Rafforziamo la nostra fede nella risurrezione (Atti 9:40)

Rafforziamo la nostra fede nella risurrezione (Atti 9:40)

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John Ekrann

Con le 2 parole della scrittura di oggi, Geova riportò Tabita, o Dorcas, alla vita. E come hanno ben detto i fratelli che hanno commentato, la risurrezione è senza ombra di dubbio uno dei più straordinari miracoli di cui parla la Bibbia. Pensateci un attimo. Ridare vita a un corpo umano o formare un corpo nuovo e restituirgli ogni suo ricordo e tutto ciò che rendeva quella persona ciò che era è indiscutibilmente la straordinaria dimostrazione della padronanza che ha Geova della fisica, della chimica e della biologia. Quello che Geova riesce a capire della vita e dell’universo è qualcosa che non possiamo neanche immaginare. Quello che può fare la tecnologia moderna è sorprendente. Gli smartphone, i computer o la medicina, ma obiettivamente queste cose non sono niente se le paragoniamo al potere e alla conoscenza che ha Geova e che usa per ridare la vita a un essere umano. Infatti per molte persone anche solo pensare che qualcuno venga risuscitato non è altro che pura fantasia, al massimo roba da fantascienza, qualcosa di impossibile che si desidera ma che non si avvererà mai. Perciò, in che modo possiamo rafforzare la nostra fede nella risurrezione e come possiamo aiutare anche altri ad avere la stessa fede in questa speranza? Quest’oggi vedremo insieme un paio di modi. Primo, possiamo esserne più convinti meditando sulla potenza creativa di Geova e sulla sua personalità. Vediamo l’esempio di 2 uomini che giunsero alla conclusione che Geova doveva essere in grado di riportare le persone in vita, anche se fino a quel momento non c’era stata nessuna risurrezione. Consideriamo l’esempio di Abraamo. Leggiamo insieme Ebrei 11:19. Quando Geova gli chiese di offrire suo figlio Isacco come sacrificio, vediamo come reagì. Ebrei 11:19. Leggiamola insieme: “Ma lui concluse che Dio era anche capace di risuscitare Isacco dai morti; e da lì lo riebbe, con un significato simbolico”. Abraamo, in effetti, si prese il tempo di meditare sul fatto che Geova era il Creatore e che era stato in grado di rigenerare le capacità riproduttive di Sara, come se avesse risuscitato la sua capacità di avere figli. Quindi Abraamo concluse che, anche se fosse dovuto arrivare al punto di sacrificare suo figlio Isacco, Geova avrebbe potuto riportarlo in vita e lo avrebbe fatto. Di sicuro tenere a mente queste cose avrà rafforzato Abraamo e anche la sua determinazione a fare qualcosa di estremamente difficile per un padre, sostanzialmente mettere a morte il proprio figlio. Ma quella speranza, quella risolutezza che Abraamo aveva, fu rafforzata perché lui sapeva che Geova poteva riportare in vita il suo amato Isacco, lo aveva capito. Pensiamo invece a Giobbe. Anche lui credeva nella risurrezione. In Giobbe 14:14, 15, notate a quale conclusione giunge riguardo alle capacità di Geova. Giobbe 14:14, 15: “Se un uomo muore, può tornare in vita? Aspetterò per tutti i giorni del mio lavoro forzato, finché non arrivi sollievo per me. Tu chiamerai, e io ti risponderò. Desidererai ardentemente l’opera delle tue mani”. Conosciamo la sua storia. Sappiamo bene che Giobbe pronunciò queste parole dopo aver perso i suoi 10 figli nella morte. Il dolore e la sofferenza di quando si perde un solo figlio, per un genitore è insopportabile. Ma perderne 10 è un carico di dolore inimmaginabile. Comunque, Giobbe pensò che se lui, come padre, sentiva così tanto la mancanza dei suoi 10 figli, anche Geova doveva sentirne tanto la mancanza e desiderava rivederli. Anche se Giobbe ebbe altri 10 figli, possiamo essere sicuri che non vedeva l’ora di riabbracciare, grazie alla risurrezione, i figli che aveva perso. Questo è il primo modo per rafforzare la nostra fede nella risurrezione, meditare sulle qualità di Geova e sul fatto che è in grado di riportare in vita gli uomini. Il secondo modo è leggere gli episodi biblici che raccontano delle risurrezioni. Nella Bibbia possiamo leggere 9 di questi episodi. Elia risuscitò un bambino. Eliseo risuscitò un bambino. Eliseo persino dopo morto risuscitò un uomo. Il corpo dell’uomo fu gettato sulle ossa di Eliseo e tornò in vita. Gesù risuscitò il figlio della vedova di Nain e la figlia di Iairo. E poi riportò in vita anche Lazzaro. Poi Geova risuscitò Gesù. E ancora Pietro risuscitò Tabita, o Dorcas, come leggiamo nella scrittura di oggi. E poi Paolo risuscitò il giovane Eutico. Se analizziamo tutte queste risurrezioni possiamo imparare davvero molte cose. Furono risuscitati dei bambini, e questo è senz’altro di conforto per chi ha perso un figlio, ma anche alcuni adulti come Tabita e Lazzaro. Una risurrezione avvenne attraverso delle ossa. Il profeta non era nemmeno lì, era ancora più evidente che era stata opera di Geova. Perciò le risurrezioni miracolose riportate nella Bibbia sono lì per rafforzare la nostra fede nel fatto che Geova e Gesù possono risuscitare le persone e lo faranno. Mi piace molto quello che scrive l’apostolo Paolo in Atti 17:31. La risurrezione di Gesù è una “garanzia” per tutti gli uomini. È come se, facendo scrivere questi episodi nella Bibbia, Geova stesse dicendo: “Io garantisco che so fare tutto questo, non ti chiedo solo di crederci, ma ti dimostro che lo posso fare”. La morte è come quando si schiaccia il tasto pausa sul telecomando; e invece quando Geova risuscita qualcuno è come se schiacciasse il tasto play per far ripartire la sua vita. Quindi possiamo riflettere, come fecero Abraamo e Giobbe, sul fatto che Geova ha sia la capacità di creare la vita che quella di riportare in vita. E possiamo anche leggere delle risurrezioni che Geova ha già compiuto. Così facendo saremo più convinti che la risurrezione è una realtà. Ma in che modo sapere quello che può fare Geova può esserci d’aiuto oggi? Saperlo ci dà energia, forza e coraggio. Per fare un esempio, un giorno, ero un ragazzino, ero in servizio, mi stavo avvicinando a una porta quando dal nulla spuntò fuori un cane arrabbiatissimo. Era tutto denti e ce l’aveva proprio con me, io me la diedi a gambe. Riuscii a guadagnare un po’ di terreno e a un certo punto sentii uno “sdeng!” Mi dissi: “Ah, questa sembra proprio una catena”. Mi voltai e infatti il cane era lì incatenato, non poteva avvicinarsi più di così. A quel punto, sapendo che era incatenato e che non poteva più raggiungermi, mi feci un tantino di coraggio e andai a fare la mia introduzione. Anche Satana ringhia, abbaia e minaccia, ma alla fine Geova limita quello che può fare come farebbe una grossa catena. Anche se Satana dovesse toglierci la vita prima della fine di questo sistema di cose, o se dovessimo morire prima del nuovo mondo, Geova ci dà la speranza della risurrezione. Vuole che sappiamo che la morte feroce non può causare a noi o ai nostri cari un danno permanente. Qualsiasi danno causato dalla morte è solo temporaneo, è come il tasto pausa del telecomando e Geova può facilmente schiacciare play. La scrittura di oggi ha solo 2 parole, ma ha un potere enorme. Provate a far questo e vedete come vi sentite. Al posto della scrittura di oggi “Tabita, alzati!” vorrei che metteste il nome di una persona che non vedete l’ora di rivedere in vita, di riabbracciare. E poi pensate a Gesù che dice il nome di vostra madre: “Alzati!” Quello di vostro padre: “Alzati!” Il nome del vostro amato coniuge: “Alzati!” È vero, la scrittura di oggi ha solo 2 parole, ma ci riempiono di coraggio e di speranza!

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