‘Prendiamoci cura gli uni degli altri’ (1 Cor. 12:25)

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Leonard Myers

Il commento della scrittura di oggi, più o meno a metà, dice così: “Se abbiamo tenera compassione, saremo spinti a mostrare benignità”. La Bibbia collega spesso queste 2 qualità, per esempio Efesini 4:32 dice: “Siate premurosi”, o benigni, come dice la nota, “mostrando tenera compassione”. Il libro Perspicacia definisce la compassione così: “Sentita partecipazione alle sofferenze o ai problemi altrui, unita al desiderio di alleviarli”. Quindi siamo partecipi delle sofferenze e abbiamo il desiderio di agire con premura. Purtroppo, come diceva un articolo della Torre di Guardia, “la condizione morale dei nostri tempi ha soffocato la compassione nel cuore di tante persone”. La rubrica “Uno sguardo al mondo” alcuni anni fa parlava proprio di questo. In Italia una bambina di 6 anni e suo padre stavano andando in macchina al mare. Entrati in galleria, il padre, che aveva solo una trentina d’anni, improvvisamente ebbe un infarto. Prima di morire disse alla figlia di tornare a casa. Mentre la bimba usciva dalla galleria, continuava a perdere l’equilibrio per le macchine che le sfrecciavano accanto senza rallentare. Tutta graffiata, sanguinante e in lacrime, camminò lungo l’autostrada per mezz’ora, ignorata da centinaia di persone che passavano in macchina, finché finalmente una macchina si fermò. I giornalisti in tutto il paese si domandavano se il recente benessere avesse fatto perdere il calore e la compassione per cui gli italiani erano famosi. Uno di loro scrisse che “lungo la strada per le vacanze non sono previste fermate per occuparsi del dolore altrui”. Questo episodio purtroppo descrive bene il mondo in cui viviamo. Parliamo un po’ di questa qualità, la compassione. Vedremo quando non dovremmo mostrare compassione, vedremo un esempio della compassione di Geova e vedremo anche alcuni modi pratici in cui possiamo mostrare compassione. Primo, ci sono volte in cui non dovremmo mostrare compassione. Per esempio, se qualcuno decide di praticare il peccato, proteggerlo dalla disciplina sarebbe il modo sbagliato di mostrare compassione. Sarebbe compassione inappropriata. Consideriamo un esempio dell’antico Israele. Apriamo la Bibbia in Deuteronomio 13. Al versetto 6 leggiamo che se il fratello di un israelita o suo figlio o, come dice il versetto, ‘la sua cara moglie o il suo migliore amico’ avesse cercato di convincerlo a servire altri dèi, notate il comando al versetto 8: “Non farti convincere e non ascoltarlo; non devi mostrargli pietà né provare compassione né proteggerlo. Piuttosto, devi assolutamente ucciderlo”. Perché era così importante non mostrare compassione? Versetto 11: “Quindi tutto Israele lo verrà a sapere e avrà paura, e non farà mai più una cosa malvagia come questa”. Questo proteggeva la nazione. Se qualcuno provava ad allontanarli da Geova, quello non era il momento di mostrare compassione. Cedere mostrando compassione quando questo va contro la volontà di Dio può avere gravi conseguenze. Dobbiamo evitare questo tipo sbagliato di compassione. Ora vediamo un esempio della compassione di Geova. Prendiamo insieme Esodo capitolo 3. Esodo capitolo 3. Mentre si occupava del gregge di suo suocero, Mosè vide qualcosa che non aveva mai visto, e che nessuno di noi ha mai visto. Mosè vide un roveto che bruciava, ma non si consumava. Quindi Mosè decise di avvicinarsi. Geova gli parlò dal roveto per mezzo di un angelo. E notate cosa disse al versetto 5: “Non ti avvicinare oltre. Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo in cui stai è suolo santo”. Pensate, dato che l’Iddio santissimo era lì rappresentato da un angelo, persino il suolo divenne santo. Teniamolo a mente, ci torneremo. Parliamo ora della compassione di Geova per il suo popolo che soffriva in Egitto. Versetto 7: “Geova aggiunse: ‘Ho visto le sofferenze del mio popolo in Egitto, e ho udito il grido che alza a causa di quelli che lo costringono ai lavori forzati; conosco bene le pene che soffre’”. Non era cieco di fronte alla sofferenza del suo popolo. Non era sordo alle loro grida di aiuto. Il loro dolore divenne il suo. Cosa dice la fine del versetto? “Conosco bene le pene che soffre”. Riguardo all’espressione “conosco bene” è stato detto: “Il termine chiama in causa i sentimenti, la tenerezza e la compassione”. Queste parole rivelano che Geova è un Dio davvero premuroso e compassionevole. E cosa avrebbe fatto Geova? La compassione lo avrebbe spinto ad agire? Beh, certamente sì. Al versetto 10 Geova disse a Mosè: “Tu farai uscire dall’Egitto il mio popolo”. Questo racconto è davvero incoraggiante per noi. Possiamo essere sicuri che Geova vede quello che passiamo, ascolta le nostre richieste di aiuto, conosce il dolore che a volte proviamo. Ma Geova non solo prova compassione, no, lui è spinto ad agire. Perché? 1 Pietro 5:7. Lui ha cura di ognuno di noi. La compassione di Dio ci dà anche speranza. Una sorella che lottava con la depressione e lo scoraggiamento ha trovato conforto nel racconto di Mosè e del roveto. Ricordate il suolo santo al versetto 5? La sorella ha detto: “Se Geova può rendere santo persino il suolo, forse c’è qualche speranza anche per me”. La compassione di Geova l’ha aiutata. Fino ad ora abbiamo visto la necessità di evitare la compassione inappropriata e l’esempio di Geova che non solo prova compassione ma che è spinto ad agire. Come possiamo imitarlo? Una qualità che ci può aiutare è l’amore, l’amore altruistico per il prossimo. Consideriamo 2 modi pratici in cui possiamo mostrare questo tipo di compassione. Primo, la compassione ci aiuterà a non reagire male quando altri commettono errori. Prima abbiamo citato Efesini 4:32 che collega la benignità alla compassione. Ecco, adesso leggiamo insieme il versetto precedente, Efesini 4:31. Teniamo questo a mente, la compassione ci aiuta a non reagire male quando altri commettono errori. Versetto 31: “Abbandonate ogni amaro rancore, collera e ira, le urla e il linguaggio offensivo, così come ogni cattiveria”. Ma leggiamo anche il versetto 32: “Siate premurosi [o benigni] gli uni con gli altri, mostrando tenera compassione”. Quindi sia a casa, in congregazione, alla Betel, in un cantiere, dovunque siamo, facciamo in modo che questo amore altruistico ci spinga a mostrare compassione e a non reagire male quando altri commettono errori. Un secondo modo in cui l’amore ci spinge a mostrare compassione è che ci aiuterà a evitare la tendenza ad abusare del potere. Colossesi 3:12 dice: “Rivestitevi di tenera compassione, benignità”, ecco le 2 qualità collegate insieme di nuovo, e poi il versetto aggiunge “umiltà [o modestia di mente]”. Un articolo della Torre di Guardia diceva così: “La modestia di mente ci consente di metterci nei panni di quelli che sono soggetti alla nostra sorveglianza. Per essere compassionevoli bisogna essere umili e ragionevoli anziché difficili da accontentare. Non si dovrebbe considerare l’efficienza una scusa per trattare gli altri come semplici denti di un ingranaggio”. Ecco quindi 2 modi in cui l’amore ci aiuta a mostrare compassione: non reagiamo male quando altri commettono errori e evitiamo la tendenza ad abusare del potere. Il mondo ha soffocato la compassione nel cuore delle persone, ma noi invece vogliamo essere conosciuti per la nostra compassione. Ovviamente non vogliamo mostrare compassione inappropriata se qualcuno pratica deliberatamente il peccato. Piuttosto vogliamo imitare Geova e agire con benignità, spinti dalla compassione per chi è nel bisogno. Perciò durante la nostra giornata cerchiamo i modi per mettere in pratica Efesini 4:32: “Siate premurosi [benigni], mostrando tenera compassione”.

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