Non facciamoci dividere, noi siamo un popolo unito!

Non facciamoci dividere, noi siamo un popolo unito!

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JW Broadcasting, maggio 2022

Non pensate che il tema del congresso sia proprio adatto ai tempi? Ovunque nel mondo ci sono conflitti e tanta sofferenza. Le persone vogliono la pace, le persone vogliono l’unità. E questo si collega bene a quello di cui parleremo questo mese. Il nostro tema è: “Non facciamoci dividere, noi siamo un popolo unito!” Vorrei cominciare con una domanda. Di solito dove tenete il portafoglio? Se siete fuori casa, voi fratelli forse lo tenete nella tasca dei pantaloni, magari nella tasca davanti, così da non farvelo rubare o da non perderlo. Invece voi sorelle magari lo tenete nella borsa a tracolla o in una borsetta che tenete sotto braccio stretta a voi. Proteggete il portafoglio perché sapete che se non fate attenzione un ladro potrebbe riuscire a prenderlo, e il vostro portafoglio insieme al suo contenuto sarebbe perso per sempre. Sapete, potrebbe succedere qualcosa di simile anche alla preziosa unità che c’è nel popolo di Geova. Dobbiamo custodirla, dobbiamo proteggerla, perché altrimenti potrebbero portarcela via. Non dimentichiamoci mai che il Diavolo è in agguato e cerca il modo di rubare l’unità che ci contraddistingue. Pensate un attimo a quanto è unica la nostra unità. A differenza delle altre organizzazioni religiose, noi non siamo divisi in varie denominazioni. Non ci sono i Testimoni di Geova del nord, non ci sono i Testimoni di Geova ortodossi, non ci sono i Testimoni di Geova protestanti. Per dirla con le parole dell’apostolo Paolo, siamo “uniti nello stesso pensiero e nello stesso modo di ragionare”. Siamo uniti anche a livello internazionale. Non combattiamo l’uno contro l’altro partecipando alle guerre che dividono le nazioni. E siamo uniti anche dal punto di vista etnico e razziale. Moltissime volte i Testimoni hanno rischiato la vita per proteggere i loro fratelli e le loro sorelle di un’altra razza perché erano maltrattati o perseguitati per motivi etnici o razziali. E siamo anche uniti dallo stesso obiettivo. Per esempio, a prescindere da dove viviamo, predichiamo tutti lo stesso messaggio, la buona notizia, e ogni settimana alle adunanze riceviamo le stesse istruzioni e lo stesso cibo spirituale. Esiste forse un’unità come questa da qualche altra parte? Guardatevi intorno. Il mondo è diviso. Le nazioni si fanno guerra l’un l’altra, e anche all’interno di una stessa nazione i partiti politici si scontrano. Le grandi aziende si fanno concorrenza in modo spietato, e le persone comuni commettono crimini d’odio spinte da pregiudizi etnici o razziali. Quanto siamo diversi noi che serviamo il solo vero Dio, Geova! Noi non ci lasciamo dividere, perché siamo un popolo unito. Perché allora ognuno di noi deve impegnarsi per proteggere e custodire la nostra unità? Abbiamo davvero bisogno di preoccuparcene? Non sarà Geova a proteggerla e fare in modo che non sia compromessa? Sì, ma non del tutto. Proteggere l’unità del popolo di Dio è una responsabilità che Geova ha affidato a tutti noi, a ognuno di noi. Noi dobbiamo fare la nostra parte per non permettere a niente di dividerci e rimanere così un popolo unito. Cosa accadrà se non lo facciamo? Che anche in congregazione ci saranno divisioni, divisioni simili a quelle che vediamo nel mondo intorno a noi. È già successo nel I secolo nella congregazione di Corinto. A quei cristiani Paolo scrisse quello che leggiamo in 1 Corinti 1:11: "Infatti, fratelli miei, mi è stato riferito da alcuni della casa di Cloe che fra voi ci sono contrasti". Ma che tipo di “contrasti”? Beh, alcuni dicevano: “Io seguo Pietro”, altri dicevano: “Io seguo Paolo”, altri ancora dicevano: “Io invece seguo Apollo”. Quindi Paolo si sentì in dovere di fare la domanda che troviamo in 1 Corinti 1:13: "Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse messo al palo per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo?" Che disonore per il nome di Geova e per la pura adorazione! Avendo perso la loro preziosa unità, quei primi discepoli fecero sembrare il cristianesimo come tutte le altre religioni. Qualcosa del genere potrebbe succedere anche oggi in una congregazione? Sì, potrebbe succedere, se i fratelli e le sorelle iniziassero a preoccuparsi di più delle proprie preferenze, della propria comodità e delle proprie opinioni, piuttosto che preoccuparsi di preservare l’unità del popolo di Geova. Sappiamo bene che l’egoismo non fa parte del “frutto dello spirito” di Geova, piuttosto riflette “lo spirito del mondo”. Il mondo promuove fortemente l’idea che si debba mettere sé stessi prima di ogni altra cosa. Noi però sappiamo come la pensa Geova. In 1 Corinti 10:24 l’apostolo Paolo disse che “nessuno [dovrebbe cercare] il proprio interesse, ma quello degli altri”. Al capitolo 13 versetto 5, Paolo scrisse che l’amore “non cerca il proprio interesse”. E in Romani 15:3 disse che “neppure il Cristo [cercò] di far piacere a sé stesso”. Quindi non possiamo permetterci di dare più importanza ai nostri privilegi, al nostro orgoglio o alle nostre opinioni che all’unità della congregazione. Se mettiamo noi stessi al primo posto, siamo come un uomo che lascia incustodito il portafoglio e se lo fa portare via da un ladro. Metteremmo la nostra unità a disposizione di Satana, che può portarcela via e distruggerla. E non c’è alcun dubbio che Satana prenderà la palla al balzo, e la congregazione ne soffrirà. Dobbiamo capire che è una nostra responsabilità individuale custodire e proteggere l’unità, non solo nella congregazione, ma anche nel nostro gruppo di servizio, in famiglia, con il nostro coniuge e con gli amici. Allora adesso esaminiamo insieme 4 aspetti a cui dobbiamo prestare particolare attenzione per custodire e proteggere la nostra unità. Il primo è il modo in cui seguiamo le istruzioni che riceviamo dall’organizzazione di Geova. Nel 2020 con lo scoppio della pandemia di COVID-19 abbiamo ricevuto nuove istruzioni, ad esempio per quanto riguarda il frequentare le adunanze e svolgere il nostro ministero e per rispettare le leggi e le normative stabilite dalle autorità. Eravate sempre d’accordo? Avreste fatto le cose in modo diverso? In questo caso, avete comunque seguito e sostenuto le istruzioni ricevute? Se lo avete fatto, beh, allora avete contribuito alla nostra unità. Quando restiamo uniti e tutti insieme seguiamo le indicazioni ricevute dall’organizzazione di Geova, succedono cose straordinarie. Volete un esempio? Pensiamo a quello che successe nel I secolo quando i cristiani collaborarono con le istruzioni degli apostoli e degli anziani che erano a Gerusalemme. Prendete la vostra Bibbia in Atti 16:4, 5. In Atti 16:4, 5 si legge: "Mentre viaggiavano per le città, trasmettevano ai fratelli le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani a Gerusalemme, perché le rispettassero. Le congregazioni erano quindi rese ferme nella fede e crescevano di giorno in giorno". Quei cristiani, presi singolarmente e come congregazioni, erano ubbidienti perché accettavano l’autorità del Corpo Direttivo di quel tempo, gli apostoli e gli anziani che erano a Gerusalemme. E avete notato quali furono i risultati? “Le congregazioni erano […] rese ferme nella fede” e continuavano a crescere. E questo è proprio quello che è successo quando voi, fratelli e sorelle, avete seguito le istruzioni durante la pandemia di COVID-19. Abbiamo avuto un aumento considerevole nel numero dei presenti alle adunanze. E i presenti alla Commemorazione del 2021 hanno raggiunto un massimo assoluto. È straordinario quello che riesce a fare Geova quando non ci lasciamo dividere e agiamo come un popolo unito. Un secondo aspetto a cui dobbiamo prestare attenzione per proteggere la nostra unità è la cultura. Nell’organizzazione di Geova c’è una grande varietà. A tutti noi piace conoscere cibi nuovi, nuovi stili e tipi di abbigliamento, nuove usanze e nuovi modi di fare. È veramente bello. Ma cosa accadrebbe se iniziassimo a pensare: “La mia razza, la mia etnia, la mia regione di provenienza, la mia cultura sono superiori”? Riuscite a capire quanto questo modo di pensare potrebbe dividerci? Per preservare l’unità non dobbiamo concentrarci su quanto siamo diversi l’uno dall’altro, ma su quanto siamo simili. Siamo prima di tutto Testimoni di Geova, non africani, asiatici, nordamericani, sudamericani o europei. Il nostro popolo è la nostra famiglia spirituale, i nostri fratelli e sorelle spirituali. Siamo veri cristiani, è questa la nostra cultura. Quando siamo disposti a far nostro il modo di pensare di Geova contenuto nella sua Parola, fino al punto da mettere da parte le nostre abitudini o il nostro retaggio culturale, se necessario, diventiamo una cosa sola, dimostriamo di essere un popolo unito. E vediamo con i nostri occhi quello che la Bibbia descrive in Sofonia 3:9: Questo è straordinario! Un terzo aspetto sono i rapporti interpersonali. Essendo cresciuti in un mondo diviso, potremmo avere la tendenza a prendercela subito, a essere ipersensibili. Ma in Ecclesiaste 7:9 si dice: “Non essere uno che si offende facilmente”. Se un fratello o una sorella ci feriscono, ci si presenta una opportunità speciale, che poi è anche un nostro dovere, cioè dimostrare che niente può dividerci, che siamo uniti. Come possiamo farlo in pratica? Colossesi 3:13 dice: "Continuate a sopportarvi gli uni gli altri e a perdonarvi senza riserve, anche se qualcuno ha motivo di lamentarsi di un altro. Proprio come Geova vi ha perdonato senza riserve, così dovete fare anche voi". Notate entrambi i concetti: ‘continuate a perdonarvi e a sopportarvi gli uni gli altri’. Alcune imperfezioni sono così piccole e di poco conto. Pensate sia richiesto davvero un vero e proprio perdono? Dato che siamo tutti imperfetti, dobbiamo fare quello che disse l’apostolo Paolo. Dobbiamo semplicemente imparare a sopportare le imperfezioni degli altri. Per esempio, magari una famiglia di fratelli ha organizzato una serata a casa e non ci ha invitato, o un fratello non ci ha salutato in Sala del Regno o non ci ha chiamato per commentare durante una parte all’adunanza. Queste cose potrebbero irritarci o addirittura ferirci. Ma questi non sono peccati che richiedono il perdono. Queste sono solo piccole mancanze o imperfezioni con cui dobbiamo convivere, che dobbiamo imparare a sopportare. D’altra parte, se un fratello o una sorella ci avesse davvero fatto un torto, dandoci un valido motivo per lamentarci, cosa ci incoraggia a fare il versetto che abbiamo appena letto? Diceva di ‘perdonarci senza riserve’. Questo è proprio quello che Geova fa per te e per me ogni giorno. Sopportarsi e perdonarsi l’un l’altro è essenziale per continuare a restare uniti, per essere un popolo unito. Il quarto aspetto riguarda come ci comportiamo quando i fratelli affrontano momenti difficili. Oltre a dover affrontare la pandemia di COVID-19, i nostri fratelli in molti paesi sono stati colpiti da disastri come uragani, eruzioni vulcaniche e incendi. Ma i nostri fratelli spesso soffrono anche per altri motivi, ad esempio problemi dovuti alla vecchiaia, la perdita di un familiare o un amico, problemi di salute cronici, e la lista potrebbe continuare ancora e ancora. Ma cosa facciamo noi Testimoni di Geova quando vediamo che i nostri fratelli sono in difficoltà? Ci muoviamo immediatamente per aiutarli e soccorrerli. Ci siamo l’uno per l’altro. In questo mondo egoista e diviso, questa non è per niente una cosa da poco. Questa non è assolutamente una cosa scontata. Gesù nel Vangelo di Giovanni 13:34, 35 disse che questo amore profondo e altruista, visibile dalle azioni, avrebbe contraddistinto i veri cristiani. Quindi, fratelli e sorelle, se ci impegniamo per proteggere la nostra preziosa unità, concentrandoci sui 4 aspetti di cui abbiamo parlato, daremo una prova schiacciante e inconfutabile del fatto che siamo i veri discepoli di Gesù Cristo. Gesù sapeva quanto fosse essenziale l’unità. Infatti la notte prima di essere messo a morte, preoccupato per i suoi discepoli e la loro unità, pregò suo Padre. Pronunciò le parole riportate in Giovanni capitolo 17. Leggiamo i versetti da 20 a 22: “Prego non solo per loro, ma anche per quelli che riporranno fede in me tramite la loro parola, affinché siano tutti uno, come tu, Padre, sei unito a me e io sono unito a te: anche loro siano uniti a noi, così che il mondo creda che tu mi hai mandato. Ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, in modo che siano uno come noi siamo uno". Ovviamente Geova rispose a quella preghiera. Geova ci fa capire a cosa dobbiamo prestare attenzione per non farci dividere. Quindi, cari fratelli e sorelle, continuiamo a impegnarci per proteggere e custodire la nostra preziosa unità. 

  1. Seguiamo le istruzioni che riceviamo dall'organizzazione di Geova;
  2. Consideriamo più importante il punto di vista di Geova rispetto alla nostra cultura;
  3. Sopportiamoci gli uni gli altri e perdoniamoci senza riserve;
  4. Aiutiamoci gli uni gli altri nei momenti difficili.

In questo modo non permetteremo a Satana di portarci via la nostra preziosa unità. Al contrario, il nostro sarà un popolo unito e non permetteremo mai a niente di dividerci.

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