Margarita Königer: Felice di aver scelto questa carriera

Margarita Königer: Felice di aver scelto questa carriera

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La sorella Margarìta Königer assiste da una vita intera alla crescita dell’opera del Regno. Serve come missionaria dal 1966, e l’abbiamo incontrata in Ungheria, dove ora serve da circa 9 anni. Penso che Budapest sia una bella città. È un mix di culture a causa dei molti paesi che ha intorno. È davvero internazionale. È ungherese, ma tante persone provenienti da ogni posto passano di qui. Sono una missionaria nel campo cinese, e servo qui da nove anni ormai. Sono missionaria da 47 anni, e il primo luogo dove servii fu il Madagascàr. Avevo buoni studi, le persone erano molto carine, ed era bello stare lì. Restai quattro anni e mezzo in Madagascàr, perché poi l’opera fu vietata. Dovemmo andarcene: ci avevano espulse. Riuscimmo a prendere solo qualche bagaglio, ma non tutto. In effetti non avevamo un granché. Poi ci mandarono in Kenya, ma dopo tre anni fummo espulse anche da lì. Così arrivammo nel Benìn. Cercavamo di predicare un po’ alle persone che conoscevamo, ma dovevamo stare attente perché il paese era comunista a quel tempo. Un giorno arrivarono i militari e la polizia. C’erano anche dei ragazzi che urlavano slogan: “E huzu! Dandan! E huzu! Dandan!” “Siamo pronti per la libertà! Siamo pronti per la libertà!” ed erano molto eccitati. Circondarono la Betel, così che non potevamo uscire. Secondo loro eravamo persone cattive. Il giorno dopo arrivarono due grossi poliziotti: “Venite, vi portiamo nel Togo”. Così andammo, senza bagagli. Ci presero e partimmo per il Togo. Durante il viaggio predicammo senza sosta. Mentre una parlava, l’altra pregava. Parlammo tutto il tempo di Geova. Poi a un tratto si fermarono nella foresta e ci dissero: “Uscite dalla macchina!”. Geova deve averci dato l’idea giusta, perché rispondemmo: “No, non usciremo”. Pregammo e restammo sedute, senza muoverci. Poi si misero a parlare tra loro. Pensammo: “Se provano a tirarci fuori faremo tutto il possibile per non uscire dalla macchina”. Poi tornarono e dissero: “Ok, andiamo”, e ripresero a guidare. Ma fu così rischioso! Penso che quello sia stato il momento più pericoloso che ricordo nel mio servizio missionario. Eravamo solo due ragazze. Il viaggio continuò fino al Togo. Una volta lì dovemmo attendere circa quattro settimane prima di conoscere la nostra nuova destinazione, che fu il Burkina Faso. Rimasi in questo paese per 23 anni. Quando andavo al mercato a fare spese, mi conoscevano tutti. “Madame Moaaga, Madame Moaaga”. Mi chiamavano Madame Moaaga, perché una Moaaga è una Mossi, una nativa. La tribù si chiama Mossi, e un membro della tribù è un Moaaga. Perciò per loro io ero Madame Moaaga, perché parlavo la loro lingua. E la parlavo bene! L’avevo imparata dalla gente. Così spendevo anche meno. Era davvero bello predicare a quelle persone. C’era sempre qualcuno che si battezzava. In un anno ce n’erano almeno otto o dieci. Iniziammo lentamente, ma ci fu una bella crescita. Dopo molti anni, presi la malaria, e fui trasferita in Germania. Dopodiché mi inviarono in Ungheria, dove servo da nove anni. Ci sono molti cinesi, migliaia, che vivono qui a Budapest. Predico nei negozi, nei ristoranti e nelle rosticcerie cinesi. Sono tutti molto amichevoli. Molti di loro ormai mi conoscono. Mi piace molto la congregazione cinese. Le persone vengono anche per incontrare altri cinesi e testimoni di Geova, e poi non vorrebbero tornare a casa. Hanno un ottimo spirito. Posso dire di essere davvero grata a Geova per avermi aiutato a scegliere la carriera giusta, al momento giusto. Se sei nel servizio a tempo pieno, è come se stessi facendo un viaggio, ed è Geova che ti guida. Perciò non mi preoccupo. La responsabilità è sua. Noi dobbiamo essere fedeli, questa è la nostra responsabilità. Ma poi è Geova a sapere cosa può permettere che accada. Ed è tutto ok. Spero che tutti i giovani possano fare lo stesso, perché altrimenti perderebbero qualcosa di davvero soddisfacente. Lavorare per Geova, non c’è niente che si possa paragonare a questo. Nei 50 anni da che si è diplomata a Galaad, la sorella Königer ha imparato 7 lingue e ha servito in 5 diversi paesi. E di recente ha ricevuto l’incarico di servire nel campo cinese di Monaco, in Germania. Leggere e meditare sulla Parola di Dio, la Bibbia, ogni giorno le ha dato la forza necessaria per continuare a svolgere con gioia il suo incarico di missionaria.

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