Perdono davvero? (Luca 18:11)

Perdono davvero? (Luca 18:11)

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Luca 18:11

Il fariseo, stando in piedi, pregava fra sé: ‘O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti e adulteri, e neanche come questo esattore di tasse.


Quella delle città di rifugio era una disposizione misericordiosa di Dio. Forse potrebbe farci venire in mente un’espressione che conosciamo molto bene, un’espressione che riguarda tutti da vicino, “perdona e dimentica”. Sono sicuro che l’avete già sentita e che avete anche provato a metterla in pratica. Ma per cominciare chiediamoci: “Lo scopo delle città di rifugio era quello di perdonare e di dimenticare?” Immaginate questa scena. Ci sono degli uomini che stanno tagliando un albero e la lama della scure si stacca dal manico e colpisce vostro zio, uccidendolo. Ve la sareste sentita di dire una cosa del tipo: “Non lo hai fatto apposta, è stato un incidente. Ti dispiace, perciò perdoniamo e dimentichiamo tutto”? No, questo non sarebbe mai stato possibile, perché in un caso del genere erano in gioco la santità della vita e del sangue. Ma allora possiamo forse dire che le città di rifugio sono la dimostrazione che Dio, benché misericordioso, non perdona e non dimentica? Per favore, aprite la Bibbia insieme a me e prendiamo la lettera agli Efesini, e al capitolo 4 vediamo un versetto che ci aiuta a capire questo punto. Leggiamo Efesini 4:32. Dice: “Siate premurosi gli uni con gli altri, mostrando tenera compassione e perdonandovi a vicenda senza riserve proprio come Dio, mediante Cristo, ha perdonato voi senza riserve”. Di sicuro nessuno di noi negherebbe il fatto che Dio è in grado di perdonare. Ma dimentica? Al capitolo 31 del libro di Geremia parlando del nuovo patto leggiamo: “Perdonerò il loro errore [e notate cosa dice qui] e non ricorderò più il loro peccato”. Quindi, in base a questo, Dio perdona e dimentica? Ripensiamo per un attimo alla storia di Davide. Ci ricordiamo tutti del suo grave peccato. Eppure in seguito Dio parlando a Salomone disse a proposito di Davide: “Davide camminò con cuore integro e con rettitudine, facendo tutto quello che ho comandato”. Perciò da queste parole è proprio chiaro che Dio aveva perdonato Davide. Ma si era anche dimenticato? Aveva dimenticato quello che aveva fatto Davide? Noi lo sappiamo, perché i suoi peccati sono scritti nella Bibbia. Noi non ce li possiamo dimenticare. E di sicuro il fatto che Dio li abbia fatti scrivere nella Bibbia dimostra che in senso stretto non se li è dimenticati neanche lui. I gravi peccati di Davide Dio li aveva dimenticati nel senso che se li era lasciati alle spalle, e non se li ricordava nel senso che non li tirava fuori ogni volta per rinfacciarli a Davide e per continuare a punirlo. Era in questo senso che lui non ricordava i peccati di Davide. Se li era dimenticati, perché aveva deciso di lasciarseli alle spalle. E noi? Qual è la nostra reazione all’invito di perdonare e di dimenticare? Come è stato commentato prima, a volte ci sono delle persone che ci pestano i piedi, ci irritano oppure ci dicono delle parole che ci feriscono davvero tanto, come colpi di una spada. Forse ci hanno fatto qualcosa senza rendersene conto oppure sono arrivati a tradire la nostra fiducia e a farci molto male. E quando questo succede qual è la nostra reazione? Ci arrabbiamo? Rispondiamo a tono? O semplicemente da quel momento in poi evitiamo il fratello o la sorella? Come abbiamo letto prima, Efesini 4:32 dice: “Perdonandovi a vicenda senza riserve proprio come Dio, mediante Cristo, ha perdonato voi senza riserve”. Perciò da qui capiamo che se vogliamo imitare Dio dobbiamo essere disposti a perdonare gli altri, cioè... ...dobbiamo essere disposti a lasciarci alle spalle gli errori che gli altri hanno fatto nei nostri confronti. Ma in pratica come possiamo riuscire a fare una cosa del genere? Facciamo un esempio per capire meglio il punto. Proviamo a pensare a una ferita fisica. Alcune ferite sono piccole e superficiali, mentre altre sono più serie e più profonde. Ovviamente non le possiamo mettere sullo stesso piano. Immaginiamo di dover aprire una busta e per farlo usiamo un dito. Come risultato, ci facciamo un taglietto con la carta. Sarà capitato anche a voi di tagliarvi così. “Ahi! Ma che male!” Avremmo proprio dovuto usare un tagliacarte. E invece abbiamo usato il dito e ci siamo fatti male. Ma poi succede che con un taglio di questo tipo passano un paio di giorni e non vi ricordate più neanche dove vi eravate tagliati. Cioè, vi siete tagliati, ma poi ve lo siete dimenticato. Certo, molte ferite sono più gravi e molto più profonde. Facciamo un altro esempio. Diciamo che avete un’appendicite e devono operarvi d’urgenza. L’intervento non sarà fatto in laparoscopia, con i 3 buchini sulla pancia, ma dovranno incidervi e farvi un bel taglio. Ora, secondo voi, avrebbe forse senso infilare le dita nella ferita e frugarci dentro per provare a sentire dov’era l’appendice? Credete forse che rovistare nella ferita potrebbe aiutare? O forse sarebbe meglio dimenticarsene? Certo, per qualche giorno camminare vi farà male, ma alla fine ve lo sarete lasciato alle spalle. E infatti se vi hanno tolto l’appendice probabilmente non ci pensate neanche più. Forse sono anni che non ci pensate nemmeno. Certo, vi sarà rimasta una piccola cicatrice sulla pancia, ma non ci pensate neanche più ormai. Possiamo applicare lo stesso principio alle cose poco gentili che ci sono state dette da qualcuno che ci ha ferito o che forse ha tradito la nostra fiducia? Cosa faremo? Colossesi capitolo 3, leggeremo il versetto 13. Qui viene detto: “Continuate a sopportarvi gli uni gli altri e a perdonarvi senza riserve, anche se qualcuno ha motivo di lamentarsi di un altro. Proprio come Geova vi ha perdonato senza riserve, così dovete fare anche voi”. Senz’altro noi vogliamo imitare Geova, non è vero? E se Dio perdona senza riserve, non è un incentivo per noi a cercare di fare la stessa cosa? Sicuramente questo non significa che Geova si è dimenticato degli errori che abbiamo commesso. E noi? Forse dimenticheremo o forse no. Comunque sia, ci ricordiamo bene quello che Gesù ha insegnato nella preghiera modello, quando ha detto che i nostri debiti vengono perdonati nella misura in cui noi li perdoniamo ai nostri debitori. E se invece noi non siamo molto inclini a perdonare gli errori che commettono gli altri, cosa ci aspettiamo che faccia Dio nei nostri confronti? Quindi, in sostanza, cosa possiamo fare? Come possiamo mettere in pratica l’incoraggiamento ricevuto a perdonare e dimenticare? Possiamo farlo perdonando, cioè buttandoci tutto alle spalle, senza farci dominare dalla rabbia, evitando poi di continuare a nutrire risentimento nel cuore e senza parlare con altri di quello che ci è stato fatto e che ci ha feriti. Forse si tratta di una ferita davvero piccola, come quella sul dito che ci facciamo quando ci tagliamo con la carta e in un paio di giorni non ce ne ricordiamo neanche più. Possiamo allo stesso modo dimenticarci dell’offesa o della ferita che abbiamo ricevuto? Ma anche quando si tratta di qualcosa di più serio, di un’offesa che ci ha ferito nel profondo, possiamo imitare Geova e dimenticare, nel senso di lasciarci la cosa alle spalle? Proprio come Geova non continuò a punire Davide tirando fuori i suoi errori ogni volta, possiamo buttarci alle spalle gli errori, le offese, le delusioni? Possiamo buttarci alle spalle tutti gli sbagli che un compagno di fede può aver commesso, ricordandoci che si tratta sempre e comunque di un nostro fratello? Ricordiamo che è un fratello imperfetto, come siamo imperfetti noi. Perciò lasciamoci tutto alle spalle e perdoniamo. Perdoniamo i suoi debiti, proprio come Geova perdona i nostri.

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