Risposte del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov alle domande del programma televisivo “Vesti” a margine del Forum Economico Orientale, Vladivostok, 12 settembre 2023

Risposte del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov alle domande del programma televisivo “Vesti” a margine del Forum Economico Orientale, Vladivostok, 12 settembre 2023

Ambasciata Russa in Italia

Domanda: Il Segretario di Stato degli USA Antony Blinken ha rilasciato una clamorosa dichiarazione secondo la quale l’Ucraina sarebbe pronta a negoziare con la Russia. E, se tali negoziati avessero inizio, allora anche gli Stati Uniti seguirebbero l’Ucraina. Lei come si pone al riguardo?


Sergey Lavrov: Ho letto questa dichiarazione. È veramente bizzarra. Gli americani, che guidano e gestiscono quotidianamente l’operato del regime di Kiev, in teoria dovrebbero sapere meglio di chiunque altro quali sono le dichiarazioni e i documenti che vengono approvati da Volodymyr Zelensky e dalla sua amministrazione. Nel 2022, Zelensky ha firmato un decreto che vieta di condurre qualsiasi tipo di negoziato con il governo russo e con il Presidente Vladimir Putin. Tutto il mondo ne è a conoscenza. Se coloro che dirigono questo regime hanno deciso che gli ucraini debbano essere pronti ai negoziati, allora immagino che il primo passo per loro debba essere l’“auspicio”, oppure l’ordine di revocare tale decreto, che, lo ripeto ancora una volta, vieta i negoziati.


Per quanto riguarda la nostra posizione, e la dichiarazione di Antony Blinken riguardante il fatto che la Russia non mostri alcun desiderio o disponibilità al negoziato, ciò è davvero deludente. Io comprendo che il Segretario di Stato USA sia un uomo molto impegnato, ma avrà certo al suo fianco esperti che monitorano e analizzano quanto affermato dall’amministrazione russa. Il Presidente Vladimir Putin ha ripetuto molte volte che noi non ci sottraiamo ai negoziati. Coloro che invece a questi negoziati si sottraggono devono capire che, più a lungo tergiversano, più sarà difficile giungere a un accordo. Questa è la nostra posizione ufficiale. E ripeto, alla luce del divieto di condurre negoziati firmato da Volodymyr Zelensky, questa nostra posizione non dovrebbe suscitare interrogativi di nessun tipo.


L’esempio concreto risale all’aprile del 2022. All’epoca noi avevamo già praticamente siglato l’accordo definitivo, ma furono gli americani e gli inglesi a vietare ufficialmente a Kiev di firmarlo. Può darsi che Antony Blinken provi disagio in merito al ruolo giocato dagli Stati Uniti, e che abbia deciso di “ripulire” in qualche modo la reputazione degli americani; ma per adesso non gli è riuscito molto bene.


Domanda: Si è detto che la sua trasferta a Kiev fosse legata, tra le altre cose, al suo tentativo di spingere Kiev ai negoziati.


Sergey Lavrov: Su questo non posso fare ipotesi. In realtà, per il momento, il regime di Kiev sta facendo di tutto per spingere chiunque, ossia gli americani, gli europei, e tutti gli altri paesi a cedere alle sue richieste di denaro, aiuti, armi e munizioni. Dichiarazioni del genere vengono rilasciate ogni giorno dai rappresentanti del regime ucraino. Il mio “collega” Dmytro Kuleba ha incontrato non molto tempo fa a Kiev il Ministro degli Affari Esteri tedesco Annalena Baerbock e, di fronte alle telecamere, ha lamentato il fatto che i tedeschi non stessero fornendo loro sistemi missilistici a lunga gittata. Ha poi concluso la sua invettiva dicendo che, alla fine, i tedeschi avrebbero comunque dato loro ciò che volevano. Eccoli, i “clienti”. Chi ha instaurato questo regime dovrebbe sapere bene cosa comporta lavorare con loro.



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