Risposte del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov alle domande del programma “Bilancio della settimana” sul canale televisivo “NTV”, 24 dicembre 2023

Risposte del Ministro degli Affari Esteri della Federazione Russa Sergey Lavrov alle domande del programma “Bilancio della settimana” sul canale televisivo “NTV”, 24 dicembre 2023

Ambasciata della Federazione Russa nella Repubblica Italiana

Domanda: Una domanda di natura filosofica: Lei ieri ha ripetuto più volte espressioni quali “giustizia, giusta risoluzione della crisi, giusto ordine mondiale multipolare, e così via”. In questo momento il Sud globale ci sta osservando attentamente. Che tipo di giustizia stiamo offrendo loro? Che cosa possiamo aggiungere perché il concetto sia per loro più chiaro?

💬 Sergey Lavrov: Credo che chiunque, una persona normale o un politico, saprebbe riconoscere immediatamente un’ingiustizia se la vedesse. E saprebbe riconoscere quando i problemi vengono risolti invece in maniera giusta, e cioè sulla base di un equilibrio tra i vari interessi e nell’osservanza del principio chiave della Carta delle Nazioni Unite sulla necessità di rispettare l’uguaglianza sovrana di tutti gli Stati (siano essi piccoli o grandi). A seguito dell’istituzione dell’ONU, nessuna azione intrapresa dall’Occidente, e in particolare dagli Stati Uniti, ha mai rispettato il principio chiave dell’uguaglianza sovrana di tutti gli Stati.

Il mondo arabo non solo ci osserva attentamente, ma sta anche portando avanti con noi una stretta cooperazione. L’atmosfera che si respirava a Marrakesh durante l’incontro del Forum di Cooperazione russo-arabo, i negoziati svolti con il Ministro degli Affari Esteri, della Migrazione e dei Tunisini all’Estero Nabil Ammar, così come l’incontro con il Presidente della Repubblica di Tunisia Kaïs Saïed hanno mostrato che questi Paesi non ci stanno soltanto osservando. C’è il desiderio di cooperare attivamente sia a livello bilaterale, quindi nell’ottica dello sviluppo economico e degli investimenti reciproci, sia sul piano internazionale. E non solo ai fini di un coordinamento riguardante aspetti singoli, ma in merito a questioni fondamentali per il futuro ordine mondiale.

In questo contesto, “giustizia” significherà uguali diritti per tutti i Paesi e per le organizzazioni istituite in diverse regioni. La Lega Araba, il Consiglio di Cooperazione degli Stati del Golfo Persico, l’Unione Africana, la Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi, e numerose altre organizzazioni subregionali presenti in Africa e America Latina. Per l’Eurasia, l’Unione Economica Eurasiatica, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e l’Associazione delle Nazioni del Sud-est Asiatico. Sono stati istituiti stretti legami tra queste organizzazioni, anche nell’ambito dell’iniziativa della Nuova Via della Seta (Belt and Road Initiative).

I processi di integrazione avvengono naturalmente. A differenza di alcuni dei piani elaborati dai Paesi occidentali, noi non vogliamo creare schemi artificiali, bensì dare modo a queste tendenze oggettive di interagire tra loro, dal momento che gli ambiti in cui i processi di integrazione stanno avendo luogo spesso coincidono. E qui, una suddivisione dei compiti effettuata su base equa, e cioè sulla base del mutuo vantaggio garantito a tutti i partecipanti, ci condurrà infine a tracciare i profili del nuovo mondo multipolare.


Domanda: Perché non ha menzionato i BRICS?

💬 Sergey Lavrov: Non li ho menzionati perché i BRICS sono ormai un fenomeno evidente. Ho invece elencato quelle organizzazioni che si stanno formando a livello regionale. I BRICS non sono un’organizzazione, bensì un raggruppamento di Paesi. Non credo che qualcuno abbia interesse a trasformarla in un’organizzazione vera e propria dotata di segretariato. Ciò non è necessario, o almeno non lo è in questa fase, e quindi in una prospettiva temporale relativamente lunga.


I BRICS sono un simbolo: rappresentano il desiderio della Maggioranza mondiale di elaborare le proprie iniziative in maniera congiunta, tenendo in considerazione i reciproci interessi su base paritaria. È il futuro “ombrello” sotto il quale avranno luogo tutti i processi regionali e subregionali. Fanno già parte di questo raggruppamento diversi Paesi dell’Eurasia, dell’Africa, dell’America Latina e del mondo arabo. È questo il futuro.

In Occidente non esistono organizzazioni in cui vigano regole giuste improntate alla parità di diritti e all’effettivo consenso. Non certo come l’approccio dimostrato dall’Unione Europea, dove al Primo Ministro ungherese Viktor Orbàn è stato chiesto di uscire a “prendersi un caffè” nel momento in cui si è dovuto discutere di una decisione da prendere sull’Ucraina. Nella NATO vige la “disciplina del bastone”. Forse, in futuro, l’Occidente maturerà la consapevolezza del fatto che tali processi sono inarrestabili, e che è proprio il desiderio di giungere a una giustizia vera a determinare la crescente coscienza di sé che la Maggioranza mondiale, e quindi il Sud e l’Est globale, sta acquisendo. E noi siamo parte di questo processo.

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