Santa Commissione o Santa Inquisizione?

Santa Commissione o Santa Inquisizione?

Salclem2
Manipolazione di massa

Redazione, 11 novembre 2019


Pubblichiamo come significativo il testo della lettera appello inviato dall’avvocato Marco Della Luna alla Senatrice Liliana Segre.


(per la difesa della Fede nella Narrazione)

Questo scritto è un appello alla sen. Segre, al suo coraggio, alla sua lucidità.

di Marco Della Luna


Una delle più gravi violazioni in atto dei principi fondamentali della Costituzione e della stessa civiltà occidentale è la limitazione ai diritti di informazione, di insegnamento e di ricerca scientifica voluta dal pensiero unico e dai suoi beneficiari:

la pubblica informazione è in mano a cinque grandi agenzie mondiali, controllate da capitali privati, dedite al filtraggio delle notizie, delle analisi e al consolidamento di un pensiero unico liberista-mercatista-globalista; ad esse quasi tutti i giornalisti e i mass media si attengono, anche quelli pubblici; 


i docenti, anche quelli universitari, persino quelli di filosofia, ricevono dalla politica direttive ideologiche afferenti al pensiero unico, cui devono attenersi per conservare il posto, far carriera, aver visibilità;


la ricerca scientifica, con la stampa scientifica, è in gran parte finanziata e controllata da capitali privati che contrattualmente si riservano la proprietà dei risultati e il diritto di decidere che cosa divulgare e che cosa no; in tal modo il capitale orienta la scienza, il suo insegnamento, la sua applicazione, dall’economia alla medicina;


ai medici in Italia è stato perfino vietato, sotto pena di radiazione, di esercitare il diritto di informazione dei pazienti sugli effetti dei vaccini obbligatori;


Facebook esercita arbitrariamente il potere di oscurare i suoi utenti non allineati col pensiero unico (lo ha fatto anche a me, per un mese, durante la campagna elettorale europea);


–imperversa la pratica del grievance-mongering, o vittimismo di mestiere, consistente nell’attaccare, isolare, licenziare, oscurare persone che hanno espresso le proprie idee o preferenze nel rispetto della legge, e che strumentalmente il vittimista accusa di averlo offeso nella sua sensibilità religiosa o etnica o razziale o sessuale.


Tutto ciò costituisce un’aggressione organica, sistemica, strategica alla stessa esistenza di una società basata sulle predette libertà, ed esigeva l’urgente costituzione di una Commissione parlamentare per la tutela delle medesime libertà. Invece, hanno fatto la Commissione Segre per il controllo discrezionale della comunicazione via internet (con possibilità di censura, punizione e oscuramento), onde limitare ulteriormente la libertà di informazione e di pensiero, col pretesto della lotta a un estremismo politico e a un razzismo o suprematismo o sessismo che, sì, esistono e sono talvolta lesivi di beni giuridici riconosciuti, ma sono già puniti dalle leggi italiane e che non hanno, né possono avere in questa fase storica, la forza materiale per minacciare la società.


L’istituzione della Commissione va vista e studiata insieme con altre due ‘riforme’:


–il tracciamento di ogni pagamento e versamento (con la costrizione a passare per una banca ad ogni transazione);


–l’imposizione di vaccinazioni di massa senza trasparenza sugli effetti reali dei prodotti inoculati (con l’Ema che vuole inserire dal 2022 le certificazioni vaccinali nei passaporti come condizione di validità).


Le tre suddette riforme vanno comprese come strumenti fondamentali e integrati dell’attuale fase evolutiva del controllo sociale, basata essenzialmente:


–sulla manipolazione e modificazione diretta degli uomini, anche biologica e genetica, via farmaci, vaccini, alimenti, etc.;


–sul loro monitoraggio costante e capillare nelle idee, negli spostamenti, nel denaro;


–sulla possibilità di escluderli unilateralmente, con un click, dalle reti (comunicazioni, servizi, accesso al proprio denaro in banca).


Lo statuto della Commissione Segre (andatevelo a leggere: http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/347775.pdf ) è formulato in termini vaghi, indeterminati, ampiamente soggettivi e discrezionali, non limitati all’istigazione all’odio (…intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche), in modo che essa possa censurare, impedire e reprimere non solo e non tanto le istigazioni all’odio, ma la divulgazione di informazioni e analisi oggettive che possano, per le loro implicazioni, suscitare indignazione morale, “odio” nella Neolingua politically correct.


Un passaggio a pag. 6 del documento del Senato:

gli hate speech sono difficili da definire e suscettibili di applicazioni arbitrarie, i codici penali di molti Stati membri, infatti, con riferimento all'incitamento alla violenza o all'odio, utilizzano svariate terminologie e di conseguenza vari criteri di applicazione. Gli aspetti più divergenti fra le varie legislazioni dipendono per lo più dai seguenti fattori: il peso attribuito all'intento, alla motivazione, allo strumento di comunicazione prescelto, al contesto e alle conseguenze prevedibili in date circostanze. Il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa definisce gli hate speech come le forme di espressioni che diffondono, incitano, promuovono o giustificano l'odio razziale, la xenofobia, l'antisemitismo o più in generale l'intolleranza, ma anche i nazionalismi e gli etnocentrismi, gli abusi e le molestie, gli epiteti, i pregiudizi, gli stereotipi e le ingiurie che stigmatizzano e insultano


Infatti, è facile equivocare tra indignazione e odio, accusare colui di diffondere odio colui che in realtà diffonde informazioni e commenti su inganni, soprusi, illegalità, tradimenti politici, maxi-truffe bancarie coperte dalle istituzioni, soprattutto in relazione al nuovo ordine globale e totalizzante, il quale delegittima come eresia ogni alternativa a sé stesso. L’ordine del capitalismo finanziario e del mercato (non libero, ma) manipolato, con tutti gli effetti sulla vita delle persone e delle società, è un ordine onnipervasivo, egemonizza l’intrattenimento, la cultura e la stessa contro-coltura (vedi il fenomeno Greta).


Il totalitarismo capitalista non è funzionalmente diverso da altri totalitarismi, a quelli verso cui, per il pensiero unico, è lecito esprimere odio, come quello autore dello sterminio di milioni di soggetti appartenenti a categorie-bersaglio, tra cui innanzitutto gli Ebrei, compresi i familiari della sen. Segre – la quale suppongo non abbia percepito per tempo i fini liberticidi a cui è stata strumentalizzata, ma ora può ben rimediare brillantemente. Gli Ebrei, ricorrenti vittime della persecuzione contro la libertà culturale, sono pure storici paladini, nonché simbolo, della medesima!


La Commissione Segre, nata da un testo della Boldrini e che dovrebbe chiamarsi commissione Boldrini ed è stata ridenominata ‘Segre’ solo per inibire le critiche, ha uno statuto che, con la sua vaghezza, la predispone


–a prevenire e contrastare lo svilupparsi di una coscienza dei gravissimi, attuali conflitti di classe e tra nazioni, e a tutelare così la falsa narrazione irenica (deconflittualizzata) del mainstream;


–a oscurare l’informazione sugli effetti perniciosi e, per l’appunto, ‘odiosi’ del liberal-globalismo, scoraggiando la critica sistemica ad esso;


–a contrastare il dissenso e il suo organizzarsi in opposizione politica e sociale, ossia a difendere il pensiero unico liberale, il consenso ad esso, ai suoi esecutori politici, economici e culturali, e alle loro riforme;


–a colpire ogni richiamo politico allo Stato nazionale, alla sua sovranità sulla moneta, sui confini, sulle scelte di modello socioeconomico, e alla responsabilità democratica verso il bene dei propri cittadini come funzione e dovere di tale Stato (tutte cose che l’ordine finanz-capitalistico è vigorosamente impegnato a smantellare e screditare, perché ostacolano l’ottimizzazione del mondo alle sue dinamiche anche demografiche).


Molte notizie, in materia di economia, finanza, banche, immigrazione, potranno essere censurate perché idonee a suscitare indignazione sociale, che verrà ridefinita “odio” allo scopo predetto. Del resto, già gli antichi sentenziavano: veritas odium parit.


Se lo scopo della Santa Commissione fosse onesto e non liberticida, se fosse diverso da quello che ho testé descritto, il suo statuto da un lato sarebbe stato garantista, cioè preciso e oggettivo nel definire, con riferimento al Codice Penale, le espressioni da colpire; e, dall’altro lato, avrebbe compreso la tutela di diritti – questi sì costituzionalmente fondati – di opinione, informazione, ricerca e insegnamento, mediante l’individuazione e il contrasto a tutte quelle lesioni alla libertà di parola che ho menzionato in apertura.


Senatrice Segre, affido a Lei l’iniziativa di questa alta difesa della Libertà!

04.11.19 Marco Della Luna

(Fonte: https://www.controinformazione.info/santa-commissione-o-santa-inquisizione/)


Liliana Segre

I «200 insulti»? Non erano al giorno e non erano tutti contro la Segre

di Francesco Borgonovo, 12 novembre 2019


L'articolo di Piero Colaprico su Repubblica era allarmante. Conteneva alcuni insulti immondi provenienti dalla Rete e indirizzati alla senatrice a vita Liliana Segre. «Di messaggi come quelli qui riportati contro Liliana Segre, superstite dell'Olocausto, testimone del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, ogni giorno ne partono duecento», si leggeva nel pezzo. «Ogni giorno si registrano attacchi politici e religiosi, insulti, maldicenze contro una donna di 89 anni, sempre moderata nel linguaggio, testimone dell'orrore, ancora adesso incapace di “sopportare" i fotogrammi di alcuni documentari di guerra». Spiegava poi Colaprico che «l'osservatorio antisemitismo è stato costretto a realizzare un rapporto sugli attacchi e Repubblica ha potuto leggerlo. Dichiariamo un senso di malessere, nel riportare le frasi tratte da Internet, ma pensiamo che, oggi più che mai, bisogna tracciare una sorta di “dove siamo" e di “come siamo arrivati" in questo catalogo di deliri, cattiverie, meschinità, dove non mancano i professori».


Dopo questo articolo apparso sulla prima pagina del grande giornale progressista si è scatenata l'onda dello sdegno che ha portato all'approvazione della commissione Segre e alla demonizzazione della destra che si è rifiutata di sostenerla. È stato proprio il pezzo di Repubblica a conferire alla commissione il carattere di urgenza che ha portato a cancellare ogni discussione, ogni ulteriore approfondimento. 


Ora si scopre, però, che le cose stavano un po' diversamente rispetto a quanto raccontato da Repubblica


Termometropolitico.it ha esaminato il rapporto dell'osservatorio antisemitismo citato da Colaprico, e ha notato che dei 200 insulti al giorno non c'è traccia. «I dati si riferiscono al 2018, non al 2019», scrive Nicolò Zuliani. «Gli episodi di antisemitismo sono 197 all'anno, non 200 al giorno». E sembra proprio che non siano tutti rivolti alla senatrice Segre. Infatti il rapporto spiega che  «personaggi pubblici come Gad Lerner, Emanuele Fiano, Sandro Parenzo, Enrico Mentana e Liliana Segre sono spesso vittime di invettive antisemite, specie sui social».


Ma la cosa più incredibile è forse quella che segue. Nel rapporto si legge: «Mentre la negazione della Shoah (tipica del neonazismo) o l'accusa del sangue (caratteristica dell'antigiudaismo) trovano diffusione solo nell'ambito del neonazismo, gli stessi miti adattati alla realtà israeliana raccolgono consensi in settori più eterogenei: estrema sinistra, etnoregionalismo, ecologismo, galassia anti-elites, islamismo».


Riepilogando: i 200 insulti al giorno non erano al giorno ma all'anno, non erano tutti rivolti contro Liliana Segre e, soprattutto, non provenivano tutti dall'estrema destra ma pure da sinistra e islam. Eppure tutto ciò ha portato alla creazione di una commissione che non fa alcun riferimento all'antisemitismo islamico o all'odio rosso, anzi si occupa di monitorare i casi di islamofobia. 


Intendiamoci: anche se ci fosse un solo insulto all'anno contro la Segre o altri andrebbe condannato. Il punto è che l'allarme sul «ritorno del nazismo» lanciato da Repubblica è servito soltanto ad alimentare il fuoco dello scontro politico, ad accusare la destra italiana di essere collusa con chissà quali movimenti razzisti.


Ora serve un po' di chiarezza. L'osservatorio antisemitismo – che in comunicato parla di 200 insulti al giorno – dovrebbe fare chiarezza sui numeri. E spiegare se questi insulti arrivano (e in che percentuale) anche dall'estrema sinistra o dal mondo islamico.


Resta che ormai il danno è fatto. La commissione e le sue derive liberticide sono ormai realtà. E l'odio online di certo non si arresta. Anzi, Liliana Segre che prima (parole sue) nemmeno si era accorta degli insulti, ora è nell'occhio del ciclone. Un capolavoro. 

(Fonte: https://www.laverita.info/i-200-insulti-non-erano-al-giorno-e-non-erano-tutti-contro-la-segre-2641307475.html)


Report Page