POTERE ALLE DONNE
LIBERTÀ E DEMOCRAZIA⏹️ Un tempo le Golda Meir e le Indira Gandhi, ma anche le regine del passato, facevano storia a sé. Poi venne il tempo della Thatcher e poi della Merkel; oggi sta diventando la norma.
🔹️ Le ultime elezioni europee hanno confermato una tendenza: il passaggio del comando politico dagli uomini alle donne. Giorgia Meloni ed Elly Schlein guidano i due maggiori partiti nostrani, su cui si fonda il nostro bipolarismo imperfetto. E a livello europeo, Marine Le Pen è la vera vincitrice di questa tornata elettorale.
🔹️Ma non solo: Ursula van Der Leyen e Roberta Metsola, presidenti della commissione e del parlamento europeo, sono uscite bene dalle elezioni, nonostante la sconfitta delle forze eurocratiche, la disfatta di Macron in Francia e di Scholz in Germania. E altre donne guidano altri paesi, da est a ovest.
🔹️ Ma non è un fenomeno contingente; c’è qualcosa di più profondo e strutturale: il potere sta passando alle donne. Che il futuro della politica sia femmina è una pura constatazione di fatto: si, la politica oggi si addice di più alle donne. Le donne oggi hanno più determinazione, carattere, tenacia, si applicano di più, sono meno superficiali e multitasking, più adatte a governare e guidare la politica.
🔹️L’uomo molla, è molle, ha meno volontà. Non siamo al regno della Amazzoni ma si deve prendere atto che la Donna, contrazione del latino Domina, è colei che domina anche nella vita pubblica. Le donne sono più portate alla concretezza, sono più pragmatiche e sono meno inclini alla corruzione e alla disonestà politica.
🔹️ Le donne hanno una vocazione naturale alla crematistica, che è l’arte di gestire l’economia, e riguarda non più solo le spese di casa, ma quelle del Paese o del condominio Unione. Una donna guida pure la Banca centrale europea, Christine Lagarde, la Draghi in versione euro-femminile. Che non suscita, almeno in me, simpatia e ammirazione, ma è una conferma ulteriore di questa svolta.
🔹️ Dopo millenni di dominio maschile, le pensatrici più vigorose del Novecento sono loro: Simone Weil e Hannah Arendt, Maria Zambrano e Rachel Bespaloff e altre pensatrici e scrittrici. Mentre gli uomini in larga parte dichiaravano la morte della filosofia e la sconfitta del pensiero, o fallivano nei loro sogni, figli del superuomo nicciano, il pensiero delle donne, al di là delle rivendicazioni femministe, assumeva vigore politico, filosofico e religioso. Peraltro, entri in libreria, vai a cinema o a teatro o a una conferenza e vedi più donne che uomini. È un segnale.
Marcello Veneziani
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