“Continuate a far questo in mio ricordo” una volta all’anno (Luca 22:19)

“Continuate a far questo in mio ricordo” una volta all’anno (Luca 22:19)

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Samuel Herd, Commemorazione 2023

È un vero piacere potermi rivolgere oggi a tutti i servitori di Geova del mondo e ai loro amici! Questa sera, dopo il tramonto, circa 20 milioni di persone commemoreranno la morte di Gesù Cristo, riuniti in congregazioni, in gruppi o qualcuno di noi anche da solo. Prima di iniziare la nostra trattazione, vogliamo chiedere al fratello Donald Gordon, assistente del Comitato Editoriale, di leggere per noi il versetto di oggi. 


Oggi è martedì, 4 aprile: “Continuate a far questo in mio ricordo”. Luca 22, versetto 19. 


Perché oltre 20 milioni di persone si raduneranno insieme questa sera? Un motivo è espresso proprio nel versetto di oggi, Luca 22:19. Gesù pronunciò quelle parole quando istituì la Commemorazione della sua morte. Aveva appena spezzato il pane azzimo e lo aveva fatto passare fra quelli presenti. Il pane azzimo o non lievitato rappresentava il corpo di Gesù, quel corpo perfetto e senza peccato che avrebbe ceduto per il bene eterno di tutti quelli che esercitano fede in lui. Fu dunque in quel momento della serata che Gesù disse le parole di Luca 22:19: In pratica, stava dicendo: “Continuate a usare il vino e il pane per ricordare la mia morte e tutto ciò che essa realizzerà”. Ma perché disse: “Continuate a far questo”? Perché è esattamente quello che intendeva: “Continuate a farlo”. Voleva né più né meno che lo facessero anche nel futuro. Sì, ma quanto spesso? Con che frequenza? In alcune religioni si prende il pane e il vino ogni settimana; la chiamano comunione. Altre confessioni, invece, lasciano che siano le singole congregazioni a decidere con quale frequenza. Altre ancora stabiliscono che vada fatta quattro volte l’anno. Perché i Testimoni di Geova ricordano la morte di Gesù soltanto una volta all’anno, proprio nella data della morte di Gesù? Beh, è abbastanza logico. Se si chiama “anniversario” vuol dire che deve essere celebrato una volta all’anno, come l’anniversario del matrimonio. Che senso avrebbe celebrare il vostro anniversario in un’altra data, non quella delle nozze, o più volte durante l’anno? Senz’altro non celebrate il vostro anniversario tutte le settimane o tutti i giorni dell’anno! Dopotutto, la parola stessa “anniversario” è definita “ricorrenza annuale di un determinato giorno dedicato a commemorare un avvenimento di importanza particolare”. E la morte di Gesù ha senza alcun dubbio un’importanza particolare. Ma non è soltanto la logica a suggerirci di ricordarla una volta l’anno. È la Bibbia stessa a darci qualche indicazione sul fatto che, quando ai suoi apostoli Gesù disse “continuate a far questo in mio ricordo”, intendeva dire una volta l’anno, lo stesso giorno della sua morte. Vediamo quindi un indizio che ci dà la Bibbia sulla frequenza di questa celebrazione. Diamo uno sguardo al contesto del versetto di oggi. Riprendetelo insieme a me, qui in Luca capitolo 22. Allora, come abbiamo detto, il versetto è il 19. Qual era il motivo per il quale Gesù e i suoi apostoli si erano riuniti lì in quella data precisa per mangiare insieme? La data era quella del 14 nisan, secondo il calendario ebraico dell’epoca, un calendario lunare. Leggiamo Luca 22:7, 8. Qui si legge: Ubbidendo alla legge giudaica dell’epoca, durante la sua vita Gesù aveva fedelmente osservato la Pasqua una volta l’anno. Ma andiamo avanti con la narrazione di Luca. Leggiamo ora i versetti da 14 a 17: Prima di istituire la Commemorazione, quella sera Gesù aveva celebrato la Pasqua ebraica, come abbiamo appena letto nel racconto di Luca al capitolo 22. Nel I secolo era consuetudine passare tra i commensali della cena pasquale quattro calici di vino rosso. Il calice del versetto 17 era probabilmente il terzo dei calici usati nella celebrazione pasquale. A quanto pare, Gesù aveva intenzione di utilizzare il quarto per l’istituzione della Commemorazione della sua morte. Ora la domanda è: “Con quale frequenza? Quanto spesso si doveva celebrare la Pasqua?” In Esodo capitolo 12 si legge che, quando preparò gli israeliti a lasciare l’Egitto, Geova istituì la Pasqua perché continuassero a ricordare quell’evento così importante per loro. In Esodo 12:14 Geova comandò a Mosè: Poi, al versetto 17, ripeté: Ecco perché gli ebrei osservano la Pasqua una volta l’anno come “giorno commemorativo”, proprio nella data in cui ricorre l’anniversario dell’esodo dall’Egitto. Quindi quella sera, dopo che ebbero celebrato l’ultima Pasqua ebraica valida, quando Gesù istituì la Commemorazione della sua morte e disse “continuate a far questo”, gli apostoli avranno capito cosa intendeva dire. Invece di osservare la Pasqua una volta l’anno, in quel giorno, avrebbero iniziato a ricordare la morte di Gesù, sempre una volta l’anno, in quella stessa data. Il ragionamento è abbastanza logico, non vi pare? E ha anche una base scritturale. Ma sembra che molte religioni che si professano cristiane pensino che celebrare questo avvenimento più volte durante l’anno sia addirittura meglio. In parte, questo è dovuto a un fraintendimento sul significato di 1 Corinti 11:25. La maggior parte delle Bibbie inglesi dice qualcosa tipo: “Continuate a far questo in mio ricordo, con la frequenza con cui ne bevete”. A motivo di rese come questa, alcuni ritengono che la morte di Cristo vada commemorata spesso non una, ma più volte durante l’anno. Anche la <i>Traduzione del Nuovo Mondo</i> nella lingua inglese prima della revisione rendeva il versetto in modo simile. Non è che si trattasse di una traduzione non accurata, è che il suo significato poteva essere facilmente frainteso da molti. Ad esempio, commemorare la Cena del Signore anche solo una volta durante l’anno è abbastanza spesso considerando che sono quasi 2.000 anni da che Gesù l’ha istituita. Questo, già di per sé, è spesso. Ma più precisamente, nel contesto di 1 Corinti 11:25, 26, Paolo stava parlando non della frequenza, ma del modo in cui celebrare la Commemorazione. Nel testo originale non utilizzò il termine greco che significa “spesso” o “di frequente”. Usò invece un altro termine che significa “ogni volta che”. Questo termine vuol dire non “spesso”, ma “tutte le volte che”, “ogni qualvolta”. Paolo quindi dice: “Tutte le volte che fate questo, voi proclamate la morte del Signore”. Per rendere il concetto ancora più chiaro, l’edizione riveduta inglese della Traduzione del Nuovo Mondo ora rende 1 Corinti 11:25 in questo modo: E come abbiamo già spiegato, Gesù aveva in mente una celebrazione da tenere una volta l’anno in sostituzione della Pasqua ebraica, proprio nell’anniversario della sua morte. Precisiamo, seguire il modello lasciato da Gesù usando il pane e il vino solo una volta all’anno non significa che noi alla morte di Gesù rivolgiamo il pensiero solo un giorno durante l’anno. No! Quelli che tra di voi sono Testimoni di Geova dedicati e battezzati sanno bene che noi pensiamo al sacrificio di Gesù Cristo ogni giorno durante l’anno. Ne parliamo regolarmente alle adunanze di congregazione e all’adorazione in famiglia. E ogni volta che preghiamo tramite Gesù, riconosciamo con rispetto l’immenso valore che la sua morte in sacrificio ha per ciascuno di noi. Alla fine delle nostre preghiere diciamo a Dio che lo stiamo pregando nel nome di Gesù. Amen. A causa della nostra imperfezione, non abbiamo accesso diretto a Geova. Nonostante questo, lui le accetta prontamente se noi le diciamo nel nome di suo Figlio, Gesù Cristo. La maggioranza di voi è consapevole del fatto che la celebrazione della Commemorazione è principalmente per coloro che Dio ha scelto perché vivano in cielo. Rende evidente che sono contraenti del nuovo patto e che regneranno con Cristo. Comunque, la celebrazione di questa sera sarà di grande beneficio per tutti i presenti. Tutti, infatti, siamo imperfetti, e ognuno di noi ha bisogno del riscatto di Gesù, perché è grazie ad esso che possiamo ottenere il perdono dei peccati. E tutti quanti abbiamo la prospettiva futura di vivere in eterno, che si tratti di vivere in cielo nel caso dei pochi che sono stati unti, o su una terra paradisiaca nel caso di milioni di altri che servono Geova. Questa sera solo i pochi che sono unti mangeranno il pane e berranno il vino. Dato che la maggior parte dei presenti ha la speranza terrena, in percentuale saranno molto pochi quelli che prenderanno gli emblemi. In buona parte delle congregazioni probabilmente non ce ne sarà nessuno. In altre magari uno o due. Ma se le cose stanno così, perché allora gli emblemi vengono passati a tutti i presenti? Non basterebbe che gli eventuali unti salissero sul podio per mangiare il pane e bere il vino? Si risparmierebbe un sacco di tempo se non si dovessero passare a ogni singola persona. Qual è allora il motivo? Gli emblemi vengono passati a tutti perché facendo in questo modo si segue il modello lasciato da Gesù. Non solo, mangiando il pane e bevendo il vino davanti a tutti, come sappiamo, gli unti dimostrano chiaramente la loro speranza, cioè quella di andare a vivere in cielo. Ma anche voi, passando gli emblemi senza prenderli, rendete chiara la vostra speranza, cioè quella di vivere in eterno in un paradiso qui sulla terra. Pensateci bene. Per un essere umano questa è la prospettiva migliore. Dopotutto, è quello che in origine Geova voleva per l’umanità quando creò la prima coppia, nel giardino di Eden. Per un essere umano non c’è niente di meglio di questo, non è vero? Tutti noi non vediamo l’ora che arrivi il momento ormai prossimo in cui la malvagia influenza di Satana sarà sradicata dalla terra. Lui e tutti i demòni che lo seguono saranno presi e gettati in un abisso, nel quale rimarranno inattivi per 1.000 anni. Gli unti risuscitati collaboreranno con Cristo per realizzare tutto questo. E coloro che saranno in vita sulla terra durante il Regno millenario di Gesù parteciperanno a una meravigliosa opera di ripristino che farà diventare la terra come Geova desiderava che fosse sin dall’inizio. Spostiamoci col pensiero ancora più avanti nel futuro. Dopo il Regno millenario di Cristo l’umanità avrà raggiunto la perfezione, la stessa condizione che avevano Adamo ed Eva prima che sprofondassero nel peccato. 1 Corinti 15:24 dice: A quel punto il Regno messianico avrà raggiunto il suo scopo, cioè rendere la terra un pianeta popolato di persone perfette. Poi la prova finale, ad opera di Satana il Diavolo. Dopodiché, i ribelli insieme a Satana e ai demòni verranno distrutti per sempre. Finalmente il proposito originale di Geova per la terra si sarà realizzato. Il nostro intero pianeta sarà pieno di persone belle. Tutti adoreranno il Sovrano dell’universo, il nostro Padre meraviglioso, Geova Dio. Fratello Gordon, possiamo chiederti di leggere il commento alla scrittura? 

“Ai suoi 11 apostoli fedeli Gesù parlò di due patti o accordi: il nuovo patto e il patto del Regno. Grazie a questi patti, gli apostoli e un numero limitato di altre persone avrebbero avuto l’opportunità di diventare re e sacerdoti in cielo. Solo gli unti rimasti sulla terra, che sono inclusi in questi due patti, possono mangiare il pane e bere il vino alla Commemorazione. Geova ha dato loro una speranza straordinaria: ricevere la vita immortale e incorruttibile in cielo per servire al fianco del glorificato Gesù Cristo e degli altri che fanno parte dei 144.000, e soprattutto trovarsi alla presenza di Geova Dio stesso. Gli unti sanno che devono rimanere fedeli fino alla morte”. 

Grazie, Donald. Nei giorni scorsi la lettura della Bibbia ha coperto episodi che stanno per culminare con la morte di Gesù. Seguiamo insieme la registrazione della lettura in programma per oggi. I versetti di riferimento compariranno sullo schermo di volta in volta. Mentre seguite l’audio, godetevi anche le nuove immagini; sono state preparate appositamente quest’anno. 

Questa lettura ci ha fatto rivivere i momenti che hanno preceduto i due più grandi gesti d’amore di tutti i tempi, quando Geova e Gesù hanno collaborato per annullare le opere del Diavolo, quelle opere malvagie che risalgono agli avvenimenti del giardino di Eden con Adamo ed Eva. Sia che apparteniamo agli unti o alle altre pecore, nutriamo tutti la meravigliosa speranza della vita eterna, resa possibile dal sacrificio di riscatto del perfetto uomo Gesù Cristo. Ci auguriamo che questa sera in cui si commemora la morte di Gesù in favore dell’umanità sia una sera speciale per ciascuno di voi! 

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