Ritorno su quanto avevo scritto la settimana scorsa in merito al fenomeno di infermiere del SIAD

Ritorno su quanto avevo scritto la settimana scorsa in merito al fenomeno di infermiere del SIAD


che se ne è andato, senza fare la medicazione a mia mamma, perché mi son rifiutata di indossare la mascherina a casa mia, ma avrei ancora bisogno di un consiglio. Allora, dopo vari tentativi, son riuscita a mettermi in contatto con una operatrice del SIAD per vedere di farmi dare il cognome del suddetto e mi son sentita rispondere che, primo sapeva già tutto (caspita, quando serve sono proprio efficienti!), secondo, lei non può darmi niente per via della privacy, cosa che già mi aspettavo, terzo che io ho torto marcio, visto che la "legge" prevede che gli operatori debbono avere la museruola, così come il famigliare presente in quel momento. Ora, le ho chiesto quale legge mi imponga tale obbligo, anche perché, se sono direttive dell'azienda, non possono valere per un privato, a casa propria poi. Al che mi ribatte che, se voglio usufruire del servizio pubblico, devo uniformarmi alle direttive, altrimenti mi pago un infermiere privato. Roba da matti! Le ho anche domandato se potesse darmi la PEC del SIAD, ma mi ha risposto che debbo cercarmela da sola. Che gentile!

Sinceramente, son proprio stanca di aver a che fare con dei deficienti dalla mattina alla sera. Se non fosse che la mamma ha una piaga importante, regalo tra l'altro dell'ospedale, me ne fregherei altamente di ricorrere al servizio pubblico, ma al momento non posso farne a meno.


Ah, dimenticavo, la responsabile del SIAD mi ha anche detto che posso fare quello che voglio, che tanto loro sono tutelati dalla legge.




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