e avrà visto tutto quello che doveva essere fatto a livello mondiale. Ma prendiamo insieme la Bibbia e leggiamo le parole riportate in Matteo 15. Matteo 15:24, qui Gesù disse ai suoi apostoli: “Io sono stato mandato soltanto alle pecore smarrite della casa d’Israele”. È interessante. Gesù qui disse che aveva un incarico specifico e limitato. Qual era questo incarico? Andare dalle “pecore smarrite della casa d’Israele”. Infatti, se torniamo indietro di qualche capitolo, al capitolo 10 di Matteo, notate nei versetti 5 e 6 le istruzioni che Gesù diede ai suoi apostoli: “Non andate per le strade delle nazioni e non entrate in nessuna città samaritana, ma continuate piuttosto ad andare dalle pecore smarrite della casa d’Israele”. Quindi, quando Gesù pronunciò queste parole stava ricordando ai suoi apostoli qualcosa di importante, ovvero che anche loro, come lui, avevano un incarico limitato, un incarico specifico. Non dovevano cercare di fare tutto in una volta, andare dai samaritani, dai gentili, e così via. Dovevano concentrarsi solo sulle “pecore smarrite della casa d’Israele”. Perciò, riflettendo su questo, cosa impariamo da questi due versetti? È vero, sì, il mondo intero aveva bisogno di ascoltare il messaggio. Ma che cosa fece Gesù e che cosa si aspettava dai suoi apostoli? Si aspettava che riconoscessero di avere un incarico specifico. Non dovevano essere sopraffatti dal pensiero di dover cambiare il mondo intero in quel momento. Gesù dimostrò una grande fiducia in Geova. Sapeva che Geova avrebbe gradualmente diffuso il messaggio e incrementato l’opera. E come sappiamo, così fu. In un primo momento alla Pentecoste e poi nel 36 E.V. Che lezione potete trarne? Quando partirete e inizierete a svolgere il vostro incarico, ci sarà un numero infinito di possibilità di dare aiuto agli altri, di rafforzarli, di incoraggiarli in molti modi. Ma se cercate di fare tutto in una volta, vi sfinirete e probabilmente sfinirete anche gli altri. Conoscete il modo di dire “Non fare il passo più lungo della gamba”? Svolgete gradualmente l’incarico che Geova vi ha affidato. Se cercate di gestire troppe cose contemporaneamente, finirete per fare ben poco, se non sfinirvi del tutto. Piuttosto, siate pazienti proprio come lo fu Gesù e riconoscete che ognuno di voi ha un incarico specifico. Cercate di svolgere quello, confidando nel fatto che Geova farà sì che il vostro buon esempio sia di beneficio per gli altri e gradualmente gli effetti del vostro impegno influiranno anche sugli altri. Immaginate di essere assegnati nel Pacifico meridionale. Facciamo un breve esempio. Siete assegnati in un paese del Pacifico meridionale e mettiamo caso che in quel paese ci siano 100 isole abitate. Voi siete dei nuovi missionari. Ricordo la sensazione. E scoprite che solo in dieci di queste isole vivono dei testimoni di Geova. Dieci isole che hanno dei proclamatori e delle congregazioni, quindi ce ne sono 90 che non ne hanno. Presi dall’entusiasmo, quale pensate che sia la reazione normale? - “Oh, prendiamo una barca! - Dobbiamo trovare una barca! Dobbiamo visitare tutte le 90 isole. Oh, non c’è tempo da perdere, facciamolo subito!” Beh, di solito si viene assegnati a una congregazione in una zona specifica. Cosa succederebbe se decideste di fare così? Potete anche prendere una barca, non ci sarebbe niente di sbagliato nel visitare le altre isole, ma se questo diventasse il vostro obiettivo principale, trascurereste il vostro incarico. Come seguirete tutte le persone interessate che trovate su quelle 90 isole? Non basta dare loro delle riviste, ma bisogna essere lì con loro per aiutarle e per formare delle congregazioni. Perciò, di solito cosa succede? Succede qualcosa di straordinario. I missionari e altri proclamatori predicano in città, in città che forse sono più grandi, si concentrano sul loro incarico specifico. E poi magari delle persone provenienti da altre isole vanno a visitare quella città e vengono contattate dai missionari che sono lì. Mostrano un certo interesse, iniziano a studiare e poi fanno ritorno a casa. E il risultato? Gradualmente la buona notizia si diffonde in tutte le isole. Quindi, cosa impariamo? Non pensate di dovervi prendere carico di tutto. Concentratevi come fece Gesù sull’incarico limitato che avete. E poi lungo la strada potreste anche rimanere sorpresi da ciò che succede. E questo è esattamente quello che accadde a Gesù. Torniamo al capitolo 15 di Matteo. Come abbiamo detto, dov’è che doveva predicare Gesù? Nel versetto 24 menzionò “Israele”. Come vedete in questa cartina, il territorio di Israele a quel tempo corrispondeva alla parte evidenziata. Potremmo dire che questo era il territorio a cui Gesù era stato assegnato. Ma quando pronunciò queste parole dove si trovava? Ve lo ricordate? Leggiamo il versetto 21: “Gesù andò quindi nella regione di Tiro e Sidone”. E se diamo un’occhiata alla cartina, dov’erano Tiro e Sidone? Avete notato? Gesù non era nel suo territorio, si trovava tra i gentili. Ma perché? Se leggiamo il racconto parallelo in Marco capitolo 7, scopriamo che Gesù voleva passare un po’ di tempo da solo con i suoi apostoli per rilassarsi con loro, perché erano sempre circondati da una folla, erano sempre molto occupati. Possiamo immaginare come si sentivano. Così li portò fuori da quella zona, dal territorio dove di solito erano molto impegnati a predicare, per stare un po’ tranquilli insieme. Ma cosa succede lì? Gesù incontra una donna di nazionalità siro-fenicia. Come dice l’approfondimento nella Bibbia per lo studio per quanto riguarda le sue origini, forse era di discendenza greca, ma era cittadina o abitante di quella zona, della regione di Tiro e Sidone. Così questa donna si avvicinò a Gesù, lo supplicò, non sembrava una donna ebrea, probabilmente non parlava nemmeno ebraico. Di sicuro non rientrava nella categoria delle pecore smarrite della casa d’Israele. Perciò, quando lei iniziò a cercare di parlare con Gesù, lui disse agli apostoli le parole del versetto 24: ‘Quello è il nostro incarico’. Ma questo era un caso particolare, perché questa donna dimostrò di aver capito chiaramente chi era Gesù. Notate infatti al versetto 22 cosa disse: “Abbi misericordia di me, Signore, Figlio di Davide!” Lei era una gentile, eppure sapeva bene chi era Davide e dicendo “Figlio di Davide”, come indica l’approfondimento, forse stava mostrando fede nel fatto che Gesù era il Messia. Diciamo che non era una siro-fenicia nella media. E cosa fece Gesù? Possiamo dire che la mise un po’ alla prova. Sottolineò il fatto che in una casa si dà da mangiare prima di tutto ai figli, alla famiglia, e solo dopo si dà da mangiare ai cagnolini. Probabilmente stava giocando un po’ con le parole. È interessante. Non sappiamo in quale lingua Gesù le stesse parlando, ma un articolo della Torre di Guardia diceva che forse Gesù capiva il greco e a volte lo usava. E poi gli apostoli ovviamente capivano il greco, scrissero alcuni libri della Bibbia in quella lingua. E anche questo episodio, questo racconto ispirato, fu scritto in greco e contiene il termine “cagnolini”. - Era forse offensivo? - No. Come viene detto nell’approfondimento, era un vezzeggiativo che equivaleva a “cuccioli”. Ma ad ogni modo lo avrà detto con un tono affettuoso, forse con un sorriso sulle labbra, perché la donna non si scoraggiò. Quale fu la reazione di Gesù? Ricordò quale fosse il suo territorio il suo incarico, ma poi al versetto 28 disse: “Donna, grande è la tua fede! Ti avvenga quello che desideri”. Questa non è l’unica volta in cui Gesù fece qualcosa del genere per una persona non ebrea. Il caso della donna siro-fenicia non era un caso isolato. Ricorderete che in Giovanni capitolo 4 si parla anche della samaritana. Gesù predicò a questa donna non ebrea e in seguito anche gli abitanti della sua città riconobbero che Gesù era il Messia. Senza dimenticare il centurione romano che Gesù decise di aiutare. Gesù disse che in tutto Israele non aveva trovato nessuno con una fede così grande. Quindi, qual è il punto che vogliamo ricordare? Gesù si concentrò sul suo incarico, rimase sempre concentrato su quello che Geova gli aveva dato da fare. Ma quando lungo il suo cammino si presentavano delle opportunità per aiutare chi non rientrava nel suo territorio, dava loro comunque un aiuto, perché erano persone sincere che avevano bisogno di lui. Anche se Gesù si rendeva conto che non era ancora il momento di espandere l’opera, decise comunque di aiutare quelle persone. Perciò, cosa potete imparare da tutto questo? Ognuno di voi riceverà un incarico specifico. Che sia alla Betel o in un altro ambito, avrete il vostro incarico. Quindi, non iniziate a concentrarvi su chi svolge altri incarichi e su come potete aiutarli a svolgerli meglio. “Oh, perché non cambiano?” Sicuramente voi siete cambiati molto negli ultimi mesi, ma loro no. E sono sopravvissuti anche senza di voi. Quindi, qual è il punto? Concentratevi sul vostro incarico, siate zelanti, siate entusiasti, ma siate anche pazienti. Sì, confidate pienamente in Geova, concentratevi sul vostro incarico e cogliete qualsiasi opportunità vi si presenti lungo il cammino. Allora Geova vi benedirà perché siete entusiasti, ma anche pazienti.

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