Seguiamo le indicazioni che portano alla benedizione di Geova

Seguiamo le indicazioni che portano alla benedizione di Geova

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Kenneth Cook

Tanto per cominciare, mi piacerebbe raccontarvi quello che mi è successo personalmente. Quando mi è stato comunicato che avrei fatto parte del Corpo Direttivo, uno dei fratelli che mi ha parlato mi ha detto: “Con questo incarico vedrai che ti verrà data molta più responsabilità, ma vedrai anche che ti verrà dato molto più spirito santo da parte di Geova, e così il tuo incarico non sarà troppo pesante”. Beh, quelle parole furono molto, molto rassicuranti per me. E il fatto è che tutti noi, a prescindere da chi siamo, tutti noi che serviamo Geova fedelmente dobbiamo confidare nel suo aiuto per avere successo nel servirlo. Ma come dimostriamo questa fiducia e come possiamo ricevere il suo aiuto? Ci sono molti modi. Noi oggi ci concentriamo su 3 di essi. Sono: seguire le istruzioni, dimostrare fede e usare buon senso, ovvero la capacità di riflettere che Geova ha dato a ciascuno di noi. Allora vediamo il primo punto. A volte tutto quello che dobbiamo fare per assicurarci che Geova benedica il nostro servizio è seguire delle istruzioni semplici e chiare. Vediamo un esempio tratto dalla Bibbia. Si trova in Marco capitolo 14. Marco capitolo 14. Ricorderete che in questo racconto il Figlio di Dio aveva detto a 2 dei suoi discepoli di recarsi a Gerusalemme e andare in una grande stanza al piano di sopra ammobiliata, dove avrebbero preparato la Pasqua. Le sue istruzioni erano specifiche. Per esempio, Gesù disse che avrebbero incontrato un uomo che portava una brocca d’acqua, una grande brocca d’acqua, e avrebbero dovuto seguirlo. E poi a partire dal versetto 14 Gesù aggiunge delle cose. Qui leggiamo: “‘E, dovunque entri, dite al padrone di casa: “Il Maestro chiede: ‘Dov’è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?’” Lui vi mostrerà una grande stanza al piano di sopra, ammobiliata e pronta. Lì preparate per noi’. I discepoli andarono; entrati in città, trovarono tutto proprio come Gesù aveva detto loro e prepararono la Pasqua”. Quindi le istruzioni date ai discepoli erano semplici, vero? Era stato detto loro dove dovevano andare, chi dovevano incontrare, cosa dovevano dire e cosa dovevano fare. E quei 2 discepoli seguirono prontamente le istruzioni. E naturalmente, come sappiamo, grazie alla loro ubbidienza ci furono molte benedizioni. Quindi cosa possiamo imparare di pratico da tutto questo? A volte tutto quello che dobbiamo fare nel servizio che rendiamo a Geova è seguire delle istruzioni semplici e chiare. E sicuramente avrete molte opportunità di farlo nei vostri incarichi. Seguite tutte le istruzioni e guardate come Geova benedice la vostra prontezza nel seguirle. D’altra parte, a volte potrebbe esserci chiesto di occuparci di qualcosa che è molto più complicato. Per esempio, supponiamo che vi venga chiesto di dare una mano a qualcuno che è conosciuto per essere una persona un po’ difficile. Oppure vi viene chiesto di gestire un problema che al momento altri non sono riusciti a risolvere. È stato chiesto a voi perché siete voi quelli addestrati. In un caso del genere cosa può aiutarvi? La vostra forte fede. Ecco il prossimo punto. Il fatto è che a volte per assolvere i nostri incarichi dobbiamo mostrare più fede, non è così? Per capirlo esaminiamo per esempio il caso di Anania. Senz’altro lui era un uomo di fede, ma affrontò una situazione che richiese ancora più fede da parte sua. Lo leggiamo in Atti capitolo 9, iniziamo dal versetto 10. Qui leggiamo: “A Damasco c’era un discepolo di nome Anania. Il Signore gli disse in una visione: ‘Anania!’ Lui rispose: ‘Eccomi, Signore’. Il Signore gli disse: ‘Alzati, va’ sulla strada chiamata Diritta, e nella casa di Giuda cerca un uomo di nome Saulo, che viene da Tarso. Ecco, sta pregando, e in una visione ha visto un uomo di nome Anania entrare e porre su di lui le mani per fargli recuperare la vista’. Ma Anania rispose: ‘Signore, [Signore] ho sentito molti parlare di quest’uomo, di tutto il male che ha fatto ai tuoi santi a Gerusalemme. E qui [E qui] è autorizzato dai capi sacerdoti ad arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome’. Ma il Signore gli disse: ‘Va’, perché quest’uomo è uno strumento che mi sono scelto per portare il mio nome alle nazioni e anche ai re e ai figli d’Israele. Io gli mostrerò chiaramente quante sofferenze dovrà sopportare a motivo del mio nome’”. Beh, le istruzioni erano chiare. Dov’è che doveva andare Anania? Nella strada chiamata Diritta. Chi doveva incontrare? Un uomo chiamato Saulo. In quale casa si trovava? La casa di Giuda. Ad Anania era stato perfino detto cosa stava facendo Saulo, stava pregando. C’era un’altra cosa poi che Anania doveva fare. Doveva porre le mani su Saulo per permettergli di recuperare la vista. Semplice, no? Gesù avrebbe fatto il resto. Che magnifico esempio nel dare istruzioni chiare, non è vero? Ma proprio in questo caso Anania doveva dimostrare più fede. L’uomo da cui doveva andare aveva perseguitato duramente i santi a Gerusalemme. E parlando di Saulo al Signore, Anania aveva detto che quell’uomo era stato autorizzato dai capi sacerdoti ad arrestare tutti quelli che invocavano il suo nome. Meno male che gliel’ha detto Anania, se no Gesù non lo sapeva. Il punto è che in questo caso Anania era stato sopraffatto dal peso del suo incarico. Era quello il problema. Cosa lo avrebbe aiutato? Dimostrare più fede. E Gesù sapeva come risollevare il suo fedele servitore. Ricordiamo la risposta di Gesù. Lui semplicemente ripete il comando: “Va’”. E poi Gesù aggiunge: “Perché quest’uomo è uno strumento che mi sono scelto per portare il mio nome alle nazioni e anche ai re e ai figli d’Israele”. E poi qui Gesù aggiunge un elemento in più, avete notato? Lui guarda al futuro. E perché lo fa? Perché in questo modo aiuta Anania a guardare oltre. E proprio in questo modo evidentemente Anania riesce a mostrare più fede, che era proprio quello di cui aveva bisogno. E ci è riuscito? Beh, guardiamo quello che dice a Saulo. Nel momento in cui si incontrano, il versetto 17 dice che Anania chiama Saulo “fratello”. L’esitazione iniziale di Anania aveva lasciato il posto a un’incrollabile fede e fiducia nelle istruzioni di Gesù. E, come Anania, anche voi affronterete dei problemi in futuro, che arriveranno. Arrivano per tutti noi. Dovete sempre avere forte fede nel fatto che Geova sa di cosa avete bisogno. E lui, insieme al suo amato Figlio, vi aiuterà. Continuate a tenere presente il quadro generale e guardate come Geova benedice i vostri sforzi. Geova benedice sempre la forte fede dei suoi servitori. Quindi finora abbiamo visto l’importanza di seguire le istruzioni chiare che riceviamo e di mostrare una fede forte. Ora passeremo a un altro punto. L’importanza di usare buon senso, ovvero la capacità di riflettere. Vedremo l’esempio biblico di Elia. Nel brano che leggeremo Elia è arrivato a Sarepta, una città fenicia, sulla costa. Cosa ci faceva là? Da molto tempo il paese soffriva a causa di una lunga siccità, e Geova avrebbe aiutato il profeta servendosi di qualcuno che abitava in città. A Elia venne detto: “Comanderò a una vedova del posto di provvederti da mangiare”. A quanto pare Elia non ricevette nessun’altra informazione circa quella vedova. Quindi come avrebbe fatto a trovarla? Elia si sarebbe forse rivolto alla vedova più benestante che poteva incontrare? Oppure si sarebbe lasciato guidare dal buon senso, la capacità di riflettere e dalla fede? Vediamo allora cosa fa Elia in 1 Re capitolo 17. Leggeremo il versetto 10. 1 Re capitolo 17, versetto 10 dice: “Quindi [Elia] si alzò e andò a Sarepta. Arrivato alla porta della città, vide una vedova che raccoglieva della legna. Allora la chiamò e le disse: ‘Ti prego, portami un vaso con un po’ d’acqua da bere’”. Quindi cosa fece Elia? Evidentemente si avvicinò alla primissima vedova che incontrò, e quella donna non era una vedova benestante ma una povera. Tant’è vero che qui dice che Elia non aveva nemmeno attraversato la porta della città. Questo, secondo voi, cosa ci dice di Elia? Per prima cosa non ebbe dubbi nel seguire le istruzioni di Geova, vero? E poi alla sua ubbidienza e alla sua fede aggiunse la capacità di riflettere. Come? Beh, grazie al buon senso, capì che la sua ricerca doveva iniziare dalla primissima vedova che avrebbe incontrato. Elia ovviamente aveva fiducia che Geova gli avrebbe fatto capire che stava facendo la scelta giusta. La sua ubbidienza, la sua fede e il suo buon senso furono ricompensati perché quella era la vedova scelta da Geova. Ora, senz’altro fu lo spirito santo a guidare Elia, ma fu anche grazie alla sua fede e alla sua capacità di riflettere che Elia riuscì a fare la volontà di Dio con ubbidienza. In fondo, prima di quella vedova, Geova si era servito di alcuni uccelli per nutrire il profeta. Di sicuro poteva anche servirsi di una vedova povera. Cosa potete imparare voi e anche tutti noi? A volte quando riceviamo un incarico, abbiamo anche tante informazioni. Altre volte sinceramente non così tante. In un caso del genere la nostra fede e la nostra capacità di riflettere ci ricorderanno di confidare in Geova e di sforzarci di cercare la sua guida mentre facciamo la sua volontà. Geova sarà sempre pronto ad aiutarci al momento giusto. Quindi gli esempi trattati ci ricordano di ubbidire prontamente, di mostrare una forte fede e di usare buon senso e capacità di riflettere nel servizio che rendiamo al nostro Padre celeste. Ricordare queste lezioni importanti ci aiuterà mentre sosteniamo l’opera di Geova nelle varie filiali a cui siamo assegnati. Geova dà potenza oltre il normale a chi confida in lui e segue le indicazioni che portano ad avere la sua benedizione. E noi siamo sicuri che sarà sempre così anche per voi.

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