Po tenisie i pensie

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Po tenisie i pensie
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Materiali per una storia della cultura giuridica, 1
This essay presents a comparison between two very different perspectives on liberalism: that of F.A. Hayek and that of Michel Foucault. Foucault conceives of neo-liberalism as a project of "governmentality" of individuals by means of market economy. First, the paper highlights the partiality of Foucault's interpretation and argues that it cannot be applied to the theories of the Austrian School, which are based on methodological individualism and rest on a broader philosophy of social sciences. Secondly, the paper discusses how the concept of self-government as developed in the late Foucauldian thought seems partially influenced by his studies on liberalism. On this basis, the paper examines some ideas that Foucault might have shared with the libertarians views of Hayek, aiming at the asymptotic reduction of any legal monopoly of power. The author argues that Hayek and Foucault share this aspiration while being both aware that power as such can never be totally eradicated.
This article aims to analyze the thought of Michel Foucault with respect to the technologies of self, the analysis of the processes of subjectification/objectification and the relationship between philosophy and writing. All this is articulated through a key to understanding based on the reflection of Gilles Deleuze: the theory of ‘bending’. The explicit purpose is to show how the biographical experience of the French philosopher, marked by political and civil involvement, is closely related to the theoretical conception that makes philosophy and, more generally, writing an important instrument of liberation and of ‘resistance’.
La menzogna, uno tra i moltissimi atti linguistici che quotidianamente mettiamo in pratica, si confronta di necessità con la questione della verità, topos filosofico per eccellenza. Se uno studio comparato di verità e menzogna è in auge già da Agostino, la sua applicazione ad un autore tanto estraneo alla filosofia analitica del linguaggio, Foucault, può forse, superate le prime rimostranze, mostrare sotto una luce nuova alcuni aspetti controversi del suo pensiero. Tra questi vi è, appunto, la questione della verità, vista da molti interpreti come la chiave di lettura per comprendere quell’«ultimo» Foucault (ritenuto) tanto distante dal «primo»
"A partire dal momento in cui si vuole fare una storia che abbia un senso, un uso, un'efficacia politica, non la si può fare correttamente se non a condizione di essere legati in un modo o nell'altro alle lotte che hanno luogo in questo settore. Ho cercato dapprima di fare la genealogia della psichiatria perché avevo una certa pratica ed una certa esperienza nell'ospedale psichiatrico e vi percepivo delle lotte, delle linee di forza, dei punti di scontro, delle tensioni. La storia che ho fatto non l'ho fatta che in funzione di queste lotte. Il problema, la posta in gioco, la scommessa era di poter fare un discorso vero, strategicamente efficace; o anche, come la verità della storia potesse avere politicamente un suo effetto." L'intento è mettere in luce le modalità d'uso del pensiero nietzscheano da parte di Michel Foucault. A questo punto è legittimo chiedersi: che posto occupa Nietzsche all'interno della produzione foucaultiana? Cosa può voler significare "osservare la messa in funzione di un processo di significazione" del pensiero di un filosofo oramai appartenente alla storia della filosofia? Non stiamo forse sopravvalutando l'influenza che tale filosofo ha avuto nella filosofia contemporanea francese? E, d'altra parte, non si rischia di fare di Foucault un nietzscheano tout court? L'intento sarà, non di specificare quali parallelismi esatti si possano fare tra il filosofo tedesco e il pensatore francese, quale filiazione sia possibile diagnosticare, quali strumenti quest'ultimo abbia ereditato, quali percorsi abbia perseguito in funzione di una presunta "eredità" nietzscheana. Questo non significa rinunciare a qualunque riferimento filologico o attenzione mirata all'opera, dell'uno o dell'altro, ma non intendiamo neanche occuparci, in termini esclusivamente storico-filosofici, del ruolo di Michel Foucault nel quadro del pensiero francese contemporaneo. Piuttosto, vorremmo occuparci di come il pensatore francese abbia non tanto reinterpretato, quanto utilizzato l'effort nietzscheano in funzione della propria indagine, all'interno del proprio tempo.
Verità del potere e potere della verità
Questo volume per Alessandro Pandolfi contiene gli interventi presentati a Urbino nel 2018 nel congegno a lui dedicato e i contributi di amici e colleghi, che si con-frontano con i principali aspetti della sua ricerca: il mercantilismo sei-settecentesco, l’opera di Foucault (in special modo la genealogia del liberalismo e l'indagine sulla cura di se), il dibattito sulla natura umana, il nesso tra colonialismo e modernita. Dopo una serie di ricordi che ne ricostruiscono l’impegno nell'inse-gnamento e nella societa (Matteo Cottignoli, Anna Tonelli, Stefano Visentin, Toni Negri e Pietro Massarotto), sono raccolti saggi che affrontano temi e problemi pre-senti nella ricerca di Alessandro Pandolfi. Gli autori di questa seconda parte sono: Luigi Alfieri, Luca Basso, Luca Cobbe, Simona Forti, Nicola Giannelli, Augusto Il-luminati, Fabio Raimondi, Maurizio Ricciardi, Domenico Scalzo, Luca Scuccimarra, Alessandro Simoncini, Adelino Zanini.
In questi ultimi decenni l’interpretazione del liberali- smo di Michel Foucault ha avuto una notevole diffusione, procurando una certa fortuna a espressioni come «bio- politica» e «néolibéralisme»1. Ciò che qui ci si propone è di ricostruire l’interpretazione di Foucault, mettendone in luce i limiti e le parzialità, mostrando, infine, come sia possibile rivenire delle singolari analogie con i concetti di potere e di coercizione elaborati da alcuni esponenti della Scuola Austriaca.
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: http://www.rivoluzionimolecolari.it/index.php/rivoluzionimolecolari/article/view/20/17
Etica & Politica / Ethics & Politics
L'inconscio. Rivista Italiana di Filosofia e Psicoanalisi
"Sisifo e l'Assurdo, o della vita innocente", in AA. VV, Albert Camus. L'eredità di un pensatore scomodo, a cura di "Filosofia e Nuovi Sentieri".
in "Foucault e le genealogie del dir-vero", Napoli, Cronopio, 2014, pp. 145-162


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Perioadele asimilate sunt foarte importante pentru calculul pensiilor. Acestea ajuta oamenii care au intreprins diverse activitati de-a lungul vietii, sa nu aibe „gauri” in ceea ce priveste vechimea lor. Si asta pentru ca aceste perioade le asigura continuitatea cand vine vorba de perioade se contributivitate la fondul national de pensii. Aceste perioade pot fi de mai multe feluri, in functie de tipicul activitatii fiecarei persoane. In plus, acestea se pot afla relativ simplu, ajutand astfel pe oricine vrea sa isi calculeze pensia sau sa stie cat mai mare de lucru pana va putea beneficia de ea.
Desi exista anumite perioade asimilate, nu toate perioadele in care persoana nu a contribuit activ la fondul de pensii. Perioadele recunoscute sunt:
Astfel, in aceste perioade contributiile la fondul de asigurari sociale sunt acoperite de catre stat, acestea fiind recunoscute ca perioade de calcul pentru cei care ies la pensie.


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