Pensate a Dio e cantate costantemente il Suo Nome

Pensate a Dio e cantate costantemente il Suo Nome

Pensiero del Giorno


Sottomettete desiderio, ira e avidità

Oggi è la sacra festa di Ganesh Chaturthi. “Ga” simboleggia Buddhi (intelletto), “Na” sta per Vijnana (saggezza). Quindi, Ganapati è il maestro di Buddhi e Vijnana. L’universo è sostenuto dai Gana (divinità) e Ganapati è il loro padrone.

In questo mondo, tutti hanno un maestro, ma Ganapati non ne ha alcuno. Egli Stesso è il maestro. Questo è il compleanno del Maestro dei maestri. Ganapati è anche chiamato Mooshika Vahana (Colui che ha un topo come veicolo). Potreste chiedervi come un piccolo Mooshika (topo) possa portare sulla schiena un grosso personaggio come Vinayaka. In questo caso, Mooshika non rappresenta un semplice topo: simboleggia l’oscurità dell’ignoranza, perché è nell’oscurità che il topo si muove. Quindi, Mooshika Vahana è Colui che sottomette l’ignoranza e dissipa l’oscurità. Solo quando capiremo il significato profondo del principio di Vinayaka saremo in grado di celebrare correttamente il Vinayaka Chaturthi.

Comprendete il Principio di Unità

Finché l’uomo è immerso nell’attaccamento al corpo, tutti i tipi di difficoltà e avversità lo perseguitano. L’attaccamento al corpo è la causa principale dei Sankalpa (pensieri). Ecco perché Krishna esortò l’uomo a rinunciare all’attaccamento al corpo. L’intimo significato di questa affermazione è che l’uomo dovrebbe sperimentare l’unità nella diversità. Senza Vyashti (individuo), non può esserci Samashti (società). Senza Samashti non può esserci Srishti (creazione). Quindi, prima di tutto dobbiamo riconoscere il ruolo di Vyashti. Solo così possiamo comprendere il principio di Samashti che, a sua volta, porterà alla comprensione di Srishti. Chi comprende Srishti diventa un tutt’uno con Parameshti (Dio). In effetti, i princìpi di Samashti, Srishti e Parameshti sono intimamente presenti in Vyashti. Quindi, in primo luogo, bisogna impegnarsi a capire Vyashti. Vyashti simboleggia Jiva (l’individuo), mentre Samashti sta per Deva (Dio). Non c’è molta differenza tra l’anima individuale e lo Spirito Cosmico. Finché Vyashti si identifica con il corpo, conduce una vita molto ordinaria; solo quando si identifica con Samashti può comprendere il principio della creazione. Quindi, in primo luogo, l’uomo dovrebbe sforzarsi di comprendere il vero significato di Vyashti. Questo è il messaggio di Vinayaka. Ganapati è un altro nome di Vinayaka. Ganapati è Colui che garantisce buon intelletto e conferisce saggezza.

Oggi le persone compiono rituali a Vinayaka senza comprenderne il significato. Vinayaka simboleggia le qualità del vero leader sotto tutti gli aspetti. Viyate Nayake Iti Vinayaka (Vinayaka è il maestro di Se Stesso). Vinayaka è adorato da molti in questo mondo. Tuttavia, Egli non adora nessuno poiché non ha padroni sopra di Sé. Perfino Easwara adora Suo Figlio Vinayaka, mentre non accade il contrario.

L’attaccamento al corpo è la causa principale delle preoccupazioni dell’uomo

Oggigiorno, nessuno cerca di conoscere il principio di Parameshti, che è la forza fondamentale dietro Vyashti, Samashti e Srishti. Parameshti è il padrone di tutti. In questo mondo, l’uomo intraprende varie attività, alcune delle quali buone e altre cattive. Il Sankalpa (pensiero) dell’uomo è la causa principale di questa dualità. I buoni pensieri portano a buone azioni e viceversa. L’uomo è l’incarnazione di Sankalpa (determinazione, decisione) e Vikalpa (dubbi, incertezze). La vera pratica spirituale sta nel controllo di queste decisioni e incertezze.

Oggi l’uomo è turbato da preoccupazioni e ansie. Non c’è un momento in cui sia libero dalle preoccupazioni. Quali sono le preoccupazioni che turbano l’uomo? Nascere è una preoccupazione, essere sulla terra è una preoccupazione. Il mondo è anch’esso causa di preoccupazione e morte, e tutta l’infanzia è una preoccupazione, così come la vecchiaia. La vita è una preoccupazione, il fallimento è una preoccupazione, tutte le azioni e le difficoltà causano preoccupazione. Anche la felicità è una misteriosa preoccupazione.”

L’attaccamento al corpo è la causa principale di tutte le preoccupazioni. L’uomo non può raggiungere la felicità senza difficoltà e preoccupazioni. Il piacere è un intervallo tra due dolori. È impossibile sperimentare la felicità senza subire difficoltà. La Divinità è in ogni essere umano. Il potere latente nell’uomo non è presente altrove; tuttavia, egli non è in grado di sfruttare il potere divino che è in lui. Ogni uomo è dotato di Buddhi (intelletto) che ha un potenziale immenso. Vijnana (saggezza) è di gran lunga superiore all’intelletto. Prima di tutto, devono essere adeguatamente compresi i princìpi di Buddhi e Vijnana.

Sottomettete Odio e Ira

Oggigiorno, l’uomo non sta facendo buon uso dei suoi Mati (mente), Gati (destino), Sthiti (posizione) e Sampatti (ricchezza). Di conseguenza, sta perdendo l’energia sacra che Dio gli ha donato. Non solo questo. Egli è soggetto alla sofferenza e al dolore a causa dei suoi tratti malvagi come Kama, Krodha e Lobha (desiderio, ira e avidità), e non ha assolutamente alcun controllo sui suoi desideri. Quando un desiderio viene soddisfatto, desidera ardentemente soddisfarne un altro. L’ira è un’altra caratteristica malvagia che rovina l’uomo.


Chi alimenta l’ira non avrà successo in nessuno dei propri sforzi.

Commetterà peccati e sarà ridicolizzato da tutti.

La sua stessa gente lo abbandonerà.

Perderà tutta la ricchezza e il rispetto.

La sua ira lo rovinerà completamente.”


L’ira è un nemico, la pace è lo scudo protettivo, la compassione è la vera relazione, la felicità è, in verità, il paradiso e l’infelicità è l’inferno.

L’odio è più pericoloso dell’ira; dà origine a molte qualità malvagie, che emergono nel modo di sperimentare la Divinità. Si suppone che l’uomo viva cento anni, ma la sua vita è accorciata da queste cattive qualità. Quando questi tratti malvagi vengono del tutto soggiogati, l’uomo può godere di una vita lunga e felice. Non perderà la vita anche se dovesse incorrere in un grave incidente. L’uomo è tormentato dalla reazione, dal riflesso e dalla risonanza delle sue stesse cattive qualità. Desiderio, ira e odio non sono qualità umane; sono tendenze animali. L’uomo diventa una bestia se permette a queste cattive qualità di sopraffarlo. Dovrebbe costantemente ricordare a se stesso di essere una creatura umana e non un’animale. In questo modo, può tenere sotto controllo le sue tendenze bestiali. Sfortunatamente, i giovani d’oggi alimentano desideri eccessivi e, di conseguenza, il loro futuro è rovinato.

La vita umana può essere paragonata a un palazzo di quattro piani. Brahmacharya (stadio di celibato), Grihastha (stadio di capofamiglia), Vanaprastha (stadio di ritiro dal mondo) e Sannyasa (stadio di rinunciante) sono le quattro fasi della vita umana. Brahmacharya è il fondamento; se è solido, le altre tre fasi verranno automaticamente salvaguardate. Ma i giovani moderni stanno rovinando i tre quarti della loro vita perché non hanno una solida base di Brahmacharya. Quando gli anziani consigliano loro di pregare Dio per almeno cinque minuti, dicono di non avere tempo, ma hanno tutto il tempo per sollazzarsi in cattive qualità e cattive abitudini. Studenti e giovani in particolare dovrebbero fare ogni sforzo per costruire una solida base di Brahmacharya.

Rimanere semplicemente scapoli non è Brahmacharya; la costante contemplazione di Brahma è vero Brahmacharya. Pensate a Dio e cantate il Suo Nome in ogni circostanza. Conducete una vita di purezza e dedicate la vita al principio dell’Amore. Ciò garantisce la sicurezza della casa della vostra vita. Voi vedete i muri, vedete il tetto, vedete l’intero edificio, ma non vedete le fondamenta; sono nascoste sotto. Tuttavia, la sicurezza della casa, che viene vista dall’esterno, poggia su invisibili fondamenta. Quando costruite una casa, disegnate le pareti e il tetto in modo da renderla attraente, ma le fondamenta che sopportano l’intero edificio non richiedono abbellimenti. Tuttavia, è la parte più importante dell’edificio. Oggi l’uomo non si preoccupa delle fondamenta della vita. È più preoccupato dell’aspetto esteriore.


Estratto dal Discorso di Bhagavan, in occasione del Ganesh Chaturthi, 10 settembre 2002





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