Russia vs Telegram ultime vicende

Russia vs Telegram ultime vicende

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Dopo il ban della applicazione dal continente russo, e il progressivo inasprimento dei rapporti tra il Roskomnadzor (ovvero il servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa) e Telegram, si è assistito ad una serie di battaglie legali e, nonostante gli aiuti di Amnesty International e di altre 25 organizzazioni sostenitori dei diritti umani, compresa "Agora" (che rappresenta l'applicazione nei tribunali della Federazione Russa), le cose non si sono sempre messe bene per il social messenger...

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Nel suo ultimo aggiornamento però, (versione 4.9.1 Android e iOS, 1.3.14 Desktop) Telegram ha deciso di modificare la sua politica della privacy e questo ha scatenato non poche polemiche a riguardo. Ma analizziamo la faccenda sin dall'inizio:


La Corte Suprema della Russia pubblicò, circa una settimana prima dell'aggiornamento, una sentenza d'appello del caso Telegram e FSB, dichiarando che l'ordine di vietare il servizio nel territorio e la richiesta delle chiavi di decrittografia delle chat non violano il diritto alla privacy dei cittadini, la segretezza della corrispondenza, le conversazioni telefoniche, le comunicazioni postali, telegrafiche e di altro tipo che sono garantite dall'articolo 23 della Costituzione della Federazione russa. L'FSB può quindi avere l'accesso alla chiave, senza alcun tipo di restrizioni. La corte ha inoltre ordinando a Telegram di passare all'FSB e al governo russo, le informazioni necessarie per decodificare i messaggi.

Secondo la corte, infatti, le questioni relative alla limitazione dell'accesso alle informazioni sono regolate dall'articolo 9 della legge, che spiega come le informazioni necessarie per decodificare i messaggi elettronici non sono classificate dalle leggi federali come informazioni di accesso riservate.


Ovviamente Telegram non si china e la battaglia legale fra Telegram e le autorità russe continua.

Secondo noi: Le decisioni intraprese dalla corte sono assolutamente insensate soprattutto quando nell'articolo 23 si cita che ciascuno ha diritto alla segretezza della corrispondenza privata. E' anche vero che nello stesso articolo si accetta la limitazione di questo diritto se ordinato dalle autorità giudiziarie, ma questo non si può e non si deve estendere all'accedere alle chiavi di TUTTI coloro che usano il servizio.


Arriviamo finalmente al momento dell'aggiornamento dove, tra le altre aggiunte, troviamo una modifica alle politiche della privacy dell'app. Nello specifico è il punto 8.3 a spaventare gli utenti.

A seguito di questo, molti utenti dichiarano (erroneamente) la #DigitalResistance come perduta, ma basta leggere meglio per capire che:

• Telegram, per mostrare i dati, deve ricevere un ordine non da una semplice autorità ma soltanto una decisione di una corte può far sì che questo accada.

• I dati forniti saranno solo e soltanto di quelle specifiche persone, la Russia non avrà una chiave di accesso universale per tutti gli utenti.

• Come dichiara la stessa organizzazione, Telegram fin ora non ha mai dovuto fornire questi dati a nessuno, se Telegram fosse stata (o sarà) costretta da un determinato governo a farlo senza annunciarlo pubblicamente, quella frase "So far this never happened" (Questo non è mai accaduto) non sarebbe mai apparsa (è la legge che lo impone)

• La stessa Telegram permette di monitorare i dati e la situazione attraverso il canale @Transparency che fornirà dei report semestrali sulle richieste che la compagnia ha (o non ha) processato

• Si tratta esclusivamente di numero di telefono e di indirizzo IP, non certo delle conversazioni.


Ma ecco che se non ci fidiamo ancora, arrivano le stesse parole di Pavel Durov nel suo canale russo a confortarci:


" Questa estate, abbiamo creato una completa Informativa sulla privacy di Telegram per conformarci alle nuove leggi europee sulla privacy.

Nell'informativa sulla privacy, ci riserviamo il diritto di trasferire l'indirizzo IP e il numero di telefono dei terroristi ai servizi competenti tramite una decisione del tribunale. Indipendentemente dal fatto che usiamo questo diritto, una tale misura dovrebbe rendere Telegram meno attraente per coloro che sono impegnati a inviare propaganda terroristica qui.

Questo cambiamento può portare alla fine dei tentativi di bloccare Telegram in Russia? Penso di no - per due motivi:

1. In Russia, a Telegram, non vengono richiesti il numero e l'indirizzo IP dei terroristi con una decisione del tribunale, ma qualcosa di fondamentalmente diverso: l'accesso ai messaggi e di tutti gli utenti.

2. Telegram in Russia è bandito; ogni giorno centinaia di indirizzi IP vengono bloccati nel tentativo di interrompere l'accesso al servizio. A questo proposito, non consideriamo alcuna chiamata da parte dei servizi russi e la nostra politica sulla privacy non riguarda la situazione in Russia.

Pertanto, continuiamo la nostra resistenza. "

⬅️Vai al messaggio originale


In breve:

Questo aggiornamento della privacy policy è dedicato all'adeguamento sulla normativa europea del GDPR, in Russia Telegram continua ad essere fuorilegge perché quello che vogliono è leggere TUTTE le conversazioni di TUTTI gli utenti. Sino a quando Telegram sarà bandito in Russia, nessuna richiesta da parte del governo russo sarà presa in considerazione.


La guerra legale continua e nei giornali russi appaiono frasi di questo tipo:

"Il viceministro per lo sviluppo digitale, le comunicazioni e le comunicazioni di massa della Federazione russa Alexei Volin ritiene che i fondatori di Telegram dispongano di risorse sufficienti per evitare il blocco, a causa del quale il messenger non potrebbe essere completamente bloccato."
⬅️ Vai all'articolo completo


In breve si parla di come, il messenger, nonostante abbia aggiornato la politica sulla privacy non soddisfa le domande del Roskomnadzor e si parla di come l'agenzia governativa prenderà in considerazione la possibilità di rilascio solo se il Telegram eseguirà l'ordine del tribunale e dia le chiavi al Servizio di Sicurezza Federale per decrittografare i messaggi degli utenti.


...insomma... La resistenza continua!




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Articolo a cura di @DazFather per @DazUpdates

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