Mostriamo amore ai parenti non Testimoni restando leali a Geova (Matt. 10:34, 35)

Mostriamo amore ai parenti non Testimoni restando leali a Geova (Matt. 10:34, 35)

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Leonard Myers

Il commento alla scrittura di oggi parla dei rapporti con i parenti non Testimoni e ci ricorda che la nostra lealtà a Geova viene prima dell’amore che abbiamo per loro. A questo punto chiediamoci: Perché fare questo potrebbe essere particolarmente difficile per noi? C’è un personaggio biblico che ha dato l’esempio nel mettere la lealtà a Geova al di sopra dell’amore per la famiglia? E in che modo possiamo manifestare lealtà a Geova e al tempo stesso mostrare amore ai nostri parenti non Testimoni? La prima domanda è: Perché è difficile mettere la nostra lealtà a Geova al di sopra dell’amore per i parenti? Beh, è stato Gesù a dirlo. Prendiamo insieme Matteo capitolo 10. Qui Gesù spiega che, in effetti, una conseguenza del diventare cristiani potrebbe essere l’opposizione dei familiari. Matteo capitolo 10, versetti 34 e 35: “Non pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma spada. Sono infatti venuto a causare divisione, mettendo il figlio contro suo padre la figlia contro sua madre e la nuora contro sua suocera”. Dicendo “non pensate che io sia venuto a portare pace”, Gesù voleva dire che chi lo ascoltava doveva riflettere sulle conseguenze del diventare suoi discepoli. Essere fedeli ai suoi insegnamenti sarebbe stato difficile se i familiari si fossero opposti alla verità. E forse alcuni di noi ci sono passati. Quando siamo diventati Testimoni, la nostra famiglia si è opposta alla nostra decisione e magari lo fa ancora. O forse si oppone ad alcuni obiettivi spirituali che ci siamo posti, come fare i pionieri o servire alla Betel. Questo è successo a un membro della nostra famiglia Betel. Quando questo fratello ha accettato la verità da ragazzo, suo padre era molto deluso dalla sua scelta. Il padre era perplesso, perché prima di iniziare a studiare la Bibbia il figlio stava avendo una carriera di successo. E poi, quando il figlio è stato invitato alla Betel, il padre si è sentito ancora più preoccupato e confuso. Aveva paura che il figlio stesse facendo scelte sbagliate. Il fratello ha scritto questo: “Mio papà è sempre stato premuroso e responsabile, non ci ha mai fatto mancare niente, ci ha sempre sostenuto. Quindi mi sembrava che lo stessi deludendo, era come se gli stessi voltando le spalle e non gli fossi grato per quello che aveva fatto. È stato molto difficile per me”. Il fratello ha sofferto molto. Noi non vogliamo ferire la nostra famiglia, è naturale che amiamo i nostri parenti non Testimoni. E allora dove nasce il problema? Noi abbiamo deciso, quando ci siamo dedicati a Geova, che la nostra lealtà a lui sarebbe venuta al primo posto rispetto all’amore per la famiglia. E quando i nostri familiari se ne rendono conto, a volte possono sentirsi respinti. Questo può creare una divisione, proprio come quella di una spada, come disse Gesù in Matteo capitolo 10. Vi viene in mente un personaggio biblico che ha dato l’esempio nel mettere la lealtà a Geova al di sopra dell’amore per la famiglia? Riconoscete quest’uomo sullo schermo? È Gionatan, il figlio del re Saul. Davide aveva appena sconfitto Golia e, come leggiamo in 1 Samuele 18, Gionatan “si sentì legato a lui da una profonda amicizia”. I due strinsero un patto, perché Gionatan amava Davide come sé stesso. E così, per il resto della vita Gionatan fu leale a Davide, colui che Geova aveva scelto, e perciò Gionatan fu leale a Geova. Purtroppo, con il tempo il padre di Gionatan, il re Saul, decise di uccidere Davide. A questo punto Gionatan doveva scegliere a chi essere leale. Avrebbe continuato a mettere la lealtà a Geova al di sopra della famiglia? Sappiamo la risposta, ma riflettiamo sulle conseguenze di questa scelta. Prendete insieme a me 1 Samuele capitolo 20 e leggiamo insieme i versetti da 30 a 33. Notate la divisione che si creò tra Gionatan e suo padre, 1 Samuele 20:30: “Allora Saul si infuriò con Gionatan e gli disse: ‘Figlio di una donna ribelle! Credi che non sappia che ti stai mettendo dalla parte del figlio di Iesse, facendo vergogna a te stesso e a tua madre? Finché il figlio di Iesse sarà vivo su questa terra, tu e il tuo regno non sarete al sicuro. Perciò adesso manda qualcuno a prenderlo e portamelo, perché deve morire’. Gionatan replicò a suo padre Saul: ‘Perché dev’essere messo a morte? Cosa ha fatto?’ A quel punto Saul scagliò la lancia per colpirlo; e Gionatan capì che suo padre era deciso a uccidere Davide”. Altro che opposizione in famiglia! Forse quasi nessuno tra noi ha mai affrontato una reazione simile da un parente non Testimone. Ma cosa fece Gionatan? Pensò forse che fosse arrivato il momento di cambiare le sue priorità e di mettere l’amore per la famiglia al di sopra della lealtà a Geova? Leggiamo il versetto 42: “Gionatan disse a Davide: ‘Va’ in pace, perché entrambi abbiamo giurato nel nome di Geova dicendo così: “Geova sia testimone fra me e te, e fra i miei discendenti e i tuoi, per sempre”’”. Perciò la lealtà a Dio veniva al primo posto nel cuore di Gionatan e lui dimostrò che l’amore per Geova era più importante che l’amore per la famiglia. Comunque, continuò a sostenere suo padre quando fu possibile. Come lo sappiamo? Leggiamo 1 Samuele 31:2. Qui i filistei stavano combattendo contro Israele e leggiamo che “i filistei incalzarono Saul e i suoi figli sempre di più, finché uccisero Gionatan, Abinadab e Malchi-Sua, figli di Saul”. Quindi Gionatan sostenne suo padre fino alla morte, eppure la sua lealtà andò a Geova. Che grande esempio per chi tra noi ha parenti che non sono Testimoni! Continuiamo ad amarli e facciamo il possibile per sostenerli, ma la nostra lealtà a Geova è più importante del nostro amore per loro. Come possiamo imitare la lealtà di Gionatan a Geova e al tempo stesso mostrare amore ai nostri familiari? Questa era la terza domanda. Possiamo farci guidare dai princìpi biblici. Eccone 5 che possono aiutarci, e 4 di questi sono presi dalla Torre di Guardia da cui è stato tratto il commento di oggi. Punto 1. Se c’è un’incomprensione con un familiare non Testimone, cerchiamo di ragionare con lui in modo amorevole. Come abbiamo letto in 1 Samuele 20:32, Gionatan provò a ragionare con Saul riguardo a Davide. Vi ricordate quali domande fece? “Perché deve essere messo a morte? Cosa ha fatto?” Ragionare non sempre funzionerà, proprio come non funzionò con Saul, ma questo non vuol dire che non dovremmo provarci. Punto 2. Cerchiamo di capire i nostri parenti. Proviamo a vedere le cose dal loro punto di vista e ascoltiamoli con attenzione per capire cosa li preoccupa. Proverbi 20:5 dice: “I pensieri nel cuore dell’uomo sono acque profonde, ma l’uomo che ha discernimento sa come attingervi”. Punto 3. Parliamo con mitezza. Possiamo chiedere a Geova spirito santo per manifestarne il frutto quando parliamo con i nostri parenti. Se ci feriscono con parole o azioni, possiamo fare quello che leggiamo in 1 Corinti 4:12, 13: “Quando veniamo insultati, benediciamo; quando veniamo perseguitati, sopportiamo con pazienza; quando veniamo calunniati, rispondiamo con gentilezza”. Punto 4. Comportiamoci sempre bene. Anche se parlare con mitezza può essere d’aiuto, comportarsi bene ha un effetto ancora più grande. 1 Pietro 3:16 dice: “Mantenete una buona coscienza, così che, qualunque cosa dicano contro di voi, quelli che vi accusano siano svergognati dalla vostra buona condotta quali discepoli di Cristo”. Punto 5. Pensiamo a come evitare i contrasti. Proverbi 22:3 dice: “L’accorto vede il pericolo e si nasconde”. Questo ovviamente non significa che dovremmo nasconderci dai parenti non Testimoni. Ma quando passiamo del tempo con loro, pensiamo in anticipo a ciò che potrebbe creare problemi e a come gestirli. Abbiamo visto 5 princìpi che ci aiutano a mostrare amore ai nostri parenti non Testimoni, rimanendo comunque leali a Geova. Com’è andata a finire con il fratello menzionato prima? Suo padre ha detto: “La determinazione di mio figlio mi ha permesso di capire che lui era davvero convinto della sua decisione di servire Geova. Quando poi ho visitato la Betel, sono rimasto molto colpito dal fatto che fosse tutto pulito e organizzato. Mi sono convinto anch’io che quella era la scelta giusta”. Il figlio aggiunge: “Mio papà adesso serve Geova, è pioniere regolare con mia mamma e serviamo nello stesso corpo degli anziani”. Proprio come hanno fatto questo fratello e Gionatan, il figlio di Saul, continuiamo a mettere la nostra lealtà a Geova prima dell’amore per la nostra famiglia.

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