NATE DALLA RIVOLUZIONE

NATE DALLA RIVOLUZIONE


Uno dei primi decreti del governo sovietico fu il Decreto sulla Pace, approvato lʼ8 novembre 1917. Esso conteneva un indirizzo ai governi di tutti i Paesi belligeranti: la proposta di porre fine alla guerra e di realizzare una pace universale e giusta. Ma lʼimperialismo mondiale e le classi sfruttatrici rovesciate allʼinterno del Paese unirono le forze contro la giovane repubblica degli operai e dei contadini nel tentativo di privare gli operai e i contadini delle conquiste rivoluzionarie e di ripristinare il sistema capitalista in Russia con la forza delle armi.

Gli imperialisti non potevano tollerare lʼesistenza della Russia sovietica. Avevano troppe possibilità di perdere se la Russia si fosse staccata dal sistema capitalista e, soprattutto, temevano che la vittoriosa rivoluzione socialista potesse diffondersi fino a coinvolgere i loro Paesi. Così, i governi di Germania, Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti e Giappone e altri Paesi capitalisti cospirarono per rovesciare lo Stato sovietico. Il vecchio mondo era in armi, pronto a colpire la giovane repubblica sovietica. Che tipo di forze armate poteva mettere in campo lo Stato sovietico per contrastare lʼassalto congiunto degli eserciti della controrivoluzione interna e degli Stati imperialisti? Il vecchio esercito russo, logorato e demoralizzato dalle sconfitte nella Prima Guerra Mondiale, era incapace di combattere. Si stava disintegrando. I suoi ufficiali e generali erano, per la maggior parte, apertamente ostili al governo sovietico. I distaccamenti armati dei lavoratori – la Guardia Rossa – erano deboli numericamente, male equipaggiati e privi di esperienza di combattimento. Le unità di soldati e marinai insorti che si erano schierate con il nuovo governo non potevano costituire una forza militare tangibile in grado di resistere allʼassalto degli eserciti imperialisti regolari.

Era necessario creare unʼorganizzazione militare fondamentalmente nuova. Ma come? Su quali basi costruirla?

Il Terzo Congresso dei Soviet¹ di tutta la Russia adottò una Dichiarazione che diceva:

“Per assicurare lʼintegrità del potere alle masse lavoratrici, per eliminare qualsiasi possibilità di restaurazione del potere degli sfruttatori, si decreta lʼarmamento dei lavoratori, la formazione dellʼEsercito rosso socialista degli operai e dei contadini e il disarmo completo delle classi possidenti”.²

Il 28 gennaio 1918 Lenin, a capo del primo governo sovietico, firmò il Decreto sullʼArmata Rossa degli Operai e dei Contadini; lʼ11 febbraio fu promulgato il Decreto sulla Marina Rossa degli Operai e dei Contadini. Doveva essere un esercito popolare, regolare, ben organizzato e addestrato, in grado di difendere il potere sovietico e di opporsi con successo alle grandi forze armate degli Stati imperialisti.

Per la prima volta nella storia veniva istituita unʼorganizzazione militare non per opprimere il popolo lavoratore, ma per difendere i suoi interessi, la sua libertà e la sua indipendenza. Le previsioni di Marx ed Engels, i fondatori del comunismo scientifico, secondo cui il proletariato vittorioso avrebbe creato unʼorganizzazione militare essenzialmente nuova, un esercito di potenza senza precedenti e una nuova scienza militare, si stavano avverando.

Inizialmente, lʼArmata Rossa era formata da volontari e i comandanti venivano eletti dagli uomini, senza essere indicati da autorità superiori. Al nuovo esercito si unirono solo operai e contadini politicamente consapevoli che si rendevano conto della necessità di difendere la loro patria socialista. Lʼesercito era piccolo e non aveva ancora unʼorganizzazione stabile e uniforme.

La situazione del Paese andava di male in peggio. Il 18 febbraio 1918, lʼesercito tedesco di Guglielmo II riprese lʼoffensiva lungo tutto il fronte. Guadagnò molto terreno nei settori cruciali dellʼarea baltica, della Bielorussia e dellʼUcraina. Pietrogrado e altri centri del Paese erano direttamente minacciati. Il 21 febbraio 1918, il governo sovietico si rivolse alla nazione: “La Madrepatria socialista è in pericolo!”. Il suo appello agli operai e ai contadini a mobilitarsi in difesa della giovane repubblica sovietica trovò una risposta in tutto il Paese. Migliaia e migliaia di persone si arruolarono volontariamente nellʼArmata Rossa. Il 23 febbraio, “Giorno della difesa della Madrepatria socialista”, migliaia di persone parteciparono alla costruzione di fortificazioni in risposta a un appello del governo. I distaccamenti armati furono costituiti e inviati immediatamente al fronte per combattere gli invasori. Il 23 febbraio è celebrato in URSS come festa nazionale: la Giornata dellʼEsercito Sovietico.

Nel marzo 1918, le truppe britanniche sbarcarono nella zona di Murmansk, nel nord. Furono presto seguite da contingenti francesi, statunitensi e canadesi. Una forza britannico-americana occupò la città di Arcangelo. In aprile i giapponesi sbarcarono a Vladivostok. In agosto, le forze britanniche invasero il sud della Russia – Transcaucasia e Turkestan. Poco dopo gli interventisti anglo-francesi si impadronirono della città di Odessa.

Sempre in quel periodo le truppe tedesche violarono palesemente il trattato di pace di Brest-Litovsk, concluso nel marzo 1918, invadendo lʼUcraina, la Bielorussia, lʼarea del Baltico e la Crimea e conquistando Rostov sul Don. Insieme alle forze turche invasero la Transcaucasia. Sotto la protezione delle baionette interventiste, la controrivoluzione interna intensificò le sue azioni; in molte parti del Paese si stavano formando unità della Guardia Bianca.³

Così, nella primavera del 1918, lʼintervento militare straniero rappresentava la principale minaccia per il Paese dei Soviet. Fu allora che la guerra civile assunse le forme più acute. Se non fosse stato per lʼaiuto degli invasori stranieri e per la loro partecipazione diretta alle azioni di combattimento contro la Repubblica Sovietica, la controrivoluzione interna non avrebbe resistito a lungo.

Verso lʼestate del 1918 tre quarti del territorio nazionale furono occupati dagli invasori stranieri e dalle forze della Guardia Bianca. La Repubblica sovietica si trovò circondata da un anello di fuoco, tagliata fuori dalle aree che in precedenza lʼavevano rifornita di grano, combustibile e materie prime. La lunghezza complessiva dei fronti era di quasi 12.000 chilometri. Gli invasori stranieri e le Guardie Bianche sotto la loro protezione superavano in numero e in armamento le forze sovietiche. Erano meglio organizzate e rifornite, ed erano testate sul campo.

Nel 1918, 150.000 interventisti occupavano la Siberia e lʼEstremo Oriente della Russia. Quasi 130.000 truppe dellʼIntesa avevano invaso il sud dellʼUcraina e la Transcaucasia. Nelle regioni settentrionali le forze della Guardia Bianca erano sostenute da 31.000 truppe straniere.

I nemici della repubblica sovietica e la stampa capitalista profetizzarono la rovina dei sovietici. Ma i giorni, le settimane e i mesi passarono e la Repubblica Sovietica continuò a combattere, radunando nuove forze per respingere i suoi nemici.

Nellʼestate del 1918 lʼArmata Rossa era forte di quasi 500.000 uomini. Il Partito Comunista e il governo sovietico fecero il possibile per rafforzare lʼesercito e rifornirlo di armi e munizioni in condizioni di blocco totale.

Il popolo si rendeva conto che il dominio degli invasori stranieri e della Guardia Bianca era sinonimo di miseria e rovina. La loro determinazione a difendere la Madrepatria socialista si faceva sempre più forte. In tutto il Paese furono istituite agenzie di comando militare – i commissariati militari – per supervisionare in maniera completa lʼaddestramento militare.

Questo permise al governo, già nel maggio 1918, di sostituire lʼesercito volontario con quello costruito sul principio del dovere militare. Solo ai lavoratori furono affidate le armi. Le persone che avevano vissuto per lungo tempo del lavoro altrui furono incaricate di altri compiti: approvvigionamento, ingegneria, ecc.

Il nuovo principio della costruzione dellʼesercito aumentò notevolmente la sua forza numerica. Si iniziò ad addestrare il personale militare tra gli operai e i contadini, in scuole militari di nuova istituzione. Lʼesperienza degli esperti militari e dei comandanti del vecchio esercito zarista fu ampiamente utilizzata.

Spiegando la necessità di arruolare gli esperti militari di vecchia data, Lenin disse: … bisognava reclutar i quadri tra gli ex ufficiali affinché gli operai e i contadini potessero imparare da loro…”.⁴ Gli ufficiali del vecchio esercito venivano attirati nel nuovo: alcuni si offrivano volontari per il servizio, altri venivano mobilitati. Attraverso commissari e comandanti, membri del Partito Comunista, il governo sovietico stabilì uno stretto controllo su di essi.

La correttezza di questa politica fu confermata dagli eventi. Nellʼagosto del 1920, verso la fine della guerra civile, lʼArmata Rossa contava tra le sue fila: 48.400 ufficiali (il 35% del personale di comando), 10.300 addetti alla logistica e quasi 14.000 ufficiali medici, che avevano tutti prestato servizio nel vecchio esercito.

LʼArmata Rossa, che godeva di un ampio sostegno popolare, si rafforzava. Temprata in battaglia, stava acquisendo esperienza e i suoi soldati mostravano un eroismo di massa. Nellʼautunno del 1918 le forze sovietiche fermarono il nemico sul fronte orientale, il teatro principale dellʼepoca, e passarono alla controffensiva.

Le vittorie sul fronte orientale diedero al popolo lavoratore nuove energie e lo ispirarono a un nuovo entusiasmo rivoluzionario. Erano ormai sicuri della forza del loro esercito e della vittoria finale del socialismo.⁵ Un numero sempre maggiore di persone fu attirato dalla parte della Rivoluzione, soprattutto i contadini. La politica di stretta alleanza tra la classe operaia e i contadini medi, in cui la classe operaia si appoggiava principalmente ai contadini poveri e svolgeva il ruolo di guida, fu decisiva per mobilitare le forze della repubblica e rafforzare il potere sovietico.

Il lavoro di educazione politica era di fondamentale importanza. Era portato avanti dagli organi di educazione politica e dai comitati, facendo affidamento sui comunisti dellʼesercito. Essi inoltre promuovevano la disciplina e con lʼesempio personale ispiravano i soldati a imprese di valore.

I comunisti si guadagnarono la reputazione di essere i combattenti più impegnati per la Rivoluzione. Nel dicembre 1918, il reggimento Serdobskij si distinse in azione sul fronte meridionale. Per diversi giorni aveva respinto gli attacchi delle truppe della Guardia Bianca, sebbene in inferiorità numerica di cinque a uno. Il telegramma inviato a Lenin dal Comando del fronte diceva: “I comandanti e i commissari sono unanimi nellʼaffermare che le valorose azioni del reggimento Serdobskij sono state possibili soprattutto grazie alla fermezza, al coraggio e alla forza dʼanimo dei comunisti”.

Il giuramento di fedeltà alla Madrepatria socialista, che gli uomini che si arruolavano nellʼArmata Rossa facevano, era il seguente:

“Figlio del popolo lavoratore, cittadino della repubblica sovietica, assumo il titolo di soldato dellʼesercito degli operai e dei contadini.

Davanti alle classi lavoratrici della Russia e del mondo intero, mi impegno a portare questo titolo con onore…

Mi impegno, ogni volta che il governo operaio e contadino mi chiamerà in causa, a schierarmi in difesa della Repubblica sovietica, a difenderla contro ogni pericolo e contro ogni invasione da parte dei suoi nemici, e a non risparmiare né le mie energie né la mia stessa vita per difendere la Repubblica sovietica russa, la causa del socialismo e della fraternità dei popoli…”.

E i soldati della rivoluzione furono fedeli a questo solenne giuramento a qualunque costo. Migliaia di eroi sono nati tra le fiamme delle battaglie della Guerra Civile. Molti di loro divennero famosi capi militari, comandanti abili ed efficienti; Michail Frunze, Kliment Vorošilov, Semën Budënnyj, Vasilij Chepàev, Grigorij Kotovskij, Vasilij Bljucher, Nikolaj Šchors, Oleko Dundič sono i nomi per sempre cari al popolo sovietico.

Le fiamme della guerra civile infuriarono per tre anni. Le ondate di truppe interventiste e della Guardia Bianca si abbatterono sul Paese sovietico da ogni parte. Solo verso la fine del 1922 arrivò finalmente la pace in terra sovietica.

Le giovani Forze Armate, sostenute dallʼintero popolo lavoratore, uscirono vittoriose da una situazione di forte disparità. Dando prova di un eroismo senza precedenti, sbaragliarono le forze controrivoluzionarie congiunte e le espulsero dal territorio sovietico. Lʼinvasione fu un fiasco totale. Il socialismo aveva vinto la sua prima battaglia cruciale contro lʼimperialismo mondiale.

Cosa permise allʼArmata Rossa di sconfiggere le forze congiunte degli interventisti e della Guardia Bianca? Quali furono le fonti della sua vittoria che ancora oggi suscita lʼammirazione dei suoi amici e lo sconcerto dei suoi nemici?

La vittoria fu dovuta in primo luogo alla forza del nuovo sistema sociale e statale creato dalla Grande Rivoluzione Socialista dʼOttobre. Il potere sovietico liberò le sconfinate energie del popolo. I cittadini sapevano di condurre una lotta giusta e questa consapevolezza moltiplicò la loro forza e generò un eroismo di massa al fronte.

La vittoria fu ottenuta perché il Partito Comunista e Lenin, il suo dirigente, diressero gli sforzi delle Forze Armate ed elaborarono i modi migliori per raggiungere gli obiettivi militari. Il Partito inviò al fronte i suoi figli migliori. Più di 300.000 membri del Partito, la metà di tutti gli iscritti, combatterono nelle file dellʼesercito, che nel 1920 contava cinque milioni di combattenti.

La vittoria fu anche merito della politica leninista delle nazionalità, che servì a unire in unʼunica famiglia i popoli di un Paese plurinazionale. I figli di tutte le nazionalità del Paese sovietico combattevano il nemico spalla a spalla con i loro fratelli russi.

Il nostro esercito è un esercito del popolo, un esercito plurinazionale, perché è indissolubilmente legato al popolo. Questa unità dellʼesercito e del popolo, che viene costantemente rafforzata, è unʼaltra fonte inesauribile della forza e dellʼinvincibilità delle Forze Armate. Lʼunità dellʼesercito e del popolo si manifesta soprattutto nel fatto che i militari e i civili condividono interessi comuni e sono pervasi da aspirazioni comuni: cercano di assicurare la sicurezza dello Stato sovietico e di garantire la pace sulla terra.

La vittoria nella guerra civile fu dovuta allʼalleanza tra classe operaia e contadina, allʼunità dellʼesercito e del popolo e alla loro convinzione ideologica.

La forza della solidarietà internazionale dei lavoratori di tutto il mondo fu assai evidente durante la guerra civile e lʼintervento. La loro lotta contro la classe capitalista dei propri Paesi, sotto lo slogan “Giù le mani dalla Russia sovietica”, mandò in frantumi i piani di espansione dellʼintervento e di invio di ulteriori truppe e armi contro la Russia sovietica. Da una parte e dallʼaltra, uomini dalla mentalità rivoluzionaria – bulgari e polacchi, serbi e croati, cechi e slovacchi, ungheresi e rumeni, coreani, mongoli e cinesi, austriaci, tedeschi e membri di altre nazionalità – combatterono nelle file dellʼArmata Rossa in quei giorni difficili. È giustificato affermare, ha detto Leoníd Bréžnev, “che la vittoria dell'Ottobre fu anche la vittoria della fratellanza internazionale dei lavoratori, dell'internazionalismo proletario”.⁶

Nel corso della guerra, lʼarte militare sovietica fu sviluppata e tra il popolo sorsero eccellenti comandanti completamente votati alla Rivoluzione. Essi sconfissero sia i generali stranieri che quelli della Guardia Bianca.

Le tradizioni militari dellʼArmata e della Marina Rossa sono nate tra le fiamme della guerra civile. Esse comprendevano il patriottismo senza limiti, lʼinternazionalismo proletario, lʼeroismo di massa, la disciplina di alto livello e il cameratismo. Queste tradizioni sono state custodite e portate avanti.

Dopo la guerra civile e lʼintervento, le Forze Armate dellʼUnione Sovietica sono state costruite in conformità con i principi leninisti sviluppati negli anni iniziali dello Stato sovietico. I più importanti di questi principi sono: la supervisione delle Forze Armate da parte del Partito Comunista; la costruzione dellʼEsercito e della Marina sulla base di posizioni di classe; lʼunità dellʼesercito e del popolo; lʼinternazionalismo proletario; il controllo centralizzato sulle Forze Armate; nessuna sovrapposizione di autorità; una disciplina consapevole di alto livello; la costante prontezza nel respingere le aggressioni.

Lʼimpressionante vittoria nella guerra civile, la totale sconfitta degli invasori stranieri e delle forze della controrivoluzione interna, mostrò al mondo la forza della giovane Armata Rossa, un esercito di tipo nuovo, fondamentalmente diverso dai vecchi eserciti capitalisti. LʼArmata Rossa era un esercito popolare per quanto riguarda la sua composizione, il suo scopo e il suo posto nella struttura politica della società. Essa serve il popolo lavoratore, protegge i suoi interessi e rispecchia il carattere del sistema sociale e statale socialista.



  1. I soviet sono organi elettivi del potere popolare. Il Congresso dei Soviet di tutta la Russia era il massimo organo legislativo del Paese nei primi anni del governo sovietico.
  2. V.I. Lenin, Opere complete, vol. XXVI (settembre 1917 – febbraio 1918), Editori Riuniti, p. 403.
  3. Le forze controrivoluzionarie dei capitalisti e dei proprietari terrieri della Russia.
  4. V.I. Lenin, Opere complete, vol. XXX (settembre 1919 – aprile 1920), Editori Riuniti, p. 356.
  5. Un sistema sociale che sostituisce il capitalismo e che è caratterizzato dalla proprietà pubblica dei mezzi di produzione, dallʼabolizione dello sfruttamento del lavoro e dalla produzione pianificata.
  6. L.I. Bréžnev, La via leninista. Scritti e discorsi, vol. II, Editori Riuniti, p. 81. (Ed. inglese, p. 13)



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