Pensavo fosse giornalismo, invece era l'ennesimo complotto sulla Russia

Pensavo fosse giornalismo, invece era l'ennesimo complotto sulla Russia

Lavinia per ZNewsChannel
Putin colpisce ancora! O è il Guardian che ci ripropone un altro dei suoi soliti complotti a tema Russia?


C'è sempre la tendenza a considerare le fake news come una cosa "di destra"; eppure molte delle fake news (o complotti) più assurdi arrivano proprio dalla sinistra, o dalla finta sinistra che dir si voglia. Il giornale britannico The Guardian è uno degli outlet peggiori sotto questo punto di vista. Il lettore medio del Guardian vive in un mondo tutto suo, un mondo dove ci sono le tazzine di tè radioattive, dove le armi chimiche di distruzione di massa vengono letteralmente spruzzate nei parchi come fossero profumo, un mondo dove la chiesa di San Marco a Venezia è stata rubata agli islamici, un mondo dove l'Italia viene degradata alla definizione di "NATO territory", un mondo dove la crostata di mele è razzista, un mondo dove le portatrici di vagina (o individui che mestruano?) sono sempre migliori dei peni, a meno che i portatori di pene (o spruzzatori di sperma?) non si dichiarino vagine. Ma soprattutto, è un mondo dove le Grandi Democrazie magari compiono qualche errore, ma stanno sempre combattendo contro il Male Supremo (la Russia, nel caso non aveste già indovinato).

Ieri, il Guardian ha pubblicato un episodio della famosa saga spionistica "Russiagate".

Per chi non lo sapesse, il cosiddetto Russiagate è una teoria complottista, proveniente dagli ambienti della sinistra, che sosteneva che Donald Trump fosse stato eletto, nel 2016, dai russi; sosteneva che per farlo i russi avessero usato WikiLeaks (è da lì che l'accusa che Assange fosse una spia russa era venuta), e sosteneva anche che Putin avesse il controllo totale su Trump (perché il Cremlino avrebbe avuto un video di Trump che si faceva fare la pipì addosso da delle prostitute durante una visita a Mosca, tra le altre cose, e non sto neanche scherzando). Questo complotto è stato ampiamente dimostrato come falso, nel senso che mancavano prove, sia del fatto che un'effettiva collusione ci fosse stata nel 2016, ma mancavano prove anche del fatto che effettivamente Putin, e non Trump, fosse al comando della Casa Bianca, soprattutto perché la politica di Trump nei confronti della Russia non è stata particolarmente amichevole. Non sto a fare tutto il debunking della storia Russiagate perché quello è già stato fatto da qualcun altro; basti dire che leggendo i report, la parola che più è usata, è "likely" o "most likely" (probabilmente).

Dal 2016 in poi, insomma, dalla creazione del perno narrativo che àncora la Russia come Nemico Ufficiale delle Nostre Democrazie, sulla Russia ne abbiamo sentite di cotte e di crude (chi si scorda i beluga reclutati e addestrati dai servizi segreti russi?). Chiaramente il Russiagate non è un caso di ottusità di massa; è un chiaro esempio di come si porti avanti una campagna informativa di lungo periodo (unita poi alle altre strategie, nel caso della Russia, le famose sanzioni, e poi anche altro). Sul fatto che sia una campagna informativa di lungo periodo abbiamo un indizio circostanziale molto evidente; il fatto che questo articolo sia stato scritto da Luke Harding, il cui nome sta alla Russia come il nome Adrian Zenz sta alla Cina. Questo Harding, che scrive regolarmente per il Guardian, che è stato corrispondente dalla Russia fino all'espulsione avvenuta e poi revocata nel 2011, è un predicatore cristiano; nel suo canale YouTube sono presenti video quali "Ho avuto questa visione profetica per l'America il 7 gennaio 2020" e "Questo è quello che ho visto alla Casa Bianca in un sogno"

"Quello che ho visto alla Casa Bianca in un sogno": Harding spiega come sia riuscito ad ottenere una connessione spirituale con il presidente eletto Joe Biden, anche se forse il presidente non se ne è reso conto. Apparentemente Harding spesso ha connessioni oniriche con la Casa Bianca.

Mentre i sogni e le profezie non si possono discreditare (anche se qualcuno potrebbe benissimo chiedere a Jen Psaki se il Presidente degli Stati Uniti è solito incontrare giornalisti nei sogni), le storie fabbricate sì; e il signor Harding è proprio l'autore di una stringa di articoli completamente fasulli. Oltre al plagiarismo, infatti, Harding è l'autore dietro a un libro su Litvinenko, l'oligarca che sarebbe morto in Inghilterra a seguito di una tazzina di tè aromatizzata al polonio (Litvinenko era quello a cui avevano fatto dire che Romano Prodi era un agente del KGB - visto che ora ci dicono che anche Trump è nel KGB dal 1987, sembrerebbe proprio che Prodi e Trump facessero parte della stessa organizzazione); ma è anche l'autore del libro che si proponeva come un resoconto dall'interno dell'affare Snowden (Harding non ha mai incontrato Snowden, e ha parlato con Glenn Greenwald mezzo pomeriggio a Rio de Janeiro). Diciamo che però il campo informativo dove Luke Harding davvero brilla, è la Russia, e Assange (perché le due narrative sono legate assieme, non puoi approcciare uno dei due argomenti senza parlare dell'altro, soprattutto se quello che ti interessa è parlare di Assange).

Harding è infatti il giornalista che sta dietro la propagazione dell'intera farsa del Russiagate. È colui che ha drammatizzato, se vogliamo, quella che è l'immagine della Russia che arriva agli occidentali, quindi di una nazione autocratica che frusta i propri cittadini giornalmente e che è sempre occupata, un po' come il Prof del famoso cartone animato della Warner-Bros, a conquistare il mondo, senza peraltro mai riuscirci. La sua specialità infatti sembra quella di prendere specifici avvenimenti e romanzarli, sotto forma di thriller; il suo ultimo sforzo in questo senso è "Lo Stato Ombra: assassinii, caos e il piano della Russia per rimodellare l'Occidente" che sembra essere un resoconto del caso Skripal in versione thriller. Devo ammettere che è una tecnica molto intelligente, perché in generale i thriller sono libri che vendono bene, nel senso che sono popolari, e raggiungono (e colpiscono) le coscienze di più persone. Lo leggerei solo per capire come riesce a presentare come credibile l'idea che all'FSB davvero si decida di commettere un assassinio con un'arma di distruzione di massa piuttosto che usare che ne so, una pistola, o fabbricare un incidente d'auto o d'aereo, ma probabilmente se la sbriga dicendo che è Putin in persona che ha ordinato di usare un'arma di distruzione di massa nel bel mezzo di un luogo pubblico, perché si vede che è quello che facevano nel KGB ai suoi tempi, organizzare omicidi segreti che sarebbero stati subito scoperti.

Ma soprattutto, Harding è colui che sta dietro alla farsa di "Assange è un agente russo"; ovvero quello che ha collegato la narrativa anti-russa alla narrativa anti-Assange (e pro-guerra). Nel 2011, Harding ha scritto con Leigh il libro "WikiLeaks: Inside Julian Assange's War on Secrecy" (WikiLeaks: la storia della guerra alla segretezza di Julian Assange), libro che successivamente è stato usato come base per il film Il Quinto Stato (2013). Il problema qui non è tanto il libro in sé, il problema qui è che nel libro, i due co-autori hanno inserito la password ad un archivio di documenti di WikiLeaks, che non erano pronti per la pubblicazione (perché i nomi in essi contenuti non erano stati ancora redatti; WikiLeaks voleva togliere tutti i nomi dei collaboratori locali dell'esercito americano, di modo che non subissero ritorsioni). Successivamente, durante il processo ad Assange, l'azione dei giornalisti del Guardian si è tramutata in un'accusa per Assange, perché il governo americano sosteneva che "avendo pubblicato documenti non redatti, WikiLeaks, e quindi Assange, hanno messo in pericolo la vita di civili". C'è chi pensa che i giornalisti del Guardian abbiano pubblicato la password per errore, ma io sono molto scettica, considerato il contesto narrativo nel quale questo Harding opera.

A parte questo, Luke Harding ha anche scritto nel 2018, sempre per il Guardian, un articolo titolato "Manafort ha avuto incontri segreti con Julian Assange nell'ambasciata ecuadoriana". Ora questo Manafort è un lobbista (registrato peraltro come agente straniero al Dipartimento di Giustizia, come da legislazione US) che lavorava in Ucraina al tempo della presidenza Yanukovich. Nel 2016, Manafort lavorava a stretto contatto con la campagna Trump; ma nonostante alcuni in America lo definiscano come "il cervello politico di Putin per manipolare l'America", in realtà non ci sono prove della presunta connessione tra Manafort e Putin, solo molti "è probabile", "è possibile" e compagnia bella. E oltre a Putin, questo Manafort, grazie all'articolo di Harding, è ora connesso anche a Julian Assange; e di conseguenza, Julian Assange è quindi connesso a Putin. NOTARE: la storia non presenta neppure una fonte che sia una; non è corroborata da nessun documento, nessuna immagine (e se davvero Manafort avesse visitato Julian Assange avremmo video che provengono dai servizi segreti britannici, senza poi contare che Assange era sotto sorveglianza anche all'interno dell'ambasciata, tramite un compagnia di sicurezza spagnola, nel 2017 e 2018), niente. Infatti molti altri outlet si sono rifiutati di ripubblicare questa storia; eppure, questo articolo del 2018 non è stato smentito, ed è ancora pubblicato sul sito del Guardian.

Bisogna notare che narrativamente, la connessione Russia-Assange non è casuale, per un motivo principale secondo me; quello che loro hanno pensato è che quella che è la sinistra classica sarebbe stata la parte politica che più si sarebbe interessata alla questione Assange, e di conseguenza, hanno voluto legare Assange a filo doppio con il babau della sinistra, la Russia (al di là poi delle accuse fabbricate, la copertura patetica, etc). Quello che non si aspettavano era che a destra si cominciasse a parlare del caso Assange come di un caso di persecuzione politica (tipicamente, anche se questo non è più vero, era la destra che tendeva ad essere più genericamente "pro-guerra" e a supportare le agenzie spionistiche e l'apparato della sicurezza nazionale).

Assange è una spia russa, ci dice il Guardian. Senza prove, e senza fonti. Ahem, giornalismo dicevate? OK.


Insomma, questo è Luke Harding, uno degli autori dell'articolo in questione. Andiamo adesso ad esaminare questo articolo nello specifico. Partiamo dal titolo: Documenti dal Cremlino sembrano mostrare il piano di Putin per mettere Trump al potere alla Casa Bianca (sottotitolo Esclusiva: documenti suggeriscono che la Russia abbia lanciato un attacco multi-agenzia per interferire con la democrazia americana). Eh, già qui abbiamo un problema: l'uso del condizionale, nello specifico. Com'è possibile che un documento "sembri" mostrare cosa c'è scritto nel documento stesso? Se ho in mano un documento, saprò bene cosa c'è scritto sul documento, e come vedremo, loro ci dicono di sapere benissimo cosa c'è scritto, in maniera molto dettagliata; quindi perché questo "sembra"? Infatti subito nel primo paragrafo ci dicono che Putin ha personalmente autorizzato un'agenzia di spionaggio di supportare il mentalmente instabile Donald Trump durante le elezioni del 2016, secondo quelli che sono documenti usciti dal Cremlino. Senza condizionale. Quindi i documenti sembrerebbero mostrare, ma Putin ha autorizzato personalmente. OK.

Il fatto che abbiano evidenziato che "Putin ha personalmente autorizzato" già dovrebbe farci insospettire; perché tutte le peggiori storie spionistico-giornalistiche sulla Russia cominciano così. Incredibile come se credessimo al Guardian, dovremmo credere che Putin se ne va in giro a dare ordini senza senso con tutti che annuiscono e obbediscono. Immaginatevi, non c'è nessuno che all'ordine di mettere un'arma chimica nelle mutande di Navalny, abbia provato a dire "ma Presidente, con tutto rispetto, un'arma chimica nelle mutande? Non è che rischiamo di far fuori mezza città?" no, figuriamoci. Dopodiché bisogna notare che anche la storia che Putin consideri Trump come mentalmente instabile, non me la contano mica giusta, perché tra i due presidenti, al di là del fatto che Trump non abbia portato avanti una politica favorevole alla Russia, scorreva comunque buon sangue; e sarei molto sorpresa che Putin pensasse una cosa simile di Trump.

Al di là di queste mie considerazioni personali, il Guardian ci dice che ci sono questi documenti che verrebbero dal Cremlino, ma non c'è praticamente nessuna prova che questi documenti esistano (voglio dire vi immaginate se Assange avesse provato a portare alla luce i crimini di guerra in Iraq senza avere le prove che i crimini in Iraq erano effettivamente avvenuti?). Ci dicono che ci sono questi documenti, che verrebbero dal Cremlino (come? sono stati trovati alla fermata del bus?) che le agenzie spionistiche occidentali avrebbero dichiarato essere originali, che sembrerebbero dire che Il Cremlino faceva questo e quest'altro. Insomma dobbiamo credere loro sulla parola, perché sono il Guardian (e ho pochi dubbi sul fatto che la loro target audience davvero gli creda sulla parola).

Ma anche io posso fare giornalismo così e fare un sacco di esclusive. Siamo davvero a livello dell'invisibile unicorno rosa, altro che giornalismo qui.

Stralcio dall'articolo del Guardian. Secondo loro, questa sarebbe una foto (?) del documento del Cremlino. In primis, ma al Cremlino stampano tutto? E che stampanti hanno, se il testo viene fuori così martoriato? E se la stampante funzionasse davvero così male, com'è che non ci sono macchie irregolari, sia al di fuori del testo che nel testo stesso? E guardate i margini: questa vi sembra forse carta vera? BOH.

Ma continuiamo. Il Guardian ci dice che "durante il meeting tutti si sono mostrati d'accordo che Trump alla Casa Bianca avrebbe aiutato Mosca a conseguire i propri obiettivi strategici, come la tensione sociale interna agli USA e l'indebolimento della posizione di negoziazione del presidente americano". Certo, perché è proprio quello che a Mosca interessa, alzare la tensione sociale negli USA; tensione che è alle stelle comunque perché si sta cercando di imporre sulla popolazione un ristrutturazione della società basata da una parte, su un disegnino di un biscottino pan-di-zucchero al sapore di gender (genderbread person) e dall'altra, sulla teoria critica della razza, ideologie che proprio il Guardian si preoccupa sempre di propagare. Eh ma il vero problema sono i russi. Mi immagino la conversazione: Putin si rivolge a Shoigu e dice "bisogna mettere alla Casa Bianca uno stupido che ci aiuti a destabilizzare l'America. Tutto il ministero si adegui!" e Shoigu che gli risponde "si certo, è proprio questo lo scopo dell'esercito russo, non è che stiamo cercando di evitare che il mondo vada a fuoco, siam tutti lì a impicciarci degli affari americani. Come la terra ruota attorno al sole, così in Russia ruota tutto attorno all'America". Ridicolo, ridicolo, forse stanno parlando di una sit-com ambientata al Cremlino, ma sicuramente, non del Cremlino quello che sta in Piazza Rossa. Senza poi contare che come ho già detto in un altro testo, sono gli occidentali che usano le ONG per seminare discordia nelle società estere (usando poi anche l'ideologia pan-di-zucchero, che crea tensioni sociali persino nella loro società, non solo nelle altre).

Ma andiamo avanti. Il Guardian ci dice che ci sono questi documenti, e che loro lo sanno che sono autentici, perché hanno contattato esperti indipendenti (chi?) che hanno certificato che certo, questo è proprio lo stile del Cremlino. Ora, sicuramente non sono un'esperta di documenti top-secret russi, però sarei molto sorpresa di venire a sapere che davvero nei documenti segreti del Cremlino siano riportati insulti generici ad altri politici. Certo siamo tutti umani, e con quello che vedono i russi tutti i giorni, posso credere che ogni tanto ci sia frustrazione nel parlare delle azioni di altre nazioni; ma che questo tipo di considerazioni venga fedelmente riportato sui documenti top-secret che andranno negli archivi (e che apparentemente girovagano allegramente per tutto il Cremlino, perché da che via li ha avuti il Guardian questi documenti?), questo mi sembra molto strano.

Secondo il Guardian, Trump era il candidato preferito dei russi nel 2016 (ma non era Jill "Agente Russo" Stein, dei verdi?) e che loro lo considererebbero un individuo mentalmente instabile, impulsivo, disequilibrato e con un complesso d'inferiorità - ora io chiedo, davvero questa sarebbe la descrizione di Trump? Le politiche di Trump e anche la sua persona possono piacere o non piacere, ma mentalmente instabile? Con un complesso d'inferiorità? Stiamo parlando della stessa persona? L'avete visto dibattere? Va bene, ha twittato il famoso covfefe ad un certo punto, ma andiamo, un tweet strambo non è abbastanza per definire qualcuno mentalmente instabile, anche se questa persona non ti piace.

Arriviamo al "summit" di gennaio 2016 che tanto summit poi non era, perché quello che loro chiamano "summit a porte chiuse" era una semplice riunione del Consiglio di Sicurezza. Per chi non lo sapesse, il Consiglio di Sicurezza in Russia è un po' come il Consiglio dei Ministri in Italia (non esattamente, ma per dare l'idea; tecnicamente sarebbe un organo consultivo costituzionale che viene convocato dal presidente). Ovvero: il presidente, i ministri e altre cariche si riuniscono e parlano dello stato della nazione. Succede una volta a settimana, non è una cosa extra: ogni settimana in Russia tutti gli esponenti maggiori del governo (presidente, primo ministro, ministri, etc) si riuniscono al Cremlino e parlano sia dello stato della nazione che delle questioni internazionali; nel caso ci siano provvedimenti urgenti da prendere, il presidente firma questi provvedimenti, come previsto dalla legge russa, legge che persino gli autori dell'articolo citano. Eppure, secondo il Guardian, questo è un summit "a porte chiuse", stranamente organizzato al Cremlino, e dove erano presenti persino Lavrov e Shoigu (!!!). Ma io vorrei chiedere al Guardian, quando nel Regno Unito fanno le riunioni di gabinetto a Downing Street, li fanno "a porte aperte"? Ma in che universo?

Devo a questo punto menzionare che nell'articolo usano spesso parole in russo un po' a casaccio, forse per darsi un'aria da "esperti" (certo parlano il russo, ma mi sembra che il loro essere esperti si fermi lì); e anche il link che rimanda all'annuncio stampa di questa riunione del Consiglio di Sicurezza è in russo; eppure, il sito del Cremlino ha anche una versione in inglese, dove sono menzionati tutti gli incontri del Consiglio di Sicurezza (uno per settimana, come ho detto). Forse al Guardian avevano paura che qualcuno effettivamente cliccasse sul link e capisse l'inganno? Perché nel giornalismo, si tende a postare collegamenti ad una lingua comprensibile ai lettori della pubblicazione, dove possibile. Mi viene da chiedermi cosa facesse questo Harding in Russia, visto che sembra così tremendamente incompetente, perché sicuramente io non sono una corrispondente dalla Russia, non parlo neppure russo, eppure lo so cos'è il Consiglio di Sicurezza.

Per aumentare la suspence in questo racconto di spie, aggiungono: c'era anche una foto di Putin, seduto al tavolo, con gli altri membri del Consiglio di Sicurezza e una bandiera russa. Non mi dite! Putin che siede ad un tavolo davanti alla bandiera russa. Un buon 80% delle foto dal sito del Cremlino, se non di più, includono Putin e una bandiera russa. Che bandiera vi aspettavate usassero? Parlano poi gli inglesi, tra loro e gli americani sventolano bandiere a piè sospinto.. ma se il presidente della Russia è seduto davanti ad una bandiera russa, AH! Vi abbiamo beccato, russi, a sventolare le bandiere russe!

Al Guardian hanno scoperto l'acqua calda. Ad ogni incontro del Consiglio di Sicurezza, Putin siede davanti ad una bandiera russa. Sarà perché è il presidente della Russia? OHIBÓ! Dal sito del Cremlino, dopo aver digitato "security council" nella barra della ricerca, in inglese.


L'articolo continua con quello che è il resoconto (secondo me fittizio) dell'incontro segreto.

Nonostante secondo il Cremlino durante la riunione si sia parlato della situazione interna russa, della Moldavia e del commercio internazionale, il Guardian ci dice che stavano discutendo di un dossier segreto, che qualcuno aveva distribuito tre giorni prima, e che stavano in realtà parlando dell'America e di come l'avrebbero distrutta dall'interno creando tensioni sociali. Secondo loro, Putin avrebbe firmato un decreto e avrebbe anche subito organizzato una task-force segretissima per compiere il misfatto. Ci dicono che tra le altre cose, "il piano della Russia è di inserire "virus mediatici" nella sfera pubblica americana, che potrebbero sopravvivere (per lungo tempo ndr) e replicarsi da soli. Questo altererebbe le coscienze specialmente in certi gruppi target" e sarebbe questo lo scopo della task-force segretissima - insomma in Russia farebbero nei confronti dell'America quello che avete fatto voi del Guardian nei confronti di Assange? Perché è questo che avete fatto. Avete buttato fuori delle accuse di stupro fasulle, avete parlato per anni del suo gatto, dello skateboard, delle feci che avrebbe usato per imbrattare le pareti dell'ambasciata ecuadoriana... virus mediatici, che si sostengono e si replicano da soli, che hanno alterato le coscienze della maggior parte della popolazione che crede che Assange sia un agente russo, invece che un giornalista e un perseguitato politico.

E chiaramente abbiamo qui anche la mistificazione su come funzionano le operazioni nell'ambito dell'informazione; ci fanno credere che ci voglia un ordine speciale del presidente al ministro della difesa, mentre in realtà lo sappiamo tutti benissimo, che le operazioni nel campo dell'informazione sono una cosa che tutti fanno regolarmente. Avete mai sentito parlare della Brigata 77? È l'unità dell'esercito britannico che si occupa, tra le altre cose, proprio di fare operazioni nell'ambito dell'informazione. Per mettere in piedi una campagna informativa, basta un generale qualsiasi (se non addirittura qualcuno di grado più basso) che dia l'ordine all'unità preposta, mica ci vuole il presidente che dà ordini speciali al ministro della difesa. Oppure questo pezzo giornalistico è stato commissionato direttamente da Boris Johnson? O da Joe Biden? Ma in che mondo vivono questi?

Un romanzo thriller, proprio. Ve l'ho detto che Harding si guadagna da vivere scrivendo versioni romanzate della Russia, no?

Concludono dicendo che questi documenti sono sicuramente autentici perché "poi effettivamente è quello che è successo nel 2016, hanno rubato i documenti alla DNC e li hanno passati a WikiLeaks" (vorrei far notare che Nancy Pelosi, la Speaker of the House dei Democratici, ha investito ingenti somme nell'azienda che avrebbe "certificato" questo hackeraggio) e concludono con le parole laconiche della portavoce di Trump: basta con questo RUSSIA, RUSSIA, RUSSIA, e ricordatevi che sono stato più duro io, con la Russia, di quanto non lo sia stato nessun altro prima di me. Sipario.

Come riflessione finale, vorrei dire che trovo inconcepibile come questa pubblicazione possa ancora avere una qualsivoglia credibilità. Da una parte ci descrivono il Cremlino come un covo di cretini, che fanno cose senza senso, che vogliono essere beccati ogni volta che fanno qualcosa, dall'altra ci dicono che questi stessi cretini sono la minaccia peggiore che le Nostre Democrazie abbiano mai incontrato. E non solo i russi non sono cretini, ma non vogliono neanche conquistare il mondo. Presentano scoops le cui uniche prove sono "le fonti dicono". Ma non è mica così che si fa giornalismo! Io non so cosa dire, onestamente, se non che il lettore medio del Guardian mi sembra avere un cervello troppo lavato per essere recuperabile.

E vorrei far notare, che lo so che il Guardian ogni tanto pubblica storie contro la guerra, che ha pubblicato per esempio sia le storie uscite da WikiLeaks che la storia di Snowden: ma lo fa per darsi credibilità, non perché abbiano buon cuore o siano davvero contro la guerra (magari il giornalista singolo che scrive l'articolo che parla dello Yemen ha il buon cuore, ma gli editori sicuramente no). Lo fanno di modo che la target audience, ingannata dalle storie "anti-imperialiste", gli creda quando pubblicano queste storie completamente fabbricate e basate letteralmente sul nulla. "Come posso non creder loro quando dicono che la Russia vuole conquistare il mondo, quando la scorsa settimana ci hanno detto che i bambini yemeniti muoiono di fame"? Ma se notate, le storie "buone" sono presenti in misura minore di quelle "cattive" (che portano avanti ideologie distruttive, che distruggono i giornalisti, che supportano sanzioni unilaterali e illegittime etc). Non fatevi ingannare, sono corrotti fino al midollo.



E vorrei reiterare che la questione Assange narrativamente è legata a doppio filo con quella della Russia; in questo senso se vi interessa Assange, forse sarebbe il caso di cominciare a smascherare Russiagate per quello che è: una campagna informativa fraudolenta che mira a creare un nemico che non esiste, di modo da poter giustificare un incremento nelle spese militari, e una continuata occupazione militare in Europa. Certo potete fare il ragionamento che "eh ma basta dire che non è vero che Assange ha incontrato Manafort", e pensate che la gente vi crederà? Perché sono ormai cinque anni di Russiagate a piena potenza, e la gente crede ormai a tutto quello che gli dicono sulla Russia. E vi ricordo che Snowden, il "traditore", è in Russia, e questo narrativamente non gioca a favore di Assange (anche se Snowden voleva andare in Svezia o Ecuador, l'ingenuo, e non è secondo me un caso che sia rimasto bloccato proprio nella terra del babau). La via più diretta per scagionare Assange, è attraverso Russiagate. E chiaramente, il sabotaggio della narrativa.





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