Ora trasmettete agli altri quello che avete imparato!

Ora trasmettete agli altri quello che avete imparato!

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Geoffrey Jackson

Il conferimento della 150ª classe della Scuola di Galaad. Chi avrebbe mai pensato che ci sarebbe stata una 150ª classe di Galaad? E probabilmente voi studenti vi sarete chiesti: “Sopravviverò a questa 150ª classe?” Nel corso degli anni i conferimenti della Scuola di Galaad si sono tenuti in vari modi. Guardate questa fotografia per esempio. Questa è la 7ª classe. Il conferimento si è tenuto nel 1946. E cosa notate? Come vedete gli ospiti erano all’aperto, speravano che non piovesse, e a quanto mi dicono non serviva un invito. Tutti quelli che volevano partecipare potevano farlo liberamente. In quest’altra fotografia potete vedere il presidente che fa uno dei discorsi in cima ai gradini dell’entrata della scuola. Le cose sono cambiate un bel po’ da allora, eh? Poi nel 1953 il conferimento della 21ª classe si tenne allo Yankee Stadium e, come potete immaginare, quello fu un evento colossale. Ed era molto appropriato perché ricorreva il 10° anniversario della Scuola di Galaad. Il 1953 fu un anno speciale, perché la Scuola rientrò tra gli istituti riconosciuti dallo Stato a livello legale e questo permise a studenti di altri paesi di partecipare. E poi naturalmente a tutti i conferimenti gli studenti hanno sempre avuto quell’espressione felice sul volto. Questo è tipico di Galaad. Ovviamente negli ultimi anni i conferimenti sono stati molto diversi, vero? Senza pubblico presente. Ma oggi non siamo contenti di essere in così tanti? Beh, in questi ultimi mesi avete fatto così tante lezioni, avete superato tanti esami scritti. Davvero vi è stato insegnato tanto. Ma qual è lo scopo di tutto questo? Beh, quando pensiamo all’istruzione che questo mondo offre di solito tutto ruota intorno agli studenti, vero? Tutto ruota intorno ai loro sogni, come diceva il fratello Morris. È tutto intorno alle loro ambizioni, al successo che vogliono raggiungere. E Galaad invece? Beh, voi l’avete capito molto bene, sono sicuro. Non si tratta di voi. E se non l’avete capito forse dovete ripetere il corso, vero? No. Noi ci siamo dedicati a Geova e ci rendiamo conto che non si tratta di noi. Non ruota tutto intorno a noi. Riguarda quello che possiamo fare per lodare il nostro Padre celeste, Geova. E adesso siete arrivati fin qua, siete sul punto di diplomarvi. E adesso che succede? Adesso è il momento di trasmettere agli altri quello che avete imparato. Ma questo cosa vuol dire? Che quando raggiungerete i posti in cui siete stati assegnati, inizierete delle piccole Scuole di Galaad clandestine nelle salette della Sala del Regno? Forse anche no, eh? E allora cosa vuol dire che dovete trasmettere agli altri quello che avete imparato? Beh, come è già stato messo in evidenza nei discorsi precedenti, con il vostro esempio, con i vostri sinceri sforzi, potrete aiutare gli altri a vedere in pratica quello che avete imparato alla Scuola di Galaad. E poi è anche molto interessante quello che leggiamo nella seconda lettera a Timoteo. Per piacere, seguitemi in 2 Timoteo 2:2. Qui Paolo sta parlando a Timoteo, ma quello che dice riguarda anche tutti noi. Il versetto 2 dice: “E le cose che hai sentito da me, confermate da molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che a loro volta siano qualificati per insegnarle ad altri”. Cosa possiamo imparare da questo interessante versetto? Certo, insegnerete grazie al vostro esempio, ai vostri sinceri sforzi, ma dovrete anche interessarvi degli altri. Magari in un contesto più informale li aiuterete a capire i princìpi e gli insegnamenti che avete imparato alla Scuola di Galaad. E questa è una cosa davvero importante. Consideriamo l’esempio del nostro Signore, Gesù Cristo. Naturalmente l’obiettivo principale di Gesù era predicare la buona notizia del Regno, ma non fece solo quello. Se andiamo in Marco capitolo 9, notiamo cosa riuscì a inserire Gesù nel suo fitto programma. Marco 9:30, 31. Qui si legge: “Partiti da là, attraversarono la Galilea, ma Gesù non voleva che lo si sapesse”. Quindi qui Gesù voleva stare tranquillo con i suoi discepoli. Come mai? Beh, il versetto 31 dice che Gesù stava insegnando ai suoi discepoli. Quindi, nonostante il suo fitto programma, Gesù si prese il tempo di interessarsi di coloro che stava addestrando per aiutarli a essere pronti per il futuro. Che esempio meraviglioso per noi! E leggendo le Scritture troviamo molti altri esempi, ma nei prossimi minuti ci soffermeremo su Barnaba e su come Barnaba fu in grado di trasmettere quello che aveva imparato a Paolo. E mentre riflettiamo sul modo in cui interagirono tra di loro Barnaba e Paolo impareremo 5 lezioni, 5 lezioni per capire come addestrare gli altri e come trasmettere loro quello che abbiamo imparato. Ed ecco la prima lezione. Aprite se volete insieme a me il libro degli Atti. Atti capitolo 9. Qui siamo intorno al 36 E.V. A questo punto Saulo è già diventato cristiano e adesso dopo un po’ arriva a Gerusalemme. E qui cosa accade? Il versetto 26 del capitolo 9 dice: “Quando arrivò a Gerusalemme, tentò [cioè lui, Paolo] di unirsi ai discepoli, ma avevano tutti paura di lui, [mi chiedo come mai] perché non credevano che fosse diventato un discepolo”. Magari pensavano: “Questa storia mi sa che va a finire male”. Ma poi cosa successe? Versetto 27: “Così Barnaba venne in suo aiuto e lo portò dagli apostoli”. Quindi, come vediamo qui nell’immagine, Barnaba riusciva a vedere il potenziale che c’era in Saulo e credeva in effetti che lui sarebbe stato utile nel ministero. E così lui rischiò la sua reputazione, per così dire, sostenendolo o facendogli buona pubblicità e portandolo dagli apostoli. Quindi qual è la lezione che impariamo da questo? Cerchiamo di vedere il potenziale che c’è negli altri. E non preoccupiamoci se magari li abbiamo incoraggiati, li abbiamo sostenuti, per così dire abbiamo fatto loro buona pubblicità, e poi i risultati non sono dei migliori, come se avessimo perso la nostra reputazione. Ricordiamoci, non ruota tutto intorno a noi. Quello che conta è l’opera. Ecco la prima lezione. Cerchiamo di vedere il potenziale degli altri. Ora andiamo al capitolo 11 di Atti. Qui ci troviamo 9 anni più tardi, attorno al 45 E.V. Nel capitolo 11 degli Atti vediamo come procede l’opera di predicazione ai non ebrei, in particolare nella città di Antiochia. Barnaba a questo punto ricevette ufficialmente l’incarico di partire e andare ad aiutare i fratelli di Antiochia. Ora andiamo ai versetti 25 e 26, perché non appena Barnaba arriva da quelle parti si rende conto di aver bisogno di aiuto. E quindi cosa fa? Guardiamo al versetto 25, che dice: “Barnaba andò a Tarso per cercare Saulo”. Quindi Barnaba andò a cercare Saulo. E lo fece perché ricordava che quest’uomo conosceva bene il greco ed era un uomo istruito. Sarebbe stato utile per predicare ai non ebrei. È interessante perché, se diamo un’occhiata a una cartina, ci rendiamo conto che Antiochia dista da Tarso, pensate, oltre 200 km. Qui al versetto 25 abbiamo letto che Barnaba dovette andare a cercare Saulo. Come mai? In 2 Corinti Paolo elenca tutte le cose che fece e a quanto pare molte di queste accaddero in quei 9 anni. Fece naufragio diverse volte, fu messo in prigione, e così via. Quindi per Barnaba non sarà stato facile trovarlo. Lo cercò, e poi quando lo trovò cosa fece? Il versetto 26 dice: “Dopo averlo trovato, lo portò ad Antiochia”. Probabilmente dovette convincerlo, perché Paolo stava avendo ottimi risultati nel suo ministero là. E alla fine lo portò ad Antiochia. E poi il versetto 26 dice: “Per un anno intero si riunirono insieme a quella congregazione e insegnarono a molte persone”. Quindi Barnaba non è che prese con sé Paolo e gli disse: “Adesso ti addestro”. Semplicemente si fece affiancare da lui e mentre collaboravano insieme poté approfittare per addestrarlo. Quale lezione impariamo qui? Dobbiamo essere pronti a fare la nostra parte. Barnaba non si limitò a vedere il potenziale, ma partì, andò a cercare Saulo, lo convinse ad andare ad Antiochia e a collaborare con lui. Questa è la seconda lezione. La terza lezione la troviamo in Atti capitolo 13. Quindi Barnaba e Saulo si trovavano ad Antiochia da un po’ di tempo, e cosa succede al versetto 2? Qui si legge: “Mentre servivano Geova e digiunavano, lo spirito santo disse: ‘Riservatemi Barnaba e Saulo per l’opera a cui li ho chiamati’”. Quindi qui è il momento in cui i 2 intraprendono l’opera missionaria. Ma notate che lo spirito santo parla di “Barnaba e Saulo”. Quindi, come vediamo in questa immagine, è Barnaba che guida il gruppo, Saulo sta dietro. Ma se andiamo un po’ più avanti, al versetto 13 dello stesso capitolo, notiamo che c’è un piccolo cambiamento. Saulo inizia a usare un nome che è più comune in quella zona, Paolo. Ma cosa si legge adesso? “Paolo e i suoi compagni salparono”. E da questo momento in poi sembra che fosse Paolo a guidare il gruppo. Ora mettiamoci per un attimo nei panni di Barnaba. Immaginiamo di prendere Paolo, Paolo o Saulo, come preferite chiamarlo, in disparte e gli diciamo: “Possiamo scambiare 2 parole, per piacere? Non c’è niente di importante, ma ti ricordi quando lo spirito santo ci ha chiamati per compiere l’opera? Ha detto ‘Barnaba e Saulo’. Io non ho nessun problema, eh? Mi piace tanto l’entusiasmo che ci metti, ma ero io che dovevo guidare il gruppo, no?” No, non disse una cosa del genere. Il libro Rendiamo testimonianza dice che non era per niente invidioso. Quindi qual è la lezione? Beh, se stiamo collaborando con qualcuno e lo stiamo addestrando, la lezione che impariamo è: non dobbiamo essere invidiosi se inizia ad avere ottimi risultati. E in effetti noi lo aiutiamo per permettergli di sbocciare. E magari potrebbe ricevere alcuni privilegi che vorremmo avere noi. Non ci metteremo a dire: “Scusami un attimo, ma sono io quello che è andato a Galaad, no?” No, non saremo invidiosi. Per scoprire la quarta lezione dobbiamo andare nel libro di Galati. Quindi, se volete seguirmi in Galati capitolo 2, qui ci troviamo intorno al 49 E.V. Quindi a quel punto Pietro, Paolo, Barnaba, Tito sono stati a Gerusalemme e hanno avuto quell’importante adunanza col corpo direttivo sulla circoncisione. È interessante che, quando arrivano a Gerusalemme, il racconto dice che Barnaba e Paolo erano lì. È interessante. Magari Barnaba fece caso a questa cosa, che era stato menzionato per primo di nuovo, probabilmente perché il corpo direttivo si ricordava che all’inizio era stato scelto lui per guidare il gruppo. Ma ora troviamo Pietro, Paolo e Barnaba e altri di nuovo ad Antiochia. E cosa succede qui, a pochi mesi di distanza da quell’adunanza speciale? Paolo deve dire a Pietro che sta facendo qualcosa di sbagliato. Ma notate cosa dice il versetto 13: “Anche gli altri giudei si unirono a lui in quella finzione; perfino Barnaba si fece trascinare nella loro finzione”. Ah, mi piace troppo questa immagine. Qui vedete Paolo che dice a Pietro che sta sbagliando. E guardate la faccia di Barnaba, ha l’espressione colpevole. Vedete? Beccato! È stato colto in flagrante. E quei consigli erano anche per lui, perché anche lui era coinvolto. Quindi qual è la lezione in questo caso? Accettiamo i consigli, anche se arrivano dalle persone che stiamo addestrando. Non pensiamo di essere troppo bravi per ricevere consigli. E adesso l’ultima lezione è quella a cui probabilmente avete pensato subito quando abbiamo menzionato Paolo e Barnaba. So cosa state pensando, Atti capitolo 15. E allora andiamoci. Atti 15:37-39. E questo succede dopo l’episodio di Antiochia. Qui leggiamo: “Barnaba era deciso a portare anche Giovanni, soprannominato Marco. Ma Paolo non era favorevole a portarlo con loro, visto che in Panfilia li aveva lasciati e non li aveva più accompagnati nell’opera. Allora ci fu una discussione talmente accesa che i due si separarono”. Ora questo è l’episodio che di solito ci viene in mente quando pensiamo a Paolo e a Barnaba. Ma cosa c’era alla radice di quel problema? Ci avete mai pensato? Qui dice che Paolo non era favorevole a portare Giovanni Marco insieme a loro. Forse si ricordava di quando nel primo viaggio missionario Marco se ne era andato e lui aveva proseguito insieme a Barnaba fino in Galazia. E leggendo la lettera ai Galati sembra proprio che lui avesse problemi di vista in quel momento e fosse anche molto malato. Quindi senz’altro, vedete, gli era mancato l’aiuto di un ragazzo in grado di portare i bagagli, di svolgere tutte le faccende necessarie. E Barnaba poteva capire perché Paolo fosse così restio. Non voleva rimanere di nuovo senza un aiuto. Invece d’altra parte cosa possiamo dire di Barnaba? Perché era così deciso a portare Giovanni Marco con loro? Beh, un motivo potrebbe essere il fatto che era suo parente. A volte è un fattore che incide. Oppure potrebbe essere che lo stesso potenziale che a suo tempo aveva visto in Saulo era lo stesso che adesso vedeva in Giovanni Marco. “Questo è un giovane in gamba, dobbiamo assolutamente dargli una possibilità”. Oppure potrebbe essere che era ancora un pochino risentito per il rimprovero che aveva ricevuto ad Antiochia? O magari può essere che considerava ancora Saulo come un suo allievo, qualcuno che conosceva la verità da meno tempo di lui e dal quale era difficile accettare suggerimenti? Non è che vogliamo stare qui a fare il processo alle intenzioni. Anche perché fra un po’ alcuni di noi avranno a che fare con loro. Ma credo di non sbagliare dicendo questo: sono sicuro che Paolo e Barnaba, quando ripensano a quel giorno, sarebbero d’accordo nel dire che potevano gestirla meglio. Sono riuscito a non sbilanciarmi? Credo che a tutti noi sarà capitato di pensare che avevamo ragione, ma che magari avremmo potuto gestire meglio le cose. Qual è la lezione quindi? Rispettiamo l’opinione degli altri. Non arrabbiamoci, non prendiamocela. Cerchiamo di gestire le cose in modo da continuare a collaborare bene con gli altri. Beh, quando parliamo di Barnaba e Paolo abbiamo davvero tanto su cui riflettere, vero? Ricordate le 5 lezioni? Cercate di vedere il potenziale degli altri. Cercate di essere disposti a fare la vostra parte per poterli addestrare. Non siate invidiosi se ricevono privilegi. Accettate i consigli che vi offrono. E rispettate sempre la loro opinione. Sappiamo che cercherete di mettere in pratica questi suggerimenti. Quindi, nei posti in cui servirete possa Geova essere accanto a voi e benedirvi. Sforzatevi di aiutare gli altri trasmettendo loro quello che avete imparato alla Scuola di Galaad. In questo modo raggiungerete l’obiettivo di Galaad, rendere stabili le congregazioni e rafforzare gli altri. 

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