Manteniamo uno spirito positivo

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JW Broadcasting, marzo 2016

Che bello vivere e servire Geova in questi tempi emozionanti, non siete d'accordo? Sembra che ci siano infinite novità nell'organizzazione di Geova. Ovunque guardiamo vediamo sempre più miglioramenti e raffinamenti. Ad esempio ci sono stati cambiamenti nel modo di tenere le adunanze e i congressi grazie ai video, nel modo in cui predichiamo grazie all'opera metropolitana e all'uso dei carrelli mobili come pure nell'intendimento di alcuni insegnamenti biblici, in particolare riguardo agli eventi che avranno luogo la grande tribolazione. Appena qualche anno fa chi di noi avrebbe immaginato ciò che sta avvenendo da qualche mese a oggi? Chi avrebbe mai pensato che avremmo avuto la nostra emittente via internet o che le nostre pubblicazioni sarebbero state rese disponibili in quasi 800 lingue? Sì, il carro celeste guidato da Geova è davvero lanciato alla carica e a tutta velocità. Ma come vi sentite a riguardo? Personalmente mi viene da pensare alla gioia che si prova alla fine di ogni congresso, sia di zona che internazionale. Di solito i nostri cuori si riempiono e traboccano di gioia e di apprezzamento, non è vero? La nostra gioia rispecchia le parole del salmista riportate in Salmo 144:15: “Felice il popolo per cui è proprio così! Felice il popolo il cui Dio è Geova”. Ma siamo realisti. Bisogna ammettere che non proviamo in ogni momento quei sentimenti di gioia e di allegrezza. Di solito è un trauma tornare a casa e dover far fronte a ciò che implica vivere in questo vecchio mondo malvagio. Come afferma chiaramente 2 Timoteo 3:1 questi sono “tempi difficili”. Quindi non dovrebbe sorprendersi il fatto di avere difficoltà a mantenere un atteggiamento positivo potremo sentirci giù e scoraggiati e perfino sopraffatti da quel che dobbiamo affrontare. Che cosa può aiutarci a mantenere un punto di vista positivo in tali circostanze? Beh ci sono molti modi. Per iniziare consideriamo 3 versetti. Il primo è Salmo 16:11: “Mi fai conoscere il sentiero della vita. C’è immensa gioia alla tua presenza, felicità alla tua destra per sempre”. La lezione per noi? Dobbiamo riflettere sulle benedizioni che abbiamo. Il secondo versetto è Proverbi 4:25 che dice: “I tuoi occhi devono guardare diritto; tieni lo sguardo fisso davanti a te”. Qual è il significato del versetto? Dobbiamo guardare alla speranza futura e vedere il quadro più ampio. Il terzo versetto è Ecclesiaste 4:6. Leggiamo: “È meglio una manciata di riposo che due manciate di duro lavoro correndo dietro al vento”. Perciò di cosa dobbiamo ricordarci? Di concederci il dovuto riposo. Dobbiamo stare attenti che il passare troppo tempo davanti alla TV o su internet non ci privi del riposo, del sonno necessari. Queste sono solo 3 delle molte cose che dobbiamo tenere presenti. Un altro modo per restare positivi è leggere i racconti riportati nella Bibbia. Quando consideriamo la narrazione biblica non possiamo fare a meno di sentirci incoraggiati dal fatto che gli antichi profeti provassero sentimenti simili ai nostri, erano persone proprio come noi. Per esempio, leggiamo ciò che Giacomo fu ispirato a dire riguardo al profeta Elia. È riportato in Giacomo 5:17 che dice: “Elìa era un uomo con i nostri stessi sentimenti”. Poi Giacomo mostra come la preghiera fu di enorme aiuto per Elia e può aiutare anche noi oggi. Cos'altro impariamo dall'esempio di Elia? Ricordate quel brano biblico recitato che ci ha fatto rivivere gli eventi emozionanti di quando Elia sfidò i falsi profeti di Baal e Geova dimostrò di essere il solo vero dio? Riuscite a immaginare quanto deve essere stato rafforzante per la propria fede vedere del fuoco scendere letteralmente dal cielo e divorare il sacrificio? E che dire dell'espressione sui volti di quei falsi profeti. Come ci saremo sentiti al posto di Elia? Cosa accade dopo? La siccità, che durava da tre anni e mezzo, fu interrotta da un violento temporale, il che dimostrò ancora una volta che Geova era il vero Dio e che Elia era il suo profeta. Infine Elia superò a piedi di corsa il carro di Acab coprendo i 30 chilometri che separano il monte Carmelo da Izrel. Se foste stati in Elia pensate che vi sareste sentiti euforici? La vostra fede sarebbe stata un massimo storico! Beh forse è proprio così che vi sentite al termine di un congresso internazionale. Ricordate però cosa successe subito dopo. Il racconto di 1 Re 19:3, 4 dice: “Elìa ebbe paura, e fuggì per mettersi in salvo. Arrivò a Beèr-Seba, nel territorio di Giuda, e lì lasciò il suo servitore. Si addentrò nel deserto per un giorno di cammino, poi andò a sedersi sotto una ginestra. E chiese di morire, dicendo: “Ora basta! O Geova, toglimi la vita, perché non sono migliore dei miei antenati”. Ma perché Elia era tanto scoraggiato? Notate le sue parole riportate in 1 Re 19:14: “Lui rispose: “Ho avuto grande zelo per Geova, l’Iddio degli eserciti, perché il popolo d’Israele ha abbandonato il tuo patto, ha demolito i tuoi altari e ha ucciso con la spada i tuoi profeti. Io sono l’unico rimasto, e ora cercano di togliermi la vita”. Anche voi a volte vi sentite così? “Povero me. Sono l'unico ad affrontare questo problema. Nessuno capisce quello che sto passando”. Beh tali pensieri possono intaccare il nostro atteggiamento positivo. Ma cosa ricordò Geova a Elia? Notate i 3 aspetti menzionati in 1 Re 19:15-18. Primo, Geova gli dice che il problema sarebbe stato risolto. Infatti lo incaricò di ungere Ieu. Secondo, Geova gli promise aiuto per mano di Eliseo. E terzo, Geova gli rivelò pure che non era solo. Come lui c'erano almeno altri 7000. Possiamo star certi che Geova ha cura di noi proprio come ebbe cura di Elia. Riguardo a questo leggiamo 1 Pietro 5:6, 7: “Umiliatevi, perciò, sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi esalti a tempo debito, mentre gettate su di lui tutte le vostre preoccupazioni, perché egli ha cura di voi”. Sì, Geova ha cura di noi e ci aiuta quando siamo scoraggiati proprio come fece con Elia. Quando ripenso al passato mi vengono in mente cose che mi hanno scoraggiato e mi hanno fatto sentire giù. Quali sono stati alcuni dei momenti difficili della mia vita? Beh, mi viene in mente quando mentre ero missionario, sono quasi morto di tifo. Oppure quando sostenevo e mi prendevo cura della mia prima moglie Jenny, durante la sua decennale battaglia contro il cancro al seno. O ancora l'aver perso la vista all'occhio sinistro a causa di un melanoma, un tipo di cancro. La morte di intimi amici, inclusa Jenny, a volte l'uno dopo l'altro a distanza di poco tempo. Da missionario ho provato sentimenti di solitudine. E poi naturalmente ci sono la frustrazione dovuta ai miei sbagli e alle mie debolezze e lo sforzo di trovare l'equilibrio tra ciò che voglio fare e ciò che posso davvero fare. Tutte queste cose a volte mi hanno scoraggiato e so che di voi hanno affrontato sfide molto più dure. Ma cosa ci può aiutare quando siamo sopraffatti dai problemi? Oltre che da tutto ciò che si è detto possiamo trarre conforto dalle parole di 1 Pietro 5:9, 10: “Ma voi prendete posizione contro di lui [cioè il Diavolo], saldi nella fede, sapendo che tutti i vostri fratelli nel mondo stanno affrontando lo stesso tipo di sofferenze. Comunque, dopo che avrete sofferto per un po’, l’Iddio di ogni immeritata bontà, che vi ha chiamato alla sua gloria eterna in Cristo, completerà egli stesso il vostro addestramento. Vi renderà saldi, vi renderà forti, vi porrà su solide fondamenta”. È davvero di enorme incoraggiamento sapere che non siamo soli. Molti nostri fratelli e sorelle affrontano problemi simili e riescono a gestirli con successo. Come nel caso di Elia, è come se fossimo simbolicamente circondati da 7000 altri che servono Geova al nostro fianco. Ma come Elia, forse a volte, ci dimentichiamo di questi servitori fedeli. Quindi cosa dobbiamo fare? Imparare a conoscerli. Facciamo loro delle domande. Potremmo stupirci di quanto incoraggianti vi saranno le loro risposte. In effetti potremmo scoprire una fonte tutta nuova di incoraggiamento e di forza.

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