“Mi è stata data una spina nella carne” (2 Cor. 12:7) 

“Mi è stata data una spina nella carne” (2 Cor. 12:7) 

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Samuel Herd

Il versetto di oggi dice: “Mi è stata data una spina nella carne”. Riflettiamo un po’ su queste parole. Magari potreste pensare o potreste dire: “So molto bene cosa significa avere una spina nella carne. Ce l’ho anch’io e fa male. È come se stessi camminando a piedi nudi e pestassi una spina vera e propria. È doloroso”. Ma ho una domanda per voi. Una spina, una soltanto, conficcata nel piede, fa così male? Solamente una. Altroché se fa male. Guardate quest’uomo, lo vedete? Sta sanguinando. Dall’immagine sembra che stia per schiacciare le spine con la mano, ma mi auguro per lui che non lo faccia. Quella ferita è più di una semplice puntura. Sicuramente è dolorosa. Anche solo una “spina nella carne” fa male. Ma supponiamo che sia l’unica che abbiamo, una sola spina nella carne. Cosa potrebbe fare ancora più male? Guardate qua. Uh! Avete visto quante spine? Sono dappertutto. Ora vi parlerò di un fatto realmente accaduto. Un uomo è caduto in un rovo, un rovo con un mucchio di rami spinosi. E quando ha cercato di rialzarsi, è svenuto dal dolore perché aveva migliaia di spine conficcate nella carne. Terribile, vero? Per i successivi 6 anni sia lui che i medici hanno continuato a estrarre spine dal suo corpo per un totale di 32.131 spine. Fiuuu! Questo sì che fa male! Adesso vi sembra ancora così dolorosa quell’unica spina? Ma potreste dire: “È difficile da sopportare, fratello Herd. Fa male, è veramente doloroso! Mi sta buttando giù!” Ok, ma potete ancora camminare? Potete muovervi? Paolo non permise alla sua spina, qualunque essa fosse, di abbatterlo. Doveva conviverci. E con l’aiuto di Geova sicuramente anche voi riuscirete a conviverci. Ora se potete, prendete insieme a me la vostra copia della Bibbia e vediamo cosa scrisse Paolo. Leggiamo 2 Corinti 4:8, 9. Ecco cosa disse: “Siamo oppressi in ogni modo, ma non così alle strette da non poterci muovere; siamo perplessi [Espressione interessante, vero? “Perplessi”], ma non senza via d’uscita; siamo perseguitati, ma non abbandonati; gettati a terra, ma non distrutti”. Pensate alla vostra spina. Da quanto tempo ce l’avete? Da prima della vostra dedicazione e del vostro battesimo? Prima di battezzarvi avete pregato Geova con tutto il vostro cuore chiedendogli di perdonarvi. Ora dovete accettare la sua misericordia e il suo perdono. “Sì, ma fa ancora male, di tanto in tanto!” Paolo non disse mai il contrario. Siete stati “gettati a terra”, ma non in modo ‘da non potervi muovere’. Quindi cosa potete fare? Alzatevi! Tiratevi su! Rimettetevi in piedi! Andate avanti verso il nuovo mondo, perché è proprio dietro l’angolo. Riflettete su questo esempio. Il re Davide ha messo incinta la moglie di un altro e ha cercato di nascondere la cosa. Ma non ci è riuscito. Così ha fatto uccidere quell’uomo. Poi si è pentito di cuore e Geova lo ha perdonato. Davide ha trovato conforto. Tuttavia, Geova non ha eliminato le dolorose conseguenze del suo peccato. Davide avrebbe dovuto convivere con le conseguenze delle sue azioni per il resto della sua vita imperfetta. Voi a che cosa pensate quando vedete un piccolo colibrì? Non è bellissimo? Volete sapere a cosa penso io? Avevo all’incirca 12 o 13 anni e passeggiavo nel bosco vicino a casa mia. Ad un certo punto ho visto un colibrì. Se ne stava sul ramo di un albero. Così ho preso la mia fionda, un sassolino e l’ho colpito in pieno, morto stecchito. All’epoca non ero nella verità. Ho ucciso un bellissimo uccellino. E per quale motivo? Non potevo mica mangiarlo. Chissà, forse l’ho fatto per provare a me stesso che ero un fenomeno con la fionda. Geova aveva creato quell’uccellino colorato per fare felice chi lo vedeva. Questo è un brutto ricordo. Un mio brutto ricordo. E voi ne avete uno? Avete un brutto ricordo? Alcuni ricordi dolorosi potrebbero continuare a ripresentarsi anche dopo che ci siamo pentiti e che Geova ci ha perdonato. Che cosa dobbiamo fare? Non soffermiamoci su quei pensieri. Smettiamo di pensare a quei brutti ricordi. Buttiamoceli alle spalle e sforziamoci di pensare alle cose belle. Ci sentiremo meglio se apriremo la porta della nostra mente e lasceremo entrare i pensieri positivi. In poche parole, mettiamo una benda su quella spina. Resistiamo ancora per un po’. Molto presto Geova toglierà quella spina e finalmente il dolore scomparirà per sempre. Vi leggo un versetto. Sicuramente lo sapete a memoria. Anzi, forse è uno dei primi che avete imparato e letto in servizio. Si tratta di Rivelazione 21:4. Anche io ho letto tante volte questo versetto nell’opera di casa in casa. Qui dice: “Ed egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più lutto né lamento né dolore. Le cose di prima sono passate”. Quando questo accadrà potremo dire addio alle sofferenze. Non proveremo mai più un dolore del genere. Addio per sempre, dolore! Non lo vedremo più e non lo proveremo più. Allora il rovo che produce tutte queste spine sarà sradicato e non potrà mai più farci del male. Grazie, Geova!

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