Sharon Hall. Le ricompense superano di gran lunga qualsiasi sforzo

Sharon Hall. Le ricompense superano di gran lunga qualsiasi sforzo

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Ho iniziato a fare la pioniera nel ’78, dopo aver finito la scuola. Ma poi dopo 17 anni ho dovuto smettere perché non riuscivo più a soddisfare il requisito delle ore. A un congresso ho visto alcune sorelle che traducevano il programma in lingua dei segni. Così ho pensato che anche se non potevo più fare la pioniera, potevo fare qualcosa di più per Geova imparando la lingua dei segni. Quindi ho iniziato a studiarla. Ero molto grata a Geova per tutto quello che aveva fatto per me, così con mia grande gioia ho ricominciato a fare la pioniera nel settembre del 2009. Ed ero felicissima di poter fare la pioniera nel campo di lingua dei segni. Un giorno ho conosciuto Cecilia. Lei ha una malattia genetica chiamata sindrome di Usher. Questa malattia causa sordità associata a una diminuzione del campo visivo che a volte può portare gradualmente alla cecità. Questa sua disabilità l’aveva resa estremamente timida, quindi era difficile comunicare con lei. Ho iniziato a studiare con lei nell’ottobre 2009 e dopo pochissimo tempo lei ha iniziato a frequentare le adunanze. Ogni volta andavo a prenderla e dopo l’adunanza la riaccompagnavo a casa. Io vivevo a 5 minuti dalla Sala del Regno, lei invece a 30. Mi sono subito resa conto che per il suo progresso spirituale anche lei avrebbe dovuto fare degli sforzi se voleva venire alle adunanze. Cecilia viveva in una zona dove poteva prendere il taxi che l’avrebbe portata alla metropolitana, e da lì per arrivare alla Sala del Regno avrebbe dovuto fare un cambio. In tutto ci avrebbe messo un’ora e mezza o anche 2. Inoltre il quartiere in cui viveva era molto pericoloso, perché c’erano molte gang violente. Ma nonostante questa situazione e il fatto che fosse timida e riservata, sapevo anche che Cecilia era una persona abbastanza determinata e indipendente da riuscire a venire alle adunanze da sola. Infatti assisteva regolarmente alle adunanze. Cecilia però non indossava una gonna, veniva sempre in pantaloni. Così ne ho parlato con Nancy, una sorella che veniva spesso con me quando andavo a fare lo studio a Cecilia, e le ho chiesto cosa potevamo fare insieme per aiutarla a capire che era meglio se indossava una gonna. Ci abbiamo messo circa un anno. Con tatto le abbiamo fatto vedere delle immagini e alcuni princìpi della Bibbia, ma alla fine ha capito cosa doveva fare. In uno dei weekend in cui era rimasta a casa mia, sono entrata nella sua stanza e ho visto che sul letto aveva preparato per bene una gonna e una maglia che avrebbe indossato per l’adunanza. Ho ringraziato Geova perché finalmente la nostra pazienza era stata ricompensata. Tenevamo tutte le nostre adunanze il sabato, e tra un’adunanza e l’altra facevamo una pausa per mangiare qualcosa. Cecilia però tendeva a rimanere un po’ in disparte. Così, per aiutarla ad apprezzare maggiormente il valore del principio di Atti 20:35, a una sorella è venuta l’idea di aiutarla a preparare dei biscotti il giorno prima dell’adunanza. Cecilia, con i suoi modi un po’ timidi, durante la pausa pranzo ha offerto i biscotti ai fratelli e alle sorelle. Erano tutti felicissimi. Sono stati tutti carini con lei. E questo ha avuto un effetto positivo su Cecilia, ed è stato bello vedere come questo l’ha aiutata a uscire dal suo guscio. Nel luglio del 2014 Cecilia ha svolto la sua prima parte all’adunanza e quello stesso mese è anche diventata proclamatrice. Io ho affrontato qualche difficoltà, ad esempio dover imparare la lingua dei segni e anche conoscere e capire la cultura dei sordi, il loro modo di ragionare. E poi ho anche avuto qualche problema economico. Ma le difficoltà e i sacrifici sono stati ampiamente ripagati dalle benedizioni che ho ricevuto. Non dimenticherò mai il giorno in cui Cecilia mi ha detto che voleva battezzarsi. Lei ormai è diventata come una figlia per me. Sono così orgogliosa di lei quando vedo quanto ama Geova, quanto ha preso a cuore la verità. Nell’ottobre del 2015 si è battezzata. Ho pianto di gioia quel giorno. Sono pioniera da 28 anni ormai e in tutto questo tempo, soprattutto da quando ho ricominciato e anche con Cecilia, ho ricevuto l’aiuto di tantissimi fratelli e sorelle della congregazione. Venivano con me per studiare con lei, hanno fatto amicizia con lei e mi sostituivano quando io non potevo andare a fare lo studio. Non ce l’avrei mai fatta da sola. E poi Geova mi ha aiutato a migliorare, a coltivare qualità come pazienza, autocontrollo, umiltà, compassione. È stato un bellissimo privilegio per me avere una piccola parte nell’aiutare Cecilia a far parte della famiglia di Geova. 

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