Per una Metafisica della 4TP (4): il Dasein dell’Amicizia 

Per una Metafisica della 4TP (4): il Dasein dell’Amicizia 

di René-Henri Manusardi


L’Amicizia militante tra utopia moderna e realtà della Tradizione

Il vero Dasein è un ethnos risvegliato alla realtà, un ethnos singolare e plurale, personale e collettivo, Uomo - Donna e Popolo, io e prossimo. Risveglio alla realtà, significa uscire dal pantano dell’utopia propria delle ideologie delle Tre Teorie Politiche che hanno caratterizzato la Modernità (capital-liberalismo, socialcomunismo, nazifascismo), per ri-acquistare la Visione del Sacro propria della Tradizione. Ossia, una percezione fenomenologica del mondo capace di riaffermare la verità ontologica della realtà di natura, la realtà sacra e sacrale della creazione, quel diritto naturale, quella lex naturalis che deve essere la base di convivenza incontrovertibile del futuro mondo multipolare.

    Non più “utopia” come desiderio di piegare e mutare la realtà ai nostri desideri attraverso verità impazzite giustificative, assunte quale discernimento esclusivo di una presunta Realtà che invece si identifica come l’anti-Realtà per antonomasia. Ossia un malefico panlogismo in cui le categorie di “idea” o “progresso” o “materia” o “Stato” o “razza” o “sesso” si sostituiscono all’Ordine Divino dell’Essere e del suo Logos, nella prospettiva di un mondo immaginario che quando si presenta nella Storia diventa distruttivo e antinaturale. Ma, invece, affermazione di Realtà per un mondo secondo natura in cui l’ordine, la giustizia sociale, l’amore per la Patria e quello reciproco, le gerarchie naturali, le giuste disuguaglianze e, soprattutto, la collaborazione vicendevole tra le classi sociali, possano riconvertire la massa anonima e liquida dei consumatori propria del liberalismo totalitario postmoderno, nella res del Popolo finalmente ri-composto e strutturalmente organico.

    Il ritorno, o meglio il nuovo inizio dall’utopia alla realtà, metafisicamente è delineabile dall’iniziale affermazione cartesiana del “Io penso quindi sono” che ha caratterizzato le varie fasi di utopia ideologica della Modernità, al ritorno consapevole del realismo del “Io sono quindi penso”, attraverso un nuovo esordio della Tradizione. Nuovo inizio capace di coniugare Essere ed Esser-ci, Divino e Umano in quella Visione del Sacro propria della Quarta Teoria Politica, in cui la riaffermazione ontologica dell’esistenza dell’anima, sia perno ed architrave di una ri-unione definitiva di theoria e praxis in quel fenomeno unitario di ordine metafisico proprio della contemplatio. Contemplazione esperita realmente come il simultaneo vedere e agire, videns et faciens, vedere nella realtà e agire nella realtà, Idea & Azione proprie dell’Uomo della Tradizione senza più Tradizione, il Soggetto Radicale. Contemplazione organica, opposta al meccanismo ideologico separatore caratterizzante la Modernità, quello della res cogitans e della res extensa. Il quale ha legittimato l’affermazione dell’utopia teorica assurta a pseudo realtà e la conseguente distruttiva e disincarnata prassi elevata a pseudo verità, ha ratificato il desiderio del sogno impuro di una società fondata sull’accondiscendenza ai vizi capitali e la sua storica realizzazione quale violenza del Potere del male.

    Questo meccanismo ideologico separatore e questa violenza del Potere del male, che con la Quarta Teoria Politica potranno e dovranno essere finalmente distrutti, si adempiono nella Modernità attraverso una vera e propria meccanica della Rivoluzione che trova definizione e compimento metafisico in Hegel, la quale si rivela come la scimmia il doppio nero, il sosia della dinamica della Rivelazione, perché la Rivoluzione antimetafisica ed ogni sua rivoluzione è la scimmia della Rivelazione divina e di ogni suo ordinamento divino-sociale. Ma la dynamis è vita, la machenschaft è morte. Il divenire con la sua meccanica si contrappone all’Essere con la sua dinamica. Così, con lo stadio filosofico più maturo della Modernità, la rivoluzione antimetafisica dell’antropocentrismo si compie pienamente nella Storia, soppiantando in modo definitivo l’Ordine Divino del teocentrismo.

    Al processo unitario e trino della dynamis dell’Essere che plasma con il suo Logos il cosmo e lo rende intellegibile attraverso l’energhéia dello Spirito nei criteri di verità-bene opposti a quelli di errore-male propri della lex divina et naturalis, si erge e si sostituisce il processo conflittuale e triadico della mechanica della Tesi a cui si contrappone una Antitesi nella soluzione finale della Sintesi, quest’ultima inizio di una nuova Tesi in un processo di divenire infinito, in cui ai criteri di verità-bene e errore-male si contrappongono i criteri di maggioranza (totalitarismo liberale parlamentare), Comitato centrale (totalitarismo comunista), Führerprinzip (totalitarismo fascista) attraverso la stesura di una lex humana ad hoc, di un diritto positivo in cui tali organi supremi decidono indiscriminatamente cosa debbano essere il bene o il male, la verità o l’errore.

    Il passaggio di questo ritorno escatologico dall’utopia alla realtà, dall’ideologia utopistica all’idea reale secondo natura, investe anche la nascita e la presenza del Soggetto Radicale. Quale rappresentante di una nuova élite metapolitica, propria della Quarta Teoria Politica e vocato alla realtà del futuro Imperium e dei suoi legami vitali naturali con la stessa élite metapolitica dei “consimili” [1], il Soggetto Radicale non si contrappone ma si differenzia nella sua profonda realtà chaòtica e angelologica a quei legami naturali intrisi di utopia propri delle Tre Teorie Politiche: il “fratello” della Libera Muratoria massonica (Liberalismo), il “compagno” del marxismo-leninismo scientifico (Comunismo), il “camerata” del socialismo nazional-popolare (Fascismo). Nel presente articolo cercheremo di esplorare la declinazione metafisica, gli aspetti fenomenologici e gli effetti metapolitici di quel legame vitale naturale tra i “consimili”, un legame d’amore che Aleksandr Dugin, perpetuando la tradizione europea ed eurasiatica ha chiamato ancora una volta e giustamente col termine “Amicizia”, la “vera amicizia”. Sottolineando così implicitamente tutti quei passaggi biblici e tradizionali secondo cui l’autentica e vera amicizia è solo quella che si vede nella propria e nell’altrui difficoltà o bisogno, in cui il vero amico si rivela come il custos e il defensor, ossia l’angelo guardiano di carne che il Divino ha messo al nostro fianco nel tragitto della vita terrena:

    «(…) Credo che la vera amicizia si prova nelle situazioni più estreme e più radicali. La vera amicizia come il vero amore dura più che la vita. E tutti gli amici italiani che continuano a pensare su Darya, a pubblicare i suoi testi, i suoi libri, i testi e i libri dedicati a lei, mostrano il profondo senso dell’amore, dell’amicizia, della dignità veramente umana e spirituale. (…) e a tutti gli altri, i moltissimi altri che conoscevano Darya, che amavano Darya, e che mostrano, precisamente, questa qualità di avere cuore, avere la memoria, avere la dignità, avere lo spirito, moltissime grazie a tutti voi. (…)

    La politica cambia. Oggi nella politica abbiamo una situazione, domani sarà una situazione totalmente diversa. Non dobbiamo porre tutta la nostra vita in questo divenire, che cambia ogni giorno e stare di più con l’eternità, con le cose che non si muovono, che non cambiano. Il vero amore non cambia e non si trasforma, è sempre sé stesso. Questo amore dato a Darya e questo amore tra di noi, tra tutti noi che combattiamo la causa della Tradizione, del Sacro, della difesa dei principi eterni, nell’organizzazione, nella cultura, nella vita dell’uomo, questo è al di là della politica, è oltre la politica (…)».[2]

    Aggiungiamo qui, un’ottima e sintetica voce sull’etimologia e il significato del termine Amico come fondamento dell’Amicizia, che ci permette così di affrontare questo delicato tema in modo più diretto e nelle tre linee, quella metafisica, fenomenologica e metapolitica che ci siamo proposti di approfondire, rimettendo all’energhéia dello Spirito la luce sufficiente per esplicare questa non facile tematica:

    «Il termine “amico” è da ricondurre direttamente al latino amicus che ha la stessa radice di amare per cui significa letteralmente “colui che si ama”. L’amore amicale è proprio quello che i greci chiamerebbero φιλία (philia), un sentimento fraterno, assolutamente disinteressato, un’affinità che edifica continuamente lo stesso rapporto e che arricchisce chi lo coltiva.». [3]


La declinazione metafisica dell’Amicizia militante

    Se esiste il Dasein proprio dell’essere umano preso singolarmente ed esiste il Dasein dell’ethnos, si può sicuramente parlare di un Dasein di relazione interpersonale, nello specifico si può parlare, può esistere ed esiste effettivamente il Dasein dell’Amicizia, dell’essere Amici. La delicatezza di questa materia all’interno delle tematiche esistenziali proprie della Quarta Teoria Politica che qui abbozziamo, si evince dal fatto che l’aspetto umano e naturale del legame tra due militanti che diventano amici, nasce ed è sottoposto alla loro indiscutibile appartenenza ideologica comune. En passant, affermiamo che il concetto di Ideologia, dopo gli attacchi subiti dal totalitarismo liberale e la nonchalance da parte del periodo Postmoderno che stiamo vivendo attualmente, dovrebbe essere sdoganato sottolineando comunque, da parte degli assertori di tale sdoganamento, la differenza sostanziale esistente tra le ideologie utopistiche proprie della Modernità e le ideologie fondate sul principio di realtà. Quindi, la relazione di amicizia militante all’interno della Quarta Teoria Politica, è sostanzialmente una intensa relazione di ordine ideologico e umano che coinvolge tutta le sfere dell’esistenza dei singoli Dasein nonché tutti gli aspetti della loro struttura interiore ed esteriore che vengono interfacciati dalla philia.

    La relazione tra due Dasein, tra due Esser-ci posti uno di fronte all’altro, al netto delle considerazioni fenomenologiche che vedremo nel prossimo paragrafo, è primariamente una relazione metafisica ad alta intensità spirituale. In quanto coinvolge, in modo crescente e poi totalizzante, l’anima dei due amici nella tensione per l’Idea, nella passione per il fuoco mai sopito della Tradizione, nel desiderio bruciante per la realizzazione dell’Imperium interiore e metapolitico a cui essi dedicano gli anni più belli della loro vita militante, nonché le energie e le risorse migliori. Il nucleo essenziale di questa amicizia ideologica consiste nella ricerca in comune dell’Essere e nella presenza dell’Essere tra loro, a fondamento dei loro Dasein. Vedremo di enucleare sinteticamente questi due aspetti.

    L’amicizia militante pur potendo essere anche plurima, come tutti gli altri generi di amicizia si manifesta sempre primariamente come amicizia tra due persone. La spinta iniziale di tale adesione reciproca, di questi due Dasein che si aprono l’uno all’altro è la ricerca dell’Essere, che inizialmente può limitarsi esclusivamente alla realizzazione metapolitica comune dell’ideologia e questo rappresenta il livello epidermico dell’amicizia. Essa, invece, diventa più profonda, quando i due Dasein che si interfacciano hanno sete di conoscere l’Essere attraverso una comprensione metafisica di ordine intellettuale, nonché di poterne fare esperienza metafisica nel cuore e, soprattutto, nell’anima. Tra i due Dasein avviene quindi una compenetrazione tale che pur restando divisi sono uniti in un Dasein condiviso e visibile, quello della loro intensa relazione interpersonale alla ricerca delle fonti dell’Essere, che al di là dei possibili rilievi psicologici simbiotici e di quelli fenomenologici legati all’empatia o di quelli metapolitici della missione e del proselitismo, è essenzialmente una crescita comune e molto stretta nella comprensione intellettuale del Logos dell’Essere.

    Da questa vicinanza, da questa comune militanza, da questi carteggi oggi implementati anche dallo scambio interpersonale frequente di ordine intellettuale e umano attraverso lo strumento dei social network, che in questo caso non creano virtualità né alienazione ma servono ad approfondire maggiormente la relazione nel Dasein comune di un’amicizia ideologica, la ricerca comune delle fonti dell’Essere può subire un ulteriore approfondimento metafisico nella percezione comune di una presenza dell’Essere tra i due amici che formano un solo Dasein. L’Essere si rende evidente nell’intuizione di essere guidati reciprocamente dall’Essere, di vivere nell’Essere, di essere mossi dall’Essere.

    L’esperienza della percezione comune e molteplice dell’Essere come presenza viva tra i due, può raggiungere i confini di un’unione e di un’intesa spirituale tale nel Dasein comune della loro amicizia ideologica, che può infine innescare un vero e proprio salto di ordine ontologico che va oltre ogni ulteriore approfondimento metafisico dell’Essere come presenza, trasformandosi nella nuova percezione intellettuale e soprattutto spirituale dell’Essere come Divino, ossia che l’Essere in realtà è il Divino. Cosicché viene generandosi nel Dasein comune dei due amici militanti, una consapevolezza graduale di ordine chàotico, escatologico e angelologica. Essa diventa infine così viva e così reale, tanto da far sorgere in loro la coscienza trasformante del Soggetto Radicale che li perfeziona nella lotta spirituale, metafisica e metapolitica per l’instaurazione dell’Imperium, cosicché essi potranno diventare come due angeli di carne in un solo Dasein. Questo è il valore della philia, che è e resta uno dei misteri più profondi e incomprensibili dell’Amore Divino.

    Bisogna riconoscere che – forse tranne la rara comunione profonda tra due filosofi – non tutte le amicizie militanti arrivano fin qui, non raggiungono questo stato di beatitudine comune in condizioni di normalità, ma la militanza oppressa e ostacolata dal Potere, la proscrizione, la persecuzione, la detenzione, il martirio comune per il Bene della Causa possono ugualmente realizzarlo. Per questo motivo, la condizione interiore di ottimismo escatologico vissuta in comune, descritta e insegnata dal pensiero metafisico tradizionale e non conforme di Darya Dugina, rappresenta uno stimolo vitale per superare l’apparente vittoria del Postmoderno con cuori, menti e anime d’acciaio. E qui ci fermiamo…

Aspetti fenomenologici dell’Amicizia militante

    Dal punto di vista fenomenologico sono molti gli aspetti che riguardano una possibile analisi sulla tematica dell’amicizia ideologica o amicizia militante. Ne cristallizziamo solo alcuni, in modo non certamente esaustivo, ma sicuramente in ordine di intensità, in un crescendo dinamico ma non per questo necessariamente concatenato, un processo in cui l’amicizia militante tra due o più soggetti che si plasma sul sottofondo dell’ideologia comune, diventa piena realizzazione del Bene della Causa. Tali aspetti fenomenologici da noi identificati riguardano: Comunione affettiva, Empatia emotiva, Simbiosi intellettuale, Unità spirituale.

    La comunione affettiva è il bios, rappresenta lo strato più profondo su cui sorge ogni autentica amicizia, compresa quella ideologica militante che in più possiede l’energhéia, la linfa vitale dell’ideologia, senza la quale tal genere di amicizia non potrebbe essere né sussistere. Nella comunione affettiva, l’affetto principale è verso l’ideologia e, conseguentemente, verso l’amico in cui la si vede rappresentata e viceversa. Nell’apertura reciproca dell’anima, i due amici vivono e cercano uno nell’altro tutto il romanticismo dell’idea e dell’azione, si stimolano a vicenda per sostenere e realizzare gli obiettivi metapolitici e l’azione politica propri dell’ideologia. Questa è propriamente detta fase di idealizzazione, in cui il sentimento, il trasporto, il pathos romantico, pur non essendo frutto di piena maturità psicologica di ordine metapolitico, tuttavia rappresentano a tutti gli effetti il motore della passione per l’Idea, la sua evidente energia.

    Il secondo step fenomenologico riguarda propriamente l’empatia emotiva. In questa fase, detta fase di complicità, la corrente di scambio che percorre tra gli amici militanti, tra queste due anime aperte una verso l’altra dal flusso affettivo si colora inoltre di emozione, di un’emotività che porta ad un loro reciproco imitarsi ed ancor più ad un vicendevole imprinting con una imitazione umana e ideologica che coinvolge i mirror neurons (neuroni specchio). Sintonia nelle idee, empatia del “sentire” l’altro, volontà (a volte cieca) di imitazione dell’amico dalle più piccole cose ai più grandi intendimenti, obiettivi, propositi. Il criterio della complicità può raggiungere i picchi più elevati, tanto da far sembrare i due amici come altrettanti gemelli: dalle medesime frequentazioni alla scelta dei vestiti, dalle forme di svago e di sport all’estetica personale di un look condiviso, da pensieri condivisi ad azioni conseguenti. Molte amicizie ideologiche, anche se pienamente vere, si fermano però qui, nel tessuto affettivo ed emozionale dei rapporti tra corpo e mente, nel network neuropsicologico razionale-emozionale esistente tra cervello e cuore.

    Il terzo aspetto fenomenologico degno di menzione, che rappresenta un approfondimento ed una elevazione del rapporto ideologico amicale, un vero salto di qualità rispetto ai due precedenti step, è dato dalla simbiosi intellettuale. Oltre ad un’intelligenza al di sopra della media e ad una evidente fame di cultura nei riguardi dell’ideologia e di tutto ciò che ruota intorno ad essa, ciò che permette di realizzare questa nuova fase, detta fase di penetrazione, all’interno del percorso di amicizia militante è appunto l’ammirazione sincera unita a stupore e a meraviglia per le capacità culturali reciproche di intelligenza soprattutto nel campo della ricerca filosofica attorno all’ideologia. In questo caso e molte volte, l’amico con cui si realizza la simbiosi dell’intelletto, porta l’essere di un’intuizione non ancora da noi razionalizzata, al logos di una riflessione critica che chiarifica la mente e che riesce a portare alla luce il sentire materico dell’ideologia, sentito nell’intimo ma non ancora espresso dalla controparte, ma comunque realtà sommersa della comune weltanschauung. Questa simbiosi è la più grande consolazione e il dono perfetto, per due anime intellettuali affamate dalla conoscenza dei principi, dei mezzi e dei fini dell’ideologia e ogni sua scansione di approfondimento rappresenta un vantaggio sia reciproco sia per tutto l’insieme della comunità metapolitica di riferimento.

    Veniamo dunque all’ultimo step di ordine fenomenologico nel campo dell’amicizia militante da noi accennato qui, ossia quello dell’unità spirituale. Esso riguarda principalmente l’amicizia ideologica con un Capo, una guida, un leader o con una personalità di rilievo in quanto deputata di saggezza e di esperienza, all’interno di una comunità militante. Vien detta fase di imitazione, in quanto oltre a affettività/idealizzazione, emotività/complicità e simbiosi/penetrazione, caratteristiche delle prime tre fasi fenomenologiche suddette, l’attrazione che contraddistingue la figura del Capo con le sue virtù e il suo carisma suscitano un impeto altamente spirituale, soprattutto nell’amico che ha il dono di conoscerlo nel profondo. Un fervore e una passione capaci di coinvolgere le fibre più intime dell’essere sia nell’anima, sia nella mente sia nel corpo, nello slancio puro dell’adesione e dell’imitazione delle sue qualità umane e spirituali.


Effetti metapolitici dell’Amicizia militante

    Accenniamo infine, solo brevemente, la questione degli effetti propriamente metapolitici dell’amicizia ideologica, della militanza amicale, in quanto per la loro importanza essi saranno tematizzati in un nuovo capitolo, un futuro articolo della serie “Per una Metafisica della 4TP”. Per ora limitiamoci ad interfacciare questi effetti metapolitici di ordine etico e spirituale che abbiamo sintetizzato in Fratellanza, Onore, Fedeltà, Sacrificio, con gli aspetti di fenomenologia sopra descritti che riguardano l’amicizia ideologica.

    La Fratria o Fratellanza, intesa in senso classico e medievale, è il primo effetto metapolitico generato all’interno dell’amicizia militante dal fenomeno della comunione affettiva. È quindi una conseguenza della fase di idealizzazione, del momento romantico della ricerca dell’Essere, della sequela dell’ideologia, dove il Dasein comune dei due amici è finalizzato a vivere il senso di fraternità.

    L’Onore è il secondo effetto metapolitico dell’amicizia militante. Viene percepito come la volontà di sacrificarsi per l’amico, per i consimili e per la Causa dimenticando sé stesso e le proprie esigenze personali, in una dirittura morale integerrima, ossia basata sull’onesta e la rettitudine. È un sentimento etico e spirituale molto profondo dettato dall’empatia emotiva stabilitasi tra i due amici, che vivono ormai in fase di complicità l’avventura dell’Idea metapolitica.

    La Fedeltà all’Idea e all’amico che incarna l’Idea, stimolata dal pensiero forte che scaturisce dalla simbiosi intellettuale è la caratteristica propria del terzo effetto metapolitico. Anche questo è un sentimento etico ma soprattutto spirituale di ordine abissale, in cui prevale la prontezza nell’azione, la resistenza nelle avversità per il Bene della Causa, il giuramento interiore e l’intento profondo di non tradire mai. Una Fedeltà vissuta nell’intensità della fase di penetrazione intellettuale del Dasein comune capace di dare forza, nuovi stimoli, comprensione profonda della verità dell’Idea, caparbietà nel perseguire l’azione.

    Il quarto effetto metapolitico dell’amicizia militante è il Sacrificio, vissuto sia come spirito di abnegazione e di rinuncia alle proprie comodità per perseguire l’azione metapolitica e le esigenze dell’Idea, sia la volontà assoluta di sacrificarsi per la stessa Idea anche con la propria vita, ad imitazione del Capo ed in profonda unità spirituale con lui, in un Dasein condiviso di profonda amicizia nell’Idea.

    Eccoci, dunque, finalmente giunti al termine di questa nuova puntata di “Per una Metafisica della 4TP”.

    Con l’occasione di ritrovarci presto, vi auguriamo nel frattempo un novello felice Natale nell’Avvento di Nostro Signore Gesù Cristo bambino:

    «Et Verbum caro factum est et habitavit in nobis: et vidimus gloriam ejus, gloriam quasi unigeniti a Patre plenum gratiæ et veritatis.

    E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità». [4]

[1] Consimile: aggettivo inteso nel senso di continuità spirituale con le fratrie etno-guerriere dell’Antichità, con le confraternite cavalleresche dell’Alto Medioevo come i Cavalieri della Tavola Rotonda, con gli Ordini Militari medievali quali Templari, Teutonici, Giovanniti (poi di Malta), del Cristo, di Calatrava ecc.

[2] Aleksandr Dugin, Stralci dal Videomessaggio agli amici italiani Per Il Trentunesimo compleanno di Darya Dugina, sua figlia, Mosca, 15 dicembre 2023.

[3] Tratto da: https://www.etimoitaliano.it/2014/11/amico.html .

[4] Vangelo di Giovanni, Cap. 1,14. 


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