“Pregate di continuo per non cadere in tentazione”

“Pregate di continuo per non cadere in tentazione”

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JW Broadcasting, ottobre 2020

Geoffrey Jackson. “Pregate di continuo per non cadere in tentazione”

Il tema su cui ci soffermeremo questo mese è “Pregate di continuo per non cadere in tentazione”. Queste parole di Gesù sono riportate in Matteo 26:41. Rifletteremo su questo versetto e risponderemo a 3 domande importanti.

1.      Perché Gesù pregava?

2.      Quali tentazioni dovette superare?

3.      Cosa possiamo imparare dal suo esempio?

 Iniziamo leggendo insieme questo versetto, Matteo 26:41: “Vigilate e pregate di continuo per non cadere in tentazione. Certo, lo spirito è volenteroso [o “desideroso, come dice la nota in calce], ma la carne è debole”. Gesù pronunciò le parole che abbiamo appena letto la sera prima di essere messo a morte. Di sicuro quella sarà stata la sera più difficile della sua vita. Nei versetti precedenti si dice che Gesù cominciò ad addolorarsi e a essere molto angosciato. Per noi è difficile anche solo immaginare lo stress e la pressione emotiva che dovette sopportare quella sera. Sapeva che Satana per farlo crollare avrebbe fatto qualsiasi cosa e sapeva anche che di lì a poco avrebbe subìto una morte lenta e dolorosa. Ma c’è qualcosa che faceva ancora più fatica a sopportare. Era consapevole del fatto che la falsa accusa per cui stava per essere condannato era quella di aver bestemmiato contro il santo nome di Geova, un crimine davvero ignobile. L’approfondimento a Matteo 26:39 nella Bibbia di studio dice: "Senza dubbio Gesù soffriva all'idea che la sua condanna a morte per bestemmia e sedizione potesse recare disonore a Dio, e questo lo spinse a pregare che quel 'calice' si allontanasse da lui". Nonostante tutta quella pressione, Gesù sarebbe riuscito a rimanere fedele sino alla morte? Era in gioco la vita di miliardi di persone. E, cosa ancora più importante, era in gioco la reputazione di suo Padre. In quella situazione così difficile, così angosciante, cosa fece Gesù? Pregò, non solo una, ma 3 volte. Notate come Luca descrisse quello che successe in Luca 22:44: “Ma la sofferenza era tale che Gesù continuò a pregare ancor più intensamente; e il suo sudore divenne come gocce di sangue che cadevano a terra”. Questo cosa ci insegna? Pensateci un attimo. Gesù conosceva bene Satana. Quando era in cielo Gesù aveva visto tutte le tentazioni che Satana usa con l’obiettivo di far cadere i servitori di Dio. Eppure Gesù non pensava che sarebbe stato facile per lui resistere a tutte le tentazioni di Satana. Questa è una lezione fondamentale per noi. Se il Figlio di Dio, che era perfetto, sentì il bisogno di pregare per ricevere aiuto e forza, quanto più dovremmo farlo noi. Ecco perché Gesù volle dare questo consiglio: “Pregate di continuo per non cadere in tentazione”. Che consiglio prezioso. Ma cosa significa “cadere in tentazione”? Nella Torre di Guardia inglese del ’51 leggiamo: “Ma noi stessi sotto l’influenza di Satana produciamo la tentazione pensando come sarebbe bello fare o avere qualche cosa contraria alla volontà di Dio, e non scacciando quindi il desiderio creato da tale illecito pensare, ma accarezzandolo sempre più. In questo modo siamo trascinati fuori [...] strada e indotti a ignorare il consiglio e avvertimento di Dio. Noi entriamo [o cadiamo] in tentazione”. Davanti a una tentazione pregare ci è di aiuto, perché ci permette di concentrarci su quello che Geova vuole che facciamo e ci permette di chiedergli la forza per non cadere in tentazione. Vediamo la seconda domanda. Quali tentazioni dovette superare Gesù quando era sulla terra? Probabilmente pensiamo subito a quando, poco dopo il suo battesimo, Gesù fu tentato 3 volte dal Diavolo. Rivediamo insieme brevemente quelle 3 tentazioni. Nella prima Satana disse a Gesù di trasformare delle pietre in pane in un momento in cui Gesù era molto affamato. In pratica Satana fece leva sul desiderio di Gesù di mangiare. Comunque Gesù respinse immediatamente la tentazione di soddisfare quel suo desiderio in modo inappropriato. Nella seconda Satana disse a Gesù di buttarsi dal parapetto del tempio, ma Gesù rigettò anche quella tentazione. Perché? Perché sapeva che dare spettacolo in quel modo era un gesto orgoglioso che equivaleva a mettere alla prova Geova. E nell’ultima Satana mostrò a Gesù “tutti i regni del mondo e la loro gloria” e glieli offrì. Ma a quale prezzo? Satana voleva che in cambio Gesù gli facesse un atto di adorazione. Ricordate cosa rispose Gesù? Rifiutò con decisione e disse: “Va’ via, Satana!” Siete mai stati tentati in modo simile? Sicuramente direte: “Nessuno mi ha mai chiesto di trasformare delle pietre in pane o di saltare giù da un palazzo, e nessuno mi ha nemmeno mai proposto di governare tutte le nazioni del mondo”. Però non abbiamo detto allo stesso modo, in modo simile. Quindi siete mai stati tentati in modo simile? Immagino di sì. La maggioranza di noi si è trovata di fronte a tentazioni legate a desideri della carne, magari la tentazione di commettere immoralità sessuale o tentazioni che fanno leva sull’avidità o sull’eccessiva preoccupazione di avere cose materiali. Altre tentazioni mettono alla prova la nostra umiltà perché puntano sul nostro orgoglio o sul nostro desiderio di far colpo sugli altri. E chi di noi non è stato tentato dalle opportunità che offre il mondo di Satana per avere più soldi, potere o prestigio? Comunque, qualsiasi tentazione vi si dovesse presentare, ricordate le parole di Gesù: “Pregate di continuo per non cadere in tentazione”. Ma quelle 3 furono le uniche tentazioni che Gesù dovette superare? No. Perché diciamo così? Notate cosa troviamo scritto in Luca 4:13: “E avendo concluso le sue tentazioni, il Diavolo lo lasciò, in attesa di un’altra occasione propizia”. Quindi Satana tornò a tentare Gesù altre volte? Sicuramente. Lo capiamo da quello che viene detto in Ebrei 4:15, leggiamolo: “Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa capire le nostre debolezze, ma uno che è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, rimanendo però senza peccato”. Quali potrebbero essere state altre occasioni propizie in cui Satana scelse di tentare Gesù? Riflettiamo su alcuni episodi narrati nella Bibbia. Il primo risale al 32 E.V., cioè circa 2 anni e mezzo dopo quelle prime 3 tentazioni. Prendete insieme a me Giovanni 6:15: “Gesù allora, sapendo che stavano venendo a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte da solo”. Questa sembra simile a una delle tentazioni che abbiamo visto prima. Ma stavolta il contesto è diverso. Non c’è Satana che offre direttamente i regni a Gesù. E non gli chiede nemmeno di fargli un atto di adorazione. Sono quelli che seguono Gesù a volere che lui diventi re. La tentazione gli arriva attraverso una richiesta del popolo. Come reagì Gesù? Quando vide come si stavano mettendo le cose si allontanò da loro e si ritirò su una montagna da solo. È interessante cosa fece una volta arrivato lì. Lo scopriamo da un dettaglio riportato nel racconto parallelo del Vangelo di Matteo. Leggiamolo insieme, Matteo 14:23: “Congedata la folla, salì tutto solo su un monte a pregare. Venuta la sera, lui era lì da solo”. Quindi Gesù andò lì non solo per allontanarsi dalla folla, ma per pregare. Vediamo la terza domanda. Che anche se in passato abbiamo già superato una prova o abbiamo resistito a una tentazione non dovremmo sorprenderci se una tentazione simile dovesse ripresentarsi, magari in un contesto diverso e probabilmente nel momento più adatto. Adatto per chi? Per Satana, non per noi. Riflettiamo su un altro episodio, quello in cui Gesù e i suoi apostoli si trovano nei pressi del monte Ermon, vicino a Cesarea di Filippo. Gli apostoli hanno appena affermato che Gesù è il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente. Così Gesù approfitta dell’occasione per insegnare qualcos’altro. Notate quello che viene riportato nel Vangelo di Matteo 16:21: “Da quel momento Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme, soffrire molto da parte degli anziani, dei capi sacerdoti e degli scribi, essere ucciso e il terzo giorno essere risuscitato”. Come reagirono gli apostoli quando sentirono queste parole? Proseguiamo con il versetto 22: “Allora Pietro lo prese in disparte e cominciò a rimproverarlo, dicendo: “Sii buono con te stesso, Signore; questo non ti succederà mai””. Anche se queste parole venivano da un caro amico, Gesù si rese subito conto che queste rispecchiavano il volere di Satana, non di Geova. E quindi con fermezza rispose: “Va’ dietro a me, Satana! Tu sei per me una pietra d’inciampo, perché i tuoi pensieri non sono quelli di Dio, ma degli uomini”. Anche se in questo racconto non viene detto specificamente che Gesù abbia pregato, noi sappiamo che Gesù pregava in ogni occasione. Ce lo conferma l’apostolo Paolo in Ebrei 5:7: “Durante la sua vita terrena Cristo, con forti grida e lacrime, offrì suppliche e richieste a colui che poteva salvarlo dalla morte, e fu ascoltato per il suo timore di Dio”. Senza dubbio quelle preghiere aiutarono Gesù a concentrarsi sul motivo per cui venne sulla terra. Averlo chiaro in mente aiutò Gesù a capire che se avesse seguito il consiglio di Pietro avrebbe solo fatto la volontà del Tentatore, Satana. Questo ci insegna qualcosa. Ci dimostra che le tentazioni non sempre arrivano dalle persone che si oppongono a Geova. Anche qualcuno che conosciamo bene potrebbe senza volerlo suggerirci di fare qualcosa che piace a Satana, come successe nel caso di Pietro. Forse il datore di lavoro, un collega, un compagno di scuola, un amico, un parente, un genitore, il coniuge o un compagno di fede. Vediamo un altro episodio in cui Satana tornò da Gesù per tentarlo. Questa volta si servì di qualcun altro, i capi religiosi. Attaccarono verbalmente Gesù, distorcendo le Scritture e lanciando accuse ridicole e infondate su di lui. Ma Gesù capì cosa cercavano di fare e senza mezzi termini disse: “Voi avete il Diavolo per padre”. Non dovrebbe sorprenderci se apostati o altri oppositori usano tattiche simili anche oggi. Proprio come Gesù fu accusato di bestemmia e sedizione, anche i servitori di Dio sono stati definiti estremisti e sono stati accusati falsamente di qualsiasi cosa. Come Gesù, non dimentichiamo mai chi c’è dietro questi attacchi, il Tentatore più grande, Satana. Cosa ci aiuterà a resistere alla tentazione di arrenderci per lo scoraggiamento? Come possiamo sopportare tutti questi tipi di attacchi contro di noi? È l’apostolo Paolo a dirci come fare. In Efesini 6:11 leggiamo: “Indossate la completa armatura di Dio per poter rimanere saldi contro le insidie del Diavolo”. Dopo essersi soffermato sull’importanza di indossare l’armatura spirituale, Paolo al versetto 18 prosegue dicendo che dovremmo pregare “in ogni occasione” e che dovremmo farlo “mediante lo spirito con ogni forma di preghiera e supplica”. Cosa abbiamo imparato da questi episodi della vita di Gesù? A quanto pare Satana non cercò più di tentare Gesù in modo diretto, ma provò comunque a tentarlo. Tornò alla carica attraverso altre persone. Le usò per dare a Gesù consigli sbagliati, per ostacolarlo e metterlo in ridicolo e anche per cercare di farlo diventare re. Forse siete riusciti a resistere a una tentazione di Satana in passato, ma ricordatevi, lui non si arrende solo perché non è riuscito a farvi cadere quella volta. Quando penserà che sia il momento migliore, cercherà di farvi cadere con una tentazione completamente diversa, o con la stessa tentazione però mascherata diversamente. Allora qual è il segreto per riuscire a non cadere in tentazione? Non dimenticare mai di seguire il consiglio che ci diede Gesù, è fondamentale: “Pregate di continuo per non cadere in tentazione”.

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