Non serbiamo rancore (1 Cor. 13:8)

Non serbiamo rancore (1 Cor. 13:8)

Gerrit Losch

Scrivendo agli Efesini, Paolo diede il consiglio riportato in Efesini 4:26, 27: “Il sole non tramonti mentre siete ancora in collera e non lasciate spazio al Diavolo”. Ebbene, alcuni hanno addirittura cambiato congregazione perché si sono offesi e nutrivano risentimento.

Da cosa può nascere il risentimento? Qualcuno potrebbe non aver ricevuto dei privilegi che contava di ottenere oppure sentirsi ferito per una riprensione che, a torto o a ragione, ritiene ingiusta o troppo severa. Alcuni nutrono risentimento perché hanno ricevuto delle critiche, specialmente se è successo in più di un'occasione. Possiamo aiutare gli altri a non serbare rancore evitando di dire cose che feriscono o di togliere la simbolica pagliuzza dal loro occhio.

Ma che dire se qualcuno ci offende? Di tanto in tanto capita a tutti di esprimersi senza tatto o persino in modo poco gentile; quindi vogliamo anche perdonare gli altri. Non vogliamo forse che anche gli altri perdonino le nostre espressioni poco gentili? Non c'è nessuno che non pecchi con le parole. Non parlate dei vostri sentimenti feriti a meno che non possiate aprirvi con un amico fidato. Parlarne ad altri potrebbe causare divisione nella congregazione o nella famiglia. Guardate cosa dice la Bibbia in Proverbi 17:9: “Chi perdona la trasgressione cerca amore, ma chi torna sempre sulla stessa questione divide i buoni amici”.

Lo spirito santo ci può aiutare a perdonare. Se non riusciamo a dimenticare e a perdonare parliamo con la persona che ci ha offeso. Nutrire risentimento potrebbe portare a peccati gravi. Nella Bibbia abbiamo esempi come quello di Caino che nutrì rancore nei confronti di Abele e alla fine lo uccise. I fratelli di Giuseppe nutrirono rancore contro di lui per via dei suoi sogni e perché era il figlio favorito del loro padre. Alcuni di loro addirittura lo volevano uccidere; al contrario Giuseppe non nutrì alcun risentimento verso i suoi fratelli. Esaù nutrì rancore omicida verso Giacobbe che aveva ricevuto la benedizione del primogenito. Dopo la morte del padre era perfino intenzionato a ucciderlo. Erodiade era rancorosa verso Giovanni che aveva denunciato la sua condizione di adultera e alla fine lo fece uccidere.

Ma nella Bibbia abbiamo anche molti esempi positivi. Giobbe pregò a favore dei suoi tre compagni che gli avevano causato enorme dolore. Invece di nutrire risentimento pregò per loro. Gionatan non provò rancore quando venne a sapere che Davide avrebbe ereditato il regno sebbene avesse 30 anni meno di lui. Pietro non nutrì risentimento per Gesù che lo aveva chiamato Satana od oppositore. Inoltre, dopo essere stato rimproverato da Paolo di fronte a tutti, continuò a esprimergli amore cristiano. Marta non nutrì risentimento verso Gesù che l'aveva amorevolmente consigliata quando era indaffarata in cucina. Giovanni Marco non nutrì risentimento nei confronti di Paolo che non lo aveva voluto portare con sé in un viaggio missionario, ma continuò il suo servizio e viaggiò insieme a Barnaba.

Che dire di quando ci si trincera nel mutismo? In effetti il mutismo è un vero ostacolo alla comunicazione. A volte, chi si sente ferito, lo usa per punire l'altra persona. Tuttavia, la Torre di Guardia 15 settembre 2006 pagina 23 paragrafo 16 dice: “Non sempre lo si fa per ripicca nei confronti del coniuge: a volte si sceglie la via del silenzio per frustrazione o scoraggiamento”. Potrebbe anche rasentare la depressione. Qualcuno potrebbe semplicemente non riuscire a trovare le parole ma senza provare risentimento.

Alcuni forse parlano a ruota libera e offendono gli altri di continuo. Proverbi 12:18 dice che “c'è chi parla sconsideratamente come con i colpi di una spada”. Le parole sconsiderate non sono una forma di comunicazione accettabile. La comunicazione dovrebbe essere amorevole. Anche se non lo si fa apposta, parole sconsiderate, esagerazioni ed espressioni simili feriscono comunque. Se qualcuno vi infilza involontariamente con una spada voi il dolore lo sentite lo stesso! Quindi evitate di parlare in modo troppo acceso. I toni accesi causano vere e proprie ferite, vero? Le parole forti sono come un uragano ma le parole gentili come una brezza ristoratrice; le parole forti sono come un concerto rock mentre le parole gentili sono come una piacevole melodia; le parole forti sono come una valanga o una tormenta le parole gentili sono belle come la neve che cade silenziosa; le parole forti sono come una secchiata d'acqua su un fiore appena piantato le parole gentili sono come una pioggerellina leggera. Cerchiamo quindi di essere persone gentili. Il modo in cui si dicono le cose è molto importante. Paolo scrisse in Colossesi 4:6, un versetto molto noto, quanto segue: “Le vostre parole siano sempre gentili, condite con sale, così che sappiate come rispondere a ciascuno”. Provate ad esprimermi con grazia sia con il tono della voce che con la scelta delle parole. Se siete oggetto di parole poco amorevoli resistete alla tentazione di essere sarcastici e non alzate la voce. Come la Torre di Guardia disse qualche tempo fa in effetti “anche le parole sussurrate possono condurre la lite se sono irritanti o sprezzanti”. Evitate di lanciare accuse del tipo: “Tu non ti interessi di me!” oppure “Non mi ascolti mai!” Alcuni sono polemici per natura o a causa del modo in cui sono cresciuti. Sputare fuori le proprie opinioni o i propri sentimenti potrebbe ferire gli altri; si, parlare a briglia sciolta, può davvero ferire il prossimo. Ci riferiamo a quando si parla di impulso senza tener conto della possibile reazione altrui. Quindi, assicuratevi che il cervello sia collegato prima di aprire la bocca. Se vi sentite feriti magari allontanatevi per un po' e cercate di calmarvi. Andate in un'altra stanza o fate una camminata fino a che non vi siete ricomposti. Questo non è mutismo. Svegliatevi dicembre 2015 pagina 4 sostanzialmente diceva che “più a lungo coviamo il rancore più è difficile liberarsene. Il rancore è come un ladro, ci deruba della pace mentale. È come la rugine che gradualmente corrode la carrozzeria di un'auto. Esternamente può sembrare nuova ma sotto la vernice c'è un problema. L’amore ci ripara dal risentimento e dal rancore esattamente come un buon tetto ci ripara dalla pioggia e poi l'amore non viene mai meno. Di fatto l'amore che mostriamo ai fratelli rivela l'amore che proviamo per Geova. È impressionante quello che dice Perspicacia volume 2 pagina 1183: “Dio condanna chiunque serbi rancore o voglia vendicarsi personalmente per torti reali o immaginari fatti a lui stesso o a qualcun altro”. È una cosa molta seria! Significa contristare lo spirito santo. Ricordate: dobbiamo perdonare! Questo è quello che dice la Bibbia in Levitico 19:18: “Non devi vendicarti né nutrire rancore contro i figli del tuo popolo, e devi amare il tuo prossimo come te stesso”.

Comprendiamo quindi che l'amore non viene mai meno e ci aiuta a evitare di nutrire o serbare rancore nei confronti degli altri.

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